Archivio autore: antoniochedice

Vivo a Roma. Ho fatto un figlio, piantato un albero e non mi decido a scrivere un libro.
Detesto matrimonio e democrazia, ma non trovo di meglio.

“REFERENDUM” DEL 22 OTTOBRE. NON SO VOI, MA A ME COMINCIANO A PRUDERE LE MANI di Antonio de Martini

 

Il referendum consultivo regionale in Italia è una trovata pagliaccesca di questo regime di squinternati ignoranti che vogliono giocare alla guerra civile fino a che troveranno chi li accontenterà. Giocano alla democrazia come le dame di Luigi XIV giocavano alle contadinelle prima di finire ghigliottinate. Continua a leggere

NASCE IL SITO INTERNAZIONALE DE ” IL MARE NEL DESERTO” DA OGGI TUTTI POSSONO COLLABORARE. di Antonio de Martini

I miei lettori di lungo corso ricordano di certo l’idea che ho espresso più volte, su questo blog di inondare con le acque del Mediterraneo la depressione dello CHOTT EL JERID (che in questi giorni viene visitata dagli amici della Società Geografica Italiana che saluto). Ne verrebbe un mare salato interno al deserto grande dodici volte il lago di Ginevra, o , se preferite, grande come l’Umbria.

Oggi mettiamo “on line” il link dell’idea progettuale declinata in cinque lingue tra cui il cinese, Continua a leggere

TERRA DI CATALOGNA. DEVOLUTION, INVOLUTION, EVOLUTION, OLE’! ABOLIRE LE CORRIDE E’ STATO UN ERRORE. di Antonio de Martini

La Catalogna è grande quanto il Belgio, ( trentamila km quadrati,poco più del Piemonte che è a 25.000)  rappresenta il 6,3% del territorio spagnolo, il 16% della popolazione, il 20% del PIL.e il 25% dell’export spagnolo.

Il suo tasso di disoccupazione è del 13,2% – quattro punti in meno della media nazionale – ed ha un debito pubblico pari al 35,2% del suo prodotto interno lordo.

La Spagna è un paese largamente decentralizzato e riconosce ufficialmente come ” comunità autonome storiche” , oltre alla Catalogna , il paese basco ( nord), la Galizia ( nord ovest) e l’Andalusia( sud).

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IL SEGRETO DELLA VITTORIA SIRIANA SULLA COALIZIONE N.A.T.O. È…LA PARTECIPAZIONE POPOLARE E IL COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITA’. di Antonio de Martini

Mentre l’Occidente ha accumulato convegni e chiacchiere e promesse di investimenti in caso di resa di Bashar El Assad, il governo baasista siriano, pur impegnato su quasi 70 diversi fronti ( che hanno fatto emergere nuovi comandanti) con un esercito ridotto a 140.000 uomini, ha varato una serie di riforme e concluso accordi precisi anche con componenti avverse.
Quando i ribelli torneranno alla vita civile, troveranno che il mondo che volevano cambiare, in questi sei anni è cambiato. In loro assenza e spesso in meglio. Continua a leggere

TURCHIA E AFFARI: COSÌ FAN TUTTI . di Antonio de Martini

Il presidente Mattarella sbarcando a New York, assieme alle parole di circostanza sul multilateralismo, ha pronunziato a formula magica che io pronunzio da venticinque anni inascoltato: INTERESSE NAZIONALE. Il discorso di Trump è stato il funerale del multilateralismo buonista.

Mattarella – e non solo lui- ha capito che,nell’era Trump, se al nostro interesse nazionale non ci pensiamo noi, non ci pensa nessuno.

Bene, azzardiamo qualche numero e un ragionamento semplici.

1) La Turchia ha pubblicato i dati del suo PIL semestrale, registrando un incremento del 5,1% nel primo semestre del 2017.
A fare ragionamenti tipo RAI TV avremmo un 10,2% su base annua. Nessuno in Europa fa più questi numeri dal secolo scorso.

2) la Germania, finora partner privilegiato di Ankara, si trova in gravissima difficoltà politica coi Turchi che hanno capito il loro doppio gioco a favore degli USA. L’amore è finito. Nell’ultimo biennio l’ambasciatore tedesco è stato convocato formalmente per proteste contro la politica tedesca, ben diciassette volte.

3) l’Italia è in pole position per diventare il partner industriale e commerciale privilegiato della Turchia e dell’hinterland turcofono del Caucaso a meno che gli inglesi ci tirino tra i piedi un altro Regeni.

