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IL DOCUMENTO CINESE SULL’EGEMONIA USA E I SUOI PERICOLI. IL DIBATTITO É’ APERTO. SEGUONO I COMMENTI NEI PROSSIMI NUMERI

GRAZIE ALLA RILUTTANZA USA A LOTTARE SU DUE FRONTI, LA CINA CRITICA GLI USA E IL LORO MODO DI CONCEPIRE I RAPPORTI TRA GLI STATI. GLI AMERICANI COMINCINO A CHIEDERSI COME MAI SIANO PASSATI DA PALADINI DELLA LIBERTÀ’ A OPPRESSORI DEL PIANETA IN POCHI ANNI.

L’egemonia degli Stati Uniti e i suoi pericoli

2023-02-20 16:28

L’egemonia degli Stati Uniti e i suoi pericoli

Febbraio 2023

Contenuto

Introduzione

I. Egemonia Politica: Buttando Il Suo Peso In Giro

II. Egemonia militare: uso della forza di Wanton

III. Egemonia economica: lopaggio e sfruttamento

IV. Egemonia tecnologica: monopolio e soppressione

V. Egemonia Culturale: Diffondere False Narrazioni

Conclusione

Introduzione

Da quando sono diventati il paese più potente del mondo dopo le due guerre mondiali e la guerra fredda, gli Stati Uniti hanno agito con più coraggio per interferire negli affari interni di altri paesi, perseguire, mantenere e abusare dell’egemonia, promuovere la sovversione e l’infiltrazione e condurre volontariamente guerre, portando danni alla comunità internazionale.

Gli Stati Uniti hanno sviluppato un manuale egemonico per mettere in scena “rivoluzioni a colori”, istigare controversie regionali e persino lanciare direttamente guerre con il pretesto di promuovere la democrazia, la libertà e i diritti umani. Aderenti alla mentalità della Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno intensificato la politica del blocco e alimentato conflitti e scontri. Ha sovraccaricato il concetto di sicurezza nazionale, abusato dei controlli sulle esportazioni e imposto sanzioni unilaterali contro altri. Ha adottato un approccio selettivo al diritto e alle regole internazionali, utilizzandole o scartandole come meglio credono, e ha cercato di imporre regole che servissero i propri interessi in nome del mantenimento di un “ordine internazionale basato su regole”.

Questo rapporto, presentando i fatti rilevanti, cerca di esporre l’abuso dell’egemonia degli Stati Uniti nei settori politico, militare, economico, finanziario, tecnologico e culturale e di attirare una maggiore attenzione internazionale sui pericoli delle pratiche statunitensi per la pace e la stabilità mondiali e il benessere di tutti i popoli.

I. Egemonia Politica — Gettando Il Suo Peso In Giro

Gli Stati Uniti hanno a lungo cercato di modellare altri paesi e l’ordine mondiale con i propri valori e il proprio sistema politico in nome della promozione della democrazia e dei diritti umani.

◆ I casi di interferenza degli Stati Uniti negli affari interni di altri paesi abbondano. In nome della “promozione della democrazia”, gli Stati Uniti hanno praticato una “Dottrina Neo-Monroe” in America Latina, hanno istigato “rivoluzioni di colore” in Eurasia e hanno orchestrato la “Primavera araba” in Asia occidentale e Nord Africa, portando caos e disastro in molti paesi.

Nel 1823, gli Stati Uniti annunciano la Dottrina Monroe. Mentre propagandava un “America agli americani”, quello che voleva veramente era un “America per gli Stati Uniti”.

Da allora, le politiche dei successivi governi degli Stati Uniti nei confronti dell’America Latina e della regione dei Caraibi sono state inta di interferenze politiche, interventi militari e sovversione del regime. Dalla sua ostilità di 61 anni nei confronti e blocco di Cuba al suo rovesciamento del governo Allende del Cile, la politica degli Stati Uniti su questa regione è stata costruita su una massima: coloro che si sottomettono prospereranno; coloro che resistono periranno.

L’anno 2003 ha segnato l’inizio di una successione di “rivoluzioni a colori” – la “Rivoluzione delle Rose” in Georgia, la “Rivoluzione arancione” in Ucraina e la “rivoluzione dei tulipani ” in Kirghizistan. Gli Stati Uniti Il Dipartimento di Stato ha ammesso apertamente di aver svolto un “ruolo centrale” in questi “cambiamenti di regime”. Gli Stati Uniti hanno anche interferito negli affari interni delle Filippine, cacciando il presidente Ferdinand Marcos Sr. nel 1986 e il presidente Joseph Estrada nel 2001 attraverso le cosiddette “rivoluzioni del potere popolare”.

Nel gennaio 2023, gli ex Stati Uniti Il Segretario di Stato Mike Pompeo ha pubblicato il suo nuovo libro Never Give an Inch: Fighting for the America I Love. Ha rivelato che gli Stati Uniti avevano complottato per intervenire in Venezuela. Il piano era quello di costringere il governo Maduro a raggiungere un accordo con l’opposizione, privare il Venezuela della sua capacità di vendere petrolio e oro per i cambi, esercitare un’alta pressione sulla sua economia e influenzare le elezioni presidenziali del 2018.

◆ Gli Stati Uniti esercitano due pesi e due misure sulle regole internazionali. Mettendo al primo posto il proprio interesse personale, gli Stati Uniti si sono allontanati dai trattati e dalle organizzazioni internazionali e hanno messo il loro diritto interno al di sopra del diritto internazionale. Nell’aprile 2017, l’amministrazione Trump ha annunciato che avrebbe tagliato tutti i finanziamenti statunitensi al Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) con la scusa che l’organizzazione “sostiene o partecipa alla gestione di un programma di aborto coercitivo o sterilizzazione involontaria”. Gli Stati Uniti hanno lasciato l’UNESCO due volte nel 1984 e nel 2017. Nel 2017, ha annunciato di lasciare l’accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Nel 2018, ha annunciato la sua uscita dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, citando il “pregiudizio” dell’organizzazione contro Israele e l’incapacità di proteggere efficacemente i diritti umani. Nel 2019, gli Stati Uniti hanno annunciato il loro ritiro dal trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio per cercare uno sviluppo senza restrizioni di armi avanzate. Nel 2020, ha annunciato il ritirarsi dal Trattato sui cieli aperti.

Gli Stati Uniti sono stati anche un ostacolo al controllo delle armi biologiche opponendosi ai negoziati su un protocollo di verifica per la Convenzione sulle armi biologiche (BWC) e impedendo la verifica internazionale delle attività dei paesi relative alle armi biologiche. Essendo l’unico paese in possesso di una scorta di armi chimiche, gli Stati Uniti hanno ripetutamente ritardato la distruzione di armi chimiche e sono rimasti riluttanti nell’adempiere ai loro obblighi. È diventato il più grande ostacolo alla realizzazione di “un mondo libero dalle armi chimiche”.

◆ Gli Stati Uniti stanno mettendo insieme piccoli blocchi attraverso il loro sistema di alleanza. Ha forzato una “strategia indo-pacifica” nella regione Asia-Pacifico, assemblando club esclusivi come i Five Eyes, il Quad e l’AUKUS e costringendo i paesi regionali a schierarsi. Tali pratiche hanno essenzialmente lo scopo di creare divisione nella regione, alimentare il confronto e minare la pace.

