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SOLO COMBATTERE PAGA E LA GUERRA ASIMMETRICA HA FALLITO IL COLPO

LA SIRIA ROMPE DEFINITIVAMENTE L’ASSEDIO E LIBERA LA FRONTIERA OCCIDENTALE.

Dopo undici anni di ostilità verso la Siria  e appoggio logistico e politico  ai “ ribelli siriani” rivelatisi una banda di mercenari stranieri pagati dagli USA, re Abdallah II  di Giordania ha avuto ieri ( domenica 3 ottobre) una lunga conversazione telefonica col presidente siriano Bashar El Assad

Nella lunga conversazione il re – alleato degli USA e figlio di una inglese – ha confermato l’apertura delle frontiere, dichiarato il pieno sostegno della Giordania alla « stabilità , sovranità e unità territoriale » della Siria. 


L’accenno alla «  unità territoriale » vale sia per Idlib al nord  (Turchia) che per il Golan a sud (Israele).

La posizione giordana va letta anche come vendetta contro l’intesa israelo-saudita che, l’estate scorsa, ha tentato una congiura di palazzo per  detronizzare il re e aprire la via al saudita Mohammed Ben Salman che aspira a soppiantare la dinastia Hashemita nel ruolo ( riconosciuto ufficialmente anche da Israele) di protettore di Gerusalemme terza città santa dell’Islam, anche per confermare il ruolo usurpato di protettore delle altre due città sante: Mecca e Medina.

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l’Arabia Saudita va verso l’isolamento nel mondo arabo?

L’ accanita, intelligente, difesa dell’esercito siriano e dei volontari libanesi, Falangisti cristiani e Hezbollah,  ha portato i suoi frutti: dopo l’Egitto e gli Emirati che stanno riaprendo le sedi diplomatiche a Damasco, un altro importante paese arabo leva l’assedio e apre alla riammissione della Siria in seno alla Lega Araba.

L’isolamento dell’Arabia Saudita e del suo reggente assassino si accentua, cosi come continua a svuotarsi  la politica USA  nel Levante. 

Da undici anni di sforzi, finanziamenti e «  primavere », gli USA raccolgono solo la grave crisi dei rapporti con la Turchia e raggiungono un plebiscitario picco di impopolarità da Tunisi a Kabul.
E ci saranno altre conseguenze. In Yemen dove i ribelli Houti sono ormai alle porte di Marib ( principale città alla frontiera nord con l’Arabia Saudita), il che vuol dire la crisi dei rifornimenti tra i sauditi e il fronte.

Fermenti prevedibili anche in Sudan, dove il tentato golpe del mese scorso da parte di un reparto corazzato, fa temere l’inizio di un ripensamento rispetto alla recente scelta filoamericana e democratica, grazie anche a un crescente interessamento egiziano per una intesa contro il ricatto etiopico sulle acque del Nilo su cui poggia – tramite agricoltura di controstagione con l’Europa- tutta la raccolta di valuta pregiata dell’Egitto, canale a parte.

Un’altra arma di ricatto made in USA destinata a cadere o provocare una guerra. Intanto ha già provocato una guerriglia nella zona mussulmana del Tigrai, mentre per lo sfruttamento delle acque della Renaissance Dam manca completamente la palificazione elettrica tra ladina e la capitale…

Un’altra prova che la geopolitica é un’arma a doppio taglio per chi é sprovvisto di adeguata cultura storica, geografica e politica e vuole partecipare al grande gioco solo perché si sente forte. Come ha scritto Friederich Nietsche oltre un secolo fa, vincerà chi ha più memoria. Non chi immagazzina più dati ( NdR).

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DOPO ASSAD, IL DILUVIO? L’IMPERO AMERICANO DA CESARE A ROMOLO AUGUSTOLO IN DIECI ANNI. di Antonio de Martini

Tra i tanti commentatori, strateghi, maghi e chiromanti che si occupano della guerra in Siria e della crisi nel vicino e Medio Oriente, mai nessuno che si chieda cosa succederebbe se Bashar el  Assad ed il suo governo dovessero soccombere agli attacchi armati interni ed esterni di cui sono oggetto da oltre quattro anni. Continua a leggere

ECCO LA PRIMA PUNTATA DELLA RUBRICA TV 

L’agenzia di stampa di Hezbollah e la verità sull’ISIS (Club Med puntata 2)

 

 

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L’agenzia di stampa di Hezbollah e la verità sull’ISIS (…

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Anteprima per Yahoo

 

 

INTERVISTA COL CUSTODE DI TERRASANTA IL FRANCESCANO PIERBATTISTA PIZZABALLA REDUCE DA UN VIAGGIO IN SIRIA. ” NON E’ UNA GUERRA DI RELIGIONE”. di Daniele Rocchi.

