Archivi del mese: dicembre 2022

MELONI: LA LUNA DI MIELE INTERROTTA ?

HA PRONUNZIATO LA PAROLA PROIBITA: PRESIDENZIALISMO, MA OFFRE UN COMPROMESSO CON UNA BICAMERALE.

La prima volta che udii Giorgia Meloni fu nella sala delle riunioni di UNIONCAMERE in piazza Sallustio a Roma.

Chiesi al capo della segreteria del ministro Alemanno, Biava, che mi sedeva vicino, come mai una ragazza con tanta facilità di espressione e chiarezza espositiva non l’avessero candidata alla direzione del movimento giovanile. Mi rispose con aria rassegnata “ sta con Gasparri” facendo un tutt’uno tra il Talmud e la logica delle correnti.

Non mi piacque invece il fatto che fosse poi candidata da Ignazio Larussa alla guida del suo partito, per antipatia verso quest’ultimo: in odio all’allora presidente della Camera, Gianfranco Fini non inviò nessuno alla commemorazione di Randolfo Pacciardi che feci alla Camera dei Deputati, mentre l’ex Ministro della Difesa Parisi venne di persona, come Emilio Colombo.

Non mi aspettavo dunque che diventata primo ministro mettesse anzitempo i piedi nel piatto affrontando il tema della elezione diretta del capo dello Stato ( o comunque dell’esecutivo), interrompendo la tradizionale luna di miele dei cento giorni con l’opposizione e – presumo- con la presidenza della Repubblica che é stato il leit motiv di Pacciardi dell’ultimo quarto di secolo.

Mai dare per scontate le posizioni politiche immaginando collegamenti su basi tribali. La giovanotta con lo scilinguagnolo ha mostrato di avere contezza e rispetto di sé.

Cinquantotto anni dopo l’appello agli italiani di Maranini e Pacciardi, Cadorna, Tommaso Smith ( senatore della sinistra indipendente) Giuseppe Caronia, Ivan Matteo Lombardo, Mario Vinciguerra,Giano Accame, Rossi Longhi ( segretario Generale della Farnesina) e Mancinelli ( Capo di SM della Difesa), la parola magica riforma della Costituzione in senso presidenziale é stata pronunziata dal Presidente del Consiglio dei ministri in carica a nome della sua maggioranza.

Per molto meno, una parolina bofonchiata a mezza voce durante una intervista a un giornale, il Presidente della Corte Costituzionale Mauro Ferri, ex segretario del PSI, fu costretto a dimettersi due giorni dopo il misfatto.

Chi era favorevole alla riforma dovette interrarsi nelle catacombe per sfuggire al linciaggio: Paolo Ungari e numerosi studiosi crearono “l’Alleanza Costituzionale” che riunì una quarantina di intellettuali impossibilitati a fare outing alla luce del sole. Il preside della prestigiosa facoltà “Cesare Alfieri” di Firenze, lo storico Rosario Romeo , i costituzionalisti Crisafulli, Mazziotti, Caboara, e numerosi ex presidenti della Corte Cotituzionale, ( senza contare la conversione, dopo il settennato, di Giovanni Gronchi ) ammisero, che Pacciardi aveva ragione.

Giulio Caradonna, consapevole che sarebbe stato una presenza imbarazzante, presentò a Pacciardi un gruppo di Giovani tra cui Vittorio Sbardella e Enzo Dantini con un seguito di ragazzi entusiasti e desiderosi di uscire dall’isolamento politico. Furono ripagati con una coalizione di tutti i gruppi universitari ( incluso il MSI) che organizzarono – d’animo re e d’accordo- un broglio elettorale rimasto famoso anche se la magistratura, costretta a giudicare, li condannò a 15 giorni di galera e… 500 lire di multa.

IL CAMBIO DI PASSO

Fino a ieri sono stato scettico sulle possibilità di una riforma che assicurasse stabilità politica ai governi e l’elezione diretta di un personaggio capace di “ tagliare le unghie ai partiti e correnti”. Oggi sono costretto a tornare a sperare nella fine delle persecuzioni, anche cruente, cui fummo fatti segno.