◆ Gli Stati Uniti giudicano arbitrariamente la democrazia in altri paesi e fabbricano una falsa narrazione di “democrazia contro autoritarismo” per incitare all’allontanamento, alla divisione, alla rivalità e al confronto. Nel dicembre 2021, gli Stati Uniti hanno ospitato il primo “Summit for Democracy”, che ha attirato critiche e opposizione da molti paesi per aver preso in giro lo spirito della democrazia e diviso il mondo. Nel marzo 2023, gli Stati Uniti ospiteranno un altro “Summit for Democracy”, che rimane sgradito e di nuovo non troverà alcun sostegno.

II. Egemonia militare — Uso della forza in modo sfrenata

La storia degli Stati Uniti è caratterizzata dalla violenza e dall’espansione. Da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1776, gli Stati Uniti hanno costantemente cercato l’espansione con la forza: hanno massacrato gli indiani, invaso il Canada, condotto una guerra contro il Messico, istigato la guerra americano-spagnola e annessero le Hawaii. Dopo la seconda guerra mondiale, le guerre provocate o lanciate dagli Stati Uniti includevano la guerra di Corea, la guerra del Vietnam, la guerra del Golfo, la guerra del Kosovo, la guerra in Afghanistan, la guerra in Iraq, la guerra libica e la guerra siriana, abusando della sua egemonia militare per aprire la strada a obiettivi espansionisti. Negli ultimi anni, il bilancio militare medio annuale degli Stati Uniti ha superato i 700 miliardi di dollari USA, pari al 40 per cento del totale mondiale, più dei 15 paesi dietro di esso messi insieme. Gli Stati Uniti hanno circa 800 basi militari d’oltremare, con 173.000 soldati schierati in 159 paesi.

Secondo il libro America Invades: How We’ve Invaded or been Militarly Involved with almost Every Country on Earth, gli Stati Uniti hanno combattuto o sono stati coinvolti militarmente con quasi tutti i 190 paesi riconosciuti dalle Nazioni Unite con solo tre eccezioni. I tre paesi sono stati “sconciuti” perché gli Stati Uniti non li hanno trovati sulla mappa.

◆ Come ex Stati Uniti Il presidente Jimmy Carter ha detto che gli Stati Uniti sono senza dubbio la nazione più bellicosa nella storia del mondo. Secondo un rapporto della Tufts University, “Introduzione del progetto di intervento militare: un nuovo set di dati sugli Stati Uniti Interventi militari, 1776-2019”, gli Stati Uniti hanno intrapreso quasi 400 interventi militari a livello globale tra quegli anni, il 34 per cento dei quali in America Latina e nei Caraibi, il 23 per cento in Asia orientale e nel Pacifico, il 14 per cento in Medio Oriente e Nord Africa e 13 per cento in Europa. Attualmente, il suo intervento militare in Medio Oriente, Nord Africa e nell’Africa sub-sahariana è in aumento.

Alex Lo, un editorialista del South China Morning Post, ha sottolineato che gli Stati Uniti hanno raramente distinto tra diplomazia e guerra sin dalla sua fondazione. Ha rovesciato i governi democraticamente eletti in molti paesi in via di sviluppo nel XX secolo e li ha immediatamente sostituiti con regimi fantoccio filoamericani. Oggi, in Ucraina, Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Pakistan e Yemen, gli Stati Uniti stanno ripetendo le loro vecchie tattiche di condurre guerre di proxy, bassa intensità e droni.

◆ L’egemonia militare degli Stati Uniti ha causato tragedie umanitarie. Dal 2001, le guerre e le operazioni militari lanciate dagli Stati Uniti in nome della lotta al terrorismo hanno causato oltre 900.000 vittime, di cui circa 335.000 civili, feriti milioni e sfollati decine di milioni. La guerra in Iraq del 2003 ha provocato circa 200.000- 250.000 morti civili, tra cui oltre 16.000 uccisi direttamente dall’esercito statunitense, e ha lasciato più di un milione di senzatetto.

Gli Stati Uniti hanno creato 37 milioni di rifugiati in tutto il mondo. Dal 2012, il solo numero di rifugiati siriani è aumentato di dieci volte. Tra il 2016 e il 2019, sono state documentate 33.584 morti civili nei combattimenti siriani, tra cui 3.833 uccisi da attentati di coalizione guidati dagli Stati Uniti, la metà dei quali donne e bambini. Il Public Broadcasting Service (PBS) ha riferito il 9 novembre 2018 che gli attacchi aerei lanciati dalle forze statunitensi sulla sola Raqqa hanno ucciso 1.600 civili siriani.

La guerra di due decenni in Afghanistan ha devastato il paese. Un totale di 47.000 civili afghani e da 66.000 a 69.000 soldati e agenti di polizia afghani non correlati agli attacchi dell’11 settembre sono stati uccisi nelle operazioni militari statunitensi e più di 10 milioni di persone sono state sfollate. La guerra in Afghanistan ha distrutto le fondamenta dello sviluppo economico e ha gettato il popolo afghano nella miseria. Dopo la “debacle di Kabul” nel 2021, gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero congelato circa 9,5 miliardi di dollari in attività appartenenti alla banca centrale afghana, una mossa considerata come “puro saccheggio”.

Nel settembre 2022, il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha commentato in una manifestazione che gli Stati Uniti hanno condotto una guerra per procura in Siria, trasformato l’Afghanistan in un campo di oppio e una fabbrica di eroina, hanno gettato il Pakistan in turbolenze e hanno lasciato la Libia in incessanti disordini civili. Gli Stati Uniti fanno tutto il necessario per rapinare e schiavizzare la gente di qualsiasi paese con risorse sotterranee.

Gli Stati Uniti hanno anche adottato metodi spaventosi in guerra. Durante la guerra di Corea, la guerra del Vietnam, la guerra del Golfo, la guerra del Kosovo, la guerra in Afghanistan e la guerra in Iraq, gli Stati Uniti hanno usato enormi quantità di armi chimiche e biologiche, nonché bombe a grappolo, bombe a carburante-aria, bombe di grafite e bombe all’uranio impoverito, causando enormi danni alle strutture civili, innumerevoli vittime civili e inquinamento ambientale

III. Egemonia economica — Saccheggio e sfruttamento

Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno guidato gli sforzi per istituire il sistema di Bretton Woods, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, che, insieme al Piano Marshall, formavano il sistema monetario internazionale incentrato sul dollaro USA. Inoltre, gli Stati Uniti hanno anche stabilito l’egemonia istituzionale nel settore economico e finanziario internazionale manipolando i sistemi di voto ponderati, le regole e gli accordi delle organizzazioni internazionali, tra cui “l’approvazione della maggioranza dell’85 per cento” e le sue leggi e regolamenti commerciali nazionali. Approfittando dello status del dollaro come principale valuta di riserva internazionale, gli Stati Uniti stanno fondamentalmente raccogliendo “segniorage” da tutto il mondo; e usando il loro controllo sulle organizzazioni internazionali, costringeno altri paesi a servire la strategia politica ed economica americana.

◆ Gli Stati Uniti sfruttano la ricchezza del mondo con l’aiuto di “seigneurage”. Costa solo circa 17 centesimi per produrre una banconota da 100 dollari, ma altri paesi hanno dovuto raccogliere 100 dollari di beni reali per ottenerne uno. È stato sottolineato più di mezzo secolo fa, che gli Stati Uniti godevano di privilegi e deficit esorbitanti senza lacrime creati dal loro dollaro, e usavano la carta inutile per saccheggiare le risorse e le fabbriche di altre nazioni.

