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L’EMBARGO SULL’ORO CONTRO LA RUSSIA MOSTRA IL COSTANTE OBBIETTIVO DEGLI USA NELLE GUERRE DEL DECENNIO: PROTEGGERE IL DOLLARO ” INTERNAZIONALE”.

PER CAPIRE QUALE SIA LA POSTA IN GIOCO, SERVE SAPERE LA STORIA DEL RAPPORTO TRA L’ORO E LA CARTA MONETA. ECCOLA.


Da un trentennio circa, l’oro sta riprendendo il ruolo che ha avuto negli ultimi settemila anni, ad eccezione dell’ultima metà del XX secolo, ossia dal 1945 ( accordi di Bretton Woods) alla prima guerra del golfo.

Il problema e’ che l’oro, oltre ad essere tesaurizzato dai privati per la sua ” eterna immutabilità’ ” ha anche un ruolo importante nella geopolitica e la corsa dei governi all’accaparramento delle riserve auree, ha sempre coinciso con vigilie di guerra.


Conoscerne la storia, controllarne le evoluzioni del prezzo , le scoperte di nuovi giacimenti, individuare i protagonisti del mercato mondiale, sono tutti aspetti dell’analisi strategica indispensabile a capire se la nostra generazione conoscerà’ un’ altra inutile strage di dimensioni mondiali. L’ho scritto nel 2013 ( ” tutto l’oro lingotto per lingotto” e lo confermano i fatti).

ECCO QUALCHE ELEMENTO STORICO INDISPENSABILE PER FARSI UN’IDEA.

I primi a fondere l’oro separandolo da altri elementi, furono gli Egizi, mentre i primi a impiegarlo per fare gioielli, furono i mesopotamici. La prima moneta , diciamo cosi’ a corso legale, la conio’ il re di Lidia Creso.

Si tratta insomma di una scoperta del Vicino Oriente e il recente embargo sull’oro, ha posto un’altra pietra sulla tomba dei rapporti tra USA e l’area MENA ( Middle East and North Africa).
La Serenissima, al suo apogeo, diffuse oltre 1.200.000 Ducati di oro. insomma tutte le civiltà’ prevalentemente mercantili lo usarono come moneta, mentre quelle militari cercarono di appropriarsene senza tanti complimenti.

L’Inghilterra del XIII secolo mise a punto il primo sistema di garanzia con la punzonatura, segno che c’erano tentativi di sostituzione truffaldina.
Spagna e Portogallo si impadronirono dell’oro e dell’argento esportando, in cambio, la democrazia dell’epoca ossia la ” vera religione” e l’ America Latina ne sa qualcosa.
La corsa all’oro della California e quella del Sud Africa sono fin troppo note.
E’ la Germania di Bismarck che vara nel 1871 i criteri della moneta aurea che rimasero in vigore in Europa fino alla fine del 1900.
Trovato dagli inglesi il modo per certificare l’oro , si crearono mille sistemi per evitare o limitare la cessione a terzi. Il primo grande esperimento fu quello di uno scozzese a nome John Law, in Francia, che riuscì, per un periodo, a sostituire le monete d’oro con una rappresentazione cartacea. Il suo fallimento non fece desistere e col tempo i vari stati riuscirono a imporre una certa misura di circolazione cartacea, pur non proibendo quella aurea o argentea ( Newton si era nel frattempo anche occupato di indagare sul rapporto oro- argento e fu il primo direttore della Banca d’Inghilterra e si applicò alla chimica della trasmutazione del piombo in oro).

Dopo il fallimento di John Law, non se ne parlò per lungo tempo, ma, nel 1865 , per agevolare gli scambi, Francia, Italia, Belgio e Svizzera formarono L’Unione Monetaria Latina che fisso’ il valore della moneta nazionale a 4,5 grammi di argento e 0,290322 grammi d’oro.