Gli obbiettivi da raggiungere erano di far eleggere personaggi non selezionati da Tv o mass media e creare maggioranze stabili in cui il presidente non possa più sciogliere le Camere e queste licenziare il governo.

Oggi é perseguibile solo la stabilità governativa a tempo che é un valore in sé, mentre per selezionare un personaggio di valore etico-politico, bisognerà ricorrere a un processo di filtraggio preventivo, quale ad esempio un tempo minimo incomprimibile di preavviso di candidatura ( sei/otto mesi prima dell’elezione), l’indicazione di grandi elettori (cinque consigli regionali, tre provincie e cento comuni di cui almeno quattro con più di mezzo milione di elettori?).

Scegliere un ultracinquantenne senza limitazioni non basta più. Questo é certo e elezioni primarie si sono rivelate grottesche parodie democratiche.

La scelta di offrire alle opposizioni una commissione bicamerale e la disponibilità a forme di semi presidenzialismo sono una saggia manovra per attrarre una maggioranza molto ampia attorno al progetto.

L’aver scelto di attaccare immediatamente il nodo politico centrale, aiuta a eliminare il fattore tempo come elemento di rallentamento a disposizione degli avversari. Resta l’elemento resilienza del Quirinale che potrebbe voler resistere per non perdere l’eccessivo potere cumulato negli anni di surroga dei partiti in crisi, ma l’esempio della capacità di rinunzia al potere esaltato dalla morte di Benedetto XVI giunge a proposito per invitare Mattarella ad accettare il cambio di passo.

Lei potrebbe essere ricordata come chi il cambio l’ha realizzato e lui come chi l’ha favorito accettando le regole della Democrazia autentica sull’esempio del Pontefice morto oggi e non quelle della “ banda di briganti” di Ratzingeriana memoria.

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NETANYAHU TORNA AL POTERE PER LA SESTA VOLTA CON UN TRUCCO. SE NE SENTIVA IL BISOGNO?

VA AD AGGIUNGERSI AL NOVERO DEI CAPI DI STATO E DI GOVERNO MENTALMENTE INSTABILI CHE STANNO PRENDENDO POSIZIONE PER ASSICURARCI UN NUOVO ORDINE MONDIALE.

Abbiamo un altro governo propenso a mettere mano alla pistola e fregarsene delle delibere delle Nazioni Unite e delle usanze diplomatiche internazionali si é costituito.

Arrogante come Boris Johnson, vanitoso come Emmanuel Macron, traffichino come Tajip Erdogan, tenebroso come Putin, teatrante più di Zelenski e disposto a tutto come Biden, ha messo in piedi un governo di 31 ministri ( quanti l’Italia del pentapartito) in un Parlamento che richiede una maggioranza di 61 parlamentari. Gli altri trenta li farà sottosegretari?

Ha promesso all’estremista Ben Gvir di fargli gestire tutte le forze di polizia ( inclusa quella di frontiera) e lasciato capire a tutti che si annetterà tutti i territori occupati illegalmente – in spregio ad almeno tre deliberazioni dell’ONU- dove si sono insediati i coloni israeliani e israelo-americani.

L’unico limitatore di corsa che riesco a intravvedere é rappresentato dalla minaccia di impiego dei missili Shahid modificati da Hezbollah secondo i criteri sperimentati in ucraina: attacco per saturazione del sistema contraereo “ Iron Dome” che lascia all’attaccato la scelta di quale obbiettivo sacrificare alla quota di missili che inevitabilmente giungerà al bersaglio.

Il suo obbiettivo prioritario é ottenere una legge che faccia cadere le accuse di corruzione ( su forniture militari tedesche) per le quali é sotto processo. La chiama “Riforma della Giustizia”…. Vedremo.

Per sfuggire alla duplice minaccia della galera per corruzione e degli attacchi missilistici di massa dell’Hezbollah in risposta alle repressioni di Ben Gvir, temo una qualche forma di confronto militare col Libano o un blitz sull’Iran, per assicurarsi la compattezza del paese in suo favore.