◆ L’egemonia del dollaro USA è la principale fonte di instabilità e incertezza nell’economia mondiale. Durante la pandemia di COVID-19, gli Stati Uniti hanno abusato della loro egemonia finanziaria globale e hanno iniettato trilioni di dollari nel mercato globale, lasciando altri paesi, in particolare le economie emergenti, a pagare il prezzo. Nel 2022, la Fed ha posto fine alla sua politica monetaria ultra-facile e si è rivolta a un aggressivo aumento dei tassi di interesse, causando turbolenze nel mercato finanziario internazionale e un sostanziale deprezzamento di altre valute come l’euro, molte delle quali sono scese a un minimo di 20 anni. Di conseguenza, un gran numero di paesi in via di sviluppo è stato sfidato dall’elevata inflazione, dal deprezzamento della valuta e dai deflussi di capitali. Questo era esattamente ciò che il segretario al tesoro di Nixon John Connally una volta ha osservato, con auto-soddisfazione ma precisa, che “il dollaro è la nostra valuta, ma è il tuo problema”.

◆ Con il suo controllo sulle organizzazioni economiche e finanziarie internazionali, gli Stati Uniti impongono condizioni aggiuntive alla loro assistenza ad altri paesi. Al fine di ridurre gli ostacoli all’afflusso di capitali e alla speculazione degli Stati Uniti, i paesi beneficiari sono tenuti a promuovere la liberalizzazione finanziaria e ad aprire i mercati finanziari in modo che le loro politiche economiche siano in linea con la strategia americana. Secondo la Review of International Political Economy, insieme ai 1.550 programmi di riduzione del debito estesi dal FMI ai suoi 131 paesi membri dal 1985 al 2014, erano state aggiunte ben 55.465 condizioni politiche aggiuntive.

◆ Gli Stati Uniti sopprimono volontariamente i loro avversari con la coercizione economica. Negli anni ’80, per eliminare la minaccia economica rappresentata dal Giappone e per controllare e utilizzare quest’ultima al servizio dell’obiettivo strategico dell’America di affrontare l’Unione Sovietica e dominare il mondo, gli Stati Uniti hanno sfruttato il loro potere finanziario egemonico contro il Giappone e hanno concluso l’accordo Plaza. Di conseguenza, Yen è stato spinto verso l’alto e il Giappone è stato spinto ad aprire il suo mercato finanziario e riformare il suo sistema finanziario. L’accordo Plaza ha inferto un duro colpo allo slancio di crescita dell’economia giapponese, lasciando il Giappone a quelli che in seguito sono stati chiamati “tre decenni persi”.

L’egemonia economica e finanziaria americana è diventata un’arma geopolitica. Raddoppiando le sanzioni unilaterali e la “giurisdizione a braccio lungo”, gli Stati Uniti hanno emanato leggi nazionali come l’International Emergency Economic Powers Act, il Global Magnitsky Human Rights Accountability Act e il Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act, e hanno introdotto una serie di ordini esecutivi per sanzionare paesi, organizzazioni o individui specifici. Le statistiche mostrano che le sanzioni statunitensi contro le entità straniere sono aumentate del 933 per cento dal 2000 al 2021. La sola amministrazione Trump ha imposto più di 3.900 sanzioni, il che significa tre sanzioni al giorno. Finora, gli Stati Uniti hanno o hanno imposto sanzioni economiche a quasi 40 paesi in tutto il mondo, tra cui Cuba, Cina, Russia, RPDC, Iran e Venezuela, colpendo quasi la metà della popolazione mondiale. “Gli Stati Uniti d’America” si sono trasformati in “Stati Uniti delle Sanzioni”. E la “giurisdizione a braccio lungo” è stata ridotta a nient’altro che uno strumento per gli Stati Uniti per utilizzare i loro mezzi di potere statale per sopprimere i concorrenti economici e interferire nei normali affari internazionali. Si tratta di una seria deviazione dai principi dell’economia di mercato liberale di cui gli Stati Uniti si vantano da tempo.

IV. Egemonia tecnologica – Monopoli e soppressione

Gli Stati Uniti cercano di scoraggiare lo sviluppo scientifico, tecnologico ed economico di altri paesi esercitando potere monopolistico, misure di soppressione e restrizioni tecnologiche in settori high-tech.

◆ Gli Stati Uniti monopolizzano la proprietà intellettuale in nome della protezione. Approfittando della posizione debole di altri paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, sui diritti di proprietà intellettuale e sul posto vacante istituzionale in settori rilevanti, gli Stati Uniti traggono profitti eccessivi attraverso il monopolio. Nel 1994, gli Stati Uniti hanno portato avanti l’accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (TRIPS), forzando il processo e gli standard americanizzati nella protezione della proprietà intellettuale nel tentativo di consolidare il loro monopolio sulla tecnologia.

Negli anni ’80, per contenere lo sviluppo dell’industria giapponese dei semiconduttori, gli Stati Uniti hanno avviato l’indagine “301”, hanno costruito il potere contrattuale nei negoziati bilaterali attraverso accordi multilaterali, hanno minacciato di etichettare il Giappone come un commercio sleale e hanno imposto tariffe di ritorsione, costringendo il Giappone a firmare l’accordo sui semiconduttori USA- Di conseguenza, le imprese giapponesi a semiconduttore sono state quasi completamente cacciate dalla concorrenza globale e la loro quota di mercato è scesa dal 50 al 10 per cento. Nel frattempo, con il sostegno del governo degli Stati Uniti, un gran numero di imprese di semiconduttori statunitensi ha colto l’occasione e ha conquistato una quota di mercato più ampia.

◆ Gli Stati Uniti politicizzano, armano le questioni tecnologiche e le usano come strumenti ideologici. Esaltando il concetto di sicurezza nazionale, gli Stati Uniti hanno mobilitato il potere statale per sopprimere e sanzionare la società cinese Huawei, hanno limitato l’ingresso dei prodotti Huawei nel mercato statunitense, hanno tagliato la sua fornitura di chip e sistemi operativi e hanno costretto altri paesi a vietare a Huawei di intraprendere la costruzione di una rete 5G locale. Ha persino convinto il Canada a detenere in modo ingiustificato il CFO di Huawei Meng Wanzhou per quasi tre anni.

Gli Stati Uniti hanno fabbricato una serie di scuse per reprimere le imprese high-tech cinesi con competitività globale e hanno inserito più di 1.000 imprese cinesi nelle liste di sanzioni. Inoltre, gli Stati Uniti hanno anche imposto controlli sulla biotecnologia, l’intelligenza artificiale e altre tecnologie di fascia alta, rafforzato le restrizioni all’esportazione, rafforzato lo screening degli investimenti, soppresso le app di social media cinesi come TikTok e WeChat e fatto pressioni nei Paesi Bassi e in Giappone per limitare le esportazioni di chip e relative attrezzature o tecnologie in Cina.