4) La nostra industria è sufficientemente avanzata da costituire un appetibile compagno di imprese
sia per le forniture militari (Leonardo) che per la moda, per l’industria meccanica che per l’agroindustria e le costruzioni importanti , le attività calzaturiere, di pelletteria e quella delle comunicazioni, i cantieri navali oltre alle energie alternative, le banche e il turismo.

5) gli italiani sono più che benvisti, Erdogan valuta molto i rapporti personali e lavorandoci, potrebbe arrivare anche a rinominare Istanbul Costantinopoli, come ha lasciato immaginare in un recente discorso chiamandola più di una volta “Kostantinye” come faceva il profeta Maometto.

I rapporti per negoziare forme di collaborazione coi turchi possono svilupparsi e darci tre punti di PIL in due anni.
Altri due punti di PIL verrebbero dai paesi turcofoni del Caucaso e dell’Asia ( Turkmenistan, Kirghisistan, Belucistan ecc) dove l’influenza turca è determinante ma i prodotti inadeguati.

Se non lo si vuol ( o può) fare in nome dell’Europa, lo si faccia in nome della tradizione Mediterranea dell’Italia e delle Repubbliche marinare e si interceda con la UE come facemmo con l’OLP a suo tempo.

Anche mediare politicamente tra Turchia e USA e tra Turchia e Germania, in questo periodo storico, possiamo farlo solo noi anche per i legami sviluppati con la Palestina nell’ultimo trentennio e che ci accomunano.

L’interesse nazionale,  la nostra posizione geografica e una tradizione secolare, chiedono a noi di agire per primi e i legami tra Francia e Arabia Saudita potrebbero essere il nostro vantaggio politico da giocare.

Possiamo monetizzare anche il fatto che gli abbiamo consegnato Abdullah Ocalan senza formalità giuridiche e “contra legem”.( non potevamo consegnarlo perché rischiava la pena di morte…) e questa è, al momento, la sola carta vincente che hanno nel dossier curdo.

Possiamo sviluppare assieme la Crimea, la Georgia e l’Azerbaijan, mandando avanti loro. Assieme potremmo mirare alla gestione della ricostruzione della Siria per cui gli USA e la Francia sono improponibili.

Un accordo di consultazione periodica Italo-Turco, in seno alla NATO, oltre a tranquillizzare gli alleati, detterebbe l’Agenda mediterranea e ci aiuterebbe con la Libia e con il Katar, dove la Turchia ha installato una guarnigione, ma può sfruttare economicamente il successo solo parzialmente.

Abbiamo sei mesi prima di essere battuti sul tempo.

LA TURCHIA AMMASSA TRUPPE ALLA FRONTIERA SIRIANA e IRACHENA IN FUNZIONE ANTI CURDA. TUTTI CONNESSI APPASSIONATAMENTE. di Antonio de Martini

Sembrerà strano, ma tutto ha inizio in Turchia un secolo fa.

Mustafa Bey, detto Kemal ( il perfetto, così nominato dal suo maestro di scuola) iniziò l’attività che lo ha condotto al potere col nome di Ataturk ( padre dei turchi) , sconfiggendo il corpo di spedizione britannico voluto da Winston Churchill per sbloccare i Dardanelli e rifornire la Russia dopo aver sbriciolato il Sultano decadente. Nonostante che anche il colonnello Halil bey ( nipote di Enver Pascià, ministro della Guerra) avesse sconfitto a KUT EL AMARA, in Mesopotamia  il più agguerrito  Corpo di spedizione britannico spedito dall’India, le sorti della guerra non mutarono per via del blocco navale che affamò l’impero. Continua a leggere

I CRISTIANI D’ORIENTE A WASHINGTON A CONFRONTO CON BARAK OBAMA RIFIUTANO DI CHIEDERE IL DISARMO DI HEZBOLLAH. di Antonio de Martini

Se anche i cristiani rifiutano di chiedere il disarmo di Hezbollah e questi prendono il 50% alle elezioni, forse bisognerebbe cancellarli dalla lista delle organizzazioni terroristiche e cominciare a chiedersi cosa vogliono….

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Il Presidente Barak Obama ha ricevuto i sei  leaders religiosi cristiani del Levante ( vds accenno nel post precedente sul Libano). Assente la rappresentanza protestante e presente in spirito il Papa Francesco che ha lanciato un altro appello contro la guerra.

Sapendo di essere sullo stesso terreno minato della scorsa primavera, il presidente si è mosso con cautela cambiando il proprio linguaggio abituale : ha usato il termine ” governo siriano” invece che “regime”, ed ha riconosciuto che i cristiani d’Oriente in questi anni ” sappiamo che sono stati difesi dal governo Assad” in Siria”.

