KAMIKAZE? NO, HIKIWAKI. IL GIAPPONE SI DISALLINEA. GLI USA FANNO FINTA DI NIENTE. di Antonio de Martini

Una storiella sconcia riassume bene l’odierno atteggiamento USA verso il Giappone. Domanda: che differenza tra meraviglia e stupore? Risposta: la meraviglia è la prima volta che non riesce la seconda. Lo stupore è la seconda volta che non riesce la prima.

Agli USA sta accadendo lo stesso: dopo la meraviglia del viaggio del 2013 a Mosca, siamo adesso allo stupore di Washington per il secondo viaggio a Mosca. E loro sono il partner passivo.

Infatti,nelle scorse settimane, il Giappone ha dato segni di vita. Indipendente.

Accerchiata dalle sanzioni economiche più pesanti di quanto appaia, la Russia ha iniziato a reagire sotto forma  di “un contrattacco strategico inatteso”.                                                Prima ancora di forzare sulla Germania ( ne parleremo tra poco), ha abbordato il premier giapponese Shinzo Abe dalla parte più sensibile: le Isole Curili.

Si tratta di sessanta isole posizionate tra Giappone e isola di Sakalin con la quale Russia e Giappone fecero a cambio nel 1857. Il Giappone ne vorrebbe indietro quattro, le più meridionali,  vicine alle isole nipponiche ( a Hokkaido) che i russi requisirono alla fine della guerra mondiale e poiché il trattato di pace non fu mai firmato, la questione è ancora  irrisolta.

In più l’amico  – ormai rivale – Medvedev nel 2010 ebbe l’idea di visitare questo possedimento russo sollevando un vespaio specie in Giappone.

Una sistemazione di questo contenzioso consentirebbe a Putin di dare un colpo al cerchio interno  ( Medevedev) ed alla botte americana, ottenendo una incrinatura del fronte delle sanzioni ( specie da parte tedesca), una vittoria diplomatica contro la memoria stalinista del dopoguerra ed un partner economico importantissimo per lo sviluppo dell’Estremo Oriente russo, quello stesso che Madeleine Albright concupiva sostenendo che non poteva essere lasciato in mani russe inadatte a sfruttarne le immende potenzialità energetiche.

Certo, Abe, da sindaco di Tokio, lanciò una sottoscrizione nazionale per comprare un paio di isolotti sotto controllo cinese raccogliendo un miliardo di dollari e assumendo la leadership nazionale.

Se riuscisse a riprendere le quattro Curili meridionali, ne avrebbe un ritorno  di immagine  notevolissimo. Se a questa considerazione di immagine si aggiunge che il Giappone ha disperato bisogno di assicurarsi l’approvvigionamento energetico che abbonda in Russia e affrancarsi dalle incerte fonti saudite e del Golfo, il quadro è completo.

Sono così nati una serie di progetti imperniati sullo sviluppo congiunto della zona ( e del porto) di Vladivostok ed una seconda visita ufficiale a Mosca del premier Giapponese.

La parola d’ordine russa è un termine giapponese “ Hikiwaki” e vuol dire ” pareggio”. Quel che la Russia offre ( lo ha detto all’ex premier YOSHIRO MORI inviato da Abe a suo tempo  in avanscoperta) è la stipula di un trattato di pace senza vinti ne vincitori.

Per un revanscista irredentista come Shinzo Abe è il non plus ultraPer la Russia di Putin, il problema da risolvere è come garantirsi il dispiegamento della flotta del Pacifico in assenza del controllo della rotta più agevole.

Per ora la reazione americana è stata espressa da un cautissimo comunicato del Dipartimento di Stato facente appello alla ” unione”.  Non si sono ancora ripresi.La prima reazione è stata affidata a Chuk Hagel ( ex capo del Pentagono) che ha parlato di una ripresa della guerra fredda “se USA e Russia continuano senza incontrarsi”.

Certo, se l’alleanza economica russo-giapponese si ampliasse e si aprisse una prospettiva politica, per gli USA sarebbe una seconda Pearl Harbour, senza però un buon motivo per reagire militarmente e con gli alleati europei in posizione  quanto meno ambigua.

Se invece gli USA togliessero le sanzioni ai russi in cambio di un rapporto a tre…..

 

 

 

 

 

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Commenti

  • Arnaldo Ferrari  Il Maggio 22, 2016 alle 7:45 am

    Aspetto geopolitico russo giapponese mai accennato dai giornalai sussidiati di casa nostra. Grazie per aver allargato i miei orizzonti. Buona domenica.
    Arnaldo Ferrari

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