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LA STRATEGIA USA NEL MONDO RACCONTATA DA GEORGE FRIEDMAN NEL 2015 E DA ME NEL 2022

George Friedman é il miglior analista strategico vivente negli USA, fondatore e direttore per parecchi lustri dell’agenzia STRATFOR che ha offerto i migliori approfondimenti fino a che l’ha diretta personalmente.

Nel 2015 in una conferenza a Chicago, tra esperti, ha spiegato la strategia generale degli Stati Uniti per mantenere l’egemonia mondiale. Ecco in inglese, con sottotitoli in francese, in un filmato You tube estratti della sua visione, mai contestata da alcuno. Lascio a lui il compito della illustrazione dei principi che considero realistica e solidamente fondata.

Una prova di quanto qui detto e previsto é certamente il conflitto ucraino e il successivo atteggiamento americano nei confronti della Unione Europea e della Brexit. Se ne deduce che interpretare correttamente gli avvenimenti e le scelte riguardanti il conflitto ucraino é di importanza vitale per noi e per il futuro del continente.

CAPIRE LE LEZIONI DELLA NUOVA GUERRA UCRAINA

L’alluvione di chiacchiere, sovente mendaci, vanitose o inconcludenti, specie in Italia da parte di coloro che non sono riusciti a collocarsi come esperti di pandemia, ha impedito a una pubblica opinione distratta dall’endemico qualunquismo, di ascoltare le poche considerazioni logiche e a mente fredda sulle ragioni dello scontro, sulle strategie e sulle tattiche impiegate e identificare, distinguendo, quali siano gli interessi rispettivamente degli USA, dell’Europa ( EU) e dell’Italia.

Si naviga a vista, annaspando tra l’etica a buon mercato e la speranza di non essere creduti. Sempre più vero il detto che ” é difficile far capire qualcosa ad un uomo quando il suo stipendio dipende dal non capire.”

Di conseguenza abbiamo i “no war “che si affiancano ai “no vax” e i possibilisti che non comprano più i quotidiani per non farsi imbottire di comunicati – diretti e indiretti- emessi da scarti di leva anche professionale, privi di esperienza militare, digiuni di geografia, di storia e privi di conoscenza delle lingue più utili ( inglese, ucraino e russo), senza quindi accesso diretto alle fonti.

I cattolici, guerrafondai per non perdere il posto in Rai, stati messi in fuori gioco dall’intervento del Papa e i fautori della NATO hanno strillato tanto tempestivamente e tanto in falsetto da far capire a tutti che i ragazzi del coro erano stati istruiti con cura, ma con tonalità da stadio.

Proviamo a mettere ordine nel buio in cui brancoliamo noi italiani ?

GLI ANTEFATTI

Per facilitare la comprensione di fatti e antefatti sfuggiti ai più, ecco qui sotto, a disposizione per consultazione, una serie di links di questo blog ( ma ce ne sono anche altri che mi sono stancato di radunare. Potete cercarli clikkando in alto a sinistra nella finestra ” cerca”) che vi riportano al 2014 e alle omissioni dei media italiani. La crisi era prevista e prevedibile, l’intervento armato russo più volte minacciato. Nessuno se ne é preoccupato. Nessuno ha capito che una guerra in Europa, avrebbe significato la perdita dell’ubi consistam della Unione Europea, diventata l’avatar della NATO.

La disinvolta smentita al primo solenne ” mai più guerre in Europa” pronunziato dal 1945 in poi da ogni singolo politico del continente, implica fatalmente una perdita di credibilità anche dell’altro “ mai più” che in questi giorni riecheggia per ogni dove sulla shoà. Presto tradiranno anche quello.

https://corrieredellacollera.com/2014/02/25/ucraina-prima-pedina-della-teoria-del-domino-o-prova-di-una-nuova-yalta-a-geometria-variabile-di-antonio-de-martini/

https://corrieredellacollera.com/2014/02/28/ucraina-tra-usa-e-russia-con-germania-mezzana-dalla-ribellione-alla-secessione-a-di-antonio-de-martini/

https://corrieredellacollera.com/2014/02/15/la-sfida-usa-russia-per-lucraina-intanto-pagano-i-paesi-brics-con-svalutazioni-selvagge-brasile-india-cina-sud-africa-di-antonio-de-martini/

https://corrieredellacollera.com/2014/03/14/la-russia-riponde-allamerica-con-una-proposta-globale-di-sfruttamento-economico-sostenibile-dellasia-sebastopoli-e-ormai-come-sagunto-ma-questa-volta-io-tifo-per-annibale-di-antonio-de-marti/

https://corrieredellacollera.com/2014/03/02/crisi-ucraina-in-crescendo-per-supplire-alla-impossibilita-militare-di-intervento-n-a-t-o-e-soddisfare-la-fazione-bellicista-di-antonio-de-martini/

https://corrieredellacollera.com/2014/03/08/ancora-su-ucraina-italia-stati-uniti-ma-scomodiamo-carl-schmitt-e-la-grande-bellezza-scegliete-di-antonio-de-martini-e-massimo-morigi/

