DAL 1953 litighiamo – a parti invertite- sul premio di maggioranza, mentre l’economia finisce ” a donna pessima”.
Per la prima volta dai tempi del CLN in Italia si è costituito un governo di Unità e Ripresa Nazionale imposto dalle circostanze e dal Presidente della Repubblica.
Siamo entrati alla quasi unanimità in un regime di egemonia politica del Presidente rispetto al Parlamento; più per ammissione di impotenza delle forze politiche che grazie al viatico dell’elettorato, come proponeva Randolfo Pacciardi già cinquanta anni fa assieme al fior fiore dei costituzionalisti italiani.
Le conseguenze di questa mancata legittimazione democratica non sono poche e includono, in caso di fallimento dell’esperimento, il rischio di un ulteriore declassamento del nostro paese nel contesto delle nazioni e forse un conflitto aperto.
Si tratta di una eventualità che va ricordata alle mosche cocchiere che gridano al ” tradimento dell’elettorato” che in questi lunghi anni hanno allegramente fottuto appropriandosi di tutti i denari pubblici che hanno potuto.
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