SIAMO AL BIVIO DI UNA ESCALATION MOLTO PERICOLOSA TRA DUE ELEZIONI : MAGGIO 23 E GENNAIO 24. UNO POTREBBE PERDERE LA TESTA.

TRA LE ELEZIONI PRESIDENZIALI TURCHE DEL 14 MAGGIO E QUELLE DI TAIWAN DEL PROSSIMO GENNAIO SI GIOCA CON TORTUOSE ALLEANZE NELLE URNE IL DESTINO DELLA PACE.

Il primo e l’ultimo scoglio da superare senza finire in un allargamento del conflitto, riguardano entrambi il proibire l’accesso ai mari aperti per Russia ( il Mediterraneo) e Cina ( il Pacifico).

L’Asia, potenza terrestre bicefala, ha bisogno di impadronirsi di porti e rotte marittime non soffocate dalle potenze marinare – USA e alleati- mentre queste spendono risorse , intessono reti, ricorrono alla pirateria, per evitare che la Cina , la fabbrica del pianeta, e la Russia, miniera del mondo, riescano a bypassarli sui liberi mercati e ne rendano inutili gli sforzi ultradecennali per mantenere l’ intermediazione progettuale, commerciale , finanziaria, valutaria e di difesa che li ha arricchiti per tutto lo scorso secolo, caratterizzato dalla disponibilità di lavoro asindacalizzato e materie prime a basso costo che l’Asia fornisce grazie a istituzioni robustamente condotte su sudditi rassegnati.

Il sistema si é retto sulla bipartizione del lavoro: occidente che possiede, finanzia e commercializza in nome del principio della libertà di commercio e oriente che produce e accetta crescite economiche al rallentatore.

Da qualche anno, lo abbiamo raccontato negli articoli pubblicati sul blog questa settimana ( su Cina e Giappone) i paesi asiatici, in questo secolo, hanno imparato la lezione dalla violenza subita per abbracciare il libero commercio , sono diventati da imitatori, innovatori, hanno abbandonato ogni ideologia e sono diventati formidabili concorrenti commerciali dei paesi occidentali che credevano intoccabili le loro posizioni privilegiate.

Si é verificato in grande, insomma, quel che é avvenuto da noi in Italia, nella grande distribuzione: la Cirio o la Barilla hanno aperto nuovi mercati di prodotti e i supermercati, gestendone la clientela, conoscendo i produttori e la logistica, la politica dei prezzi, hanno creato prodotti identici a costo inferiore, senza affrontare le spese di ricerca, personale comunicazione e riducendo i costi di intermediazione grazie alla conoscenza del paese e la distribuzione dei clienti.

Perfida e perfetta logica capitalista in entrambi i casi, solo che a livello individuale la persona subisce, cambia fornitore o emigra. A livello statale, invece, si ricercano alleati nuovi, rispolverano i vecchi e ci si prepara a imbrancarsi in previsione di uno scontro militare che decida la sorte dello scontro.

Per rimanere padroni delle rotte commerciali del pianeta, ( di questo si tratta) gli Stati Uniti stanno adottando la solita politica “ duri in Asia, molli in Europa” che privilegiano dai tempi del Vietnam, e altrettanto stanno facendo i cinesi, il cui aiuto i russi finiranno per pagare.XI JINPING,

Due settimane prima della visita di XI JINPING a Mosca, il ministero cinese delle risorse naturali ha pubblicato la versione aggiornata dei territori cinesi e- forzatamente- della vicina Russia. Su parte della carta, la toponimia é cinese e riguarda le aree di cui l’URSS si impossessò nel XIX secolo, inizi XX.

  • Vladivostok= Hai Shen Wai
  • Usuryisk=Shuang Chen zi
  • Blagoveshchensk= Hai Lan Pao
  • Nerchinsk= Nebuchu
  • Nikolaev sull’Amur= Miao Jie.
  • Sakhalin = Kuen Dao
  • Monti stanovoi= Wai Xin An Leung

Quando a metà degli anni sessanta del XX secolo, Henry Kissinger propose sfacciatamente ai cinesi di intercettare assieme le comunicazioni russe nelle zone contese del fiume Amur e questi accettarono, i territori disputati erano in parte gli stessi. I russi respinsero le rivendicazioni. Ora, pur avendo avuto due settimane di tempo per reagire, rettificare, eccepire….silenzio assoluto. L’opposizione interna deduce si tratti di silenzio assenso, perché il gasodotto da Murmansk alla Cina e la parvenza di alleanza coi cinesi vale molto di più.

Silenzio anche da parte americana per evitare che la Russia, ormai scoperta l’umiliazione, paghi e rinsaldi l’alleanza con la Cina. Soddisfatta anche la Cina che con richieste tanto esose dimostra che si comporta come il gangster Clemenza de “ Il Padrino:” “ Nothing personal. Only business”.

Ma le elezioni a Taiwan si terranno a gennaio 24 e una Cina trionfante rischia di ottenere a Taiwan un successo elettorale travolgente. Il vecchio partito del Kuomintang ( KMT) , che fu del Maresciallo Chang hai Schek, – oggi all’opposizione- guarda con simpatia al Continente e a formidabili investimenti fuori dall’ asfittica isola di Formosa e il nuovo partito filo Cina ( Taiwan People’s Party TPP col candidato Ko wen-Je ) costituito in maggioranza da giovani ( come TIK TOK) nato nel 2019, ha il tasso di crescita più elevato dell’isola….

Più felpato il passo USA verso l’ormai inaffidabile Tajip Erdogan, dove il 14 maggio si eleggerà il presidente: dei tre partiti in lizza che tradizionalmente esprimevano un candidato, uno dei partiti ( il filo Curdo HDP partito democratico del popolo)) accreditato con oltre il 12% ha ufficializzato la decisione di non presentare un candidato ed é verosimile che i suoi elettori preferiscano l’antagonista di Erdogan che in tal modo potrà fare l’en plein di tutti gli elettori anti Erdogan, che, per la prima volta, vede vacillare il suo trono. E’ appena il caso di far notare che i curdi, sono dal 2003 gli alleati preferenziali degli Stati Uniti in tutto il Levante ( Irak, Siria, Iran). Nobile il sacrificio, ma quanto é costato?

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