Mentre persiste la guerra di Siria, di Yemen, Libia e in Ucraina e mentre i Balcani occidentali sono ipnotizzati dalla mobilitazione serba, non si sentiva il bisogno di un nuovo focolaio di infezione.

K CONTRO K : UNA MINI POLEMICA CHIARIFICATRICE CHE MOSTRA L’IRRITAZIONE USA PER DUE COLPI DI KISSINGER ANDATI A SEGNO.

UN FORSE AMERICANO CON NOME FORSE RUSSO INTERVIENE INVITANDO A NON CREDERE A KISSINGER E ALLA SUA IDEA METTERNICHIANA DI NEGOZIATO BASATO SULLA REALTA,’ CONTRO LE OPZIONI POLITICHE DETTATE DA COMPUTER GESTITI DA STAGISTI

L’attacco frontale di Kissinger all’amministrazione Biden aveva due cariche esplosive: una di critica alla mancanza di idee dell’amministrazione democratica della crisi ucraina e l’altra diretta al Pentagono e alla sua mania di rivolgersi a società di consulenza che a loro volta si affidano al software dei computers per compiere scelte che richiedono esperienza e cultura politica, economica e geografica che manca ai giovanotti impiegati dalle varie fondazioni e Think tank, con la conseguenza che le scelte governative sono scelte senza memoria e senza cultura.

Per consentire al lettore di ricostruire i termini della questione, ecco qui sotto il link dei primi due tempi della divergenza tra la tesi di Kissinger e le critiche di un certo Anrew Kobriko, contributo di L’Italia e il mondo, blog cui contribuisco anch’io. Su questo terreno d’incontro misto, ci siamo scontrati.

http://italiaeilmondo.com/2022/12/20/non-e-possibile-che-kissinger-si-aspetti-che-qualcuno-prenda-sul-serio-la-sua-ultima-proposta-di-pace-di-andrew-korybko/

Ecco una delle solite conseguenze delle sanzioni: in Russia, é nata una concorrente della Coca Cola. Si chiama Cola e costa 82,3 rubli ( pari a un dollaro e diciannove cento ovvero un euro) nella confezione da un litro e mezzo.

Meno della quasi omonima bevanda americana qui in Italia.

Nella foto: due confezioni in offerta speciale in un supermercato moscovita.

Andrew Koribko, ha come tanti, troppi, russi, il complesso del «cornuto amareggiato »nei confronti del rapporto Ucraina-USA e – non potendo vendicarsi sul troppo robusto marito – si accanisce sulla ormai ex moglie cercando di portarle via i gioielli, i figli, i ritratti di famiglia.  


Litiga anche con i parenti di lei ( noi europei) sottolineando il fatto che é alla Russia che dobbiamo la nostra prosperità basata sull’energia a ( relativamente) basso costo. Fa un ricatto economico, incapace di ricorrere alla mozione degli affetti che gli avrebbe procurato almeno un pò di comprensione.
Le accuse? Sono tutte vere, da entrambe le parti, ma tutto inutile. La realtà non cambia.


La Merkel ha dichiarato in una recente intervista che la sua politica, con gli accordi di Minsk ha fatto guadagnare tempo prezioso all’Ucraina  e agli USA che ne hanno approfittato per addestrare ed equipaggiare gli ucraini e realizzare una sorpresa in campo tattico ai danni dei russi.
Il ricorso dei russi all’utilizzo dello strumento militare, per dirla con Talleyrand, «  é stato peggio di un crimine: é stato un errore. »


Dal dopo Khrushev in poi, la Russia ha collezionato una serie impressionante di successi diplomatici, dall’ Asia all’ America Latina, e rovesci militari ovunque abbia cercato di usare lo strumento militare :  da Cuba, alla Cecoslovacchia, all’Afganistan, al patto di Varsavia, all’Ucraina.
D’altra parte, gli USA hanno caldamente sfruttato i punti deboli della mentalità russa per procurare loro la pessima fama di macellai, smerdare la classe militare impreparata e negligente, creare fratture in seno alla dirigenza del Cremlino e recuperare credibilità nei confronti degli alleati europei, anche se hanno dimostrato che gli USA sono pronti a tutto tranne che a intervenire in difesa degli amici, altro che con crediti e prestiti.


