Tre teocrazie classiche si interessano degli avvenimenti del Levante e tra queste, la più debole è la casa reale saudita che dispone di immense ricchezze , è la custode dei luoghi santi della religione mussulmana che esercita influenza su un miliardo e trecento milioni di mussulmani.
Evidentemente non gode di divino afflato perché da un certo numero di anni a questa parte non ne sta azzeccando una e credo che le fortune della giovane ( dal 1927) dinastia siano ormai agli sgoccioli.
L’altra teocrazia è quella concorrente rappresentata dall’Iran Sciita e Persiano che è in sorprendente rimonta da quando pochi mesi fa ha mostrato solidità istituzionale cambiando, senza scosse, regime , dotandosi di un nuovo Presidente Hassan Rouhani appoggiato dall’Ayatollah Ali Khamenei che rappresenta la continuità religiosa e statuale con grande compostezza ed è il leader morale di 200 milioni di sciiti nel mondo: il nuovo governo ha aperto all’Occidente e ha intavolato trattative che possono allentare le tensioni internazionali in quasi tutte le aree a rischio del pianeta e sta dimostrando di non essere interessato alle armi nucleari.
Non così l’Arabia Saudita. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Per capire le strategie del futuro è necessario studiare quelle passate. Molti affermano che la guerra contro Hitler l’ha vinta l’Unione Sovietica e non gli USA e questo è quel che appare, ma la guerra l’hanno vinta tre cittadini americani: Cordell Hull, ( all’epoca segretario di Stato) Haverell Harriman e Johns Hopkins. Due grandi amici di Roosevelt che hanno determinato molte politiche Usa durante e dopo la guerra.
Come siano riusciti a vincere il conflitto minimizzando le perdite USA è materia di questo articolo perché la loro strategia ha ispirato quella attuale e a fine testo avremo le idee più chiare su molti accadimenti odierni. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Intanto, chiariamo: nella penisola arabica i confini non esistono. Sono tutte zone desertiche permeabili a volontà da chiunque – e laggiù sono la totalità- possieda un fuori strada per aggirare, a duecento metri dalla strada, il posto di blocco posto sulla via di accesso ufficiale.
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Di antoniochedice
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Racconto qui un episodio de la guerra dei cento anni tra arabi e Inglesi ( continuata poi dagli americani). Dopo la guerra mondiale tra turchi e inglesi in Irak, iniziata con la cocente sconfitta inglese di Kut al Amana ( sul fiume Tigri) per mano del generale Halil Basha ( zio di Enver Basha, l’antagonista di Ataturk) inferiore per numero e per mezzi, vendicata l’anno seguente dal generale Maude con la conquista di Bagdad.
La città mito di Bagdad il cui significato in persiano è ” il dono di Dio”. Mossul, intrisa di petrolio da sempre. Bassora: la porta dell’Irak ( Irak el Arabi= terre basse in lingua farsi) e gli arabi d’acqua….
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Di antoniochedice
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Stamattina, inconsolabile vedovo dell’IPad che mi ha lasciato non prematuramente, mi sono rivolto al notiziario televisivo che mi ha travolto con una incredibile dovizia di commenti mondiali su Erdogan, le sue elezioni, le prospettive democratiche della Turchia e le interviste a turchi e turche risiedenti da anni in Occidente.E’ stato scomodato persino l’OSCE, un tenue ombreggiato parcheggio per diplomatici a fine carriera.
L’eretico Trump che telefona per complimentarsi col tiranno, è stata la ciliegina sulla torta. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Il Presidente è ora nella pienezza dei suoi poteri, ha nominato il governo e i capi del Consiglio di sicurezza nazionale assieme alla nuova capa della delegazione all’ONU. I primi atti , c’era da aspettarselo, sono stati il mantenimento delle promesse elettorali più eclatanti. Il motto AMERICA FIRST comincia a risuonare nelle orecchie di tutti.
Israele è il più preoccupato, dato che il motto di Trump presuppone che il miglior piazzamento accessibile agli estranei sia il secondo posto, ma anche questo è stato occupato dall’Inghilterra. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Questa notte, per la prima volta in cinque anni, il Vescovo di Aleppo Jeanbart potrà celebrare la messa in pubblico senza temere di fare la fine dei suoi due colleghi ortodossi scomparsi nel nulla da due anni e mezzo. Aleppo è in festa e l’UNICEF continua a piangere senza mai dire cosa fa dei soldi che riceve.
Chi dormirà male sarà certamente John Kerry , il segretario di Stato che ha condotto negoziati e guerra nell’ultimo quadriennio riuscendo a inanellare la serie di fiaschi più notevoli degli ultimi cento anni della politica americana nel mondo. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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L O S F O N D O
La guerra di Siria dura dal marzo 2011. A marzo prossimo saranno sei anni. Molti già dicono che Barak Obama lascerà come legato l’aver distrutto la Siria, ossia il luogo che ha fatto da culla alla civiltà umana, senza aver nulla ottenuto.
Chi pensa questo, mostra di non aver studiato il modus operandi del soggetto che si è rivelato, sia all’interno che all’estero, l’uomo dei colpi mortali a sorpresa. Ne sanno qualcosa i repubblicani che, pur essendo in maggioranza, non riescono a governare . Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Dopo un momento di stordimento dovuto al blitzkrieg di risposta di Tajip Erdogan che ha preso il mondo in contropiede, potete vedere la reazione dei differenti paesi NATO nei confronti del “fedele alleato” che fu strenuamente difeso quando , violando lo spazio aereo sovrano della Siria abbatté senza ragione un aereo russo e che adesso viene svillaneggiato per aver profferito ambigue minacce di morte ( finora solo questo) nei confronti dei militari golpisti e dei loro complici. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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A parte periodici annunzi di incerte tregue, autorizzazioni all’ONU a rifornire di carta igienica comunità assediate e l’inaugurazione di un certo pendolarismo diplomatico tra Austria e Svizzera, il negoziato per ottenere una soluzione politica in Siria è bloccato e non procede, con disperazione di tutte le parti in causa.
L’ostacolo principale sembra essere la sorte del presidente Bashar el Assad , ma ovviamente si tratta della parte emergente dell’iceberg. La parte sommersa consiste nella mancanza di almeno un criterio comune ( ad esempio l’integrità territoriale della Siria su cui tutti tranne forse gli USA convergerebbero) e la scelta dei partecipanti direttamente interessati, nonché l’assenza di terzi capaci di mediare.
Al tempo del negoziato di Ginevra I ( e poi II) scrissi che senza una presenza attiva del convitato di pietra iraniano, non si sarebbe potuto procedere. Adesso che dopo due anni e altre migliaia di morti e sfollati, gli iraniani sono stati finalmente ammessi, ci si accorge che le difficoltà restano intatte. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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