Archivi delle etichette: Hezbollah

LA NUOVA TATTICA E STRATEGIA DI BOMBARDAMENTO E’ LA SATURAZIONE DELLA DIFESA? OGNI LANCIO DI MISSILI IN UCRAINA RIMBOMBA NEL LEVANTE E DICE DI SI

L’APPROCCIO PRAGMATICO LEVANTINO METTE IN CRISI L’ELETTRONICA MILITARE AMERICANA E FARA’ PROSELITI IN ALTRI SETTORI ?

Il bombardamento russo utilizzando  missili rudimentali in grande quantità contro obbiettivi ucraini apre una prospettiva innovatrice e temibile  per le tecniche di combattimento giudicata di grande efficacia  a giudicare dalle reazioni ed i  commenti isterici dei dirigenti e dei media occidentali. Cosa succederebbe se trecento barchini esplosivi andassero incontro alla portaerei Vinson nel golfo persico con sei o sette che colpiscono il bersaglio?

Questa é la domanda cui ogni Stato Maggiore occidentale vorrebbe saper rispondere oggi.

Ecco gli elementi da cui partire.

Il missile usato é un ferrovecchio del tipo in uso nell’esercito italiano nei primi anni 50: l’honest John, o ancor prima, un razzo nazista V2.

SHAEED 138 (nella foto)) Scoperto e adattato dai “tecnici” libanesi di Hezbollah per utilizzare i missili di scarto ricevuti dai pasdaran, é diventato un ordigno letale per il tipo di utilizzo a massa che se ne può fare: dato che il sistema contraereo israeliano – il più sofisticato al mondo- era in grado di intercettare fino a 200/250 missili contemporaneamente, i libanesi, spiriti eminentemente pratici, ipotizzarono di lanciarne il doppio in contemporanea. Dato che non difetta loro nemmeno il senso politico, si limitarono all’effetto annunzio. Da quel momento, il governo USA ha messo in opera ogni sua capacità di persuasione, minaccia e ricatto, ma senza riuscire a convincere il governo libanese a disarmare l’Hezbollah. Da allora, le incursioni israeliane sul territorio libanese sono cessate e l’accordo per spartirsi l’area marina petrolifera di frontiera, approvato.

Impossibile anche individuare le basi di lancio data l’estrema semplicità del dispositivo mimetizzatile a piacere. Le modifiche apportate hanno un costo di circa 10.000 dollari usa, mentre il sistema di difesa costa decine di milioni.

E’ la guerra dei poveri. creativa e pratica, non elettronica e costosa.

Ha la velocità di un vecchio V2 tedesco della seconda guerra mondiale (800km/h) e un’ogiva con esplosivo tradizionale ( tra i 600 e i 900 kg).

Le varianti apportate, sono due per un importo approssimativo di 10.000 dollari montaggio incluso: il sistema di guida é cinese e quello di localizzazione evita il GPS americano e utilizza quello russo, GLONASS mettendosi così al riparo da dirottamenti operati elettronicamente. Abbatterli é facile, per non dire infantile.

Ogni sistema di difesa contraerea elettronica ( ad esempio l'”Iron Dome” israeliano) può abbatterne uno pochi secondi dopo averlo acquisito sul radar e può abbatterne fino a duecento/duecentocinquanta in contemporanea.

Il problema é che, date le dimensioni e l’estrema maneggevolezza, questo razzo può essere nascosto  nell’orto di una casa contadina; data la facilità d’uso può essere manovrato da un semianalfabeta  e dato il suo  basso costo e l’alto costo dei sofisticati  mezzi elettronici  usati per abbatterlo rischia di aprire nelle finanze dei difensori voragini più ampie di quelle provocate dall’esplosivo. 
E per l’insieme di queste caratteristiche, può essere lanciato contemporaneamente in quantità tali che, mentre il sistema contraereo ne abbatte o devia duecento, altri trecento colpiscono il bersaglio. E’ l’equivalente missilistico del mitra Kalashnikov facile da usare, poco costoso, niente manutenzioni.