Gli Stati Uniti hanno anche praticato due pesi e due misure nella loro politica sui professionisti tecnologici legati alla Cina. Per mettere da parte e sopprimere i ricercatori cinesi, da giugno 2018, la validità del visto è stata abbreviata per gli studenti cinesi che si sono laureati in alcune discipline legate all’alta tecnologia, si sono verificati ripetuti casi in cui studiosi e studenti cinesi che andavano negli Stati Uniti per programmi di scambio e studio sono stati ingiustificatamente negati e molestati, e sono

◆ Gli Stati Uniti solidificano il loro monopolio tecnologico in nome della protezione della democrazia. Costruendo piccoli blocchi sulla tecnologia come l'”alleanza dei chip” e la “rete pulita”, gli Stati Uniti hanno messo etichette “democrazia” e “diritti umani” sull’alta tecnologia e trasformato le questioni tecnologiche in questioni politiche e ideologiche, in modo da fabbricare scuse per il suo blocco tecnologico contro altri paesi. Nel maggio 2019, gli Stati Uniti hanno arruolato 32 paesi alla Conferenza sulla sicurezza 5G di Praga nella Repubblica ceca e hanno emesso la proposta di Praga nel tentativo di escludere i prodotti 5G cinesi. Nell’aprile 2020, poi negli Stati Uniti Il Segretario di Stato Mike Pompeo ha annunciato il “percorso pulito 5G”, un piano progettato per costruire un’alleanza tecnologica nel campo del 5G con partner legati alla loro ideologia condivisa sulla democrazia e dalla necessità di proteggere la “sicurezza informatica”. Le misure, in sostanza, sono i tentativi degli Stati Uniti di mantenere la loro egemonia tecnologica attraverso alleanze tecnologiche.

◆ Gli Stati Uniti abusano della loro egemonia tecnologica effettuando attacchi informatici e intercettazioni. Gli Stati Uniti sono stati a lungo noti come un “impero di hacker”, incolpato per i suoi dilagante atti di furto informatico in tutto il mondo. Ha tutti i tipi di mezzi per imporre attacchi informatici e sorveglianza pervasivi, incluso l’utilizzo di segnali di stazioni base analogiche per accedere ai telefoni cellulari per il furto di dati, la manipolazione di app mobili, l’infiltrazione di server cloud e il furto attraverso cavi sottomarini. La lista continua.

La sorveglianza degli Stati Uniti è indiscriminata. Tutti possono essere obiettivi della sua sorveglianza, siano essi rivali o alleati, anche leader di paesi alleati come l’ex cancelliere tedesco Angela Merkel e diversi presidenti francesi. La sorveglianza informatica e gli attacchi lanciati dagli Stati Uniti come “Prism”, “Dirtbox”, “Irritant Horn” e “Telescreen Operation” sono tutti la prova che gli Stati Uniti stanno monitorando da vicino i loro alleati e partner. Tali intercettazioni su alleati e partner hanno già causato indignazione in tutto il mondo. Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, un sito web che ha esposto i programmi di sorveglianza degli Stati Uniti, ha affermato che “non aspettatevi che una superpotenza di sorveglianza globale agisca con onore o rispetto. C’è solo una regola: non ci sono regole”.

V. Egemonia Culturale — Diffondere False Narrazioni

L’espansione globale della cultura americana è una parte importante della sua strategia esterna. Gli Stati Uniti hanno spesso usato strumenti culturali per rafforzare e mantenere la loro egemonia nel mondo.

◆ Gli Stati Uniti incorporano i valori americani nei loro prodotti come i film. I valori e lo stile di vita americani sono un prodotto legato ai suoi film e programmi TV, pubblicazioni, contenuti multimediali e programmi delle istituzioni culturali senza scopo di lucro finanziate dal governo. Modella così uno spazio culturale e di opinione pubblica in cui la cultura americana regna e mantiene l’egemonia culturale. Nel suo articolo The Americanization of the World, John Yemma, uno studioso americano, ha esposto le vere armi nell’espansione culturale degli Stati Uniti: Hollywood, le fabbriche di design di immagini su Madison Avenue e le linee di produzione di Mattel Company e Coca-Cola.

Ci sono vari veicoli che gli Stati Uniti usano per mantenere la loro egemonia culturale. I film americani sono i più usati; ora occupano più del 70 per cento della quota di mercato mondiale. Gli Stati Uniti sfruttano abilmente la loro diversità culturale per fare appello a varie etnie. Quando i film di Hollywood scendono sul mondo, urlano i valori americani legati a loro.

◆ L’egemonia culturale americana non si mostra solo in “intervento diretto”, ma anche in “infiltrazione mediaca” e come “una tromba per il mondo”. I media occidentali dominati dagli Stati Uniti hanno un ruolo particolarmente importante nel plasmare l’opinione pubblica globale a favore dell’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni di altri paesi.

Il governo degli Stati Uniti censura rigorosamente tutte le società di social media e chiede la loro obbedienza. Il CEO di Twitter Elon Musk ha ammesso il 27 dicembre 2022 che tutte le piattaforme di social media lavorano con il governo degli Stati Uniti per censurare i contenuti, ha riferito Fox Business Network. L’opinione pubblica negli Stati Uniti è soggetta all’intervento del governo per limitare tutte le osservazioni sfavorevoli. Google spesso fa sparire le pagine.

Stati Uniti Il Dipartimento della Difesa manipola i social media. Nel dicembre 2022, The Intercept, un sito web investigativo indipendente degli Stati Uniti, ha rivelato che nel luglio 2017, gli Stati Uniti Il funzionario del Comando Centrale Nathaniel Kahler ha incaricato il team di politica pubblica di Twitter di aumentare la presenza di 52 account in lingua araba su una lista che ha inviato, sei dei quali dovevano avere la priorità. Uno dei sei era dedicato a giustificare gli attacchi dei droni statunitensi nello Yemen, ad esempio sostenendo che gli attacchi erano precisi e uccidevano solo terroristi, non civili. Seguendo la direttiva di Kahler, Twitter ha messo quegli account in lingua araba su una “lista bianca” per amplificare determinati messaggi.

◆Gli Stati Uniti praticano due pesi e due misure sulla libertà di stampa. Riprime e mette a tacere i media di altri paesi con vari mezzi. Gli Stati Uniti e l’Europa barano i principali media russi come Russia Today e lo Sputnik dai loro paesi. Piattaforme come Twitter, Facebook e YouTube limitano apertamente gli account ufficiali della Russia. Netflix, Apple e Google hanno rimosso i canali e le applicazioni russi dai loro servizi e app store. Una censura draconiana senza precedenti viene imposta ai contenuti legati alla Russia.

◆Gli Stati Uniti abusano della loro egemonia culturale per istigare “l’evoluzione pacifica” nei paesi socialisti. Istituisce mezzi di informazione e gruppi culturali rivolti ai paesi socialisti. Versa sconcertanti quantità di fondi pubblici nelle reti radiofoniche e televisive per sostenere la loro infiltrazione ideologica, e questi portavoce bombardano i paesi socialisti in dozzine di lingue con propaganda incendiosa giorno e notte.

Gli Stati Uniti usano la disinformazione come una lancia per attaccare altri paesi e hanno costruito una catena industriale intorno ad essa: ci sono gruppi e individui che inventano storie e le vendono in tutto il mondo per indurre in errore l’opinione pubblica con il sostegno di risorse finanziarie quasi illimitate.

Conclusione

Mentre una causa giusta vince il suo ampio sostegno da campione, una causa ingiusta condanna il suo inseguitore ad essere un emarginato. Le pratiche egemoniche, prepotenti e di bullismo di usare la forza per intimidire i deboli, prendere dagli altri con la forza e i sotterfugi e giocare a giochi a somma zero stanno esercitando gravi danni. Le tendenze storiche di pace, sviluppo, cooperazione e beneficio reciproco sono inarrestabili. Gli Stati Uniti hanno superato la verità con il loro potere e calpestato la giustizia per servire l’interesse personale. Queste pratiche egemoniche unilaterali, egoistiche e regressive hanno attirato crescenti e intense critiche e opposizione da parte della comunità internazionale.