A questa regola si e’ attenuta la sola Svizzera fino al settembre 1936, anno in cui fu costretta alla unica svalutazione avuta, a causa degli effetti della grande depressione del 1929.
Gli USA stabiliscono all’epoca con l’Emergency Banking Relief Act ( 5 aprile 1933) , la confisca di tutto l’oro detenuto dai privati al prezzo di 20,67 dollari l’oncia.
Ecco il Testo:” To authorize the secretary of the Treasury to order any individual or organization in the United States to deliver any gold that they possess or have in custody of, to the Treasury in return for any form of coin or currency, coined or issued under the laws of the United States.”
(Questa legge e’ rimasta in vigore fino al 1975.).
Spossessati dell’oro da F. D. Roosevelt i soli americani, vinta la seconda guerra mondiale, il suo successore, Harry Truman passo’ al resto del mondo.
Dopo la guerra mondiale, infatti , nasce- tra il 1 e il 22 luglio 1944- il sistema detto di Bretton Woods ( dalla localita’ del New Hampshire dove avvenne la dichiarazione) in base al quale il dollaro USA sostituisce l’oro quale moneta per le transazioni internazionali, fissando Il rapporto di cambio a 35 dollari per ogni oncia ( 33 grammi circa).

In pratica, tutte le monete si impegnavano a mantenere la parità col dollaro e questo si impegnava a mantenere costante il rapporto tra dollaro e oro.
Lo garantiva lo zio Sam che ci aveva liberato e stava per avere l’Atomica. La proposta alternativa di creare una moneta virtuale ( il BANCOR) fatta da Meynard Keynes, non passò.

Forte della credibilità di chi aveva vinto la guerra, il tesoro USA iniziò a stampare dollari senza controllo e senza senso del limite.
Contestato, teoricamente dall’economista francese Jacques Rueff e nella pratica dal Presidente Charles De Gaulle che presento’ a due riprese una cifra di dollari al cambio, il sistema, perse migliaia di tonnellate di oro onorando l’impegno, corse ai ripari.

In pericolo per aver stampato montagne di dollari in eccesso, il governo USA e reagì’: il giorno di ferragosto 1971, a mercati chiusi, il Presidente americano Richard Nixon dichiaro’ la non convertibilità’ del dollaro in oro. Il re si era denudato, ma tutti distolsero lo sguardo. Gli organi ausiliari del sistema Bretton Woods ( Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, restarono in funzione anche dopo il fallimento della iniziativa.


Da allora il dollaro scende tranne che nei periodi in cui abbiamo avuto rischi di guerra, con la sola eccezione della “operazione Libia”.
Per anni , tutti hanno fatto finta di non vedere per non affrontare i complessissimi problemi che comporterebbero un tracollo del dollaro USA o la ricerca di un nuovo equilibrio internazionale che tenga conto della inverosimile quantità di dollari stampati senza copertura aurea o di altro tipo.

Chi tra i responsabili dei paesi produttori di materie prime ha tentato di farsi pagare in oro (Saddam Hussein, Muammar Gheddafi, l’Iran) é stato etichettato come terrorista e antidemocratico, provvisto di armi di distruzione di massa ed é stato privato del potere o della vita o di entrambi.
Adesso siamo arrivati al dunque dato che chi ha fatto propria la proposta é la Russia che le armi nucleari le ha davvero.

Esistono due alternative: stampare dollari ( e euro) a iosa e affrontare una iperinflazione che dia moneta alla economia reale ( operai-industrie) oppure riequilibrare l’economia con una politica di deflazione ( lasciando la scarsità’ di moneta) che significa ” lacrime, sangue e disoccupazione” come hanno già’ visto i giovani spagnoli, i pensionati greci e i disoccupati tedeschi.
Restare nel limbo della non scelta, crea la situazione detta STAGFLAZIONE ossia la somma di questi due mali. Con Silvio Berlusconi eravamo agli albori di questa situazione di non scelta.
Con Mario Monti avemmo l’ intenzione – presto abbandonata- di scegliere di proposito la deflazione ( tra gli applausi del sindacato e della sinistra!).