Dal sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme Di Daniele Rocchi 5 maggio 2015

«Ho visitato Latakia, Aleppo e Damasco.

A Latakia la situazione più tranquilla dal punto di vista dei combattimenti. Qui la guerra si avverte soprattutto per la carenza dei beni di prima necessità. Nel centro di Damasco, rispetto a sei mesi fa, si vive leggermente meglio, Continua a leggere

SIRIA. LA STORIA DELL’ISIS CHE ASSEDIA PALMYRA È UNA BALLA. di Antonio de Martini

la notizia che le forze dell’ISIS siano arrivate a un chilometro da PALMYRA è propaganda. Ecco perché. Continua a leggere

ASSASSINI: UN TERMINE ARABO RIPRESO NELLE LINGUE DI TUTTO IL MONDO E PRASSI RIPRESA DA OGNI POTERE POLITICO DELLA STORIA. di Antonio de Martini

Ahmed al Tayeb, il rettore dell’Università Al Ahzar del Cairo, in un recente convegno, ha offerto una frase che spiega la situazione politico-religiosa attuale: ” per far cessare il terrorismo gli islamici devono cessare di accusarsi reciprocamente di eresia“. Ha ragione, ma è difficile da spiegare.

In un libro avrei potuto procedere sistematicamente dagli inizi e ora non mi troverei in difficoltà nello spiegare la nascita ( dovrei dire rinascita) di questo mix tra terrorismo e teosofia che abbiamo sotto gli occhi.

Per capire il fenomeno dell’ISIS-ISIL- EI- Daesch, la sua fulminea apparizione, la sua inconsistenza, il pericolo politico che rappresenta, Continua a leggere

SHIMON PEREZ SI DICHIARA CONTRARIO ALL’ATTACCO ALL’IRAN SENZA LA PARTECIPAZIONE U.S.A. di Antonio de Martini

Scoppia una bomba atomica sulla testa del duo Netanyahu-Barak: il presidente della Repubblica di Israele e ultimo dei padri della Patria ancora vivente, ha reso alla TV israeliana alcune dichiarazioni che hanno distrutto il castello di bugie pazientemente messo assieme

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IRAN E SIRIA. E’UN BLUFF PER AVERE L’APPOGGIO DELLA LOBBY EBRAICA ALLE ELEZIONI O ATTACCHERANNO? di Antonio de Martini