Le ragioni della scelta del punto di attacco all’impero russo

A) La ragione principale é che l’Ucraina si prestava come zona di scontro ideale per via dell’esistenza di una resistenza ed un odio sordo accumulati durante gli anni della industrializzazione forzata che ha distrutto la piccola proprietà agricola e il latifondo, per dare vita a grandi complessi industriali ormai cadenti; l’esistenza di reduci della guerra mondiale che avevano combattuto con la Wehrmacht e anche con le SS contro l’odiato Stalin (oltre 250.000 uomini, ottocentomila se consideriamo logistica e retrovie), la continuità nel tempo dell’organizzazione Gehlen e dei partigiani nazionalisti, che fornirono subito dopo la concessione dell’indipendenza, una base storica e politica all’aspirazione, legittima, dell’Ucraina ad allontanarsi dalla sua ex potenza coloniale. Meglio avere il padrone a novemila Km da Kiev che a novecento. Il contrasto tra queste due Ucraine ha fornito il brodo di coltura dello scontro cui ha contribuito la generale corruttela del paese, la sua relativa vicinanza a Mosca, gli errori politici di Nikita Krusciov che fece tutta la sua carriera politica come segretario del partito ucraino e che cercò di ammansire gli ucraini con particolari riconoscimenti e annacquare il loro nazionalismo con attribuzioni di territori russofoni ( Crimea e e Donbass ) all’Ucraina con una rettifica delle frontiere verso est immettendo alcuni milioni di russi. Riteneva impensabile una secessione.

Anche il fatto che l’urto militare sia stato iniziato – e maldestramente- dai russi ha giovato alla narrativa propagandistica americana, lungamente preparata e ammirabilmente dispiegata.

B) I rapporti privilegiati dell’URSS ( che fu il primo paese a riconoscere il nuovo stato ebraico) con lo stato di Israele e il via vai creatosi con l’autorizzazione all’emigrazione, rese il paese facilmente permeabile in entrambi i sensi quella frontiera rispetto ad altre ( es il Caucaso) da parte di elementi estranei. Anche la presenza sul territorio ucraino di significative minoranze polacche , rumene e ungheresi facilitavano la creazione di spinte centrifughe.

C) la vicinanza – a partire dal 1990/91- delle frontiere occidentali e segnatamente quella polacca.

D) La riconosciuta validità della “ strategia Schulenburg“, dal nome del capo del “Dipartimento 13” del ministero degli esteri del Reich incaricato di amministrare i territori russi occupati che ha costituito un precedente. Si legga ( editore SugarCo) “Fra Hitler e Stalin” di Hans von Herwarth, segretario di Schulenburg miracolosamente scampato alla forca.

Schulenburg, dopo anni di vita in Russia, dove era nato, elaborò e mise in opera l’idea che “per battere i russi, servono altri russi e ogni guerra alla Russia, per riuscire deve essere trasformata da guerra in guerra civile”. La strategia ebbe successo, tanto che Hitler ne frenò il reclutamento per eccesso di riuscita perché – contrastava con la filosofia nazista degli untermenschen slavi – e, scoperto che Friederik Schulenburg ( e il suo interfaccia militare Claus Von Stauffenberg) erano anche l’anima dell’attentato del 20 luglio 1944 , impiccò tutti, fornendo un alibi antinazista postumo agli USA per utilizzare le reti clandestine create durante la guerra dai tedeschi.

In questa mia intervista a un canale you tube di qualche settimana fa, cerco di illustrare la situazione.

n parole povere entrambi i contendenti sul terreno hanno accettato la sfida ed entrambi hanno fallito nella speranza di realizzare vittorie lampo. Siamo allo stallo. Nel primo conflitto mondiale i contendenti impiegarono quattro anni ad accorgersene.Nel secondo i tempi si allungarono per via dell’imposizione della resa senza condizioni che costrinse a combattere fino alla fine. Oggi si cerca di prolungare la guerra fornendo armi e illusioni all’Ucraina, ma evitando il coinvolgimento diretto.

Lo scopo degli USA é provocare un salasso di uomini e denari fatale alla Russia, farla diventare – uso le parole che Winston Churchill pronunziò a proposito nelle rappresaglie provocate dagli inutili attentati del SOE britannico – “ il popolo più odiato d’Europa” con drammatici resoconti di “bombardamenti sulla popolazione inerme” ( che però la propaganda dipinge come intrepido e destinato alla vittoria) e soprattutto – come spiegato da Friedman nel suo video– per scavare un abisso di morti e inimicizia tra la Germania e la Russia che abbinando tecnologie e risorse naturali relegherebbero gli USA a potenza di terza fila.

COSA SUCCEDE ADESSO: L’ALLARGAMENTO?

Nel suo sforzo di far durare la guerra gli USA rischiano di estenderla in direzioni non volute distruggendo quel che resta della Unione Europea, già mutilata della secessionista Gran Bretagna, certamente incoraggiata dal governo d’oltreatlantico. Altri sono pronti a seguire, come il gruppo di Visegrad ( filo britannico, composto da Repubblica Ceca ( che ha appena eletto presidente ìl’ex comandante NATO, Slovacchia, Polonia e l’Ungheria) e l’Italia che litigando con pretesti speciosi con la Francia, tendono a isolare Francia e Germania che sono state il nucleo motore della maldestra costruzione europea che va smantellata per evitare che seguano la Germania nella marcia verso est. Quanto conti l’Europa per gli USA, é dimostrato dall’ormai famoso ” fuck Europe” della plenipotenziaria del Dipartimento di stato, Victoria Nuland intercettata durante la predisposizione del governo filo NATO uscito dalla ” rivolta di piazza Maidan.

Continuare ad alimentare la guerra anche con sole armi e denari, comporta – oltre al pericolo di sfaldamento della coalizione occidentale – il rischio concreto di essere bombardati proprio come é accaduto nei giorni scorsi all’Iran che é apparso – negano, ma non vengono creduti – come il fornitore di armi ( Droni a basso costo e in gran numero per saturare le difese elettroniche) della Russia. Chi la fa, l’aspetti e l’anello più debole della NATO ( siamo chiamati a Bruxelles, ” l’anello di spaghetti”) siamo noi italiani.

