Archivi del mese: luglio 2021

I PERICOLI CHE CIRCONDANO L’EUROPA

DAL BALTICO AL CAUCASO ZONE DI CRISI. ECCO COME TIRARCENE FUORI

Tutti presi dalle paure sanitarie vere o false che siano – entrambe certamente esagerate- i media del nostro continente evitano di esaminare la situazione geopolitica dell’Europa che sta complicandosi al punto di rappresentare un vero e proprio assedio della fortezza Europa e di indagare sulle cause remote o immediate e i responsabili.

Nella illustrazione sovrastante ho evidenziato tutte le ragioni di crisi e di preoccupazione che possono ciascuna svilupparsi in focolai di guerra come la Siria,la Libia,l’Ucraina o il Kurdistan.( I quadratini color rosso)

Per evitare di credere che i pericoli che ci minacciano siano tutti esterni alla Confederazione, ho fatto illustrare in verde anche i due pericoli di secessione,( oltre al Donbass) pudicamente indicati come inclinazione separatista ( Scozia e Catalogna e ho evitato di mettere la macchia verde anche a Gibilterra che comunque ha votato a maggioranza schiacciante a favore del remain nella UE).

Per completezza di informazione includo il Regno Unito nella analisi considerando quindi l’Europa geografica e non la sola Unione Europea che comunque è il centro del nostro interesse.

Il quadratino blu della instabilità politica é stato posto – provvidenzialmente- a metà tra l’Algeria e la Tunisia dove il presidente Khais Saied ha ritenuto per l’altro di doversi produrre in una replica a metà tra Al Sissi e Erdogan alleandosi con l’Esercito e sospendendo – al solito si dice per un breve periodo – sia l’esecutivo che il legislativo.

Tutti questi paesi sono retti da regimi forti con forze armate in rafforzamento e mire egemoniche regionali, mentre l’Unione Europea sembra essere l’eccezione virtuosa che evita la trappola di Tucidide per cadere nella sindrome da assedio di Costantinopoli con teologi che sproloquiano di matrimoni monosesso e transizioni ermafrodite.

Difficile prevedere se ci sarà una guerra e dove; più facile prevederne l’esito e il vincitore. Di sicuro, l’opzione migliore sarà restarne fuori in una situazione di vigilanza neutrale ed armata.

Di fronte a queste crisi – alcune già sfociate in guerre- si nota una macchia bianca costituita da paesi della ex Jugoslavia ancora non integrati in nessuno dei blocchi ( anche se la Serbia ha simpatie e legami economici con la Russia). Poi a nord, la macchia bianca rappresentata dalla Svizzera.

Se una Italia neutrale riuscisse ad allargare le macchie bianche unendo la parte balcanica con quella svizzera, è intuitivo che si creerebbe una zona di rispetto neutrale a protezione dell’area adriatica e una serie di stati cuscinetto attorno al nostro paese che sarebbe al riparo da possibili sorprese. I tre paesi da convincere sono la piccola Slovenia, la Croazia e l’Austria, che all’atto della evacuazione sovietica si impegnò a restare neutrale.

Sento già le voci di quanti mi vorranno scrivere sottolineando l’impossibilità di realizzazione dovuta alla presenza di basi USA e NATO sull’intero nostro territorio.

A costoro obbietto con un esempio verificatosi due volte in un ventennio: L’Irak oggetto a due riprese di un’offensiva militare USA e NATO che l’ha invaso con una pervasività molto maggiore di quanto non sia accaduto a noi, per ben due volte ha ottenuto l’evacuazione delle truppe USA.

La prima, con un sotterfugio, ma l seconda grazie a un regolare voto parlamentare, un negoziato bilaterale e una decisione congiunta. L’annunzio lo ha dato lo stesso Presidente Biden ieri.

Eppure, l’Irak ha una duplice funzione strategica : a est verso l’Arabia Saudita e a ovest verso l’Iran.

Agli Stati Uniti risponderei con un ragionamento semplice: essi sono interessati al controllo del Mediterraneo e al rapporto con la Chiesa cattolica che controlla un miliardo e mezzo di anime (…).

