COLPO DI STATO DOMENICALE IN GUINEA
L’ottantatreenne presidente della Repubblica – in carica da dieci anni e rinnovato grazie a un contestato cambiamento costituzionale – Alpha Condé , é stato arrestato domenica dalle forze speciali comandate dal colonnello Mamady Doumbouya, che ha promesso un nuovo governo “ inclusivo e soddisfacente” dopo aver dissolto governo e Costituzione.
Si tratta del quarto colpo di stato in un anno nell’Africa Francofona dopo i due avvenuti nel Mali e il terzo fallito nel Niger. Tutte zone ricche di minerali strategici.
Mentre la Francia esige il rilascio “ immediato e senza condizioni” del presidente e la CEDEAO (organizzazione del paesi dell’Africa Occidentale) ne chiede l’incolumità fisica, l’Economist ammette che il Golpe é stato preceduto da un innegabile degrado istituzionale e sociale.
Dal punto di vista della tecnica golpista, c’é una novità: i militari hanno snobbato la Televisione nazionale e i giornali, appoggiandosi unicamente ai blog e a Twitter, dove hanno pubblicato un video del presidente scamiciato e agli arresti.
Si ripetono le reazioni ai tentativi francesi di eterizzare il proprio controllo sui paesi dell’Africa francofona mediante i loro Quisling che cercano di far rieleggere na vita anche violando lo spirito e la lettera della Costituzioni. “ democratiche” da essi stesse varate.
Deve trattarsi di un moto freudiano transalpino, vista l’imminenza delle elezioni presidenziali francesi e – perché no – di quelle italiane. E’ noto che in Italia alcuni ambienti pensano di intervenire militarmente in Africa a sostegno della sorella latina e pensano di raddoppiare il mandato del presidente Mattarella: quattordici anni non sono un mandato presidenziale, sono un regno.
Se un intervento in Mali sarebbe un altro Vietnam, l’allargamento alla Guinea garantirebbe un nuovo Afganistan.