Le punzecchiature polemiche di Putin e Medvevdev all’Italia servono a polemizzare senza attaccare la Germania che viene trascinata quasi a forza nel campo occidentale, mentre Svezia e Finlandia , consce di rappresentare un possibile prossimo fronte, hanno di molto raffreddato il loro entusiasmo verso l’adesione alla NATO e hanno inscenato roghi del Corano – e ammesso ufficialmente di finanziare il PKK – per passare la patata bollente del rifiuto a Erdogan che pur di essere protagonista accetta anche parti di ” cattivo”. La Turchia, bastione militare dell’ala destra dello schieramentoNATO, é già ostentatamente neutrale e l’unica che si adopera per trovare scappatoie negoziali. Al pericolo di allargamento dello scontro al contenzioso Serbia-Kosovo, ho dedicato un articolo tre giorni fa. In Israele sono ripresi gli scontri cruenti coi palestinesi e il Papa , quando invoca la cessazione delle ostilità ormai chiede tregua ” su tutti i fronti”.

IL RIDIMENSIONAMENTO USA?

Per parte loro, i russi hanno dato cenno, prima di volontà di prolungamento dello scontro con il reclutamento di 300.000 riservisti, adesso di prepararsi all’allargamento del conflitto con la chiamata alle armi di altri cinquecentomila uomini, ma dettaglio trascurato volutamente dagli occidentali, l’allarme nucleare lo ha dato alle truppe del Pacifico, dando a intendere che mira a rappresaglie casomai verso gli Stati Uniti e non verso l’Europa.

Gli resta da capire che gli USA non possono essere colpiti nel portafoglio, dato che stampano dollari senza limiti, ma che devono essere colpiti nell’immagine e nel prestigio come fece Ben Laden con un attacco nel cuore di Manhattan.

La Marina americana si vanta di essere la regina degli oceani come l’Inghilterra di un tempo, ma non vedo nuovi Nelson all’orizzonte. Il comandante della V flotta USA ( di stanza a Bahrein) si é suicidato di recente e la flotta del Pacifico é in ristrutturazione dopo una serie di incidenti degni della scoperta della tomba di Tutankamon.

Una iniziativa, la meno cruenta possibile, che chiuda il canale di Panama separando flotte e oceani, oppure nello stretto di Hormuz ( golfo persico) che interrompa il 30% dei flussi di greggio del mondo, distruggerebbe la politica dell’embargo e il presto dell’America in uno con le residue speranze di Biden di restare alla Casa Bianca.

SCELTE PER L’EUROPA E L’ITALIA.

Tra una Europa strutturata come oggi e gli USA, credo la scelta di giocare la carta americana sia obbligata, a condizione che sia a fronte di contropartite militari, politiche ed economiche concrete e non promesse all’inglese.. Diversa sarebbe la situazione in cui il direttorio franco tedesco si rendesse conto della necessità di riconoscere l’importanza politica, strategica ed economica di spostare il baricentro verso il sud e il mediterraneo con un ruolo centrale a Italia, Spagna, eTurchia, nonché al Maghreb che secoli di corteggiamento e le presenti risorse minerarie rendono omogeneo con noi.

L’Italia potrebbe intanto dare un segnale di serietà rinunziando da subito all’accordo con Inghilterra e Giappone per progettare l’aero da combattimento del futuro. Che senso ha dire che siamo un paese serio che tiene fede alla parola con gli alleati, quando si progetta “l’aereo del futuro” con due paesi estranei alla UE mentre si progetta contemporaneamente di “diventare l’hub energetico del centro europa? Che senso ha privarsi di una delle cinque( inadeguate e insufficienti) batterie antiaeree con cui dovremmo difendere l’intero territorio italiano per regalarla a un paese che viene bombardato da oltre un anno ( stando a quanto detto dai media)…Che senso ha annunziare previsioni economiche quando si sono sbagliate tutte quelle fatte negli ultimi venti anni? Che senso ha che il Consiglio supremo di Difesa chieda alla NATO un rafforzamento dell’ala sud dell’alleanza quando in contemporanea mandiamo i nostri carri armati nel nord Europa e i nostri aerei in Romania?

Ecco , la nostra presidente del Consiglio Meloni, fa bene a non voler scimmiottare il fascismo, ma dio ci salvi se intende (o intendono?) scimmiottare il ” La guerra continua” di Pietro Badoglio buonanima.

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IL PRECEDENTE DI UKAUS ( CONTRO LA CINA) SI CHIAMO’ ABDA (CONTRO IL GIAPPONE)

La Francia definisce Londra ” quinta ruota del carro”, accusa Washington di Menzogne e parla di crisi grave che avrà ripercussioni sulla riunione NATO di Madrid a ottobre.

Manifesto USA del 1943, quando l’area e il comando ABDA erano ormai disciolti, per stimolare l’arruolamento nella specialità sommergibilisti. L’immagine allude all’affondamento di una portaerei da parte di un sommergibile, ma la gran mattanza di Midway fu dovuta agli aerosiluranti.

” Parecchie decine di migliaia di parole nei codici più segreti erano state scambiate telegraficamente tra i governi di Gran Bretagna, Stati Uniti, Paesi Bassi, Australia, Nuova Zelanda, India e Cina per creare il comando ABDA col generale Archibald Wavel come comandante supremo.” Con queste parole Winston Churchill inizia il capitolo delle sue memorie riguardante l’attività del comando ABDA. ( W.Churchill: La seconda guerra mondiale, parte IV, vol II, pag 162)

La creazione di questo comando fu dovuta all’entrata nel conflitto degli Stati Uniti e del Giappone che diedero così un carattere mondiale alla guerra che divampava da più di un anno nell’emisfero settentrionale. L’entrata degli USA nel conflitto pose agli alleati problemi che l’Inghilterra e l’URSS – dati i teatri di operazione nettamente separati- non avevano dovuto affrontare, primo tra tutti il coordinamento operativo. In realtà, una contiguità si era verificata nella occupazione congiunta dell’Iran che fu invaso dagli anglo-sovietici con una operazione simile alla occupazione della Polonia , ma benché Churchill avesse promesso più volte a Stalin il rinforzo di due divisioni indiane, si guardò bene dall’ottemperare.