Una Italia facente parte dell’occidente, ma non belligerante, é nell’interesse degli Stati Uniti che dovrebbero badare a un solo fronte europeo. Sappiamo che il patto di Varsavia aveva pianificato di violare la neutralità austriaca , sfondare in trentino e puntare verso la Francia impegnata sul fronte nord.

Con un blocco di otto paesi neutrali da violare per attaccare la Francia da sud, il compito sarebbe ben più oneroso e difficile e costoso non solo militarmente.

L’autorevolezza del Vaticano sarebbe accresciuta dalla situazione territoriale di neutralità e la sua utilità risulterebbe moltiplicata per l’Occidente.

Resta il controllo del Mediterraneo per il quale sarebbe sufficiente e indispensabile la sola Sicilia, regione autonoma e con una autonomia anche ampliabile fino a configurare una semi cessione.

. Per l’Unità italiana abbiamo sacrificato Nizza e Savoia. Per l’indipendenza e la sicurezza Mediterranea, possiamo fare una riflessione sulla Sicilia che risulterebbe militarmente anche protetta dalla fascia dei paesi neutrali che la proteggerebbero da sorprese.

I

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CUBA SI RIVOLTA , IL REGIME CEDE

di Antonio de Martini

L’isola é sotto embargo commerciale e finanziario imposto dal governo americano dal 1962.

Scopo della operazione é – come in Libano in questi giorni- far rivoltare – affamandola- la popolazione contro il governo dell’isola giunto al potere nel 1959 dopo aver denefestrato Fulgencio Batista, un ex sergente proclamatosi generale.

Impossibilitata a commerciare col possente vicino, il regime cubano, privato del suo capo sbrigativo e carismatico, ha visto avvicendarsi il fratello e uno scialbo successore scelto in via provvisoria dai veri potenti, non ha saputo nemmeno dare una parvenza di riformette come fece Raoul Castro che si é arroccato a capo del partito.

Il rafforzamento dell’embargo deciso dal presidente Trump ha dato il colpo di grazia a un regime ormai putrescente che ha sacrificato la libertà di tutti, come in Cina e Vietnam, ma senza produrre i risultati economici degli altri paesi a economia obbligata.

Si calcola che il 25% della popolazione sia fuggito , prevalentemente negli USA, mutando l’aspetto demografico dello stato della Florida.

Col PIL sceso del 35% a seguito della implosione dell’Unione Sovietica che assicurava un livello di vita dignitoso e con l’agricoltura e l’agrindustria locale che negli anni migliori non é mai riuscita ad assicurare oltre il 30% del fabbisogno alimentare degli undici milioni di abitanti, l’isola é ormai alla fame. La gente che aveva accettato la dittatura in cerca di dignità e giustizia – si é riversata nelle strade e quel che non poté la sete di libertà, poté il digiuno.

E’ l’ennesima dimostrazione che lo stato – in particolare quello di cultura marxista- non é in grado di pianificare l’economia o di comunque produrre ricchezza e che le riforme graduali di passaggio dall’economia statale a quella liberale sono fumo negli occhi, siamo alla rivolta della fame e siamo alla ennesima riprova che i mutamenti sono per natura repentini.

Impossibilitati a importare le ottocentomila tonnellate di grano necessarie al sostentamento dagli USA e impediti all’acquisto dal divieto USA di crediti con paesi terzi, il paese si é rifornito in Europa e regge sulla base del tesseramento ( La “livreta”) messo in opera da Fidel Castro nel 1963 e mai più eliminato. Intere generazioni che vivono di stenti e di economia sommersa, piccoli traffici, non ultima la prostituzione con i turisti.

Su tutti, ha regnato una nomenclatura politica comunista che ha anche cercato di creare una nuova dirigenza rispetto ai guerriglieri dei primi tempi, ma senza riuscirci.

Si narra che il CHE GUEVARA divenne il primo ministro dell’economia. Ben presto ci si accorse che non ne capiva e non si appassionava al soggetto. Interpellato da Fidel che gli chiese come mai avesse alzato la mano quando il leader maximo aveva chiesto “ chi é economista”, il Che rispose candidamente di aver capito “ comunista”.

