Archivi del mese: ottobre 2015

DUE ANNI FA SI ERA DETTO: PER DISCUTERE DI PACE DEVE ESSERCI ANCHE L’IRAN. DOPO UN MILIONE DI PROFUGHI E VENTIMILA MORTI, L’HANNO CAPITA. ( intervista rilasciata allora da Antonio de Martini)

LA CONFERENZA DI PACE SULLA SIRIA E’ ARRIVATA. ARRIVERA’ ANCHE LA PACE? NON PER ADESSO. SERVONO ALTRI MORTI E UN’ALTRA GINEVRA, LA TERZA. di Antonio de Martini

il 23 gennaio 2014 ho cercato di spiegare che una conferenza di pace sulla Siria senza la partecipazione iraniana sarebbe stata inutile. Ci siamo arrivati dopo un milione di altri profughi e ventimila altri morti.

IL CORRIERE DELLA COLLERA

http://corrieredellacollera.com

NO IRAN, NO PARTY.

Basta dare un’occhiata al fittissimo calendario degli impegni internazionali  fissati  in questo periodo, per capire che quasi nessuno si aspettava la convocazione della conferenza di Pace sulla Siria.

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DANNI COLLATERALI: SPARANO A HILLARY CLINTON, COLPISCONO A MORTE TONY BLAIR.

su richiesta di ambienti repubblicani USA il magistrato ha costretto Hillary Clinton a consegnare 30.000 mail spedite o ricevute  sul suo indirizzo privato durante il suo periodo da segretario di stato.

Tra questi documenti, un memorandum dell’allora segretario Colin Powell che riassume gli argomenti da toccare durante l’incontro decisivo tra Tony Blair e George W.Bush tenutosi a Crawford tra il 5 e il 7 aprile 2002, in cui un cretino decise di far guerra per passare alla storia è un mascalzone di reggergli il sacco a patto di essere glorificato come statista internazionale dato che in patria accumulava fallimenti su fallimenti. En passant, fa cenno agli aiuti dati per convincere la Turchia….

Ecco il link da leggere. Alla fine dell’articolo, le fotocopie del documento.
http://www.informationclearinghouse.info/article43170.htm

CHI VUOLE DESTABILIZZARE LA CINA? di Paolo Raimondi e Mario Lettieri

In Cina il fuoco che si nasconde sotto la cenere è molto più pericoloso della fiammata che si è vista di recente nella borsa di Shanghai. I media hanno riportato il fatto eclatante del crollo delle quotazioni e dei titoli sospesi senza cercare di rispondere alle inevitabili domande: Qual è la causa? Chi lo ha provocato? E perché?Certamente è stato un evento potenzialmente sconvolgente. Dal 12 giugno al 9 luglio il mercato azionario cinese ha perso il 30% cancellando circa 3 trilioni di dollari di capitale. È da evidenziare che dopo l’intervento delle autorità monetarie con l’immissione di nuova liquidità per circa 200 miliardi di dollari, la borsa è risalita del 17%. Sono anche in corso indagini per individuare gli speculatori che hanno giocato a breve sulla caduta della borsa.
Ovviamente il fuoco non è stato estinto in modo sicuro e definitivo. Le varie bolle finanziarie dei settori privati dell’economia sono il problema numero uno della Cina. Essa ha un debito pubblico – il 43% del pil – contenuto se paragonato a quello dei Paesi occidentali. Ma il debito delle imprese private (corporate) è pari al 160% del pil nazionale, che è di circa 11 trilioni di dollari. Si stima che nei prossimi 4 anni la Cina potrebbe avere bisogno di piazzare titoli di debito, tra nuovi e vecchi da rinnovare, per oltre 20 trilioni di dollari.
Anche la bolla immobiliare, come rivelano le tante città fantasma costruite e non abitate, potrebbe diventare una bomba ad orologeria. Sono situazioni di indubbia pericolosità ma minore rispetto a quella americana. Infatti il livello totale del debito cinese, pubblico e privato, è inferiore a quello statunitense, a quello giapponese e a quello di tante altre economie europee.

Vi è una differenza sostanziale nell’andamento dell’economia reale che in Cina, nonostante una riduzione rispetto ai livelli altissimi degli anni passati, fa ancora registrare una crescita intorno al 7% del pil. I dati del commercio estero cinese sono straordinariamente positivi. Solo nei primi sei mesi di quest’anno il surplus commerciale nel settore della produzione di beni è stato pari a 260 miliardi di dollari, un vero boom se lo si raffronta con i 100 miliardi dello stesso periodo del 2014.

Mentre gli Usa, nella prima metà del 2015, registrano un deficit nella bilancia commerciale (beni e servizi) di circa 250 miliardi. È sul fronte geoeconomico e geopolitico che la Cina sta operando profondissimi cambiamenti e innovazioni, soprattutto nel contesto dell’alleanza dei BRICS.

Forse non è un caso che il crollo della borsa di Shanghai sia avvenuto mentre la nuova Asian Infrastructure Investment Bank apriva ufficialmente i suoi uffici e le sue attività a Pechino. Si ricordi che l’AIIB, con un capitale iniziale di 100 miliardi di dollari, diventa il principale istituto di credito per promuovere la modernizzazione e la infrastrutturazione dell’intero continente asiatico, cominciando con la realizzazione del progetto della Nuova Via della Seta.

Nel frattempo, mentre gli Usa, con una troppo accondiscendente Unione europea, conducono una destabilizzante campagna di sanzioni economiche contro la Russia, la Cina mantiene un atteggiamento indipendente e completamente differente.

