ASSASSINI: UN TERMINE ARABO RIPRESO NELLE LINGUE DI TUTTO IL MONDO E PRASSI RIPRESA DA OGNI POTERE POLITICO DELLA STORIA. di Antonio de Martini

Ahmed al Tayeb, il rettore dell’Università Al Ahzar del Cairo, in un recente convegno, ha offerto una frase che spiega la situazione politico-religiosa attuale: ” per far cessare il terrorismo gli islamici devono cessare di accusarsi reciprocamente di eresia“. Ha ragione, ma è difficile da spiegare.

In un libro avrei potuto procedere sistematicamente dagli inizi e ora non mi troverei in difficoltà nello spiegare la nascita ( dovrei dire rinascita) di questo mix tra terrorismo e teosofia che abbiamo sotto gli occhi.

Per capire il fenomeno dell’ISIS-ISIL- EI- Daesch, la sua fulminea apparizione, la sua inconsistenza, il pericolo politico che rappresenta, occorre risalire agli albori dell’Islam, alla resistenza psicologica alla conversione che i popoli di quelle aree organizzarono sia sul terreno filosofico che su quello “guerrigliero.”

Entrambe queste forme di resistenza presero prima  forma nella filosofia del movimento Ismaelita, al crollo del quale nacque la setta degli Assassini guidata dal ” Vecchio della Montagna” di cui è rimasto ricordo indelebile nella memoria del mondo.

Antoine Sylvestre de Sacy il massimo arabista dei suoi tempi, nel 1809 leggeva all’Institut de France una sua memoria rimasta celebre: Memoire sur le dynastie des Assassins.

In questa conferenza, risolveva il problema etimologico della setta degli Assassini, Heysessini ecc. che in arabo dialettale vuol significare ” Mangiatori di Hascisc” , un improperio che in lingua attuale suonerebbe più o meno come ” drogati“.

La setta degli Assassini o, se preferite, degli  Ismaeliti fu calunniata con costanza da tutte le popolazioni vissute nel Levante fino alla Persia.

Le peggiori dicerie circolarono sul loro conto sia da parte cristiana che mussulmana.

Riprendo dal libro – più volte da me citato – di Pio Filippani Ronconi  ” Ismaeliti ed Assassini” (ed THOTH della fondazione Ludwig Keimer di Basilea) la prima descrizione della setta, la cui parte omicida  nacque alla fine del periodo di fulgore del movimento religioso esoterico e politico che prosperò in Egitto e in Nord Africa dal IX all’XII secolo.

Questo movimento ismaelita esiste ancora oggi ed è suddiviso in varie sette, come quella guidata dall’Aga Khan. La sua filosofia è importante perché ha dato vita a non solo a molteplici varianti della filosofia islamica, ma a un fenomeno unico al mondo di vere e proprie etnie cresciute in autonomia ( come quella preesistente, per altre ragioni, degli ebrei)  che abbiamo iniziato a conoscere: I Drusi ( in Libano e Siria e un pezzetto di Israele) I Bohora e Khojia dell’India settentrionale, I Ahl el Hak della Persia, e gli Yazidi ( noti come adoratori del Diavolo).

Gerhardus o Burchardus, vice-dominus di Strasburgo, inviato nel 1175 in terre d’Egitto e di Siria dall’imperatore Federico Barbarossa, così riferisce:

“Si osservi che ai confini di Damasco, Antiochia e Aleppo, vi è una certa razza di Saraceni nelle montagne, chiamati nel loro vernacolo Heysessini e nella lingua dei latini Senors de montana.

Questa genia di uomini vive senza legge: si ciba di carne di maiale contro la legge dei Saraceni e usa di tutte le donne senza distinzione, incluse le proprie madri e sorelle.

Costoro dimorano tra le montagne e sono imprendibili, poiché hanno ricetto in castelli ben fortificati. La loro terra non è molto fertile e quindi vivono di bestiame.

Hanno fra di loro un Signore che incute grandissimo spavento ai principi Saraceni vicini e lontani e così pure tra i confinanti signori Cristiani.E ciò perché egli costuma ucciderli in modo meraviglioso.

La maniera con cui li ammazza è la seguente: questo principe possiede nella montagna molti e bellissimi palazzi circondati da muraglie ben alte, di modo che nessuno possa entrare in essi salvo che per una porta piccola e ben guardata.

In questi palazzi, molti figli dei suoi contadini vengono allevati fin da piccoli. Egli fa imparare loro molte lingue, come latino, greco, franco, saraceno e tante altre.