L’Iran e la Siria sono ormai strategicamente assediati dal dispiegamento di truppe USA che hanno piazzato – oltre ai 9.000 uomini in Israele destinati ( navvy & Air Force)principalmente alla intercettazione di eventuali missili – 12.000 Marines a Malta ( facendo filtrare la notizia che sarebbero forse destinati alla Libia) e altrettanti in Kuwait.
Le portaerei nel golfo sono diventate due, alla USS Stennis si e’ aggiunta la USS Vinson ( che abbiamo incontrato nel golfo della Sirte a primavera).
La portaerei ,senza nome , annunziata in arrivo sulla costa israeliana dal sito di intelligence locale, “Debka”, non si e’ vista, così come non si e’ vista la portaerei russa ( “ammiraglio kusnetzov”) preannunciata dallo stesso sito, mentre il caccia russo ” ammiraglio Chabanenko” e’ giunto nel porto siriano di Tartous, scortato dalla Fregata ” Yaroslav Mudry”.
L’esiguità dei reparti di Marines e la presenza russa escludono la fattibilità di uno sbarco sulle coste siriane.
Si può piuttosto pensare a una forza di intervento rapido a difesa del governo Libanese oppure ( ma manca la portaerei) a uno sbarco nel sud per investire sul fianco e sul retro gli Hezbollah dello Chouf se dovessero bombardare Israele in risposta ad attacchi nel golfo persico, o semplicemente per debellarli, privando il “partito di Dio” del suo braccio armato.
Il baricentro della forze USA e’ evidentemente sbilanciato verso l’Iran, ma il contemporaneo dispiegamento delle forze verso la Siria fa pensare più a una manovra di “Brinkmanship” ( arrivare all’orlo della guerra per ottenere il massimo) piuttosto che a preparativi di un attacco vero e proprio.
Le portaerei potrebbero lanciare i loro mezzi sulla Siria anche dal Golfo, aggirando le difese siriane orientate verso Israele.
La Russia ha ribadito in queste ore ( anche tramite Primakov ex capo dell’ FSB, molto ascoltato in occidente) che non sarà più possibile usare le Nazioni Unite per ottenere una NO FLY ZONE ( fonti occidentali parlano addirittura di due) con il placet dell’ONU, per poi bombardare.
Prima di esaminare le possibili difese siriane e iraniane, sarà bene capire le motivazioni di questa crisi il cui obbiettivo – a mio avviso – non e’ tanto l’atomica iraniana, quanto all’interno ottenere l’appoggio della lobby filo israeliana per le elezioni USA e all’esterno, ottenere l’impegno iraniano a chiudere il rubinetto del petrolio verso la Cina, a prima richiesta.
Gli USA faranno anche follie, ma non perdono di vista i loro obiettivi e questi si chiamano Cina.
La Cina finge di non capire e che la cosa non la interessi, lo sguardo e’ rivolto a fine gennaio, data di scadenza degli interessi dei Bond USA che da ormai un anno, compra trimestrali.
L’Euro, per gli USA, e’ un danno collaterale provocato dalla stranezza che la BCE non ha i normali poteri di una banca centrale e non può stampare moneta ne’ garantirla.
I gruppi di potere pro guerra interni al governo israeliano e a quello statunitense, non prevarranno perché la Siria e’ un vaso di Pandora e i siriani non sono selvaggi come i libici o primitivi come gli iraken; perché Israele e’ un paese confinante; perché’ le truppe siriane arroccate attorno al massiccio del monte Hermon e del Giabal Alauita potrebbero replicare due battaglie di Montecassino; perché potrebbero invadere il Libano anche se per poco; perché i siriani sono in grado di compiere attacchi terroristici in Israele; perché Hamas interverrebbe e toccare Hamas equivale a toccare l’Egitto che i militari minacciano di consegnare ai fratelli mussulmani ( e’ la democrazia, bellezza!);perché il governo sciita irakeno non vedrebbe di buon occhio – per nulla- l’arrivo di un milione di profughi sunniti-siriani che verrebbero assieme a ottocentomila profughi irakeni che avevano trovato ospitalità in Siria; e soprattutto perché cominciano a capire che le ambizioni turche sono enormi: hanno effettuato un bombardamento dimostrativo – chiamato manovre navali – nelle acque cipriote dove ci sono le riserve petrolifere di recente scoperta, con la conseguenza che NEL GIRO DI TRE GIORNI Ehud Barak , ministro della Difesa israeliano, e’ andato in visita ed ha stipulato un accordo di mutua difesa con la Repubblica di Cipro.
La “questione d’Oriente” non sentiva la mancanza di questo nuovo problema politico: la divaricazione tra la Grecia ( che guarda agli arabi in cerca di finanziamenti) e Cipro che guarda al suo petrolio.
Le motivazioni iraniane, spesso mal comprese, sono semplici: tutti i suoi più importanti vicini hanno armi nucleari ( il vicino afgano e’ una zona di passaggio).
L’Iran ha sottoscritto , ai tempi dello Scia’, il trattato di non proliferazione nucleare e fino ad oggi riceve i controlli della AIEA, che sospetta, ma NON ha mai trovato nulla di concludente.
L’Ayatollh Khomeini, padre della Repubblica Islamica d’Iran , con una FATWA ha bandito sia la bomba nucleare che l’energia nucleare.
Un paese che per quattromila anni ha avuto un impero, NON può abdicare del tutto senza subire un vulnus nazionale decisivo.
Inoltre il test nucleare della Corea del Nord ( noi italiani guardiamo poco a est) ha fatto cessare subito le minacce americane e iniziare i negoziati.
Il suggerimento e’ troppo evidente: chi non ha l’arma nucleare NON e’ indipendente.
Gli USA martellano per controllare i flussi di petrolio verso la Cina e per evitare che l’influenza sciita si espanda verso occidente.
Israele – che ha sempre rifiutato di firmare il trattato di non proliferazione nucleare- vuole invece essere la sola potenza nucleare dell’area. Senza ammette di esserlo.
Benjamin Netaniahu, che conosce il dossier dal 1984 – data del suo primo intervento in materia da semplice deputato – pare abbia proposto di usare ordigni nucleari sul sito interrato di Natanz.
Meir Dagan , capo dimissionario del Mossad, all’atto di ritirarsi ha avvertito che
A) l’Iran avrà la bomba non prima del 2015
B) Israele non può vincere la sfida di una guerra generalizzata nel vicino oriente.