Con Mario Draghi alla Banca Centrale Europea, scegliemmo ( la prima persona plurale é tanto per dire) l’Iperinflazione. Draghi, presentato come ” il salvatore dell’Euro, aveva in realtà abbracciato la politica monetaria statunitense, con la variante che stampò moneta ” whatever it takes” per salvare il sistema bancario europeo e poco o nulla giunse fino alle imprese, al punto che minacciò di adottare l'” Helicopter money” ossia distribuire indiscriminatamente i finanziamenti da un elicottero pur di farli arrivare agli operatori dell’economia reale.

Poi, – dopo la pandemia, enormi prestiti furono decisi dalla Commissione Europea a favore degli stati e della loro ristrutturazione interna, ma sempre senza riuscire, fino ad oggi, almeno per l’Italia, a far giungere i fondi all’economia reale.

Ora, dopo aver fatto dilagare la carta moneta, per gli USA diventa imperativo bloccare l’oro, la moneta di sempre che specie i paesi BRICS preferiscono per millenaria cultura e per antiamericanismo più o meno di fresca data.

QUANTO ORO C’E’, CHI LO HA , DOVE STA, CHI LO USA.

Poiché l’oro e’ indistruttibile, abbiamo quello scavato nel corso dei tempi che e’ valutato a circa 150.000 tonnellate. Oltre il 65% di questo, e’ stato estratto nelle Americhe.
Di 15.000 tonnellate di questo minerale, nel corso della storia, si sono perse le tracce.
Queste valutazioni sono del WGC (World Gold Council), che sta all’industria estrattiva dell’oro come l’OPEC sta a quella del petrolio.

L’ente, privato, ha 22 membri che rappresentano circa il 60% della produzione – quattro sono solo associati – e benché la maggioranza dei soci sia canadese, la sede centrale e’ a Londra. Non esistono fonti alternative che forniscano dati sull’oro.

Ancor oggi, il prezzo di borsa dell’oro viene definito a Londra alla banca Rothshild, ogni mattina alle ore 10.
Il grosso dell’oro del mondo , e’ in mano a privati sotto forma di gioielli( 64.700 tonnellate); 35.600 tonnellate sono depositate presso le banche centrali( record 2021 da trenta anni a questa parte); 22.700 sono in mano a ” investitori” e 15.400 sono utilizzate dalla industria ( oggi specie elettronica).

L’oro meglio calcolato e’ quello in mano alle banche centrali.

LA TOP FIVE DELLA CLASSIFICA DISPONE DEL 63% DEL TOTALE DELLE RISERVE E L’ITALIA FA PARTE DELLA CLASSIFICA.
Gli USA dichiarano di detenere 8133 tonnellate presso la Federal Reserve .
La BUNDESBANK. 3140 tonnellate
IL FMI 2814 tonnellate
BANKITALIA. 2410 tonnellate
BANQUE DE FRANCE 2435 tonnellate
I dati sono del 2011 e la proprietà dell’oro italiano é stata pasticciata da Ciampi a seguito della privatizzazione delle banche intestatarie del metallo, ma é indubbio che si tratti di un patrimonio nazionale intoccabile.

Poiché il Fondo Monetario Internazionale e’ un ente multinazionale possiamo dire che abbiamo la terza o quarta riserva aurea del mondo, superiore a Francia, Inghilterra e a tutti gli altri paesi della UE, eccezion fatta della Germania.
Nel 2010, su un totale di 4.108 tonnellate entrate in circolazione, l’utilizzo e’ stato il seguente: il 50% e’ finito nel mercato della gioielleria ; il 24% su quello dei lingotti e monete di conio; il 9% all’industria elettronica, il 2 rispettivamente alle protesi dentarie e a ” industrie diverse”. Un 15% viene dichiarato come ” investimenti” senza specificare ulteriormente.
Con l’aumento del prezzo, da anni in crescita costante, alcune filiere e miniere sono nuovamente redditizie e la prospezione e’ cominciata o ricominciata un po’ dappertutto, con particolare riferimento al Klondike, alla Turchia ed al Sudan.