I paesi devono rispettarsi a vicenda e trattarsi uguali. I grandi paesi dovrebbero comportarsi in modo adeguato al loro status e assumere un ruolo guida nel perseguire un nuovo modello di relazioni da stato a stato con dialogo e partenariato, non confronto o alleanza. La Cina si oppone a tutte le forme di egemonismo e politica di potere e rifiuta l’interferenza negli affari interni di altri paesi. Gli Stati Uniti devono condurre una seria ricerca dell’anima. Deve esaminare criticamente ciò che ha fatto, lasciare andare la sua arroganza e il suo pregiudizio e abbandonare le sue pratiche egemoniche, prepotenti e di bullismo.

LA DECOSTRUZIONE DELLA POTENZA GERMANICA PRESENTATA COME CRISI DELLA UNIONE EUROPEA ENTRA NELLA FASE ACUTA.

DALL’ULTIMO DECENNIO DEL 900 E PER TUTTO QUESTO QUARTO DEL NUOVO SECOLO OGNI SILURO ALL’UNIONE EUROPEA E’ STATO UN ATTACCO ALLA GERMANIA PER SCOMPAGINARNE LE ALLEANZE, LA CONSISTENZA POLITICA, ECONOMICA E FINANZIARIA E SMANTELLARNE O SVIARNE OGNI TENDENZA UNITARIA E IMPULSI DI SVILUPPO DEL NOSTRO CONTINENTE VERSO L’ASIA.

La costruzione all'”American Century” e del ” Nuovo Ordine Mondiale“, fin dal 1991 – quando George Bush gettò la maschera della democrazia per annunziare al mondo che si apriva una nuova era – Il governo degli Stati Uniti si é premurato di trasformare ogni organizzazione internazionale in coalizione militare indicando come nemico N1 del mondo civile, progressivamente personaggi e paesi satelliti, resi prima sospetti poi impopolari agli occhi della opinione mondiale fino a renderli odiati, prima di annunziare punizioni esemplari, per ordine della ” Comunità internazionale“da loro rappresentata, ed eseguita dai più zelanti tra gli alleati ” volenterosi”nel caso di dissensi in sede ONU.

La prima coalizione militare seria (l’Irak) raccolse trentun paesi, l’ultima, quest’anno, cinquantuno.

Ognuna di queste coalizioni ha indicato – in un crescendo rossiniano- un “nemico pubblico” diverso, ma il risultato dell’azione é stato sempre a favore del governo degli Stati Uniti e il costo sopportato da altri, in particolare dall’Unione Europea o alcuni dei suoi componenti.

La sequenza delle “ punizioni” esemplari iniziata – a mò di manovra a fioco realistica- con l’isoletta caraibica di Granada, é giunta al confronto col primo avversario veramente pericoloso dato l’armamento nucleare di cui dispone e il fatalismo patriottico dei suoi abitanti. La Russia.

Per raggiungere questo obbiettivo mirante all’affermazione egemonica, il governo USA non ha esitato, dopo 75 anni di pace, a portare il conflitto nel cuore dell’Europa, dopo aver promosso la “secessione” dell’Inghilterra dalla UE, incoraggiato atteggiamenti di insofferenza verso la confederazione da parte di paesi europei tradizionalmente filo britannici come la Polonia e sta correndo un rischio calcolato di una overreaction russa, ma il suo vero obbiettivo sembra essere la destrutturazione dell’impalcatura della Unione Europea a guida germanica, con l’intento di sostituirla con un’espressione geografica in grado di ospitare amichevolmente basi militari e centri di influenza economica statunitense.

A ben vedere, in effetti la Russia con un PIL di poco superiore a quello italiano, con una demografia deficitaria e permeata di una mentalità mai veramente aperta al mondo – tipica di paesi non marinari – pur disponendo di un pericoloso arsenale nucleare, rappresenta più un “ brillante secondo” degli USA ( come l’Austria-Ungheria Asburgica con la Germania guglielmina) che un competitore capace di offrire al pianeta un modello di sviluppo civile. Il primo a notare la complementarietà tra USA e URSS fu Alberto Ronchey nel 1960 in un pamphlet “ L’Orso e la Balena”.

Il continente europeo, invece é culturalmente cattolico, dispone ( con l’Euro) di una potenza finanziaria, industriale ( con brevetti e colossi tedeschi) e demografica ( 500 milioni contro 300 scarsi e disomogenei) meglio strutturata di quella statunitense ( protestante con crescente minoranza cattolica e ortodossa, col dollaro fragilizzato da crisi in successione e politicamente semi isolata con due soli partner a fedeltà inossidabile: Israele e UK).

Il vecchio continente mantiene una influenza importante sull’Africa occidentale ( tramite i residui coloniali della Francia), sta acquisendo influenza in paesi chiave come l’Egitto, la Russia o la Cina ( prevalentemente tramite l’attivismo economico tedesco) mentre l’influenza culturale e linguistica dello spagnolo, supera già nel mondo – di oltre cinquanta milioni- la diffusione della lingua inglese, tallonata dalla francofonia (300 milioni).

La rinascita economica e industriale cinese pur realizzata con capitali anglosassoni e per altri fini non si é limitata a fungere da “fabbrica dell’occidente”, ma si é lanciata in autonomia sui mercati mondiali ridando centralità globale al Mediterraneo a scapito delle rotte atlantiche e dei porti protestanti come Anversa, Rotterdam, Londra, Amburgo (insomma la vecchia lega anseatica).

Il travaso migratorio dal Messico verso gli USA – altro indotto della strategia americana di utilizzo di mano d’opera a basso costo per massimizzare il profitto- minaccia di trasformare stati decisivi dell’Unione come la California e il Texas in stati di lingua spagnola (già oggi é la seconda lingua e la segnaletica stradale si é adeguata).

Nessuna meraviglia se gli Stati Uniti minacciati di perdere l’egemonia mondiale per mano del principale alleato, invidiati e imitati dall’Asia in crescita e sfruttati dagli alleati minori, abbiano sentito la necessità di articolare una strategia di blocco per gli europei, di sottomissione dei russi e di intimidazione dei cinesi: accerchiando la Cina e minacciando ( con basi, alleanze e pirateria) le sue rotte commerciali autonome, disarticolando la UE e avviando la sottomissione dei russi mediante la vecchia “ Strategia Schulenburg”( 1941-44) di muovere guerra alla Russia utilizzando altri russi.

Nei tre documenti qui illustrati, tutti ordinati alla Rand Corporation dallo Stato Maggiore USA nel 2019, si esaminano rispettivamente i punti suscettibili di provocare “la Russia di Putin” ( in 27 pagine), la strategia russa ( chiamata Russian subversion9 , in 31 pagine ed infine il documento strategico ” Extending Russia” di 325 pagine che illustra la strategia per far dilatare le spese del governo russo costretto ad aumentare a dismisura il budget della Difesa ed ogni altra uscita per far fronte alla competizione con l’Occidente. Chi volesse leggerli per intero può accedere coi link che seguono.

https://www.rand.org/pubs/perspectives/PE338.html

https://www.rand.org/pubs/perspectives/PE331.html

https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR3063.html

La unica differenza, in una politica estera sostanzialmente impersonale e costante, tra Biden e Trump consiste nell’approccio soft verso la Russia e hard verso la Cina di quest’ultimo, mentre Biden ha scelto l’inverso.

