IL SEGRETO DELLA VITTORIA SIRIANA SULLA COALIZIONE N.A.T.O. È…LA PARTECIPAZIONE POPOLARE E IL COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITA’. di Antonio de Martini

Mentre l’Occidente ha accumulato convegni e chiacchiere e promesse di investimenti in caso di resa di Bashar El Assad, il governo baasista siriano, pur impegnato su quasi 70 diversi fronti ( che hanno fatto emergere nuovi comandanti) con un esercito ridotto a 140.000 uomini, ha varato una serie di riforme e concluso accordi precisi anche con componenti avverse.
Quando i ribelli torneranno alla vita civile, troveranno che il mondo che volevano cambiare, in questi sei anni è cambiato. In loro assenza e spesso in meglio.

a) kurdi di Siria: fin dal maggio 2011 il governo siriano ha permesso il rientro in Siria dall’esilio iracheno, a Salih Muslim , capo del PYD – l’ala politica del PKK- e ordinato all’esercito di evacuare la fascia frontaliera con la Turchia abitata in prevalenza da curdi ( Kamishla e dintorni). Qualche caserma ha anche “dimenticato”, ritirandosi, di svuotare l’armeria.

Scommessa vinta.
I curdi invece che coi siriani, si sono antagonizzati coi turchi che usavano l’area frontaliera per rifornire DAESCH, ed hanno iniziato trattative coi siriani per uno stato federale. Ai Turchi e al DAESCH, schioppettate per difendere le loro case ( e , al contempo, i confini siriani).

b) invece di difendere il territorio palmo a palmo, l’esercito si è arroccato sul 30% più popoloso che gli ha permesso il controllo del 70% degli abitanti, assicurando legge e ordine. La maggioranza dei sunniti scelse la protezione governativa delegittimando di fatto i ribelli che si rifacevano al sunnismo.
c) un decreto presidenziale – agosto 2011- ha ripristinato il sistema dei partiti e si sono tenute elezioni con più liste che ora siedono in Parlamento. A febbraio 2012 una riforma costituzionale ha garantito il cambiamento.
Non tutti gli effetti ” democratici” si sono potuti esplicare immediatamente, ma il processo è in marcia da cinque anni e continua. Le amnistie si sono susseguite e gli amnistiati sono tornati a casa. Salvi.

d) la Sharia è stata, si,  ammessa come fonte di diritto ma la Costituzione – confermata da referendum- adesso parla di ” benessere individuale” e “rispetto per ogni comunità religiosa” annacquando così il laicismo rabbioso tipico del Baas che parlava di ” libertà religiosa” e non riconosceva interlocutori dello stato.

e) Damasco in cinque anni ha quintuplicato gli abitanti, Lattakie da città alauita è diventata a maggioranza sunnita a causa dei rifugiati, l’esercito ha perso sul campo circa 50.000 uomini, ma il tessuto sociale ha retto grazie a disciplinati quadri del partito, all’appoggio di tutte le altre fazioni religiose ( e di gran parte dei sunniti) che hanno contribuito allo sforzo politico e miliare. L’America è riuscita nel miracolo di unire i siriani, tradizionalmente molto frazionati.

f) gli sciiti di Hezbollah dal Libano hanno contribuito con diecimila uomini perdendone in media una dozzina al giorno, ma liberando la comunicazione con Damasco ( e i monti Kalamun che dominano il passaggio) ; gli istruttori iraniani del comandante della ” Forza Quds”, Soleimani, hanno addestrato le nuove reclute e i volontari e hanno combattuto con loro. I cristiani e gli armeni hanno mandato duemila uomini.

Insomma, dopo il referendum politico, c’è stato quello del sangue.

Tutto il Levante ha scelto Assad e lo ha portato alla vittoria, se preferite, come male minore, ma lo ha scelto lottando  contro una coalizione di sette tra gli Stati più potenti e ricchi della terra.

L’intervento aereo russo, dopo le minacce di intervento USA, ha chiuso definitivamente la partita e reso vani gli oltre cento attacchi aerei israeliani in appoggio ai ribelli negli ultimi tre anni. Adesso, pubblicano un bollettino finto progoverno chiamato ” southfront” che inserisce – inevitabilmente- accanto a notizie di vittorie governative, anche il punto di vista israeliano e basta questo a renderlo sospetto  anche ai meno smaliziati tra gli osservatori.

