Nel centenario della nostra entrata nella prima guerra mondiale, il presidente Mattarella ha esortato ad approfondire la ricerca storica. Ecco un interessante contributo.
Carlo Cadorna, figlio del comandante volontari della Libertà e comandante militare della Resistenza ( nonché membro fondatore del movimento NUOVA REPUBBLICA), forte dell’archivio di famiglia ci spiega la genesi della vicenda della ritirata da Caporetto al Piave vissuta in prima persona da suo nonno, la storia dell’accusa di viltà mossa ad alcuni reparti ( e non soldati) che fu di fonte governativa e non uscì dalla penna di Cadorna ecc..
Viene presentato anche il libro di Marco Zenatelli ” Breve storia di un colpo di stato dalla triplice al patto di Londra” ( ed Gaspari) dal quale si evince che l’entrata in guerra fu decisa e attuata da tre persone annidate al Quirinale e contro la maggioranza del Parlamento che era neutralista e i militari furono informati a cose fatte.
Buona visione:
Commenti
L’ha ribloggato su Il Blog di giornalismo economico e finanziario.
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Sul piano storico lo studio della Grande Guerra è particolarmente importante perché nel corso di essa si sono svolti degli avvenimenti che hanno rivoluzionato la storia ed hanno influenzato quanto avvenuto nel periodo successivo ed avviene tuttora. Basti pensare alla rivoluzione bolscevìca che, in Italia, ha condizionato tutta la storia successiva: l’avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la Resistenza, l’avvento della repubblica, la guerra fredda le cui conseguenze si leggono ancora sui giornali (il debito, i processi…). I sacrifici immensi dei soldati, la straordinaria esperienza unitaria ed alfine la tanto attesa vittoria sono stati negati ed abbandonati nelle mani del PNF con colpevole determinazione. Ogni richiamo ai valori che hanno caratterizzato l’epopea della grande guerra (relazioni cappellani militari che quei valori hanno impersonato anche con il sacrificio della vita)) sono stati e sono tuttora bollati come vuota retorica. La conseguenza è che siccome tali valori (il rispetto per le istituzioni, il senso del dovere e della responsabilità) sono alla base di un governo efficiente della cosa pubblica, siamo finiti in una fase preagonica vittime di una classe dirigente incapace e corrotta. Per questo motivo ho dedicato gli ultimi anni soprattutto allo studio giuridico, politico ed economico delle cause della guerra e della nostra partecipazione.
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