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Archivi delle etichette: Israele
PUTIN, LA CRISI UCRAINA E LA VISITA DI BIDEN A ZELENS’KYJ. CHI BLUFFA E CHI NO.
MINACCIATO DI PARALISI DALLA MAGGIORANZA REPUBBLICANA AL CONGRESSO, OFFRE A ZELENS’KYJ IL SUO SOSTEGNO PSICOLOGICO E FA PROMESSE, MA NULL’ALTRO E A KIEV LO SEGUE SOLO LA MELONI.
Il primo segnale che si stava facendo strada tra gli ucraini un impellente desiderio di negoziato si é avuto con l’articolo apparso su “ War and Strategy”di STEPHEN BRYEN – già sottosegretario alla Difesa USA ( ed ex presidente di Finmeccanica USA) – con l’articolo pubblicato anche su Asia News nei giorni scorsi, in cui tra le ragioni addotte per l’asserito rifiuto ucraino al negoziato, si inseriva l’elemento territorio come dirimente.
L’articolo di Asia News , un blog con sede a Washington, consente la rilettura della crisi ucraina alla luce di una rivelazione – nota ma passata sotto silenzio- ribadita anche nel sottotitolo del post: il veto assoluto a negoziati, é stato imposto dal governo USA e non dalla dirigenza ucraina che, per rassicurare l’alleato, ha dovuto promulgare un apposito decreto.
Naftali Bennet – all’epoca primo ministro d’Israele– al primo accendersi degli scontri, si precipitò in loco avvantaggiato dagli eccellenti rapporti con entrambe le parti. La prima diede subito la sua disponibilità al negoziato, ma l’Israeliano si trovò di fronte al muro americano che gli proibì ogni ulteriore passo. Ora Bennet non é più il premier di Israele..
All’annuncio di “una iniziativa di pace” che la XI Jinping avrebbe avanzato tramite il suo consigliere Wang Hi, fu a tutta prima annunziato un viaggio del segretario di Stato Antony Blinken a Pechino e poi messa in opera a freddo la crisi dei palloni meteo che anche se immediatamente sgonfiati, diede modo ai cinesi di misurare contro quale muro pubblicitario sarebbero andati a sbattere. L’iniziativa é stata subito degradata a “ proposta” e condita con l’impegno a non rifornire i russi. Di più: Wang Hi prima di andare a Mosca, ha ritenuto opportuno passare per Washington…
Anche la irremovibile neutralità indiana si é vista aggredita in casa: la BBC ha improvvisamente rispolverato il coinvolgimento del premier Narenda Modi nel pogrom di mussulmani avvenuto nel lontano 2002, con un servizio mandato in onda in India. Modi ha reagito con una perquisizione degli uffici della BBC indiana durata tre giorni interi intendendo con questo chiarire agli inglesi che il loro protettorato era cessato nel 48.
L’irrigidimento americano dell’assedio alla Russia é giustificato dai rischi che il partito democratico e non più il solo Biden corre dato l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale presidenziale e la “ ribellione” che l’intelligence community sta mettendo in opera con la rivelazione a Seymour Hersh dei dettagli del sabotaggio al gasodotto north stream, posseduto solo per un quarto dalla Gasprom russa mentre il restante pacchetto azionario é detenuto da tre società occidentali con sedi rispettivamente in Francia, Germania e Svizzera.
