Oggettivamente è un evento: Per la prima volta in anni di presenza nel mondo dei media, un organo di stampa tradizionale ” LA STAMPA” cita un mio lavoro. Scrivendo dei luoghi comuni che alterano la verità sulla prima guerra mondiale, il giornalista ANDREA CIONCI cita una intervista video che ho fatto al colonnello Continua a leggere →
Nel centenario della nostra entrata nella prima guerra mondiale, il presidente Mattarella ha esortato ad approfondire la ricerca storica. Ecco un interessante contributo.
Carlo Cadorna, figlio del comandante volontari della Libertà e comandante militare della Resistenza ( nonché membro fondatore del movimento NUOVAREPUBBLICA), forte dell’archivio di famiglia ci spiega la genesi della vicenda della ritirata da Caporetto al Piave vissuta in prima persona da suo nonno, la storia dell’accusa di viltà mossa ad alcuni reparti ( e non soldati) che fu di fonte governativa e non uscì dalla penna di Cadorna ecc..
Viene presentato anche il libro di Marco Zenatelli ” Breve storia di un colpo di stato dalla triplice al patto di Londra” ( ed Gaspari) dal quale si evince che l’entrata in guerra fu decisa e attuata da tre persone annidate al Quirinale e contro la maggioranza del Parlamento che era neutralista e i militari furono informati a cose fatte.
il 25 aprile l’ho sempre vissuto come un giorno di festa: primavera e vacanza a scuola. Crescendo ho capito che aveva due altri aspetti: uno di politica internazionale e uno nazionale.
Sul piano internazionale, il mondo intero la ha vissuto come la fine della Guerra e delle sofferenze, un po come la notizia di Vittorio Veneto che diede il la alla pace anche nel primo conflitto mondiale anche se si trascinò per qualche giorno in Europa e per quattro mesi in Estremo Oriente. Continua a leggere →
http://corrieredellacollera.com L’Amico Marco Reis ha mandato un brillante post circa l’agibilità della nostra Costituzione.
Parla di corda in casa dell’impiccato. Dal1964 continuo sulla via tracciata da Pacciardi, Maranini, Cadorna, Tomaso Smith, chiedendo una revisione della Costituzione per far partecipare alla politica il grande assente: il popolo.
Dove non sono d’accordo con Reis, è sulle cause della mancata riforma.
Egli sostiene che si tratti di follia. Io ritengo si tratti di furbizia.
Ripubblico il post del 9 novembre 2010 in cui Giano Accame presenta per il Presidenzialismo con un excursus che mi pare stia per tornare utile a quanti vogliano seguire l’attualità che si preannunzia..
Gli chiesi un pezzo per ” Il Corriere della Collera” e lui mi diede questo suo articolo scritto in memoria degli sforzi fatti per una Repubblica che ha aspettato per tutta la vita.
”
L’attivarsi del dibattito sul presidenzialismo è di buon auspicio per il 2009, un anno che potrebbe finalmente portare positive riforme nella seconda parte meccanica della Costituzione. Vi sono infatti obiettivi tra i più avanzati e apprezzabili nella prima parte programmatica della Costituzione la cui applicazione è rimasta carente anche perché i meccanismi istituzionali approvati a suo tempo dai costituenti ci hanno dato dei poteri democratici troppo deboli.
Della pazienza degli italiani, avremo modo di trattare più volte.
Notiamo per ora che il record del 1968 di otto ministri in carica e due presidenti di regione titolari in contemporanea di ” avvisi di reato” come si diceva allora, non è stato più eguagliato.
I commentatori – salvo i morti, sono gli stessi di allora – insistono a dire che la pubblica moralità è in ribasso.
Visto che , ormai lo hanno capito anche i piu ingenui , tutti – nessuno escluso – rubavano allora e continuano a rubare oggi , l’unica cosa che è veramente in ribasso, ritengo sia l’efficienza dei carabinieri e della magistratura che cominciano dare vistosi segni di cedimento.
In quell’anno , Randolfo Pacciardi – unico deputato – il sottoscritto e sessantatremila cittadini chiesero di creare una Nuova Repubblica come quella che si vagheggia oggi.
Fummo azzittiti ( niente TV ) . Agli altri, la Repubblica stava bene così. Molto bene.
L’indignazione odierna di molte vergini dai candidi capelli come Scalfari Eugenio, Continua a leggere →
Al mio post del 31 gennaio , il sig Cavallaretto1 mi ha scritto in un commento una assennata considerazione che merita una risposta più ampia di quanto non abbia fatto nella risposta diretta, forzatamente succinta.
Egli si e’ detto contrario alle dimissioni del governo Monti perché ritiene che io parteggi per un ritorno di Berlusconi e perché i ministri dell’attuale governo lavorano seriamente.
Non mi e’ mai passata per la testa di vedere Berlusconi a palazzo Chigi e tutti i miei post lo testimoniano.
La ragione per cui Monti deve dare le dimissioni – ci ho aggiunto anche quelle del presidente Napolitano – e’ che ha impostato una strategia , condivisibile, ma ha fallito.