I successori non hanno saputo fare meglio e il popolo li sta cacciando al grido di “cojones”. Il premier ha ceduto: i pesanti dazi sulle derrate alimentari di importazione – altra caratteristica tipica di quella mentalità- sono caduti e il premier ha promesso di emanare a breve una legge che consenta la creazione di società private anche sul suolo cubano.

Va detto che queste penose performance di governo e queste privazioni della libertà cui han fatto seguito quelle fisiche, sono state per anni il miraggio e la Mecca di molti cretini nostrani che oggi pontificano dagli scranni del governo italiano.

LA FRANCIA COINVOLGE LA UNIONE EUROPEA PER CONSERVARE IL CONTROLLO IN AFRICA OCCIDENTALE.

Quando finisci tra le grinfie di Pino Germinario non te la cavi facilmente: domande, commenti, stimoli. Ti svuota gentilmente. L’esito é, anche stavolta,una intervista che dura un’ora e richiede interesse genuino e notevole pazienza, ma fornisce ampi spunti di meditazione, informazioni corrette e una valutazione indipendente degli avvenimenti.

l’Italia é stata gradatamente coinvolta in un’altra guerra coloniale da cui non trarrà che guai.

http://italiaeilmondo.com/2021/07/10/in-mali-ma-come-pedine-di-un-gioco-altrui_con-antonio-de-martini/

IL MAL FRANCESE SI CHIAMA MALI.

Detesto autocitarmi, ma nel deserto di servile idiozia che circonda la politica estera europea, e nostra in particolare, non vedo alternative. Nel 2013 scrissi su questo blog che la Francia in Africa, col suo interventismo, sarebbe andata incontro a un nuovo Vietnam. per chi voglia verificare, accludo – grazie a un amico caritatevole- i miei link dell’epoca necessari a capire cosa é successo mentre l’Europa dormiva, istupidita dalle chiacchiere sul terrorismo create ad arte per ottenere un casus belli.

In realtà adesso capiamo che di casus belli ne organizzarono due: uno verso L’Algeria e l’altro verso il Mali.

https://corrieredellacollera.com/2013/01/17/guerra-in-mali-lalgeria-e-contaggiata-dalla-crisi-o-la-crisi-mira-allalgeria-di-antonio-de-martini/

https://corrieredellacollera.com/2013/01/18/lordine-regna-nel-sahara-ma-attenti-non-e-un-nuovo-afganistan-e-un-nuovo-vietnam-di-antonio-de-martini/

https://corrieredellacollera.com/2013/01/19/mali-dalla-guerra-asimmetrica-alla-guerra-contagiosa-e-sorpesa-tutti-e-due-i-contendenti-si-preparavano-da-tempo-allo-scontro-di-antonio-de-martini/

http:\\www.openbriefing.org – https://apnews.com/

Nelle immagini sovrastanti, un esempio di come si fabbricano le fake news grazie alla compiacenza delle grandi agenzie di notizie: questa é della Associated Press ( le bugie francesi sono presentate dagli americani e viceversa quelle americane dalla Agence France Presse.) Nella foto racconta che a Timbuktu é stato trovato un “manifesto ” di Al Kaida scritto nientemeno che dall’emiro Abd el Malek Droukdel – sconosciuto al portalettere sia prima che dopo il 2013 a tutt’oggi – ma come dubitare della onnipresenza dei terroristi annunziata dalla Francia e confermata dalla Associated Press? Quindi parte la spedizione armata circondata dall’alone romantico della Legione straniera. Ora dopo un decennio cercano qualcuno cui mollare la vicenda ormai putrescente.

NASCE L’OPERAZIONE SERVAL

La motivazione fu la solita di origine anglosassone: “ evitare che i jihadisti si impadronissero della capitale del Mail, Bamako, e trasformassero il paese in un immenso campo d’addestramento di kamikaze pronti a lanciarsi negli Champs Elysées. ». Larealtà fu l’esatto contrario: gli attentati sofferti dai francesi furono la rappresaglia per l’intervento francese in Africa occidentale.

La prima avvisaglia fu l’operazione SERVAL, voluta dal Presidente Francois Hollande nel 2013 e mirante a stabilizzare il Mali che minacciava di implodere a seguito delle ambizioni indipendentiste dei TOUAREG cui fecero seguito con sospetta sincronia delle organizzazioni jihadiste “ legate ad Al Kaida” o all’ISIS che inquinarono il quadro politico reale e giustificarono l’intervento armato.