In pratica, mentre la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato – che dipendono dal presidente- stanno facendo pressing per rafforzare tempi e modalità dell’assedio, l’intelligence community sta prendendo le distanze assieme a una fetta dell’opinione pubblica USA ( il 26% degli americani e il 50% degli inglesi dichiara “eccessivo” l’aiuto dato agli Ucraini) e il Congresso ( in specie la Camera dei rappresentanti che – sola- ha i cordoni della borsa), pur non volendo rovesciare platealmente la politica estera adottata, ha iniziato a fare le bucce al presidente chiedendosi per quanto tempo ancora si vorrà fragilizzare il dollaro , sotto attacco da parte dei BRICS, rafforzare la posizione interna di Putin, inamovibile finché dura lo scontro, fragilizzare l’ONU e la posizione di Israele ( il Consiglio di sicurezza ha pena votato all’unanimità una mozione di condanna per gli insediamenti nei territori occupati con la guerra del 1967), fragilizzare l’alleanza con gli europei che possono ormai lamentare anche lo svuotamento dei magazzini militari oltre che delle rispettive economie. L’Unione Europea sta disgregandosi (Biden telefona e Meloni va e fa, mentre fino a che lo diceva la VDL ha marcato visita) mentre la Cina sta capitalizzando sulle frizioni tra i blocchi e ha la certezza di non essere disturbata fintanto che dura la crisi in Europa. In pratica, Cina e USA e Putin convergono solo sulla opportunità che la Russia resti impantanata, ma su null’altro, ma i poveri ucraini non ce la fanno più e nemmeno noi.
Alle beffarde affermazioni televisive di Biden che si reca in Ucraina per dare a Zelens’kyj il sostegno psicologico necessario a continuare non avendo ormai la certezza di poter inviare armi e denari, Putin ha chiarito – in Parlamento- che l’opzione nucleare che ha ventilato riguarda più gli USA che l’Europa. E’ con la anticipata consapevolezza di questo pericolo concreto che l’intelligence community ha deciso di contrastare il presidente a colpi di indiscrezioni e distinguere le responsabilità?
ANCHE IN ISRAELE MAGISTRATI ALL’ATTACCO DELLA POLITICA
ARIEH DERI CAPO DEL PARTITO “SHAS” PLURICONDANNATO PER CORRUZIONE NOMINATO MINISTRO, VIENE INTERDETTO DALLA SUPREMA CORTE.
Dopo il Libano e la Turchia, anche in Israele una delibera della Corte suprema rischia di mutare gli equilibri politico sanciti dal suffragio universale: Il capo del partito “ SHAS” , Arieh Deri, pilastro del nuovo governo Netanyahu e incaricato del dicastero dell’interno e della salute, ha visto scendere in campo la corte suprema che – con dieci voti contro uno- lo ha dichiarato “ indegno” di sedere al consiglio dei ministri.
Condannato per corruzione per ben tre volte, Deri é sfuggito a una quarta condanna impegnandosi al ritiro dalla vita politica.
Creatasi una nuova opportunità con la creazione del nuovo governo di ultradestra, ha rinnegato l’impegno, ma la magistratura ha reagito rendendo pubblica la situazione e ponendo Benjamin Netanyahu – lui stesso coinvolto in tre distinti processi per corruzione- di fronte alla “alternativa del diavolo” far cadere immediatamente il governo o essere condannato , sempre immediatamente, per “disprezzo della corte”.
La seconda alternativa, anch’essa amara, é se licenziare lui stesso Deri o riuscire a convincerlo a dimettersi spontaneamente.
Anche in questo caso, la posta in gioco é la sopravvivenza della coalizione….
In tutto il Levante ormai, la magistratura sta entrando a pié pari in politica, interdicendo dai pubblici uffici candidati troppo probabili alla presidenza ( Imamoglu in Turchia ) dichiarando illegale una coalizione ( Netanyahu e Deri in Israele) o mettendo in stato d’accusa un’intera classe dirigente ( Libano con inchiesta sullo scoppio del porto e sui comportamenti del governatore della banca centrale, Salamé) .
Questa tendenza a priorizzare l’aspetto legalitario é tipica della cultura anglosassone ed estranea alla cultura mediterranea in cui il potere politico ha sempre avuto la meglio sulle esigenze di giustizia.
Inizia il duello tra la coalizione Netanyahu che promette “ una riforma della giustizia” che salverà l’ex premier e Deri, da sicure condanne e la magistratura che si erge a baluardo democratico del paese.
Le conseguenze di politica internazionale non sono secondarie. Netanyahu lascia intendere che é ormai il momento di lanciare un raid sull’Iran prima che l’arricchimento dell’uranio giunga alla fatidica soglia del 90% oltre la quale l’impiego militare diventa possibile.