LA POSIZIONE ITALIANA

L’Italia si trova a dover scegliere tra questi due corni del dilemma assistendo impotente alla disarticolazione della costruzione europea di Schuman, Adenauer e De Gasperi, sovente tradita da tutti i successori e in particolare quelli che si sono succeduti in questo ultimo decennio che, per salvare il predominio dei paesi del nord nelle sedi brussellesi, hanno recentemente allargato i cordoni della borsa ai paesi latini e Mediterranei – in primis Italia e Spagna- rovesciando ogni loro dogma economico e finanziario, visto che l’esperimento greco di soffocamento non fu conclusivo. La soluzione per i paesi latini ( Francia, Italia e Spagna) e non solo per l’Italia, é a mio avviso solo la ricostruzione paziente dell’edificio europeo con baricentro mediterraneo, riducendo l’influenza dei paesi del nord – segnatamente quella germanica nel suo stesso interesse- alcuni dei quali succubi dell’influenza statunitense per via della paura della Russia contro la quale vengono sistematicamente aizzati.

I fondi utilizzati per acquisire il consenso dei paesi mediterranei e la lunga lotta per ottenerli non devono ingannarci: la dimensione moderna dell’azione politica globale é una dimensione continentale e la conduzione dell’Europa da parte dei paesi del nord – anche se si é trattato di uno stile di guida gradito agli anglosassoni – si é rivelato fallimentare sul piano della coesione, velleitario sul piano delle ambizioni e servile sul piano del rapporto con USA e Gran Bretagna.

Un deciso aumento della influenza dei paesi latini mediterranei sarebbe nell’interesse di tutti i paesi appartenenti alla odierna UE a condizione che l’Unione futura integri i suoi rapporti storici, politici ed economici con l’Egitto e il Maghreb (indispensabile piedistallo della futura Unione che aggiungerebbe alla comunità 250 milioni di abitanti come promesso a Barcellona 2000, anno in cui ci impegnammo ad abbattere le barriere doganali col nord Africa e non ne facemmo nulla.

LA POSIZIONE FRANCESE

Appesantita da un passato coloniale che avvelena i suoi rapporti in particolare con l’Algeria che ebbe a combattere una guerra di indipendenza di otto anni col solo aiuto di Enrico Mattei, la Francia solo ieri é stata invitata dal Burkina Faso a ritirare la sue truppe ( impegnate nella operazione ” sabre“) dal paese entro trenta giorni ed a cambiare l’ambasciatore dichiarato persona non grata.

Lo scorso anno la Francia é stata ricusata anche dal Mali e posto fine alla operazione ” Barkane” e “Serval” per gestire la quale aveva chiesto anche l’aiuto italiano e tedesco. Anche i rapporti con la Costa d’Avorio hanno conosciuto momenti migliori. Anche per la Francia, l’avvenire é rappresentato dall’Europa mediterranea , ma incontra dalla fine del mandato di Jacques Chirac un terzetto di presidenti devoti alla causa atlantica ( Sarkozy, Hollande, Macron) che hanno sabotato, l’uno il processo di integrazione appoggiando l’impresa cinica USA contro il parere italiano e tedesco ( e turco), l’altro ha smembrato la costituzione della brigata franco tedesca intesa come embrione delle nuove forze armate d’Europa e quest’ultimo la stessa coesione nazionale, anche se intuisce la necessità di una intesa con Italia e Spagna ogni volta che nota segni di disinteresse americano verso la politica e le iniziative francesi.

LA POSIZIONE TEDESCA

Sconfitta a due riprese da coalizioni euro russe e frustrata nelle sue ambizioni, la Germania ha seguito, in questo dopoguerra, la via della crescita economica sfruttando come vantaggio di non aver avuto spese militari significative fino a ieri. Gli Stati Uniti, resisi conto della peculiarità hanno cercato di ridurre la loro presenza militare schierata a protezione del territorio tedesco. Ma, Non potendo rifiutare la riunificazione e la competizione o il processo di unificazione del Continente, hanno accentuato la sorveglianza giungendo fino a intercettare la cancelliera Merkel che flirtava con la Russia e con la Cina, contrastare l’egemonia francese ( e la penetrazione dei missionari cattolici) in Africa e assestare una stangata anche all’Italia con la svalutazione nel 1992 della lira al 27% stimolata da un finanziere USA, agente americano per poi proseguire, senza riguardi per l’alleato, la distruzione dei mercati libico, siriano e iraniano di cui il nostro paese era il primo fornitore.

La Germania é stata dissuasa dall’investire in Algeria 500 miliardi per creare un hub energetico europeo di energia solare poco dopo l’accordo con gli algerini; dall’accentuare i rapporti economici e gli investimenti in Russia ( seguendo l’insegnamento di Bismarck) e il fatto che in un cellulare made in China il numero di brevetti utilizzati sia al 40% paritariamente tedesco e americano, non ha migliorato i rapporti, così come il suo rifiuto ufficiale a partecipare all’avventura libica (che ha impedito una partecipazione ufficiale NATO) non hanno migliorato la situazione che é definitivamente peggiorata alla notizia della plusvalenza di 500 miliardi ottenuta in un solo anno nell’interscambio coi cinesi.

La prospettiva di una intesa russo tedesca che relegherebbe gli Stati Uniti in una posizione di subordinazione insopportabile, ha deciso gli USA a iniziare una proxy war in Europa contro la Russia, per costringere gli alleati a decidere da che parte stare. Mai avevano gli USA avuto tanti alleati, ma mai tanto svogliati. Irrilevante il fatto che sia stata la Russia a prendere l’iniziativa (e il doc N1 pubblicato sopra “what provokes Putin’s Russia” del gennaio 2020 lo dimostra). Il conflitto ucraino ottiene di innescare la crisi russa, obbliga all’inimicizia euro russa, spinge i cinesi alla cautela per non perdere gli ingentissimi investimenti americani, rilancia le forniture militari a paesi fino ad oggi virtualmente armati ( Italia, Germania e Giappone) e crea una ennesima frattura tra i fautori europei di un riarmo offensivo degli ucraini e gli scettici.

La Germania non ha detto che non voleva fornire i carri armati LEOPARD2 agli ucraini: ha detto che lo vuol fare ” un giorno dopo che gli USA avranno fornito i ben più adatti ABRAMS ( questo i media non lo hanno riferito) statunitensi: sono cioè maturi per una associazione con gli altri europei su base paritaria piuttosto che continuare a subire l’hubris yankee.

Non approfittarne sarebbe un peccato.

LA RUSSIA SACRIFICATA ALLA… GERMANIA CHE TORNERA’ IN UCRAINA ?

TEMO CHE QUESTO POST DELL’8 MAGGIO 2014 SIA REALISTICO… VEDREMO A BREVE

Questo post é stato scritto l’8 maggio 2014 e lo trovate nell’archivio di questo blog ( scegliere l’anno e poi il mese). Purtroppo non può essere ribloggato e devo fare ” copia e incolla” per darvelo nella sua interezza, anche se preferirei che andaste a leggerlo in archivio: suona più verosimile. Data la lunghezza, ci metto qualche capolettera e alcune frasi in grassetto a scopo ornamentale. Buona lettura

“Per capire come mai la rana ucraina- un paese senza arte, parte e identità sul cui suolo passano dei gasodotti-  venga gonfiata fino all’inverosimile dai principali media del mondo e perché gli Stati Uniti premano tanto  sulla U.E. perché sanzioni la Russia inimicandosela,  bisogna fare un breve corso di storia e di geopolitica di cui anticipo le conclusioni in corsivo  per chi non avrà la pazienza di leggere l’intero testo  e   che ci porterà a constatare come la geopolitica tedesca, da Bismarck in poi, non abbia mai cambiato direzione se non durante la parentesi della costruzione europea post 1945.