All’indomani dell’attacco a Pearl Harbour del 7 dicembre, Churchill decise di recarsi negli USA per affrontare e risolvere i problemidi coordinamento e cooperazione che si ponevano ( e che la triplice anticomintern non affrontò mai) e per assumere un ruolo guida nell’alleanza. Partito il 12 dicembre sull’incrociatore “Duke of York” con i capi di SM, si accorse che gli americani avevano idee chiare e un dettagliato piano di azione già pronto:

Gli Stati Uniti ritenevano ( e ritengono tutt’ora ndr) di essere strategicamente inattaccabili sul versante atlantico, non esistendo su quelle sponde, alcun nemico, attuale o potenziale, in grado di infastidirli, mentre sul Pacifico si affacciavano i due principali nemici della sicurezza e prosperità americana: Il Giappone e la Cina.

Più che piano d’azione strategica, gli USA approntarono un “metodo di lavoro”chiaramente ispirato al modello del Comando Unificato del Maresciallo Ferdinand Foch. Tale metodo di lavoro viene dagli Usa considerato tutt’ora valido. L’ultima sua applicazione é riscontrabile nel recente progetto NATO di Forza Multilaterale.

Queste pagine le ho tratte, pari pari, dalla mia tesi di laurea – anno 1966- ( La politica di guerra nell’area ABDA) relatore il prof Mariano Gabriele, che ho saputo da Virgilio Ilari con piacere essere ancora vivo, e che dipinge sinteticamente la situazione attuale: Gli anglosassoni sono stanchi ripetitori delle formule giudicate valide, ma temo che questo sia un loro giudizio temerario.

La conferenza, denominata in codice “Arcadia” fu tra le più fruttuose del conflitto: si definirono le linee strategiche della guerra, la priorità degli interessi inglesi nel mediterraneo e di quelli americani nel Pacifico, i rifornimenti alla Unione Sovietica, il grado di pericolosità degli avversari ( si decise di sconfiggere la Germania per prima, poi il Giappone e , buona ultima, l’Italia).

L’OBBIEZIONE DI CHURCHILL

Harry Hopkins , consigliere del Presidente Roosevelt, avvertì Churchill durante un ricevimento, che l’indomani gli sarebbe stata fatta ” una proposta interessante”. Nella riunione del giorno 26 la proposta venne presentata dal capo di Stato Maggiore Generale, Marshall e consisteva nella creazione di un comando misto, sul tipo di quello del Maresciallo Foch nel 1917/18 che sovrintendesse a tutta la parte di territorio ancora non occupata dai giapponesi, fino all’India esclusa.

Churchill ribatté immediatamente che la soluzione prospettata non gli sembrava ” né pratica né desiderabile”. aggiunse inoltre che l’unità di comando essere un’ottima cosa quando si ha una linea di fuoco continua – come nel caso francese dai Vosgi al mare- ma, nell’estremo oriente, alcune delle forze che potevano venire trovarsi sotto lo stesso comando, sarebbero state lontane tra loro mille e più miglia. Dopo febbrili consultazioni e un colloquio privato tra Churchill e Marshall il premier inglese accettò ila proposta il 28 dicembre. La lettera di Churchill al lord del sigillo privato é un capolavoro diplomatico di ego-nazionalismo. Vi consiglio di leggerla nelle sue memorie, anche per chi fosse interessato agli aspetti tecnico-militari della vicenda.

Appena costituito il comando ABDA– Wavel prese il comando il 7 gennaio– fu manifesta , oltre alla mancanza di mezzi, la mancanza dei presupposti di collaborazione date le divergenze di interessi, i sospetti reciproci, gli egoismi strategici già citati a proposito di Churchill, e la disarticolazione tattica che fu fatale all’ammiraglio Doormann ( olandese) nominato comandante della squadra navale incaricata di fermare l’invasione di Giava e del Borneo. Gli americani contribuirono con il maggior numero di mezzi ( una quasi portaerei male in arnese ( Langley) tre incrociatori pesanti, tredici cacciatorpediniere, ventotto sommergibili e naviglio minore, ma con un ammiraglio in capo olandese, come il comandante della flotta, ufficiali di quattro nazionalità differenti, senza affiatamento e poca copertura aerea il disastro era prevedibile.

Il 1 marzo il comando ABDA aveva cessato ogni attività e inglesi e americani, interpellato ciascuno il proprio governo e senza informare gli alleati minori ( Olandesi e australiani), fecero ripiegare le forze restanti verso l’India e Ceylon, mentre i caccia USA avevano già abbandonato il campo verso l’Australia.

MUTATIS MUTANDIS

Riportandoci ai giorni nostri, l’accordo, sotto le mentite spoglie di un comando militare, nasconde l’eliminazione di un concorrente industriale scomodo che si era aggiudicato una commessa da 56 miliardi di euro e che desiderava avere un ruolo importante nella zona definita di interesse prioritario degli Stati Uniti già dal presidente Obama..