Per venire all’articolo su Kissinger, Kobriko ha commentato in maniera maldestra e inadeguata per «  analista di politica internazionale ».
La politica, la geopolitica se preferite,  si fa con quel che c’é  e concludere una tregua/ pace/ negoziato, usate i termini che preferite, restituirebbe a chi la promuove la capacità di iniziativa politica oggi carente e autolesionista.

Per non avere la NATO a 450 km da Mosca, adesso i russi hanno la NATO, con la Finlandia, a venticinque km da San Pietroburgo. Gli USA, invece, hanno “difeso” l’Ucraina dimostrando l’inutilità della NATO stessa: per inviare armi e fare prestiti basta una buona intendenza e magazzini non c’é bisogno di truppe che non si vogliono usare per paura di veder colpito il territorio statunitense.


Sono entrambi indifendibili. Entrambi stanno radunando i propri satelliti agitando spauracchi e aumentando le vendite di armi.

Entrambi sono stati disturbati dagli interventi del Papa, di Kissinger e – perché no- di Erdogan a gamba tesa che dimostrano la possibilità di una tregua e il desiderio di tutti di vivere in pace.

Che per gli americani ci sia stata premeditazione, é dimostrato dai due link sottostanti di studi della RAND Corporation datati gennaio e febbraio 2020 che illustrano una serie di opzioni identificate dai computer e commentate da ragazzini inesperti. E’ così che scoppiano le guerre, dalla mancanza di memoria e di cultura. E’ per questi commenti di Kissinger ricchi di memorie e di cronologie che si vogliono dimenticare che c’é stata la prima convergenza tra russi e americani a sbarazzarsi dei vecchietti con la memoria infallibile.

https://www.rand.org/pubs/perspectives/PE331.html

https://www.rand.org/pubs/perspectives/PE338.html

DUE VIDEOINTERVISTE SULL’INTERVENTO DI H. KISSINGER SU “THE SPECTATOR” DEL 17 u.s.

DIFFERENTI I PUBBLICI, DIFFERENTI LE ARGOMENTAZIONI E I LINGUAGGI: UNICO LO SCOPO DI METTERE CIASCUNO DI FRONTE ALLE PROPRIE RESPONSABILITÀ’ E ALLA PROPRIA CAPACITÀ’ DI CAPIRE.

Credo tanto importante e qualificato l’intervento di HENRY KISSINGER pubblicato su THE SPECTATOR da essermi sobbarcato l’onore di una doppia intervista su due differenti canali TV e riportarli entrambi su corrieredellacollera.com per consentire la più ampia diffusione possibile all’intervista in se, ma anche alle argomentazioni addotte dagli uni e dagli altri.

http://italiaeilmondo.com/2022/12/21/kissinger-e-lucraina-la-tragica-inerzia-della-guerra_con-antonio-de-martini

Identiche le reazioni – entrambe puerili dei duellanti immediati che si dicono scettici circa le intenzioni dell’avversario e sostengono che “non si parla con un lupo travestito da agnello”. Argomento che si commenta da solo. Esistono ancora politici con psiche infantile che giocano alla scomunica.

Nessuno che spieghi loro quel che l’Europa avrebbe dovuto spiegare chiaramente invece di « fare il tifo » per il proprio bambino: un gruppo di stati seri che si é autocostituito – dopo infinite devastazioni- con l’intento di por fine alle guerre nel Continente europeo, non può tollerare che scoppi una guerra nella propria area di influenza senza sconfessare, per sopravvivere, ciò che aveva affermato per nascere e vivere.