In testa alla classifica mondiale 2010 degli utilizzatori, troviamo un paese che commosse, nei primi anni sessanta, l’Italia intera che partecipo’ alla prima colletta nazionale, rimasta famosa anche per l’ottimo esito economico: l’ India che, sempre secondo il WGC , ha acquistato oltre mille tonnellate e seguita a quota settecento tonnellate dalla Cina, dagli USA con 238 la Germania con 146, la Turchia con 122 che batte la Svizzera con 104 , il Vietnam con 82 che sopravanza l’Arabia Saudita con 79.

I rapporti di acquisto restano più o meno costanti con i paesi asiatici in costante crescita.
Basta questa statistica per rendersi conto che non tutte le informazioni provenienti dai media siano attendibilissime e come la decisione USA di mettere al bando l’import del prezioso metallo non gli abbia fatto acquisire nuovi amici.
Il primo venditore di oro al mondo e’ il mercato di Zurigo anche se il primo esportatore al mondo é la Russia.

Come risposta alla proposta ( ai paesi BRICS più Argentina e Iran) russa di creare una moneta internazionale di riferimento alternativa al dollaro, gli USA hanno risposto con questa messa in guardia: se comprate oro dai russi per creare questa moneta, siete nostri nemici. E’ chiaro che i paesi europei che hanno adottato il Quantitative Easying ( QE), sono ormai legati alla soluzione USA quali che siano i costi.

L’oro intanto rischia di superare i 2000 dollari l’oncia e la Russia ha fissato la sua nuova parità a 5000 rubli il grammo . La vera guerra é questa.

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DOPO ASSAD, IL DILUVIO? L’IMPERO AMERICANO DA CESARE A ROMOLO AUGUSTOLO IN DIECI ANNI. di Antonio de Martini

Tra i tanti commentatori, strateghi, maghi e chiromanti che si occupano della guerra in Siria e della crisi nel vicino e Medio Oriente, mai nessuno che si chieda cosa succederebbe se Bashar el  Assad ed il suo governo dovessero soccombere agli attacchi armati interni ed esterni di cui sono oggetto da oltre quattro anni. Continua a leggere

LIBIA: CHI VUOLE LA GUERRA E PERCHE’. NON SONO UN PACIFISTA, MA ORA NON E’ NELL’INTERESSE NAZIONALE. NON CI RENDEREBBE QUEL CHE ABBIAMO PERSO. di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com

Se la frase  quos deus vult perdere demementat rispecchia il vero, mi pare evidente che anche il Padreterno non ne possa più di questo manipolo di persone capaci di autoaccusarsi di omicidio pur di apparire sui media.

La guerra, da impossibile che era è diventata inevitabile a dire di persone che il primo ministro Matteo Renzi dovrebbe sostituire o almeno  azzittare formalmente. Oggi è lunedì e quindi sul menù c’è  la guerra alla Libia. Continua a leggere

ELEZIONI PRESIDENZIALI TUNISINE E RINNOVAMENTO. IL FAVORITO È COETANEO DI NAPOLITANO. di Antonio de Martini

Oggi, si tiene in Tunisia a tre anni dalla caduta di Ben Alì, una tornata elettorale per sostituire il presidente di transizione Moncef Marzoukiespresso dal partito islamista Ennahda che , capita l’antifona, ha deciso di non presentare un proprio candidato per ottenere la legittimazione democratica necessaria a sopravvivere nella legalità e distinguersi dagli estremisti datisi alla guerriglia nella zona compresa tra il passo Kasserine e la frontiera algerina.

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GIORNALISTI: DOMENICO QUIRICO, DA OSTAGGIO A ESPERTO DI ISLAMISTICA . COSÌ NASCONO LE CONVINZIONI CHE PREPARANO LA GUERRA . di Antonio de Martini

Se una giovanotta succintamente vestita se ne andasse a passeggiare nottetempo in un quartiere malfamato e subisse una violenza di gruppo, a nessuno passerebbe per la mente di intervistarla come esperta di erotismo e sessuologia. Casomai come inesperta di toponomastica.