Un secondo conflitto legale con aspetti politici si é concretizzato due giorni fa, quando all’ambasciatore giordano in Israele é stato vietato accedere alla spianata delle moschee per pregare a Al Aksa.
La moschea, per trattato internazionale che Israele ha firmato e da cui dipende la pace, è sotto la protezione del re di Giordania che anche Israele riconosce come “ protettore dei luoghi santi dell’Islam “ e Al Aksa é il terzo luogo santo assieme a Mecca e Medina. Onore che fa gola alla dinastia saudita che si é impadronita con la forza dei primi due e vorrebbe Gerusalemme per completare la sua legittimazione agli occhi del mondo mussulmano.
NETANYAHU TORNA AL POTERE PER LA SESTA VOLTA CON UN TRUCCO. SE NE SENTIVA IL BISOGNO?
VA AD AGGIUNGERSI AL NOVERO DEI CAPI DI STATO E DI GOVERNO MENTALMENTE INSTABILI CHE STANNO PRENDENDO POSIZIONE PER ASSICURARCI UN NUOVO ORDINE MONDIALE.
Abbiamo un altro governo propenso a mettere mano alla pistola e fregarsene delle delibere delle Nazioni Unite e delle usanze diplomatiche internazionali si é costituito.
Arrogante come Boris Johnson, vanitoso come Emmanuel Macron, traffichino come Tajip Erdogan, tenebroso come Putin, teatrante più di Zelenski e disposto a tutto come Biden, ha messo in piedi un governo di 31 ministri ( quanti l’Italia del pentapartito) in un Parlamento che richiede una maggioranza di 61 parlamentari. Gli altri trenta li farà sottosegretari?
Ha promesso all’estremista Ben Gvir di fargli gestire tutte le forze di polizia ( inclusa quella di frontiera) e lasciato capire a tutti che si annetterà tutti i territori occupati illegalmente – in spregio ad almeno tre deliberazioni dell’ONU- dove si sono insediati i coloni israeliani e israelo-americani.
L’unico limitatore di corsa che riesco a intravvedere é rappresentato dalla minaccia di impiego dei missili Shahid modificati da Hezbollah secondo i criteri sperimentati in ucraina: attacco per saturazione del sistema contraereo “ Iron Dome” che lascia all’attaccato la scelta di quale obbiettivo sacrificare alla quota di missili che inevitabilmente giungerà al bersaglio.
Il suo obbiettivo prioritario é ottenere una legge che faccia cadere le accuse di corruzione ( su forniture militari tedesche) per le quali é sotto processo. La chiama “Riforma della Giustizia”…. Vedremo.
Per sfuggire alla duplice minaccia della galera per corruzione e degli attacchi missilistici di massa dell’Hezbollah in risposta alle repressioni di Ben Gvir, temo una qualche forma di confronto militare col Libano o un blitz sull’Iran, per assicurarsi la compattezza del paese in suo favore.
Mentre persiste la guerra di Siria, di Yemen, Libia e in Ucraina e mentre i Balcani occidentali sono ipnotizzati dalla mobilitazione serba, non si sentiva il bisogno di un nuovo focolaio di infezione.
L’ARMAMENTO NUCLEARE COME GARANZIA DI INDIPENDENZA DEI SINGOLI PAESI E EQUILIBRIO IN UNA COMUNITÀ’ INTERNAZIONALE TURBOLENTA
CHI HA L’ATOMICA È’ SICURO DI NON ESSERE AGGREDITO, MA SE L’HANNO IN TROPPI, IL MONDO DIVENTA INCONTROLLABILE IN NEGOZIATI PERMANENTI. SI CHIAMA L’ALTERNATIVA DEL DIAVOLO.
L’intervista cerca di scoprire le eventuali conseguenze dello scoppio di una atomica tattica sui campi di battaglia ucraina e scopre che distruggerebbe ….il trattato di non proliferazione nucleare con conseguenze rovinose per i gli attuali membri del club atomico.
L’ ACQUA VARRA’ PRESTO PIU’ DEL PETROLIO. L’ITALIA ASSIEME ALL’ALBANIA SONO LE IDROPOTENZE DEL MEDITERRANEO.