Il segnale forte é stato recepito male dai francesi perché mira a dare una sorta di avviso di sfratto ai suoi possedimenti ( Nuova Caledonia e Polinesia) con oltre un milione e mezzo di cittadini francesi; perché l’Australia ha dimostrato di non aver accantonato il contenzioso con la Francia a proposito degli esperimenti nucleari e perché l’Inghilterra ha trovato il modo di vendicarsi per la guerra dei merluzzi tra i pescatori francesi e gli inglesi.

Gli Stati Uniti non intendono preparare la guerra ; il fatto nuovo piuttosto consiste nella cooptazione dell’Australia nel BRINKMANSHIP americano verso la Cina ( una serie di azioni quasi violente come per muovere guerra, destinate a intimorire l’avversario e indurlo a fare proposte di compromesso più vantaggiose) e non é chiaro se l’Inghilterra abbia avuto in questo un ruolo o se si sia inserita per non dimostrare al mondo di aver perso il controllo di un paese del Commonwealth a favore del grande fratello yankee. L’Australia ci guadagna una tecnologia di propulsione nucleare finora inibita ai paesi più piccoli ( e all’Italia) e andrebbero approfondite le motivazioni neozelandesi che finora, in materia di Difesa aveva marciato in sintonia con l’Australia.

Di certo, l’accesso alla tecnologia nucleare, sia pure di propulsione e non strettamente militare era stata un tabù per i paesi dell’area e i timori giapponesi di fronte alle iniziative nucleari nord coreane erano stati fugati dagli Usa con assicurazioni, ma adesso – specie dopo che l’ambasciatore francese a Seul ha lasciato intendere che la Francia starebbe trattando con la Corea del Sud in materia, il Giappone sarà difficile da rassicurare con le parole.

i duecentodieci esperimenti nucleari svolti dalla Francia tra Oceania e Sahara fanno di lei un partner capace di cedere questa tecnologia strategica a più di un governo.

Il prezzo da pagare per aver fatto una eccezione alla non proliferazione nucleare , per Joe Biden potrebbe essere ben più caro che quello della espansione commerciale della Huawei.

Di certo, Macron ha bisogno di un successo diplomatico – o industriale- immediato prima delle elezioni e la cessione di tecnologie nucleari, militari o logistiche hanno tempi lunghi. Secondo me, la Francia ridimensionerà – per questa volta- la propria insoddisfazione che resta intatta, ma chiederà un risarcimento di peso.

Ma deve considerare che gli USA nel Pacifico stanno promuovendo proprio quel che lei propone in Europa: una forza di intervento rapido a livello di scacchiere. ma entrambi non hanno la capacità di assiemare forze dotate di una unica volontà politica che é la conditio sine qua non del successo e della vittoria.

TRA EUROPA E TURCHIA UN RAPPORTO TORMENTATO MA ORMAI NECESSARIO

DI ANTONIO de MARTINI

Sorrido alla domanda che spesso mi fanno ” ma la Turchia fa parte della nostra storia?”La partecipazione degli ottomani ( meglio definirli così per ragioni che spiegherò in questo post) alla storia europea data da più di tre secoli.

Cominciò Francesco I di Francia – sua madre era Caterina de’Medici– a rompere il tabù che con gli infedeli non ci si allea. Ci si alleò in funzione antiasburgica. E fu da allora che, nel gioco degli equilibri continentali, la carta ottomana divenne un prezioso Jolly e l’ago della bilancia della politica europea.

Molti storici sostengono che fuma lì che iniziò la decadenza: proprio per via di questi contatti con una civiltà tecnologicamente superiore che inibì questi feroci guerrieri venuti dall’Asia.

Illuminata durante il Ramadan la Istanbul la Moschea della Sultana

Gli storici litigano per indicare la data di inizio della decadenza del grande impero ottomano ( meglio dire ottomano piuttosto che turco perché i turchi erano l’etnia armata ma non egemone. Othman era il capostipite del clan turco che invase quelle terre e diede il nome alla dinastia regnante che, sorprendentemente, amalgamò tutti i popoli della Asia, Africa, Balcani e il Levante latino).

Alcuni studiosi – specie turchi- sostengono che la decadenza iniziò nel 1553 quando Solimano il Magnifico fece uccidere il brillante suo erede, consegnando così la successione a una pletora di inetti.

Altri fanno risalire la prima scivolata al trattato detto delle CAPITOLAZIONI ( 1536) che concesse alla Francia una serie di franchigie doganali e commerciali – mano a mano estese ad altri potentati- che divennero agli albori del XX secolo uno stato nello stato composto da stranieri e da minoranze etnico- religiose dell’impero.

Altri ancora, fanno risalire ai due falliti assedi di Vienna del 1529 e del 1683 o al Trattato di Karlowitz( 1699) che sancì il primo arretramento territoriale europeo degli ottomani.

Certamente fatale la pace di Kuciuk Kaynarca che concluse, nel 1774, una esaennale guerra con la Russia e fece perdere molti territori a favore della zarina Caterina, incluso il primo porto sul mar nero ( Cherson) , il controllo della Crimea che fu annessa poco dopo, e le diede come obbiettivo successivo, i Dardanelli.

La stessa enorme dimensione dell’impero contribuì a far entrare gli ottomani nel cuore della politica europea: non appena qualcuno attaccava una delle periferie dell’impero, la diplomazia del Sultano riusciva facilmente ad assiemare una coalizione di potenze ostili all’ingrandimento dell’aggressore; e questo spiega la grande durata dello stato anche nei periodi di maggior debolezza.

Fu aggregandosi a una di queste coalizioni ” di soccorso” che il piccolo Piemonte riuscì ad entrare nelle grazie delle potenze dell’epoca che osteggiavano la Russia mirante ad impossessarsi del Caucaso e dell’area del mar nero, per accedere ai mari caldi.