Spiegate le motivazioni di tutti, come mi difenderei se fossi Assad e fossi attaccato da forze preponderanti?

Eviterei di attaccare gli USA e Israele, rendendo inutili i 3/4 delle forze avversarie.
Concentrerei tutta l’aeronautica contro le dighe create dai turchi sull’Eufrate e che bloccano le agricolture della Siria e dell’Irak.
Avrei già distribuito armi pesanti ai curdi di Siria e di Turchia. Lancerei l’esercito verso il Libano invadendo la piana della Bekaa e il monte Libano( abitato da cristiani e Drusi).
Manderei in Europa e negli USA i nuovi “assassini” come faceva il” vecchio della montagna”.
Sentite la relazione dell’inviato di Federico Barbarossa Gherardus, vice dominus di Strasburgo nel 1175: ” si osservi che ai confini di Damasco Antiochia e Aleppo, vi e’ una certa razza di Saraceni nelle montagne, chiamate nel loro vernacolo “Heysessini” e nella lingua dei latini ” segnors de montana”.
Questa genia di uomini vive senza legge. Si ciba di carne di maiale contro la legge dei Saraceni e usa di tutte le donne senza distinzione, incluse le proprie madri e le sorelle( ah i media..).
Costoro dimorano sulle montagne e sono imprendibili, poiché hanno ricetto in castelli ben fortificati…….hanno fra di loro un signore che incute grandissimo spavento ai principi saraceni vicini e lontani e così pure fa coi confinanti principi cristiani. E ciò perché costuma ucciderli in un modo meraviglioso…….quindi il principe dona loro un pugnale d’oro e li manda fuori ad uccidere qualunque principe al quale egli abbia serbato tale destino….” ( da “Ismaeliti ed Assassini” di Pio filippini Ronconi ed THOT).
Da questi mangiatori di hascisc e dalle loro imprese viene il nome “assassini”.
I sistemi di sicurezza non possono difendere tutti. Saddam ha mantenuto la promessa di ” mandare gli invasori indietro a uno a uno in sacchi di tela nera”. Ho già detto che i siriani non sono così primitivi. Invece che ai soldati, mireranno ai capi.

La guerra si sposta verso est e coinvolge Israele. In Italia serve un governo di unità nazionale per reggere alla crisi.

Qualche giorno fa è iniziata  in sordina la guerra contro il regime  alaouita siriano  con brevi dispacci di agenzia che annunziavano disordini nella città di Deraa, posto di confine tra Siria e Giordania . I disordini  e i morti non sono attribuibili agli occidentali.  La Siria ha risposto con la bomba di Gerusalemme. La bomba non è attribuibile alla Siria.  E’ iniziata insomma  la fase  apertamente conflittuale anche nel Mashrek( oriente) , mentre non è ancora chiusa la vicenda nel Maghreb( occidente).  Continua a leggere

La Siria : il suo presente è fuori dalla tempesta. E il futuro ?

Il regime siriano Baasista è al potere dal 1970 ed è quindi coevo del regime libico che nacque il 1 settembre del 1969.
La sua stabilità è  stata assicurata da una serie di fattori politici, sociali ed economici, oltre al maggior grado di  Continua a leggere

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