Il dramma:  gli obbiettivi da distruggere sono quindi paradossalmente affidati al sistema di difesa che, calcolate le traiettorie, capisce dove un razzo sta andando e sceglie quale abbattere e quale accettare che giunga sul bersaglio.

Questa modalità di impiego, e  le modifiche tecniche sono frutto della ingegnosità povera dell’Hezbollah libanese  che da anni minaccia di utilizzarle contro Israele e la sola minaccia ha paralizzato l’avversario.

Il governo USA ha utilizzato ogni mezzo di coercizione – lecito e no- per spingere il governo libanese a disarmare Hezbollah senza riuscirci.

Ai russi é parsa evidentemente una buona idea  e l’hanno sperimentata sul campo offrendo ai combattenti ucraini il tragico dilemma se far colpire i posti di comando e le infrastrutture militari o quelle civili. Per poter continuare a combattere la scelta é stata dolorosa, ma ovvia.

La reazione occidentale che aveva finora ( da almeno un triennio) nascosto il problema sotto il tappeto, ha consacrato l’ingresso della nuova tattica nell’arsenale di Marte, mentre tutti si interrogano se questa manovra “ per saturazione” della difesa sia estendibile ad altri settori o declinabile in altre modalità e quali siano i suoi limiti di impiego.

In effetti, un sistema di trasferimento e attacco di pari efficacia potrebbe essere realizzato con barchini esplosivi in ambiti di mare ristretti come il golfo persico o a scopo logistico-operativo anche in aria grazie al Girocottero, un altro ferrovecchio centenario  che é, come si suol dire, “il segreto meglio custodito dell’aeronautica”.

COS’E’ E COME È’ NATO

Nel 1919 un progettista spagnolo di un trimotore vide l’aereo da lui progettato andare in stallo ed uccidere tutto l’equipaggio composto di suoi cari amici. 

Da allora si dedicò unicamente a studiare un aeromobile che non potesse andare in stallo e così nacque il girocottero.

Si presenta come un elicottero ma col rotore che gira a vento – salvo brevi momenti al decollo: Dato che gira a vento, non può bloccarsi  e quindi il mezzo non va in stallo. L’uovo di Colombo, ma inutile dal punto di vista bellico data la fragilità, la bassa velocità, la rudimentale strumentazione.

E’ dotato di radio e interfono,può andare a una velocità minima di 25km/h e di crociera di 160km/h, vola da dieci metri a quota  duemila ( il record mondiale é di una ingegnera italiana con quota ottomila), porta due passeggeri più ottanta kg di bagaglio, decolla da campi erbosi con cento metri di“pista”, atterra anche planando in cinque metri a motore spento da quota centocinquanta.

E’ spinto dal motore di una motoslitta ( oggi tutti i motori montati in Italia sono austriaci) con elica retrostante che imprime la velocità; con un pieno fa 400/450 chilometri ed é di manovrabilità elementare al punto che non é richiesto un brevetto, ma, dopo un oltre un secolo di utilizzo sportivo, si comincia a chiedere qualche ora di istruzione con un pilota già pratico.

L’ora di volo ha un costo, irrisorio rispetto ad altri aeromobili, di 18 dollari.

Negli USA il concetto é stato sviluppato ad uso sportivo e di trasferimento interno e ne esistono esemplari a sette posti, carenati ecc.

L’aeromobile, oggi prodotto in modalità non industriale, ha un costo medio di circa settantamila euro  ed é intuibile che se venisse prodotto su larga scala, sia pure con modifiche atte all’uso militare, il costo sarebbe competitivo con quello di un’auto del tipo Jeep/campagnola.