 Esistono forti correnti economiche e di pensiero che pensano di cambiare registro e gli USA si preoccupano di eventuali scelte geopolitiche indipendenti tedesche.

La costruzione europea ha iniziato ad andare in crisi con le prospettive storico-politiche aperte dalla unificazione tedesca e il crollo dell’URSS; sta scricchiolando con la crisi dell’Euro e rischia il crollo definitivo alla prossima sfida. 

Una strategia geopolitica indipendente della Germania significherebbe una nuova guerra mondiale a breve.  L’Ucraina è l’offerta che gli USA fanno alla Germania per allontanare ( per dieci anni ?) il fantasma di Otto von Bismarck e del rapporto stretto con la Russia. Se l’operazione separazionenon dovesse funzionare, il mondo sarebbe in serio pericolo. Per questo ritengo che in Italia debba nascere un movimento popolare in favore della neutralità. E presto. 

Gli USA non possono tollerare una uscita della Germania dalla zona euro perché significherebbe la necessità di una nuova strategia geopolitica per la Germania  e questa non potrebbe che tendere verso una intesa russo tedesca che rivoluzionerebbe gli equilibri militari e politici del globo.  E’ intuitivo anche  che non possono lasciar crescere l’ euro perché il suo successo suonerebbe come campana a morto per il dollaro USA e la fine del ruolo degli Stati Uniti come detentore del  quasi monopolio della valuta degli scambi internazionali. 

Di qui l’urgenza assoluta per il governo Obama della conclusione del trattato TAFT che creerebbe una comunità industrial-commerciale nord atlantica rendendo impensabili e non vitali eventuali alternative.

Fatte le conclusioni, passiamo all’antefatto per i lettori più pazienti.

1) All’indomani del Congresso di Vienna ( 1815), il mondo si trovò gestito dagli alleati che avevano sconfitto Napoleone: Russia, Austria-Ungheria a est e Inghilterra e Francia a ovest.  Queste potenze pensarono di tornare a incontrarsi e scontrarsi nelle “terre di mezzo”, Italia e Germania che non rappresentavano entità geopolitiche, ma secondo l’espressione del principe di Metternich erano espressioni geografiche, divise com’erano in numerosi statarelli  neutralizzantisi a vicenda.

Le cose non tornano mai come “prima della guerra”.  Le incursioni napoleoniche  in Europa produssero movimenti nazionalistici e indipendentistici che portarono  alla unificazione di questi territori (Germania e Italia) in entrambi i casi sotto la guida dello stato più militarizzato delle rispettive regioni.

2) La Germania, diventata un impero nel 1870 dopo la sconfitta della Francia,  ebbe una economia  inizialmente equilibrata – tra la Prussia agricola e la Renania industrializzata la bilancia dei pagamenti era in equilibrio – si lanciò in una politica di espansione anche per recuperare i due secoli di ritardo nello sfruttamento delle colonie. Questo protagonismo politico alimentò il revanscismo francese, mentre il programma navale del Kaiser Guglielmo lo pose in contrasto con l’Inghilterra.  

 Le due vecchie rivali si coalizzarono ( da Fashoda in poi) e con l’alleanza tra Russia e  Francia  fissarono i chiodi della bara del Kaiser. Alfred Milner si occupò dello scoppio del conflitto e del “buon diritto” degli alleati della Intesa. La Germania non tenne conto del monito dei suoi grandi vecchi ( von Moltke ” rafforzate l’ala destra” e Bismarck ” allearsi con la Russia”) e ad onta dell’aver estromesso i russi dal conflitto con una brillante operazione di intelligence del colonnello Nicolai, perse la guerra. Era entrato in ballo un nuovo superpower: gli USA.

3) Dopo la prima guerra mondiale, che per un primo tempo sembrò aver liquidato il contenzioso franco tedesco, con l’avvento di Hitler al potere e  la scelta di una geopolitica indipendente ( La teoria dello spazio vitale) da parte del Reich (e i tentativi di entrare in possesso di porzioni di territorio ( ” dove vivevano popolazioni tedesche”) destinato dal trattato di Versailles ad altri paesi) creò la situazione di tensione ad onta dei periodici tentativi di apeasement (Locarno, Monaco). L’annunzio del patto Germano sovietico del 1939 ( il 23 agosto) precedette di poco l’arrivo della guerra ( il 3 settembre).

4) Dopo la rovinosa sconfitta del 1945 la Germania non ha più avuto intenzioni di definire una geopolitica indipendente e si è a mano a mano integrata nei dispositivi predisposti dai vincitori della guerra mondiale accettando la comunità europea,  la NATO, il Consiglio d’Europa, l’OSCE ecc.

Tutte queste organizzazioni erano state pensate per evitare che la Germania rinnovasse la sua tradizionale rivalità nei confronti della Francia creando nuove tensioni in Europa.

5) L’intesa Franco Tedesca del 1967 tra De Gaulle e Adenauer  (statisti che conoscevano le leggi della geopolitica)  condusse questi due paesi all’avanguardia in Europa. L’Italia non aderì, invitata, per non dispiacere all’Inghilterra su insistenza di La Malfa & co. che chiedevano un asse Roma-Londra.

6)Dopo la riunificazione tedesca, l’integrazione tra le economie francese e tedesca iniziò a mancare.  La Francia con forte componente agricola aveva supplito all’assenza della Prussia nel bilanciare l’ economia della Renania e le due economie vissero di concessioni reciproche, spesso a spese degli altri partner, specie mediterranei.

7)La nascita dell’Euro e della Banca Centrale Europea – costruita sul modello della Bundesbank tedesca  col solo mandato di  combattere l’inflazione – pose le basi per una crescita disuguale tra i paesi contraenti e la apodittica convinzione teologica che alle crisi economiche si deve reagire con l’austerità (non suffragata da alcun elemento scientifico) sta lavorando il fegato dei paesi mediterranei mentre la Germania ebbe tutto l’appoggio dei partners quando si trattò di riunificare i due monconi di paese dopo la caduta del muro ( 1989).

La caduta dell’URSS  prima di allora non “abbinabile” ad altri partners occidentali, ha posto la Germania di fronte allo stesso dilemma  con cui si confronta Israele: entrambi sono paesi privi di profondità territoriale e vulnerabili ad attacchi concentrici e di sorpresa.

8) Una rottura tra la Germania e i partner europei – sia politica o sia economica –  costringerebbe la Cancelliera Merkel ad una situazione da paria – come oggi il turco Erdogan – di indecisione tra una geopolitica  che guardi a est ed un aumento della immigrazione che a questi livelli sarebbe suicidaria per l’identità tedesca.

Mentre “capricci alla turca” (  come ad es la recente assegnazione del sistema difensivo missilistico  antiaereo ai cinesi, con i russi in seconda posizione) possono essere tollerati , salvo un regime change alla prima occasione, per la Germania, le sue tecnologie i suoi capitali, i suoi contatti politici, un rapporto organico con la Russia avrebbe un solo significato: relegare gli USA tra le potenze di seconda schiera e togliergli il dominio del mondo.