Questi giovani apprendono dai loro maestri, dalla loro infanzia fino alla matura virilità, che debbono obbedire al signore della loro terra in tutto ciò che egli dica e comandi; e che,  se così faranno, riceveranno da lui, che ha potere su tutti gli dèi viventi, le gioie del Paradiso. Si insegna loro anche che, se resistono alla sua volontà, in qualunque cosa, non potranno venir salvati.

Sappiate, che sin da quando vengono accolti fanciulli, altri non vedono che i loro maestri e signori, ne ricevono alcun ordine particolare finché non sono convocati alla presenza del loro principe per ammazzare qualcuno.

Quando si trovano davanti al loro principe, questi domanda loro se siano disposti ad obbedire ai suoi comandi, sicché egli possa conceder loro il Paradiso.

Al che, come furono istruiti, e senza alcuna obiezione o dubbio, si gettano ai suoi piedi e rispondono con ardore che l’obbediranno in tutte quelle cose  che vorrà loro comandare. Quindi il principe dona loro un pugnale d’oro e li manda fuori ad uccidere qualunque principe al quale egli abbia serbato tale destino….”

Ognuno vedrà che , benché siano trascorsi mille anni, le tecniche di formazione militare non hanno subito cambiamenti di nota.

Vent’anni dopo che la setta fu estirpata dalla invasione dei mongoli, Marco Polo raccolse in Persia una storia molti simile che è il compendio di tutte le calunnie che il mondo islamico ortodosso aveva gettato sulla setta nel corso di due secoli.

Dal punto di vista filosofico, il movimento ismaelita, un ramo estremamente eterodosso della Shia ( a sua volta eterodossa rispetto all’islam), nello spazio di due secoli divenne una religione esoterica che considerava abrogate tutte le religioni ufficiali – compreso l’Islam-  e diede vita a un movimento politico che si impossessò dell’Egitto ( e del Nord Africa)  con la dinastia dei Fatimidi. 

Notevole il fatto che questo movimento prima esoterico e poi terroristico abbia trovato terreno fertile nelle zone più resistenti alla islamizzazione forzata ( Persia, Egitto, Siria costiera) e le credenze veicolate sono originali elaborazioni di numerose dottrine di origine gnostico-pagane e mazdeo-iraniche.

Queste sette , alla lunga incorporate nella Shia ( non fosse altro che per semplificazione degli orientalisti) si sono impossessate ( e arroccate) nelle grandi capitali arabe ( Bagdad, Damasco, Sanaa) lasciando ai sunniti il contado. Il vuoto del contado è stato riempito dalla feccia interna a ogni paese e da idealisti cresciuti nell’emigrazione dove si sono alimentati del mito. Una miscela esplosiva. ( Ciceruacchio e Mameli….)

Stiamo assistendo, inebetiti dall’ignoranza, al reciproco del movimento ismaelita questa volta gestito dai sunniti wahabiti, giunti all’apice della potenza desiderosi di attuare un ” Back to basics” all’inglese.

La contrapposizione con l’Iran ha anche a che vedere con la conversione forzata di mille e quattrocento anni fa e che attraverso una rete di eresie e sfruttando le rivalità del mondo arabo, non si sono mai completamente piegati.

L’ISIS-ISIL-EI- Daesch, insomma,  è una parodia popolare della descrizione storica che avete letto e che,  in un mondo di semianalfabeti  che vive di tradizioni orali,  ha radici potenti.  Non ha nessuna delle caratteristiche statuali che gli vengono attribuite perché è uno stato d’animo, non ha alcuna caratteristica religiosa perché in realtà è un guazzabuglio di tutto e agisce in maniera eclatante perché deve colpire e sparire per sopravvivere.

Di qui la difficoltà ad annientarli con i bombardamenti, dalla storia mitica tramandata e trascurata la sua forza di attrazione e il timore che incute ( specie agli islamici), di qui il destro, colto da molti, per rimescolare le carte del Levante che ben conoscono.

Una attenta ricognizione storica permetterebbe di riconoscere il ruolo strategico avuto dagli ismaeliti durante le crociate, la trattativa del “Vecchio della Montagna” per “passare” al cristianesimo, il groviglio reciproco di tangenti sui riscatti ecc. 

Insomma niente di nuovo sotto il sole e tutto prevedibile, ma oportet studuisse come diceva il mio professore di latino a Beirut quando mi vedeva sbirciare all’ultimo minuto la grammatica prima dell’interrogazione.