In Italia esistono due costruttori, uno dei quali ha chiuso per via della recente epidemia, ma quasi in ogni paese ne esiste almeno uno. Le aviosuperfici sono numerose nel nostro paese dove gli adepti di questo sport si radunano. Io l’ho provato sulla aviosuperficie di Nettuno che l’ha portato in pista tirandolo con una sola mano, come un tempo si faceva con un somarello.

CHE GENERE DI UTILIZZO BELLICO?

Il girocottero durante la guerra mondiale fu usato pochissimo e solo per missioni di osservazione.

In realtà, usandolo a massa come fatto in Ucraina con gli Shaeed, potrebbe trovare impiego efficacissimo in campo logistico e anche tattico.

500 girocotteri possono trasferire mille uomini equipaggiati da Roma a Firenze in un’ora e mezza, evitando ostacoli attivi e passivi, campi minati, interruzioni di ponti ecc. Potrebbero rifornirsi in normali stazioni di servizio, portare con loro cinque giorni di razioni K, munizioni di riserva, avvicinarsi all’obbiettivo in gruppi a 25km/h e a dieci metri di quota ed essere scambiati dai radar per uno stormo di uccelli migratori, possono acquattarsi in val di Chiana, mimetizzandosi per sfuggire alla caccia avversaria per ripartire verso l’obbiettivo una volta passato il pericolo. Potrebbero installare attrezzature per il pilotaggio da remoto per evacuare i feriti dal campo di battaglia o essere recuperati ove necessario. Possono realizzare un formidabile volume di fuoco col fucile mitragliatore di dotazione ( a uno dei due bersaglieri) installato su una forcella a prora, mettendosi in formazione “a scalare” o “a cuneo”  come fanno i mezzi corazzati. Sarebbero ” la cavalleria del cielo”.

I campi minati o gli IED perderebbero gran parte della loro importanza  e lo sganciamento da un imprevisto schieramento controcarro sarebbe realizzabile con immediatezza.

L’UTILIZZO TATTICO.

A parte l’utilità logistica e la rapidità di schieramento in un punto desiderato o la fulmineità di aggiramento di un ostacolo troppo ben sistemato a difesa, un attacco “ per saturazione” delle difese avversarie consentirebbe, da soli o in cooperazione con mezzi corazzati, di raggiungere l’obbiettivo previsto, sia pure a prezzo di un’aliquota di inevitabili perdite in caso di adeguata reazione dei difensori.

Nel caso di un attacco combinato terra-cielo, per il quale l’avere la superiorità aerea é un préalable, il fuoco della difesa sarebbe inevitabilmente disperso.

Un attacco di questo genere sarebbe una novità per i militari di ultima generazione, ma era normale amministrazione nella generazione del secondo conflitto mondiale, Corea, Vietnam ecc e la campagna ucraina sta dimostrando che l’idea di combattere , grazie all’elettronica, a “perdite zero” é un espediente da consolle da realizzare solo se gli avversari appartengono allo stesso tipo di cultura.

SOLO COMBATTERE PAGA E LA GUERRA ASIMMETRICA HA FALLITO IL COLPO

LA SIRIA ROMPE DEFINITIVAMENTE L’ASSEDIO E LIBERA LA FRONTIERA OCCIDENTALE.

Dopo undici anni di ostilità verso la Siria  e appoggio logistico e politico  ai “ ribelli siriani” rivelatisi una banda di mercenari stranieri pagati dagli USA, re Abdallah II  di Giordania ha avuto ieri ( domenica 3 ottobre) una lunga conversazione telefonica col presidente siriano Bashar El Assad

Nella lunga conversazione il re – alleato degli USA e figlio di una inglese – ha confermato l’apertura delle frontiere, dichiarato il pieno sostegno della Giordania alla « stabilità , sovranità e unità territoriale » della Siria. 


L’accenno alla «  unità territoriale » vale sia per Idlib al nord  (Turchia) che per il Golan a sud (Israele).