E LA STORIA CHE L’ACQUA DELLE TUBATURE SI PERDE E’ UNA FANDONIA. TORNA NEL CIRCOLO DELLE FALDE ACQUIFERE.
Con un attacco nucleare si può mettere in ginocchio anche un grande paese in trenta giorni. Con la Bomba A ( alimentare) una nazione crolla in una settimana. Se privata di acqua, bastano due giorni.
Secondo un rapporto dell’UNICEF (“population without improved drinking water sources by region in 2002“WHO/UNICEF,2004), 1,1 miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua e 2,6 miliardi ha accesso ad acque non potabili.
I continenti più problematici sono l’Asia e l’Africa e il maggior consumatore di acqua è l’attività agricola ( utilizza il 70% della disponibilità mondiale). L’allevamento fa la parte del leone dato che serve una quantità 15 volte maggiore per produrre un chilo di bovino, rispetto a quella necessaria per produrre un chilo di grano.
Secondo un rapporto del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo ( PNUD) , il 90% degli abitanti del Medio Oriente nel 2025 vivranno in aree di penuria idrica grave, lo Yemen in particolare, mentre analoga penuria riguarda in Africa, il Marocco.
Ecco perché le guerre dell’acqua sono già cominciate e colpiscono i più poveri. Il Nilo viene conteso tra L’Egitto, il Sudan, l’Etiopia, ma anche ( dal maggio 2010 hanno firmato un accordo e vogliono aggiungersi ) Kenia, Tanzania, Burundi e Repubblica Democratica del Congo. Presto inizieranno i negoziati tra loro e si prevedono tensioni.
Gli scontri etnici di Tigrini, Amhara e del fronte di liberazione Oromo, contro il governo ( Oromo , che é il nuovo nome dell’etnia Galla dei tempi dell’impero) sono probabilmente dovuti a aiuti sudanesi,egiziani ed eritrei irritati per le decisioni unilaterali etiopiche sul riempimento della grande diga del Rinascimento ( la Grand Renaissance Dam, costruita dall’Impregilo) che minaccia di ridurre il gettito del Nilo a valle.
Potrebbe effettuare il riempimento ( il terzo) con calma visto che la corrente eventualmente prodotta non potrebbe comunque essere trasportata vista la mancanza di palificazioni atte all’uopo…
Cina e Russia hanno già avuto problemi per controllo del bacino del fiume Amur, ma per ora concentriamoci sulla zona calda di nostro interesse: Africa e Vicino Oriente.
Turchia, Siria e Irak e – presto anche il kurdistan- si contendono il controllo dei bacini del Tigri e L’Eufrate. Israele che ha visto ridursi drammaticamente il bacino del Lago di Tiberiade ( dai 450milioni di metri cubi /anno di 20 anni fa , agli 87 milioni di oggi) e ridursi a un rigagnolo maleolente il fiume Giordano, ha già fatto numerosi interventi militari per garantirsi l’uso delle acque del fiume Litani che ha le sorgenti in Libano, unico paese arabo che ha le sorgenti di un fiume nel proprio territorio.
Tecnologicamente avanzatissimo, Israele ha costruito 31 centri per la dissalazione delle acque e 9 centri per il riuso delle acque reflue. Israele applica il riuso delle acque al 67% , l’Italia all’8%.
Per “fabbricare” un litro di petrolio sono necessari 2,5 litri di acqua, mentre per produrre un litro di biocarburante dai cereali, servono circa mille litri di acqua per ottenerli e questo non ve lo ha mai detto nessuno.
Nella crisi siriana , anche l’acqua ha messo lo zampino.Un ricercatore della George Washington University ( Murhaf Jouejati) specialista di problemi siriani, ha calcolato che circa 200.000 persone sono affluite nella zona da Deraa ( dove ci sono stati i primi disordini) negli ultimi anni a causa delle restrizioni unilaterlamente imposte agli agricoltori dell’est siriano dal sistema di dighe turche che regolano il flusso dell’Eufrate, in palese violazione degli accordi sottoscritti nel 1987 che assicuravano alla Siria un minimo di 500metri cubi al secondo. La politica di riempimento dei bacini del GAP ( vedi più sotto) ha bloccato queste acque per mesi, provocando il fallimento del progetto di bonifica affidato alla società Bonifica ( gruppo IRI).