Benché l’analisi offerta da Kissinger nel suo articolo ( trovate qui il link https://www.spectator.co.uk/article/the-push-for-peace/ ) sia dotta ed esauriente, circolano ancora cretini che dichiarano “ di non fidarsi” dell’autore. In realtà non si fidano della propria capacità di giudizio. Altri affermano perentori che non conta nulla perché non occupa cariche o per via dell’età. Si tratta in genere di commentatori italiani incapaci di distinguere una analisi politica da un comizio di un assessore di Nardò.

Nessuno capace di confutare o arricchire gli argomenti addotti da un centenario. Preferiscono soffocare la voce della razionalità col silenzio, sperando che il calendario li liberi dell’ incomodo.

Nessuno – politico, studioso o giornalista – che sembri rendersi conto che il prossimo passo verso un conflitto mondiale conclamato, sarà l’allargamento di questo scontro a due, verso i più immediati vicini. Noi europei.

Questa é una guerra tra gli USA e l’Asia. Se la vedano tra loro

Il nostro compito di europei, é di liberarci – ormai non importa più come- di una dirigenza vile, ambigua e ignorante che ci vuole coinvolgere per cupidigia di servilismo., inerzia e timore di confrontarsi con le opzioni offerte dai computers che ci governano e che Kissinger ha additato come sorgente di molti degli errori che ci spingono agli stessi tragici eventi che hanno caratterizzato le due guerre mondiali da cui l’Europa é uscita in rovine per scongiurare le quali abbiamo voluto « L’Europa Unita ».

HENRY KISSINGER SCONFESSA L’ESTABLISHMENT USA SULLA CRISI UCRAINA CON UN ARTICOLO CHE PUBBLICA IN INGHILTERRA.

FA ESEMPI STORICI CHE I MIEI LETTORI CONOSCONO BENE E INVITA A CERCARE LA PACE PRIMA CHE GLI EVENTI PRECIPITINO “PERCHE’ SERVONO LEADERS CHE PADRONEGGINO SIA LA TECNOLOGIA CHE LA STORIA”

ECCO IL LINK COMPLETO.

https://www.spectator.co.uk/article/the-push-for-peace/

Mi spiace non aver voglia di tradurre il testo dell’articolo, scritto per lo SPECTATOR, rivista fondata nel 1828.

In accompagnamento al suo ultimo libro, ” LEADERSHIP” in cui presenta sei profili di leaders ( uno solo americano, Nixon, per dovere d’ufficio) l’articolo é l’attacco più veemente portato da un membro dell’establishment alla classe dirigente USA in materia di politica estera, campo in cui la compattezza é sempre stata di rigore quale che fosse l’amministrazione al comando.

Nella precedente sortita a commento della politica estera di Biden, l’ex segretario di stato e Nobel per la pace, si era limitato a far notare che era ” unisce” attaccare in contemporanea Russia e Cina, il paese della cui ammissione nel concerto delle nazioni egli era stato l’artefice.

In questa nuova esternazione, il professore riprende la sua posizione Metternichiana , rievoca le circostanze in cui scoppiò il primo conflitto mondiale, i tentativi di mediazione falliti di Wilson perché volle attendere le elezioni USA ” che ” con la battaglia della somme e l’offensiva tedesca su Verdun aggiunsero altri due milioni di perdite umane” e continua implacabile dicendo che ” La punitiva pace di Versailles che concluse la guerra, si dimostrò molto più fragile della struttura che sostituì”.

E’ la prima volta che qualcuno – oltre a me – collega in forma diretta gli avvenimenti della prima e seconda guerra mondiale agli avvenimenti odierni e definisce gli scontri europei come una nuova ” guerra dei cento anni”.

Ed é la prima volta che la solidarietà formale tra repubblicani e democratici in politica estera viene rotta. Se sia un segnale di implosione degli USA, come indicato da LIMES o di gravità del pericolo per la pace mondiale, lo scopriremo anche troppo presto.

Leggete l’articolo con l’attenzione che merita e supplite al silenzio dei media, diffondendolo.

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