Inutile quindi ritenere di escludere la Turchia dal novero delle potenze europee argomentando la minaccia alla civiltà cristiana o il fatto che ci furono guerre e scontri: in questi ultimi secoli, ogni europeo ha guerreggiato con tutti gli altri prescindendo dagli aspetti religiosi.

Anzi, il principale nemico del cattolicesimo fu il primo ministro di Francia – il Cardinale Richelieu– che finanziò il protestante re di Svezia Gustavo Adolfo per aggredire gli Asburgo, togliere loro la Germania ed evitare l’accerchiamento dinastico della Francia grazie agli Asburgo di Spagna.

L’operazione riuscì in parte per la premorienza – dopo un solo anno- di Gustavo Adolfo ed é questa la ragione per cui la Germania é, ancor oggi, per metà protestante.

Al contrario, I Sultani di Costantinopoli ( il nome fu cambiato in Istanbul nel 1925 dalla Nuova Repubblica laica di Mustafa Kemal), non solo protessero imparzialmente tutte le minoranze religiose ( Ebrei e Cristiani cattolici e ortodossi, Riti orientali ecc), ma proibirono ogni forma di persecuzione religiosa e fu a Costantinopoli e Salonicco che si rifugiarono – portatori di cospicui investimenti- gli ebrei scacciati dalla Spagna, da Genova ed altri paesi meno lungimiranti, trovando accoglienza, protezione e sviluppo.

Quando ci furono le prime elezioni, nella sala delle assemblee di Dolmabahche, il 19 marzo 1877, si riunirono 115 deputati di cui 67 erano mussulmani, 44 cristiani, 4 ebrei, in rappresentanza di quattordici differenti nazionalità, tutte in pacifica convivenza da oltre trecentoventi anni.

AI TEMPI MODERNI

Anche la bubbola dell'” uomo malato d’Europa“, detta dallo Zar Nicola un diplomatico inglese, é una conferma che già duecento anni fa la Turchia era considerata parte integrante del concerto europeo e che il suo principale avversario era la Russia e la sua mai sopita ambizione di potenza marittima. L’arma ingenuamente offerta agli aggressori, fu il regime delle CAPITOLAZIONI che offrì ai commercianti delle potenze straniere una sorta di status diplomatico che fu gradatamente esteso a minoranze mercantili ottomane che non tardarono a diventare anche politiche a richiesta della potenza protettrice.

Ebrei e Greci divennero i protégés degli Inglesi , gli Armeni ortodossi dei Russi e i cattolici della Francia. Genovesi e Veneziani cercarono di coltivarsi elementi locali arricchitisi coi commerci.

Colpiti e ammirati dalla aggressività europea, i Turchisi lanciarono una sorta di corsa all’ammodernamento che chiamarono TANZIMAT.

L’ammodernamento iniziò principalmente dall’armamento moderno di cui le truppe turche avevano fatto crudele esperienza e in seconda istanza dall’arte della stampa, che incontrò non poche resistenze tradizionaliste per via della necessità di trascrivere manualmente il Corano, che pochi conoscevano essendo scritto in arabo, mentre tutti parlavano, naturalmente, il turco e l’élite una lingua imbastardita con numerosi vocaboli arabi.

Al seguito delle missioni militari, vennero i banchieri delle grandi potenze esortando Sultani e Visir a riforme e fornendo loro i mezzi finanziari fino al punto ( come oggi noi in Italia) di avere le mani legate ed essere condotti per la cavezza a cedere continuamente sovranità sostanziale in cambio di omaggi formali e prestiti importanti.

La Germania, prestatore più importante, finì per trascinare al suo fianco la Turchia nel primo conflitto mondiale contro la Russia ( ad onta del tradizionale rapporto con l’Inghilterra), grazie all’arrivo al potere dei ” Giovani turchi” che decisero di combattere i russi che avevano rosicchiato i Balcani, fomentando e finanziando i cristiani a nord e gli Armeni ( anch’essi ortodossi) a sud.

Mentre, ammaestrati dalle drammatiche mutilazioni della guerra mondiale persa, i turchi ( non più ottomani avendo perso quasi tutte le nazionalità soggette) seppero mantenere nell’ultimo conflitto, una neutralità flessibile che permise loro una serie di “nazionalizzazioni” a carico dei beni stranieri – sostanzialmente attività finanziarie e latifondi- che furono distribuiti ai combattenti per l’indipendenza e l’affermazione della Nazione Turca nei suoi nuovi confini etnici.

La legge di nazionalizzazione la chiamarono familiarmente ” VARLIK” ( “quel che c’é”). L’Occidente, impegnato nel secondo conflitto mondiale, guardò altrove, salvo invitare la Repubblica Turca a partecipare come membro del Consiglio d’Europa promosso da Winston Churchill, ratificando – ad oggi- 156 tra accordi, protocolli e trattati in materie economiche , sociali e di diritti umani.

Difficile quindi sostenere che ” la Turchia non può entrare in Europa” visto che ne fa parte da almeno tre secoli e che il negoziato per l’adesione alla CEE porta la data del 31 luglio 1959.

DAL DOPOGUERRA AD OGGI

31 luglio 1959 La Turchia chiede alla CEE lo studio di un accordo di associazione

11 settembre 1959 Il consiglio dei ministri accetta la candidatura Turca

30 settembre 1959 Prima riunione preparatoria

27 maggio 1960 Colpo di stato. Cade il governo, negoziati sospesi.

12 Marzo 1963. I negoziati vengono ripresi.

12 settembre 1963 Firma dell’accordo di associazione detto ” Accordo di Ankara.” Firma dell’accordo finanziario.