Logico che l’idea non piaccia agli americani, logico che vogliano opporsi in ogni modo, logico che offrano ai tedeschi l’Ucraina – in tutto o in parte – col suo serbatoio di mano d’opera, terreni agricoli e risorse boschive di grande importanza, per non parlare del vantaggio  di essere a 200km da Mosca. Questa ipotesi fa innervosire i russi e che potrebbe scavare un fossato coi tedeschi, ma per ora i russi fingono di temere l’istallazione di rampe missilistiche in Ucraina.

Per un missile avanzare di trecento Km non è nulla, per i carri armati essere a 200 Km dalla capitale è tutto. Questo dovrebbe dare da pensare agli analisti russi.

Ecco  a mio parere il perché delle pressioni USA per far schierare aspramente e personalmente la Merkel, la previa pubblica informazione che le sue comunicazioni più private erano monitorate, ecco perchè la pausa negli attacchi all’Euro.

Se la Merkel non si schiera con l’occidente e non litiga con Putin, sarà segno, per gli analisti americani, che vuole fare il Bismarck in gonnella.

Quanto a noi, nella prima guerra mondiale restammo neutrali per dieci mesi. Nella seconda restammo neutrali ( “non belligeranti”) per altri dieci mesi.  Sappiamo come è andata.       Sarebbe ora di seguire i consigli  di neutralità che all’epoca diedero Giolitti e Benedetto Croce e non di seguire quelli di un D’Annunzio lubrificato ( come Mussolini) dall’oro francese. Nel secondo conflitto, addirittura, ci tuffammo a titolo gratuito…

Inviato da iPhone

L’EX PRIMO MINISTRO DI CHIRAC, VILLEPIN, PARTE ALL’ATTACCO DI MACRON E DEGLI U.S.A. di Antonio de Martini.

DOMINIQUE de VILLEPIN , ex ministro degli Esteri francese ed ex Primo ministro ( dal 2005 al 2007, accusato e poi assolto nello scandalo CLEARSTREAM che compromise le sue possibilità di essere eletto alla Presidenza a favore di Nicholas Sarkozy, scende in campo con veemenza contro Macron – segno che intende candidarsi- e gli USA.

Già nel 2003 all’ONU, da Ministro degli Esteri tuonò contro l’intervento in Irak, adesso si chiede se gli Stati Uniti possano ancora essere considerati Continua a leggere

INIZIA LA PIU’ GRANDE CRISI ECONOMICA DAL DILUVIO UNIVERSALE ? CINA ABBASSA IL RATING AGLI USA. COME RISPONDERA TRUMP? di Antonio de Martini

Una notizia che da ieri cerca di farsi strada è che la società cinese di rating  DAGONG GLOBAL CREDIT RATING ha tagliato la valutazione del debito americano da A- a BBB+. Qualcuno, dal 1971 – quando Nixon osò rompere il patto di Bretton Woods che fissava la parità del dollaro con l’oro a 35 dollari l’oncia-  ha finalmente fatto notare che il sistenma di stampare denaro senza copertura alcuna era da considerarsi inaffidabile. Continua a leggere

N.A.T.O. : RIFORMARSI O PERIRE. di Antonio de Martini

Il professor Giulio Sapelli , che molto  opportunamente “Il Messaggero” di Virman Cusenza ha sostituito ad Alessandro Orsini nell’opera di divulgazione della crisi mediorientale, ha nel fondo di oggi – ancora troppo timido –  adombrato il problema dei problemi :  ” l’incapacita americana sia al dominio che all’egemonia” che sta creando gravi intralci al vivere civile dei popoli mediterranei e innumere vittime. Continua a leggere

MAMMA LI TURCHI: CONTRORDINE FRATELLI, ASSAD E’ BUONO E ERDOGAN CATTIVO. di Antonio de Martini

Dopo un momento di stordimento dovuto al blitzkrieg di risposta di Tajip Erdogan che ha preso il mondo in contropiede, potete vedere la reazione dei differenti paesi NATO nei confronti del “fedele alleato” che fu strenuamente difeso quando , violando lo spazio aereo sovrano della Siria abbatté senza ragione  un aereo russo e che adesso viene svillaneggiato  per aver profferito ambigue minacce di morte  ( finora solo questo) nei confronti dei militari golpisti e dei loro complici. Continua a leggere

OBAMA E IL BREXIT, OVVERO ECCO L’ALTERNATIVA DEL DIAVOLO di Antonio de Martini

Molti lettori chiedono come mai il governo degli Stati Uniti sia tanto silenzioso in occasione di questa crisi britannica. Trovate la risposta in questa analisi storico-politica pubblicata nel maggio 2014 ( e ribloggata nel marzo 2015) dedicata alla crisi ucraina, ma in realtà, dalla riunificazione tedesca in poi, ogni crisi è una crisi europea.                                      Per chi volesse l’originale del testo, gli basterà battere nella finestra di “cerca”  il titolo ” Si scrive Ucraina ma si legge Germania.”

“Per capire come mai la rana ucraina- un paese senza arte, parte e identità sul cui suolo passano dei gasodotti- venga gonfiata fino all’inverosimile dai principali media del mondo e perché gli Stati Uniti premano tanto sulla U.E. perché sanzioni la Russia inimicandosela, bisogna fare un breve corso di storia e di geopolitica di cui anticipo le conclusioni in corsivo per chi non avrà la pazienza di leggere l’intero testo e che ci porterà a constatare come la geopolitica tedesca, da Bismarck in poi, non abbia mai cambiato direzione se non durante la parentesi della costruzione europea post 1945. Esistono forti correnti economiche e di pensiero che pensano di cambiare registro e gli USA si preoccupano di eventuali scelte geopolitiche indipendenti tedesche. Continua a leggere

DAL NOSTRO AGENTE A LONDRA. IL VOTO È STATO ” SELF HARMING” ( ovvero: il dispetto del marito). GLI AGRICOLTORI CHE HANNO VOTATO CONTRO, SENZA CONTRIBUTI DALL’EUROPA.

Ecco un memorandum sulla scissione inglese stilato da un italiano da venti anni attivo sulla piazza di Londra.  Lo pubblico integralmente per lasciare intatta  la fragranza . Le sottolineature in rosso sono mie.

1. Naturalmente qui hanno giocato molti fattori, interni ed esterni, in particolare ”last but not least” la incredibile lentezza dell’azione europea degli ultimi anni (vedi economia ed immigrazione) troppo dominata da merkelismo e visione basata sulle regole. Continua a leggere

LA GERMANIA E LA RUSSIA SEGUONO LA POLITICA DI BISMARK, NON LE SANZIONI. I LANDER VANNO A MOSCA PER FARE AFFARI. di Antonio de Martini

La politica delle sanzioni impedisce al presidente della DUMA, il Parlamento russo, Sergey Naryskin,  di viaggiare ed essere ricevuto in occidente.

Per questa ragione, gli occidentali vanno da lui. In processione. Tedeschi in testa.               Naryschin, ha appena ricevuto una  folta rappresentanza di deputati  eletti tedeschi molto nutrita alla quale ha assicurato che l’Ucraina non è nelle mire russe ” altrimenti la occuperemmo in quattro giorni”. Continua a leggere