La posizione giordana va letta anche come vendetta contro l’intesa israelo-saudita che, l’estate scorsa, ha tentato una congiura di palazzo per  detronizzare il re e aprire la via al saudita Mohammed Ben Salman che aspira a soppiantare la dinastia Hashemita nel ruolo ( riconosciuto ufficialmente anche da Israele) di protettore di Gerusalemme terza città santa dell’Islam, anche per confermare il ruolo usurpato di protettore delle altre due città sante: Mecca e Medina.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è img_0146.jpeg

l’Arabia Saudita va verso l’isolamento nel mondo arabo?

L’ accanita, intelligente, difesa dell’esercito siriano e dei volontari libanesi, Falangisti cristiani e Hezbollah,  ha portato i suoi frutti: dopo l’Egitto e gli Emirati che stanno riaprendo le sedi diplomatiche a Damasco, un altro importante paese arabo leva l’assedio e apre alla riammissione della Siria in seno alla Lega Araba.

L’isolamento dell’Arabia Saudita e del suo reggente assassino si accentua, cosi come continua a svuotarsi  la politica USA  nel Levante. 

Da undici anni di sforzi, finanziamenti e «  primavere », gli USA raccolgono solo la grave crisi dei rapporti con la Turchia e raggiungono un plebiscitario picco di impopolarità da Tunisi a Kabul.
E ci saranno altre conseguenze. In Yemen dove i ribelli Houti sono ormai alle porte di Marib ( principale città alla frontiera nord con l’Arabia Saudita), il che vuol dire la crisi dei rifornimenti tra i sauditi e il fronte.

Fermenti prevedibili anche in Sudan, dove il tentato golpe del mese scorso da parte di un reparto corazzato, fa temere l’inizio di un ripensamento rispetto alla recente scelta filoamericana e democratica, grazie anche a un crescente interessamento egiziano per una intesa contro il ricatto etiopico sulle acque del Nilo su cui poggia – tramite agricoltura di controstagione con l’Europa- tutta la raccolta di valuta pregiata dell’Egitto, canale a parte.

Un’altra arma di ricatto made in USA destinata a cadere o provocare una guerra. Intanto ha già provocato una guerriglia nella zona mussulmana del Tigrai, mentre per lo sfruttamento delle acque della Renaissance Dam manca completamente la palificazione elettrica tra ladina e la capitale…

Un’altra prova che la geopolitica é un’arma a doppio taglio per chi é sprovvisto di adeguata cultura storica, geografica e politica e vuole partecipare al grande gioco solo perché si sente forte. Come ha scritto Friederich Nietsche oltre un secolo fa, vincerà chi ha più memoria. Non chi immagazzina più dati ( NdR).

LA SIRIA, LA TURCHIA, I CURDI, ISRAELE, IL LIBANO, L’IRAN. TANTE VITTIME CON UN PASSATO COMUNE E UN FUTURO INCERTO. di Antonio de Martini

Stiamo veleggiando verso il settimo anno di guerra in Siria e verso il settimo anno in cui avevo avvertito che attaccare la Siria voleva dire aprire il vaso di Pandora e affrontare una delle più tenaci fanterie del mondo. Adesso va detto – lo davo per scontato – che il vaso di Pandora non ha fondo e gli USA, più ci entrano, più affondano.

Metà della popolazione Siriana ha dovuto emigrare e,  per il momento, solo centomila sono rientrati in Patria, ma il paese ha retto all’impatto della coalizione più ricca e potente del mondo, e da un mosaico di comunità, è nata una Nazione coesa che vuole sopravvivere. Continua a leggere

LA CRISI LIBANESE SARA’ LA TOMBA DELLA DINASTIA SAUDITA? IN OGNI CASO E’ UN ALTRO SCHIAFFO AGLI USA. di Antonio de Martini

Immaginatevi che il Primo ministro Paolo Gentiloni vada in America,  all’arrivo invece del benvenuto di prammatica si veda sequestrato il telefonino, venga catapultato davanti a una telecamera a leggere una lettera di dimissioni e a chi lo contattasse per sapere quando torna in Italia, risponda ” a Dio piacendo” e avrete la fotografia di quel che è accaduto tra Libano e Arabia Saudita in questi giorni.