1 Dicembre 1964 Entra in vigore l’Accordo. Prima riunione del Consiglio, suprema istanza di giudizio.

9 Dicembre 1968 Inizio negoziato del Protocollo Addizionale all’Accordo.

1 Gennaio 1970. Fine ” periodo preparatorio” e inizia ” Periodo Transitorio”

23 Novembre 1970 Firma a Bruxelles del ” Protocollo Addizionale che fissa in 22 anni il periodo di “armonizzazione” delle politiche turche con quelle della Unione.Firma del secondo protocollo finanziario.

12 Marzo 1971. Colpo di Stato. Le FFAA costringono il governo a dimettersi

1 gennaio 1973 ripresa negoziati e entrata in vigore del protocollo addizionale.

24 gennaio 1974. Bulent Ecevit entra al governo come premier e annunzia di voler alternative all export nella CEE. e nel luglio ( 20) ordina lo sbarco a Cipro. Il 24 cade il regime dei colonnelli greci.

12 maggio 1977. Firma del terzo protocollo finanziario.

1 luglio 1977. Entrata in vigore delle preferenze tariffarie sui prodotti agricoli turchi.Ma la Turchia chiede una moratoria degli obblighi e

30 ottobre 1978. Ratifica del terzo protocollo finanziario.

12 novembre 1979. Suleyman Demirel diventa primo ministro e il processo di integrazione riprende

30 giugno 1980 Nuovo accordo tra CEE e Turchia soppressione totale di ogni tassa sulla quasi totalità dei prodotti agricoli turchi al 1987.

12 settembre 1980. Colpo di stato militare del generale Kenan Evren e costituzione di un comitato di 54 generali che valuteranno quando sarà il momento di restituire il potere ai civili.

CONSIDERAZIONI SUL PERIODO

Mentre questo minuetto continuava, Grecia ( 1981) Spagna e Portogallo ( 1986) diventano membri effettivi dellaCEE. Mentre la sola Turchia era sottoposta a sette ” pacchetti di riforme costituzionali” tutti regolarmente accettati e ratificati. Tutte e tre queste popolazioni uscivano da dittature militari longeve. La dittatura greca era stata smantellata dai Turchi con lo sbarco a Cipro dove era in atto un colpo di stato annessionista alla Grecia in contrasto con le delibere del Congresso di Berlino ( 1878) e successivi accordi di Ginevra.

Nessuno dei Colpi di stato avvenuti in Turchia é avvenuto in accordo con il dettato del padre fondatore Mustafa Kemal, detto Ataturk – che ordinò ai militari di intervenire in caso di rigurgiti clericali islamici- in quanto il premier Menderes fu accusato di aver organizzato un pogrom nazionalista ( e impiccato). A capo del golpe fu messo il generale Gemal Gursel soprannominato Gemal AGA ( titolo riservato agli eunuchi dell’harem del Sultano) Nel secondo caso, fu officiato un premier islamista- più tardi integrato col partito social democratico di Ecevit cui disciplinatamente fu ceduto il premierato. Nel terzo caso, furono proibiti tutti i partiti politici senza eccezioni.

L’unica costante rintracciabile nella cronologia illustrata innanzi, é che ad ogni azione di avvicinamento alla CEE , é seguito un colpo di stato che ha provocato il congelamento dei rapporti e un rafforzamento dei rapporti con gli USA, al punto che fu Kissinger in persona a suggerire di aggirare l’embargo dei pezzi di ricambio per le FFAA indicando come fornitori “pirati” il governo olandese.

Dall’intera disamina del periodo, incluso il tentato colpo di stato del 2016 da parte della fazione ” tecnologica” delle FFAA ( aeronautica principalmente) si deduce che la Turchia fa parte integrante dell’Europa politica ed economica e che non appena si parla di integrazione completa, il paese viene a trovarsi in una situazione di turbolenza, attentati ed omicidi politici e provocazioni pseudo religiose che giustificano agli occhi dei più l’intervento dei militari.

Da notare che l’intervento del 15 luglio 2016 contro il governo nazional popolare di Erdogan per la prima volta non ha trovato l’unanimità dello Stato Maggiore. Grottesco il pretesto che il Golpe Erdogan se lo sarebbe fatto da solo, in quanto il sottoscritto lo aveva previsto e messo su you tube un anno prima, tanto la situazione era chiara agli occhi Din analisti onesti e competenti. Vedi link https://youtu.be/OyIOzF2rDeY

In un prossimo post esamineremo perché l’integrazione economica e militare della Turchia é indispensabile alla Unione Europea in tempi brevi e chi si oppone a questo decisivo rafforzamento degli Stati Uniti d’Europa, non senza aver affrontato il tema ” Armeni” e ” diritti umani” che spesso sono usati strumentalmente dagli avversari dell’integrazione e dai loro caudatari.

NOVITA’ NEL LEVANTE: E’ TORNATA LA QUESTIONE D’ORIENTE CHE DURA DA OLTRE DUE SECOLI. di Antonio de Martini ( prima parte, da Mehmet il conquistatore al 1980.)

 UN PO DI STORIA PER COMINCIARE

L’imperatore Teodosio– uno psicolabile plagiato dal  nordafricano vescovo  Ambrogio – divise l’impero tra i due figli. La parte occidentale, con Roma capitale, durò poco e perì ingloriosamente scambiata per una gallina, mentre la parte orientale resse altri mille anni ( 1453) grazie al suo buongoverno, l’organizzazione ferrea, la superiorità navale e una accorta politica estera. Si rovinò per eccesso di teologia e caccia alle eresie dei sudditi che finirono per preferire il dominio arabo che consentiva libertà religiosa a Cristiani ed Ebrei.