Alla rivista TEMPI.it, è invece passato per la mente di intervistare il giornalista de ” La stampa” Domenico Quirico – a suo tempo rapito e trattenuto per un pezzo da un gruppo jihadista operante in Siria- come esperto di Islam e di quella serie di eventi che vanno sotto il nome di Primavere arabe.

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LIBIA SECONDA FASE: GLI INGLESI HANNO UN’IDEA. RESTAURARE LA MONARCHIA. SPONSOR IL MINISTRO DEGLI ESTERI LIBICO MOHAMMED ABDULAZIZ di Antonio de Martini

Dopo tre anni di unrest in Libia, finalmente una idea costruttiva e avveniristica: Richiamare il Senusso, non nella versione “playboy” che circola per Roma ( Idriss el Senussi), ma in quella “Business man” che vive a Londra ( Mohammed el Senussi). Continua a leggere

PANORAMA GEOPOLITICO SULLE TRASFORMAZIONI IN ARRIVO E RELATIVE CAUSE. di Antonio de Martini

Tra Aprile e Maggio il mondo così come lo conosciamo si trasformerà:  dopo una inconsueta concentrazione di eventi elettorali,  dall’Afghanistan alla Tunisia, all’ Unione Europea, all’Ucraina, all’Egitto, all’India, al Libano,  all’Ungheria ( domenica), conosceremo i nomi dei nuovi interlocutori internazionali rappresentanti i punti più caldi del Globo, mentre alcune elezioni  amministrative hanno già definito nuovi ruoli:

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LA SITUAZIONE IN LIBIA: TUTTI CONTRO TUTTI ( video ) L’ITALIA POTREBBE AVERE UN RUOLO DECISIVO PER LA RINASCITA DI ENTRAMBI I PAESI.

Continua il giro del Mediterraneo di Giorgio Vitangeli assieme ad Antonio de Martini. Tocchiamo quella che un tempo era la quarta sponda dell’Italia in preda ai suoi demoni scissionistici. Benghazi contro Tripoli, missili sulle petroliere che si riforniscono dal concorrente e finto disinteresse di chi ha trasformato un paese in crescita in una zona franca in cui gli interessi dei libici e degli italiani non sono più tutelati da nessuno.

Se Matteo Renzi, dopo aver visitato la Tunisia, ponesse attenzione alla Libia attivando tutte le esperienze italiane, le soddisfazioni economiche e politiche potrebbero essere tali da influenzare positivamente anche i bilanci del 2014.

Segue domani un altro webspecial sul kazakistan,

LA FINE DEGLI EQUILIBRI DI YALTA E L’INIZIO DEL MONDO MULTIPOLARE (videointervista a Gianni De Michelis)

Il mondo bipolare è morto col crollo del muro nel 1989. L’Italia tarda a rendersene conto. Di qui, le vicende di Battisti in Brasile e dei marò in India ed una serie di altri eventi che dimostrano che l’Italia tarda a mettere a punto la sua risposta Europea o mediterranea.

Gianni De Michelis  a lungo ministro degli esteri italiano e negoziatore del trattato di Maastricht, parla con Arnaldo Vitangeli della guerra in Jugoslavia, quella in Siria e la crisi ucraina, mettendo in prospettiva gli avvenimenti e i loro riflessi mediterranei.

QUESTO SARA UN ANNO DECISIVO PER LA PRESENZA AMERICANA NEL MEDITERRANEO di Antonio de Martini

Le leggerezze e l’improvvisazione statunitense che hanno trasformato la primavera araba in un inverno di fame e di morte nel Levante ( chiamata MENA area= Middle East and North Africa) stanno iniziando a provocare anche  conseguenze di medio e lungo termine in campo geopolitico.

La conseguenza più appariscente è la ricerca egiziana di un nuovo equilibrio in campo internazionale con un riavvicinamento  alla Russia, ma esistono anche i problemi nascenti dalla distruzione dei sogni geopolitici della Turchia e le inevitabili conseguenze della separazione consensuale tra Arabia Saudita e USA, tutte gravide di conseguenze durature. Continua a leggere

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