La Brookings Institution ( 30.000 collaboratori) nei suoi lussuosi uffici yankee da cui aveva luciferinamente previsto la rapida vittoria dei suoi diletti ” insurgents” ha smesso di studiare gli scenari bellici e adesso studia come rallentare la ricostruzione, mentre cerca di spiegare ai committenti come mai non ha azzeccato nessuna previsione nella sua guerra contro un oculista londinese. La risposta è semplice: non si sono mai interrogati su cosa volesse la gente. Hanno presunto di saperlo per scienza infusa.

Ora comandanti e gregari siriani lealisti che hanno combattuto, come tutti i reduci sanno che non saranno mai più sudditi, ma cittadini consapevoli del loro valore e della loro forza. Hanno vinto una  guerra lunga e sfibrante.  Stanno rinnovando le istituzioni e hanno appena eletto – primo dopo più di quaranta anni- un cristiano ( ortodosso di rito siriaco) alla presidenza del Parlamento. Si chiama Hammoudé Sabbagh, è un avvocato di 58 anni originario di Hassaké, nel cuore del nord est curdo della Siria.

Aiutiamoli a vincere la pace e la riconciliazione tenendo gli anglosassoni lontani il più possibile.

I trackback sono chiusi, ma puoi postare un commento.

Commenti

  • Franco Cilea  Il ottobre 2, 2017 alle 7:56 am

    Su SouthFront prende un grosso granchio. Basterebbe andare a vedere quanti “esperti americani di cose russe” l’hanno preso di mira in questi anni. Il sito è stato ripetutamente tacciato di essere strumento di propaganda russa di basso livello livello (tipo Sputnik per intenderci) per quanto riportato su questioni come traffico di armi americane, Ukraina, Nato e Siria (articolo su Politico per esempio, ma poi ci sono vari personaggi legati all’Atlantic Council o Bellingcat con i quali si sono scornati ripetutamente). Se capita che riporti un altro punto di vista questo non è certo sufficiente per immaginare siano gli americani a pubblicarlo, semmai è un tentativo di apparire oggettivi.

    "Mi piace"

    • antoniochedice  Il ottobre 2, 2017 alle 8:25 am

      Non tentano di apparire oggettivi anche se così sembra. È una manovra “entrista” , certamente incompresa dagli altri americani che hanno gestito la fase del “partito preso antisiria”.
      Ma quando un sito si preoccupa di informare della posizione di Israele, non è un sito arabo e nemmeno turco o inglese ( gli inglesi conoscono il gioco).
      È , al meglio, una joint venture israeloamericana.
      La politica araba, di tutti gli arabi, è di ignorare Israele e le sue preoccupazioni, posizioni, ambizioni. C’è poco da sbagliare, stia tranquillo.

      "Mi piace"

  • David  Il ottobre 2, 2017 alle 8:51 am

    Chi perde sono gli Anglosassoni e Israele si ottimo articolo.

    "Mi piace"

    • antoniochedice  Il ottobre 2, 2017 alle 1:49 PM

      perché lei giudica la bontà di un post da chi vince e chi perde?. Tra i perdenti può mettere anche i sauditi, i giordani e gli emirati oltre che la Turchia…. vado per il Pulitzer?

      "Mi piace"

  • donato zeno  Il ottobre 6, 2017 alle 12:02 am

    Se i sauditi vogliono la guerra finisce?In quanto al primo intervento:L’Oggettività nel giudicare i fatti e le cose è una prerogativa divina.

    "Mi piace"

    • antoniochedice  Il ottobre 6, 2017 alle 5:45 am

      La guerra, una volta iniziata, vive di dinamiche proprie. Si è sempre oggettivi a favore o contro qualcuno, ma certamente non lo si è quando si interviene ogni volta.

      "Mi piace"

  • Luca Colombini  Il ottobre 8, 2017 alle 6:11 PM

    Ricordo quando leggevo incredulo gli articoli ‘RID’ e ‘Limes’ che davano come scontata e vicinissima la vittoria dell’alleanza ribelli moderati/DAESH/NATO e feudatari del Golfo. Analisi da tifosi più che da analisti.

    "Mi piace"

  • Luca Colombini  Il ottobre 8, 2017 alle 6:14 PM

    La vostra comunque è un analisi magistrale.

    "Mi piace"

Lascia un commento