La prova più eclatante è l’accordo trentennale di acquisto di gas russo per una valore di 400 miliardi di dollari, da regolarsi non più in valuta americana ma nelle loro monete nazionali. Secondo noi il cambiamento più profondo è la decisione cinese, silenziosa e non discussa dai grandi media, di rivedere progressivamente la composizione delle sue riserve monetarie e di ridurre l’ammontare dei titoli americani in suo possesso. Nel mese di giugno ha acquistato 600 tonnellate di oro mentre si stima che nel secondo trimestre 2015 le sue riserve in valuta estera siano scese di 140-160 miliardi di dollari, come dimostra il freno agli acquisti cinesi di nuovi Treasury bond USA.

Tutto ciò spiegherebbe l’intento di qualcuno di frenare il nuovo corso della Cina con un avviso a non uscire dai vecchi binari e dai vecchi accordi. Perciò occorre capire meglio chi ha promosso e cavalcato l’onda della succitata speculazione.

La Jp Morgan City e la Goldman Sachs hanno riconosciuto pubblicamente che la Cina da un po’ di tempo ha abbandonato la consueta regola di acquistare con il suo surplus commerciale i titoli di stato americano.

Le agenzie di rating, a cominciare con la Standard & Poor’s, parlano di «rapida crescita del debito, opacità del rischio, alta percentuale tra debito e pil, azzardo morale» in Cina. Sono le classiche «parole in codice» usate anche altrove, sempre poco prima di una attacco speculativo.

La Banca Mondiale ha parlato del mercato cinese come «squilibrato, represso, costoso da mantenere e potenzialmente instabile». Un giudizio poco dopo ritirato, asserendo che la sua pubblicazione era il frutto di un errore.

Una cosa è certa: giocare allo scontro o solo alla speculazione contro la Cina potrebbe avere degli effetti devastanti sull’intero sistema finanziario mondiale, potenzialmente maggiori della crisi del 2007-8. Una ragione di più per definire in sede internazionale accordi stringenti per regolamentare il sistema finanziario, almeno i suoi aspetti deteriori, quelli fortemente speculativi che incidono non solo sulla stabilità sociale ed economica di interi Paesi ma anche sugli assetti geopolitici mondiali.

ISRAELE-PALESTINA: LA STRATEGIA DELLA SVOLTA FINALE, NON UNA INTIFADA QUALSIASI. di Antonio de Martini

Nel primo biennio della seconda guerra mondiale, gli inglesi commisero – tra gli altri – un errore madornale, attribuendo alla contraerea tedesca Flak, molti degli abbattimenti notturni di aerei inglesi nei cieli tedeschi. Si trattava invece di una eccellente cooperazione tra i radar germanici e i piloti da caccia che venivano radioguidati sugli obiettivi. Continua a leggere

GERUSALEMME: I PALESTINESI E NETANYAHU SI PREPARANO ALLA VISITA DI BARAK OBAMA. di Antonio de Martini

Dal 9 marzo del 2013 a oggi, i cambiamenti si contano sulle dita della mano monca di Frank “tre dita”Coppola.
Ormai il tempo stringe.

IL CORRIERE DELLA COLLERA

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Benjamin Netanyahu sta per ricevere la paga per la fronda elettorale fatta a Obama e a quella a Chuck Hagel il nuovo segretario alla Difesa che oggi sbarca in Afganistan per non accompagnare il Presidente ? Fino a che punto questo precedente aggressivo di Netanyahu influirà nel tradizionale rapporto di alleanza?
Certo, Obama non poteva avere una situazione a lui più favorevole e Bibi avrebbe voluto ricevere la visita dell’uomo più potente del mondo dei prossimi quattro anni, in migliori condizioni.

A quasi due mesi dalle elezioni da cui è uscito indebolito e col ministro degli esteri ( Libermann) condannato dalla magistratura, non è ancora riuscito a presentare il governo al Presidente Shimon Perez ed alla Knesset, benché abbia rinunziato ai partiti religiosi – suoi tradizionali alleati – ed abbia dovuto imbarcare la sua avversaria Tzipi Livni ( alla giustizia, ma con anche la delega per le trattative di…

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PALESTINA: QUANTI SONO I PALESTINESI, DOVE E COME VIVONO ? di Antonio de Martini

ECCO QUANTI E DOVE SONO I PALESTINESI. SONO ARRABIATI E
HANNO SMESSO DI GIOCARE ALLA GUERRA SECONDO LE REGOLE DELLA TECNOLOGIA.

RICORRONO – DA BRAVI MEDITERRANEI – AL COLTELLO.
ISRAELE – IMBEVUTO DI TECNOLOGIA FINO AD UBRIACARSENE – SOTTOVALUTA IL FENOMENO.
GLI ARABI ALL’ARMA BIANCA SONO IMBATTIBILI.

IL CORRIERE DELLA COLLERA

Ora che lo stato di Palestina inizia ad essere riconosciuto internazionalmente in accordo con la delibera delle Nazioni Unite e diventa un interlocutore mediterraneo legittimo a tutti gli effetti, bisognerà incominciare a conoscerlo, tanto più che l’aspetto demografico è il fronte principale di lotta contro Israele, il vicino dominatore col quale vige un regime armistiziale, ma non la pace.

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GUERRA DI SIRIA: ASSAD HA VINTO. PERCHE’ E’ IL PIU DEBOLE. di Antonio de Martini

Cedo per l’ultima volta alle amichevoli pressioni di numerosi amici che per telefono, mail, incontri mi chiedono spiegazioni sulla Siria e sul guazzabuglio correlato.

Il succo del discorso è che Assad, dopo quattro anni di lacrime e sangue, l’ha spuntata.

Ora vediamo alla moviola chi ha perso e perché.
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