La politica delle sanzioni impedisce al presidente della DUMA, il Parlamento russo, Sergey Naryskin, di viaggiare ed essere ricevuto in occidente.
Per questa ragione, gli occidentali vanno da lui. In processione. Tedeschi in testa. Naryschin, ha appena ricevuto una folta rappresentanza di deputati eletti tedeschi molto nutrita alla quale ha assicurato che l’Ucraina non è nelle mire russe ” altrimenti la occuperemmo in quattro giorni”.
Vladimir Putin, abitualmente riceve solo capi di stato o di governo, ma per Wolfgang Buchele, presidente della commissione per le relazioni economiche con l’Europa dell’Est, ha fatto una eccezione e non è la sola.
Il divieto di viaggiare in Occidente vale solo per i russi colpiti dalle sanzioni nominativamente, ma non vale, non può valere, per gli occidentali.
I tedeschi ne approfittano più degli altri e stanno andando in processione anche i presidenti dei Lander tedeschi: Horst Seehofer ( CDU), ministro Presidente della Baviera e tra i più quotati alla successione di Angela Merkel, ha anche lui incontrato Vladimir Putin e la cosa non ha mancato di fare rumore.
Bodo Ramelow, ministro presidente della Turingia ( Die linke)si è portato appresso addirittura una delegazione di 40 imprenditori ed ha visitato – oltre a Mosca – Kazan, tanto per render chiaro l’interesse della sua regione a commerciare e impiantare industrie nelle steppe. Reiner Haseloff ( CDU) ministro presidente della Sassonia-Anhalt ha incontrato l’Ambasciatore russo a Berlino, lasciando intendere apertamente di essere contrario al rinnovo delle sanzioni.
Anche l’Austria si è messa sulla stessa lunghezza d’onda: Il pellegrinaggio è stato compiuto a fine aprile dal Presidente uscente Heinz Fisher, accompagnato da quattro ministri, con il Presidente della Camera di Commercio di Vienna. Si è così scoperto che oltre 1200 aziende austriache hanno legami economici con la Russia.
Se a questo quadro si aggiunge che l’Olanda ha bocciato – con un referendum – l’accordo commerciale tra UE e Ucraina e che sia la Francia che l’Italia si sono dette ripetutamente favorevoli quanto meno ad attenuare il regime delle sanzioni, il quadro è chiaro: la Sanzioni le vogliono solo i paesi satelliti est europei che aspirano ad avere aiuti economici dagli USA e temono un ritorno dell’egemonia russa sul loro territorio.