 

 

 

 

 

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Commenti

  • Raphael Pallavicini  Il marzo 4, 2015 alle 10:22 am

    L’ha ribloggato su Buseca ن!e ha commentato:
    Studiare la storia mediorientale non è mai stato importante come oggi è questo articolo aiuta moltissimo a gettare luce su molti aspetti che ignoravo. Immagino di essere in numerosissima compagnia

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  • raymond issa  Il marzo 5, 2015 alle 4:46 PM

    La vera pronuncia e : HASHASHIIN: Oggi chi usa Lo HASHISH si chiama in arabo HASHASH (solo per correggere la pronuncia)
    Storicamente perfetta analisi

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  • antoniochedice  Il Maggio 24, 2015 alle 7:32 am

    L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:

    GLI ASSASSINI HANNO BISOGNO DI INCORAGGIAMENTO PER LE LORO IMPRESE. IERI ( vedi post) USAVANO L’HASCISC, OGGI LA NUOVA DROGA E’ IL CAPTAGON PRODOTTO IN LIBANO E USATO SIA DAL DAESC CHE DA AL NUSRA. E’ UNA DROGA A BASE DI ANFETAMINE NATA NEL 1963 E MESSA FUORI LEGGE DALL’OMS NEL 1986. ERA NATA CONTRO LA NARCOLESSIA E PER AIUTARE LA CONCENTRAZIONE. ANNULLA FATICA E PAURA. LA POLIZIA LIBANESE NEL SOLO 2013 NE HA SEQUESTRATI 13 MILIONI DI PILLOLE.

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  • Alberto  Il Maggio 24, 2015 alle 9:41 am

    questo articolo mi è piaciuto davvero molto. ricco di stimoli.
    grazie.
    sono molto d’accordo con la tua chiusura: bisogna aver studiato.
    ma se la maggioranza degli attori della attuale commedia della vita non hanno studiato, che si fa? se la opinione pubblica delle varie nazioni è manipolata dagli interessi dei loro vertici, che si fa?

    inoltre non basta aver studiato. bisogna interiorizzare e aver interiorizzato quanto capito. il nemico qui – oltre la complessità non banale della materia – è anche la superficialità e la velocità moderna della informazione che spesso rimane in superficie ed è velocemente superata già domani da nuove dichiarazioni.
    tenere la rotta è davvero difficile.

    non basta aver studiato. bisogna poi poterlo dire agli altri. serve azione diffusiva.
    bisogna inoltre saperlo dire agli altri, all’opinione pubblica. serve capacità convincitiva.
    bisogna – ed è condizione indispensabile – che gli altri siano “aperti” e ricettivi ai nuovi commenti ricevuti su una determinata materia, aperti e pronti a modificare il loro precedente “capito” e “percepito”. se ci fosse pigrizia, chiusura e ostacolo, il messaggio informativo e culturale non passerebbe e non sarebbe prolifico.

    bisogna che le cose da capire, fatti e accadimenti di terre lontane, o apparentemente lontane, siano ritenute importanti e valevoli di sforzo di capire. quasi mai è così per la massa che viceversa si nutre di accesa prossimità.

    bisogna sopratutto avere capacità di discernimento tra opinioni dissimili e divergenti che affermano cose diverse, creando un groviglio cacofonico che genera facilmente distacco e sfiducia.

    sul tema dell’articolo: nutro forti dubbi che l’opinione pubblica occidentale riesca davvero a capire e ad appassionarsi ai dettagli , anche storici. il che determinerà ulteriori incomprensioni e l’inevitabile prosecuzione di problematiche geopolitiche.
    del resto la storia insegna tristemente che l’uomo dalla storia non ha imparato molto.

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    • antoniochedice  Il Maggio 24, 2015 alle 10:28 am

      Si hai ragione. Devo però confessarti il mio motto: ai posteri non devo niente.

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  • Maria Grazia Miccheli  Il Maggio 24, 2015 alle 2:41 PM

    ottima analisi, una domanda: il captagon lo usano anche gli USA, è la droga per la quale molti reduci da missioni di peacekeeping commettono efferatezze?

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    • antoniochedice  Il Maggio 24, 2015 alle 3:38 PM

      Immagino che esistano droghe analoghe, ma magari non proibite sall’OMS.
      Durante la seconda guerra mondiale certamente usarono la benzedrina.

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