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SI CERCA DI ROMPERE LA NASCENTE INTESA ITALO EGIZIANA

A Proposito di Governo italiano. Ci ha messo un anno a respingere le pretese della lobby israeliana del New York Times che pretendeva di congelare i rapporti tra italia e Egitto. Regeni faceva la spia per gli anglosassoni, lo piangano loro.

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VERY BRITISH

Regeni, ventotto anni, dottorando. Ricercatore ed attivista.

Ma di chi parliamo? A 28 anni un ricercatore ha certamente già pubblicato qualcosa.
Nessuno ne parla o cita.
Un attivista opera per una entità politica ed è difficile che possa anche fare ricerca in contemporanea.
Non si pubblica il nome della organizzazione per cui ” svolgeva attività di ricerca in Egitto sugli attivisti del 2011″. Chi è ? 

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LA GUERRA ALL’ ISIS SIRIANO NASCE DALLE UNIVERSITÀ . 200 DOCENTI FIRMANO UN APPELLO PER DARE LA CITTADINANZA DI ROMA A KHALED EL ASSAD ( sovrintendente di Palmyra)

Dal febbraio 2016 ad oggi, molta acqua è passata sotto i ponti, ma il Governo, Il Comune di Roma e ogni altra autorità intermedia non hanno trovato un minuto per rispondere o per realizzare un gesto a costo zero per ringraziare Khaled el Assad che ha sacrificato la sua vita per difendere le memorie di Roma sparse in Siria e più specificatamente a Palmira ( TADMOR). Poi se quando arrivano le elezioni li mandiamo a farsi fottere, non si meraviglino. A Palmira c’è una colonna onorifica a nome di un certo SOADOS “che fino ad oggi, solo tra i cittadini che sia stato giudicato degno dalla sua Patria”, per aver difesole carovane dai predoni. Erano altri tempi evidentemente.

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ESCLUSIVO: IL COMUNICATO E LE FIRME GIA’ RACCOLTE CHE SARANNO PORTATE AL PREFETTO. 

 

 DUECENTO  OPERATORI UNIVERSITARI DI ARCHEOLOGIA, STORIA DELL’ARTE ED ORIENTALISTI DOCENTI UNIVERSITARI HANNO RACCOLTO LE LORO FIRME PER CONFERIRE LA CITTADINANZA DI ROMA A KHALED EL ASSAD, GIÀ SOVRINTENDENTE ALLE ANTICHITÀ DI PALMIRA (TADMOR) SACRIFICATOSI PER DIFENDERE IL PATRIMONIO CULTURALE CHE ROMA HA LASCIATO AL MONDO.

CHI E’ KHALED EL ASSAD: un uomo che dopo aver dedicato l’ intera vita alla conservazione del patrimonio archeologico della città di Palmira, in Siria, benché in pensione e debilitato dall’età, appreso dell’approssimarsi di una banda di predoni intenzionati a impadronirsi delle opere d’arte facilmente asportabili per metterle in vendita sui mercati occidentali,  con il solo aiuto di un familiare, nascose i reperti e mise in salvo la famiglia, restando al suo posto ad affrontare l’ira dei malfattori a testimonianza della impotenza della furia distruttrice di fronte alla serenità…

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GEOPOLITICA DELLO STUPRO NELLA STORIA. EVOLVE DA STRUMENTO MILITARE A ARMA POLITICA. di Antonio de Martini

Che lo stupro sia un’arma geopolitica militare mirante ad affermare supremazia e fiaccare la resistenza, lo abbiamo appreso fin dalla seconda media leggendo l’Iliade: Achille che si appropria di Criseide, e Andromaca – la sfortunata moglie di Ettore –  e la figlia di Priamo Cassandra, che vengono schiavizzate dai vincitori.                                                          

Per non farla troppo lunga, la seconda guerra mondiale ha visto gli alleati far stuprare le donne italiane della zona dei monti Ernici – Cassino dove più accentuata fu la resistenza militare – Moravia ce ne ha dato un ritratto emozionante.  A Napoli esorcizzarono il tutto con una canzone e a Livorno ,a CAMP DARBY, se lo fecero piacere e lo misero a frutto.

I russi che occupando finalmente Berlino stuprarono chiunque respirasse, non usarono  violenza. Bastava ordinare ” Davai suda” ( spicciati donna) che esse obbedivano col terrore negli occhi. Era ancora valida la frase latina “Germani a Sarmati mutuo metu separantur”. Continua a leggere