La Turchia, approfittando della debolezza politica dell’Irak, ha ridotto del 40% la quantità di acque che passano in Siria e Irak, creando una “quasi emergenza umanitaria ” a detta degli esperti.
L’ isola di Cipro ha problemi di stress idrico ( meno di mille metri cubi per abitante/anno) importanti a causa del flusso di turisti che in estate invade le sue spiagge.
L’area di Cipro Nord – protetta da un contingente di truppe turche – è rifornita ( 6 milioni di metri cubi/anno) dalla Turchia col sistema dei “sacchi medusa” che , rimorchiati, trasportano ingenti quantitativi. Malta e Creta hanno lo stesso problema.
Il sistema dei sacchi medusa è stato usato tra Turchia e Israele per alcuni anni, ma a causa della tensione politica ( e dell’appoggio israeliano ai Kurdi) è stato sospeso, mi pare, nel 2006.
Con 22 dighe e 19 centrali elettriche capaci di produrre 30 miliardi di KWh/anno, la Turchia è l’idropotenza del Medio Oriente.
La sola diga ATATURK si estende su 800km quadrati per 140 metri di profondità e irrigherà 1,7 milioni diettari di terreno anatolico con 22 miliardi di metri cubi/anno assicurando alla Turchia l’autosufficienza alimentare.
La zona , essenzialmente cerealicola, grazie all’acqua potrà assicurare la rotazione delle colture, precedentemente impossibile.
Certo, i nove dipartimenti turchi coinvolti nel progetto GAP ( progetto del sud est anatolico) sono abitati in maggioranza da Kurdi che parlano una loro lingua indoeuropea, occupano territori centrali in Iran , Irak, Siria e sono circa 30 milioni di persone. II trattato di Sevres alla fine della prima guerra mondiale ne riconobbe l’indipendenza e il diritto a un loro stato, ma la riconquista di Ataturk mise fine al sogno.
Il sistema delle acque creato dalla Turchia con una spesa di 30 miliardi di dollari le da uno status di superpotenza regionale se non internazionale e solo la miopia della UE può cercare di emarginarla.
La presenza di questo investimento strategico in territorio Kurdo limita le possibilità dei kurdi ( che il governo Erdogan chiama “turchi della Montagna”) ed è stato la ragione principale dell’accanimento militare nella repressione del movimento indipendentista. I kurdi irakeni non possono aiutare i connazionali a pena di perdere le risorse idriche che li fanno vivere. Il ricatto dell’acqua è potente.
Anche la guerra Iran -Irak ( oltre 300mila morti ) durata otto anni ,è dovuta anche al desiderio di controllo dello Shatt el Arab, la confluenza -estuario di Tigri e Eufrate.
L’acqua è dunque preziosa quanto e più del petrolio, presto avrà un costo ( non vuol dire che dovrà essere privatizzata, anzi.) e il paese più ricco di acque del bacino mediterraneo è l’Albania. Non solo , ha anche i maggiori dislivelli naturali rispetto al livello del mare.
Con le sue acque ed un buon progetto, si può produrre energia pari a quella di quattro centrali nucleari, un acquedotto che disseti il sud Italia e le fornisca energia a meno di metà del prezzo attuale.
Nel 1990/91 l’ENI fece un convegno su questo tema, poi qualcuno mise la sordina. Portare l’elettricità dall’Albania avrebbe ridotto i costi in maniera eccessiva permettendo alla Puglia di diventare la California d’Italia.
Personalmente, ho approntato un pre-progetto in Tunisia per frenare la desertificazione ( che é la inevitabile conseguenza della carenza d’acqua ) per creare un mare grande come l’Umbria ( dodici volte il lago di Ginevra) nel deserto del sahara utilizzando una depressione detta ” Chott el Djerid”.
Di questi chott ne esistono, tipici del nord Africa, il più noto dei quali é quello di ”el quattara” in Egitto all’altezza di El Alamein.