La motivazione del perché avviene è più complessa e andrebbe spiegata con la psicoanalisi prima che con l’analisi politica. Proviamo a dipanare questa intricata matassa di lana di cammello. Continua a leggere

GUERRA DI SIRIA: ERRORI ED OMISSIONI. GLI ULTIMI FUOCHI PRIMA DEL GRANDE BUSINESS. di Antonio de Martini

All’indomani della prima Guerra Mondiale, anche un bambino di dieci anni avrebbe capito che imporre condizioni di pace troppo onerose alla Germania avrebbe provocato a breve una nuova guerra.

Il solo che sembrò capirlo veramente fu John Maynard Keynes ( l’inventore della macroeconomia) che si dimise dalla delegazione inglese in polemica con le decisioni draconiane prese contro i tedeschi e consegnò i suoi pensieri, nel dicembre 1919, ad un pamphlet dal titolo provocatorio ” Le conseguenze economiche della pace” tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi.( reperibile).

Egli illustrò la concatenazione di scelte suicide e ipocrite che portarono, appena venti anni dopo, al bagno di sangue più copioso della storia dell’uomo.
Continua a leggere

GUERRA DI SIRIA: ASSAD HA VINTO. PERCHE’ E’ IL PIU DEBOLE. di Antonio de Martini

Cedo per l’ultima volta alle amichevoli pressioni di numerosi amici che per telefono, mail, incontri mi chiedono spiegazioni sulla Siria e sul guazzabuglio correlato.

Il succo del discorso è che Assad, dopo quattro anni di lacrime e sangue, l’ha spuntata.

Ora vediamo alla moviola chi ha perso e perché.
Continua a leggere

GUERRA DI SIRIA: TUTTI I CRISTIANI SI SCHIERANO UFFICIALMENTE A FAVORE DI ASSAD. INTANTO NELL’US. ARMY IL TASSO DEI SUICIDI…. di Antonio de Martini

due fatti politici molto importanti nel Levante in una settimana oltre al ridimensionamento del presidente turco Recep Tajip Erdogan e il contrattacco di Putin sul fronte debole della UE.( Expo e industriali italiani). Continua a leggere

ERRATA CORRIGE: QUI C’E’ IL PRIMO VIDEO CHE MANCA DAL POST PRECEDENTE : TEMA ISIS E HEZOLLAH

https://www.youtube.com/watch?v=miY-MN-lY-Y  Buon video! Dura 10 minuti. Domani il secondo post.

ISRAELE-IRAN : LA VERSIONE DI NETANYAHU  di Antonio de Martini

Benjamin Netanyahu appartiene alla nuova generazione politica di dirigenti israeliani, essendo la “vecchia” composta da personaggi del calibro di David Ben Gurion, Moshè Dayan, Golda Meir, Chaim Weizmann, Itzak Rabin, Shimon Perez, Menachem Begin.

Personaggi diversi tra loro, ma tutti con una vita tormentata dalla realizzazione del loro grande sogno,  spiccata personalità e dall’eloquio franco fino alla brutalità quando necessario. Continua a leggere

NEL WORLDWIDE THREAT ASSESMENT USA DI FEBBRAIO SONO SCOMPARSI DUE NOMI di Antonio de Martini

Il signor James  R. Clapper, Director of National Intelligence, ha l’incarico di coordinare le attività delle 16 agenzie di intelligence americane e periodicamente pubblica per la ristretta audience del ” Senate Select Committee on intelligence”, una relazione a sua firma che va sotto il nome un tantino pomposo di Worldwide Threat Assessment of the U S Intelligence Community. L’ultima che ho avuto modo di vedere porta la data del 26 febbraio scorso.  Continua a leggere