Qualche scettico già affiorò all’epoca, ma adesso sono legione.

Dopo l’iniziale successo a sorpresa di Serval, si eternizzò la permanenza delle truppe che lentamente si é trasformata in guarnigione con tutti gli inconvenienti del caso. Il nominativo cambia in “ Barkhane”, ma la mentalità e l’addestramento sono i soliti. Inadeguati alla guerra transfrontaliera e alla duttilità degli insorti.

La necessità tipica dell’esercito regolare di presidiare il territorio fu il primo errore. Mentre i francesi conquistavano il terreno, gli avversari le anime.

I mille morti del 2013 divennero seimila nel 19. Si crearono una serie di organismi internazionali dai nomi fantasiosi, cercando di coalizzare i propri e identificare i nemici. E qui il secondo grande errore: essendo importante avere UN UNICO nemico ( il “terrorismo”), i militari finirono per far coalizzare i vari filoni fino ad allora in competizione ( religioso, nazionale, sociale) che mano a mano si sono armonizzati raggiungendo la massa critica.

Ma l’errore più grande di tutti é stato il voler rovesciare Gheddafi con una intesa segreta anglo-francese da cui furono esclusi i capi di stato africani ( e l’Italia…ndr) che appresero gli eventi dalla radio.

La delegittimazione conseguente ha impedito agli amici della Francia di mantenere il controllo e il rispetto degli amministrati. Da lì, istanze indipendentiste nella base, corruzione frutto dell’incertezza politica nei dirigenti, prevalere dello spirito tribale in tutti.

La reazione politica francese ricalca stancamente i bei tempi della guerra di Indocina: ricerca-ripulsa dell’aiuto americano , tentativo di coinvolgimento degli alleati NATO ( tedeschi, italiani, lituani…), degli organismi internazionali ( Missione MINUSMA: missione multidimensionale integrata delle Nazioni Unite ), la UE e la Missione di formazione ( EUTM Mali) e il G 5 SAHEL. Una sorta di Forza multilaterale dei cinque paesi – Mali, Burkina Faso, Niger Mauritania, e Ciad ognuno partecipante con uno o due battaglioni privi di mobilità , logistica e comunicazioni adeguate.

Il Presidente senegalese SALL ha definito questi apparati “ uno stipendificio” al recente Forum della pace di Dakar. Solo MInusmo ha coinvolto quattordicimila dipendenti e collaboratori.

La Francia ha il completo dominio dell’aria e conduce una guerra di droni all’israeliana uccidendo singoli capi o ritenuti tali. E’ la rappresentazione plastica del distacco tra la popolazione e l’occupante che colpisce alla cieca mentre gli insorti gestiscono abigeati, accordi di spartizione di acqua, alleanze tribali, problemi migratori.

E’ in questo merdaio dall’esito già scritto che Romano Prodi ci vuole trascinare da quando con un articolo di fondo sul Messaggero di qualche mese fa, scrisse che di intervento nostro nel Sahel si poteva parlare a patto Dio essere coinvolti nella gestione delle risorse. Il tapino ignora che i francesi hanno delocalizzato i loro maggiori interessi petroliferi e minerari rispettivamente sull’Angola e la Nigeria e ci stanno passando il cerino acceso…

EMIGRAZIONE: I VIOLENTATORI DELLE PERSONE E DELLA NATURA SONO GLI STESSI.

di Antonio de Martini

Il fenomeno delle migrazioni di massa , nell’epoca moderna, é iniziato dopo le guerre caucasiche che provocarono un esodo di circa un milione di persone che si riversò nel resto del Vicino Oriente, allora impero ottomano. Il numero fu tale che diede origine ad una pseudo etnia chiamata ” I Circassi” che si specializzarono in quella che oggi si chiamerebbe ” Security”, al punto che , ad esempio, la guardia personale del re di Giordania é costituita da guardie circasse, ossia caucasici – non semiti – estranei alle beghe di potere interno.

Per molti, ” sans papier” intervenne il solito filantropo scandinavo della Società delle Nazioni con un passaporto ad hoc che prese il suo nome: Passaporto Nansen: era un documento di riconoscimento valido per raggiungere il paese di immediata destinazione come profugo.