Chi volesse saperne di più può vedere il sito medinsahara.org attualmente in stand by a causa dei sommovimenti politico-istituzionali dell’ultimo triennio in quel paese.
Per impedire emigrazioni di massa, desertificazione e salinizzazione dei territori che diventano incoltivabili, l’arma vincente, sapendola usare, é l’acqua. Ma bisognerebbe aver studiato la geografia invece di aver frequentato banche e bettole.
medinsahara.org
CREDEVAMO FOSSE AMORE E INVECE ERA UN CARRO ARMATO
LO SCONTRO DI OGGI AVEVA AVUTO UN INIZIO D’AMORE A PARIGI NEL 1997
La cronaca dell’amore é documentata dalla firma ” atto fondatore” a Parigi di un accordo che stabiliva che USA e Russia non erano avversari ed elencava minuziosamente i protocolli cui attenersi in caso di crisi.
Ecco il testo https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_25468.htm
Due anni dopo iniziava la marcia verso est che gli USA avevano negato di voler fare.
Il testo a disposizione invece mostra che erano stati previsti tutti i possibili casi di cooperazione e collaborazione specificando che in ogni caso si sarebbero consultati. Invece non si parlano. Nel preambolo é specificato che ” LA NATO E LA RUSSIA NON SI CONSIDERANO AVVERSARI”.
Il capoverso dedicato all’Europa é addirittura commovente: ” Il presente atto riafferma la determinazione della NATO e della Russia di dar corpo al loro impegno di costruire un’Europa stabile, pacifica e senza divisioni, un’Europa intera e libera, a vantaggio di tutti i popoli”
Attaccando l’Ucraina, la Russia ha offerto alla NATO una occasione d’oro per riprendersi dal coma denunziato da Macron nel 2019.
Creata nel 1949, la NATO stava morendo di vecchiaia e gli USA avevano raggiunto il loro punto più basso con l’abbandono dell’Afganistan eseguito senza nemmeno informare gli alleati che avevano coinvolto nel conflitto.
L’attacco russo riceve alle prime una accoglienza tiepida e si prende la decisione ( USA) di fornire unicamente armi difensive.
A metà aprile, sull’onda delle notizie di una controffensiva ucraina vittoriosa, Biden monta sul cavallo di Orlando e scatena crediti e carri armati.
E’ stato ingannato dagli ucraini o dagli inglesi? temo che non lo sapremo mai.
Resta senza risposta la domanda di quale sia il limite oltre il quale cessa l’aiuto e inizia la combelligeranza che da diritto a ritorsioni o addirittura allo stato di guerra.
Certo gli USA incassano con questa iniziativa una serie di cambiamenti: anzitutto l’aumento – invocato per decenni inutilmente- degli stanziamenti per load Difesa, L’entrata ufficiale ( ufficiosamente era cosa fatta da decenni) della Svezia e della Finlandia nell’orbita dell’influenza statunitense, assieme a Giappone, Corea del Sud, Georgia e Australia.
Pochi giorni dopo la riunione di NATO e associati ( Il Giappone é ” osservatore” da 36 anni), un’aggiunta evidentemente imbarazzante per qualcuno a Ramstein: Katar, Israele Marocco paesi notoriamente difensori dei diritti umani…in Ucraina.
La risposta la trovate nel documento NATO 2030 in cui viene recepita la dottrina Bush jr: chi non é con noi é contro di noi.
La versione NATO é chiarissima ma più delicata: ” i dissensi politici in sede NATO sono da considerarsi strategici e non tattici o di prospettiva”
Di tutti questi cambiamenti, non ce n’é uno che sia a favore degli alleati. Chi non ha più niente da perdere sta già rumoreggiando. Gli altri osservano le reazioni e i risultati delle elezioni negli stati dell’Unione. Nostalgia delle rodomontate di Trump? ù
Intanto il centenario Henry Kissinger ( li compie domani) ammonisce a non prendere di petto due nemici contemporaneamente e definisce la scelta ” unwise”.
Più lucido di un paio di settantenni che conosciamo.