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L’ “IRANIAN CORRIDOR”, LA GUERRA DI DOMANI E LA STRATEGIA DI SCIPIONE. di Antonio de Martini

Per capire le strategie del futuro è necessario studiare quelle passate. Molti affermano che la guerra contro Hitler l’ha vinta l’Unione Sovietica e non gli USA e questo è quel che appare, ma la guerra l’hanno vinta tre cittadini americani: Cordell Hull, ( all’epoca segretario di Stato) Haverell Harriman e Johns Hopkins. Due grandi amici di Roosevelt che hanno determinato molte politiche Usa durante e dopo la guerra.

Come siano riusciti  a vincere il conflitto minimizzando le perdite USA è materia di questo articolo perché la loro strategia ha ispirato quella attuale e a fine testo avremo le idee più chiare su molti accadimenti odierni. Continua a leggere

CENTO ANNI FA LA CAMPAGNA DI GALLIPOLI ( TURCHIA). CON INSEGNAMENTI VALIDI PER OGGI. di Antonio de Martini

Nella prima guerra mondiale, il paese più candidato allo smembramento, la Turchia, per qualche mese rimase alla finestra ed incassò il regalo dei due incrociatori tedeschi ( Goeben e Breslau) sorpresi nel Mediterraneo dalla crisi.

Winston Churchill , Primo Lord dell’Ammiragliato, sapendo evidentemente dello scoppio della guerra, faceva “pedinare” da parecchio le due vittime predestinate ad essere la  sua prima vittoria. Continua a leggere

25 APRILE: LA DICHIARAZIONE DEL COMANDANTE MILITARE DELLA RESISTENZA GENERALE RAFFAELE CADORNA CHE NESSUNO RICORDA MA CHE OBAMA RIPRENDE DISERTANDO LA SFILATA DELLA VITTORIA IL 9 MAGGIO A MOSCA. di Antonio de Martini

il 25 aprile l’ho sempre vissuto come un giorno di festa: primavera e vacanza a scuola. Crescendo ho capito che aveva  due altri aspetti: uno di politica internazionale e uno nazionale.

Sul piano internazionale, il mondo intero la ha vissuto come la fine della Guerra e delle sofferenze, un po come la notizia di Vittorio Veneto che diede il la alla pace anche nel primo conflitto mondiale anche se si trascinò per qualche giorno in Europa e per quattro mesi in Estremo Oriente. Continua a leggere

FALSE CONTRAPPOSIZIONI INSANGUINANO IL MEDITERRANEO. IL PETROLIO NON BASTA A SPIEGARLO. CERCANO ANCHE DI MANTENERE AL NORD EUROPA LE ROTTE DEL COMMERCIO MONDIALE? di Antonio de Martini

Credo sia ormai di pubblico dominio il fatto che è in corso un tentativo – riuscito ma non completamente –  di creare  e alimentare contrapposizioni nel mondo mediterraneo facendo leva su qualsiasi differenza etnica, religiosa, culturale, territoriale o di censo che sia possibile attivare.

Per Mondo Mediterraneo intendo il mondo che potremmo chiamare ” quello della storia antica”, ossia la somma dei mari Mediterraneo, del mar nero e del mar rosso e dei paesi da questi bagnati. Si tratta , con la sua ricchezza e varietà di culture, del maggior giacimento di ricchezze, religioni, e etnie mai esistito, il cui solo fatto di perpetuarsi condiziona il globo. Continua a leggere

FREGATE E FREGATURE: LA MARINA STA PER SPENDERE 6 MILIARDI PER NUOVE NAVI. SONO INDISPENSABILI? UNA PROPOSTA ALL’AMMIRAGLIO DE GIORGI. di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com

Le misteriose pieghe del bilancio italiano non smettono di stupirmi.                                                     Avevo appena tirato un sospiro di sollievo per il risparmio di un paio di miliardi in via di realizzazione sugli aerei F35, quando scopro che la nostra Marina Militare si appresta a firmare un contratto di 5,8 miliardi si euro per dotarsi di cinque vascelli polivalenti, con un esborso netto di 4,8 miliardi e interessi sul prestito ventennale per 1,3 miliardi di euro. Continua a leggere

DEUTCHLAND UBER ALLES ANCORA UNA VOLTA? LA GERMANIA GIGANTE ECONOMICO ORA CERCA UN RUOLO POLITICO E MILITARE ADEGUATO. GLIELO OFFRONO GLI USA? di Antonio de Martini

Un nuovo falso lettore del tipo di Seth  (vedi post sull’Ucraina del 2 febbraio) è rimasto così entusiasta del mio parallelo tra la strategia hitleriana di ieri e quella USA di oggi che ha pensato bene di farmi visita.  A mezzanotte.

Dopo aver suonato al citofono, ( ahimè ero sveglio…) ha chiamato il mio numero di cellulare ed ha pronunziato insulti ossessivamente ripetitivi con una voce che denunziava lo stress per la permanenza sotto la pioggia. 

Ne deduco che l’argomento interessa diffusamente anche gli strati più miserabili e e ci torno sopra essendo questa la cartina di tornasole dello stato di salute democratico della Germania e di eventuali funzioni vitali residue della Unione Europea.

Con la terza conferma elettorale consecutiva, la Cancelliera Angela Merkel ha toccato un record  superando in durata tutti i predecessori.

Questa conferma ha anche coinciso con la sostituzione dei ministri degli Esteri e della Difesa tedeschi e con un radicale cambiamento del posizionamento geopolitico tedesco. La pace sociale, i fondi e le alleanze questa volta ci sono. Continua a leggere

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