Non capisco come questa utile soluzione sia caduta in desuetudine e nessuno tenti di resuscitarla. La seconda guerra mondiale provocò tante migrazioni forzate ( interne all’URSS e all’Europa e verso gli USA) e l’impressione dell’olocausto fu tale che nel 1951 oltre cento paesi si accordarono a Ginevra per santificare alcuni principi umanitari di base, primo dei quali l’obbligo di non respingimento del profugo.

Certo, scomparso il nazismo e il comunismo cause prime degli sconvolgimenti demografici del mondo e comparsi i migranti economici del sud del mondo, la Convenzione di Ginevra andrebbe rivista, ma é convinzione comune che il numero dei paesi firmatari diminuirebbe vistosamente, dato che molti stati aggirano come possono le regole esistenti.

Sui giornali di oggi 8 luglio, si cerca di trovare i cattivi di turno cui addebitare la responsabilità del disordine. La stampa italiana individua negli aiuti dati alla guardia costiera libica ed alla corruzione endemica del Nord Africa la ragione del colabrodo.

Lo schema riprodotto qui appresso mostra che le principali migrazioni ( calcolate in milioni M) avvenute negli ultimi settanta anni sono ventisette , quattro addebitabili alla follia comunista e ventitre al mercantilismo esasperato degli Stati Uniti ed i loro alleati.

Lo schema riporta luoghi di fuga, numero dei profughi e paesi di destinazione. L’entità del fenomeno da ragione al Presidente Mattarella che mette in rifdicolo chi crede di poter domare gli avvenimenti con decreti nazionali e regolamenti miopi.

In più va sottolineato che esistono addirittura partiti politici che hanno la protezione delle frontiere come unico punto di programma. Dementi.

Principale responsabile di queste migrazioni che stanno sconvolgendo il pianeta é la politica da sceriffo del governo degli Stati Uniti che ha sconvolto il mercato del lavoro trasferendo l’attività manifatturiera in Estremo Oriente, aggredito i paesi produttori di materie prime ( specie petrolio e terre rare) per impossessarsene al minimo costo e colpito militarmente senza riguardi chiunque abbia tentato di competere.

Incredibile l’atteggiamento italiano – e in genere europeo- di lamentela e finta solidarietà sia coi profughi che con il governo statunitense. Recente poi, il tentativo di imitazione franco tedesco cui l’Italia sembra voglia accordarsi tardivamente nel Sahel.

Come la classe dirigente europea pretenda governare il Continente più ricco di mezzi e di storia del pianeta senza affrontare le problematiche connesse all’emigrazione dall’Africa e dal Medio Oriente in maniera armonica e si accanisca a privilegiare unitariamente i diritti, sacrosanti ma numericamente irrilevanti, di minoranze dall’orientamento sessuale incerto, resta per me un mistero.

Certamente, i problemi sono complessi ma non é una buona ragione per non affrontarli.

ecco un link propositivo da guardare:https://corrieredellacollera.com/2015/07/03/immigrazione-la-si-puo-regolarizzare-e-far-guadagnare-lo-stato-fuori-dalla-emergenza-video-di-adm-8min/

Quel che é certo, é che la nostra civiltà non può essere complice di questo nuovo schiavismo per procura che ha accentrato l’attività manifatturiera in Cina, India, Pakistan e Vietnam in nome della massimizzazione dei profitti e nella convinzione della ” superiorità della razza bianca”.

Questa politica economica internazionale <é l’erede degli antichi mercanti di schiavi, solo che adesso ha trovato il modo di far pagare il biglietto di viaggio agli sventurati e all’arrivo non si cura nemmeno del vitto e dell’alloggio.

I nomi degli italiani che lucrano su queste infamie li conosciamo tutti: Benetton , Gucci, ed altri marchi nostrani con lustrini oltre a tutta l’elettronica di consumo ( Apple, Lenovo ecc).

Possiamo boicottarli invece di frignare sulle plastiche e le deiezioni canine. I violentatori della natura e delle persone sono gli stessi. E’ ora di colpirli nei loro interessi. Farebbe bene anche all’anima.

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