I CRISTIANI D’ORIENTE A WASHINGTON A CONFRONTO CON BARAK OBAMA RIFIUTANO DI CHIEDERE IL DISARMO DI HEZBOLLAH. di Antonio de Martini

Il Presidente Barak Obama ha ricevuto i sei  leaders religiosi cristiani del Levante ( vds accenno nel post precedente sul Libano). Assente la rappresentanza protestante e presente in spirito il Papa Francesco che ha lanciato un altro appello contro la guerra.

Sapendo di essere sullo stesso terreno minato della scorsa primavera, il presidente si è mosso con cautela cambiando il proprio linguaggio abituale : ha usato il termine ” governo siriano” invece che “regime”, ed ha riconosciuto che i cristiani d’Oriente in questi anni ” sappiamo che sono stati difesi dal governo Assad” in Siria”.

Questa inusuale terminologia è stata interpretata dai più volenterosi tra gli interlocutori come un implicito riconoscimento della legalità del governo Assad e della sua rielezione, sopravvalutando forse l’intenzione della Casa Bianca ( non ricordano evidentemente che Bush usò il termine ” crociata” per la lotta a Al Kaida e le contraddizioni in termini non hanno mai imbarazzato gli yankees più di tanto. In 48 ore  Kerry ha rilasciato due dichiarazioni: ” non siamo in guerra” e ” Siamo in guerra”).

Insomma, Obama ha usato il prestigio della sua carica e qualche termine politicamente difforme da quelli usati abitualmente per stabilire un clima di fiducia con gli interlocutori che hanno inizialmente gradito queste attenzioni.

I prelati, esperti da anni di negoziati e distinguo, hanno presentato un preciso documento scritto in cui hanno esposto la situazione dei correligionari in tutto il Levante e le loro tribolazioni, causate solo in parte dalla banda Baghdadi.

L’accusa è indiretta ma palese nei confronti della situazione siriana dove i patimenti sono stati causati anche dai ribelli sostenuti dagli USA. Uno degli interlocutori del presidente, non identificato dal quotidiano ” Al Akhbar” ( la notizia), avrebbe chiesto di “smetterla di parlare di opposizione moderata in Siria”. Due Vescovi ortodossi sono tra i prigionieri  dei ribelli da oltre un anno.

Poi il tema Libano é stato evocato da Obama ( mentre in contemporanea Kerry, a Gedda,   premeva per l’adesione del paese alla lega anti ISIL).

A leggere le pubblicazioni delle lobby filo Israele molto ben informate sull’incontro, si è avuto un momento di confronto quando, alla proposta di chiedere il disarmo di Hezbollah, i prelati hanno risposto negativamente per bocca del cardinale  Bechara RAI che avrebbe considerato l’idea irricevibile ” vista la situazione”.
La riunione è durata poco più di trenta minuti e non credo sia stato affrontato il tema della elezione presidenziale libanese in stallo da quattro mesi.

Questa sopravvalutazione della disponibilità di Obama ( dovuta al fascino suo personale) e la sottovalutazione americana  della capacità di lobbying dei prelati cristiani uniti in USA saranno all’origine di più di una delusione per l’Amministrazione americana.

Dopo l’incontro presidenziale, è iniziato un convegno organizzato in favore dei cristiani d’Oriente in cui un provocatore in cerca di pubblicità ( senatore Ted Cruz, repubblicano del Texas, fazione “tea party”) ha provocato incidenti con un atteggiamento filo israeliano talmente smaccato da rasentare la barzelletta.

La presa di distanza della comunità ebraica USA è stata notata:  David Benkof  con due articoli su Daily Caller e sul Jewish Journal, ha dichiarato che se fosse stato presente al convegno, anche lui avrebbe gridato contro il provocatore che  ha ” Hijacked” la riunione ed ha comparato la scorrettezza al voler collegare Hamas all’ ISIL…

L”indignazione del Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente  Gregorio III Laham  – capo spirituale della chiesa Melkita di rito greco cattolico e  del patriarca Aram, è giunta al punto che hanno abbandonato  con clamore la sala  e non sono tornati fino a che non hanno ricevuto assicurazione che il senatore se ne era andato.

Al rappresentante degli USA – Chris Smith – che intendeva condannare il “regime di Assad” è stato fatto fermamente notare che l’obiettivo della conferenza era un altro.

Questa constatata incompatibilità tra i sei Patriarchi cristiani e l’Amministrazione USA, darà il via a una nuova campagna tra i fedeli presenti negli USA che danneggerà il partito Repubblicano.  Non conosco i numeri della diaspora cristiano-orientale negli USA, ma cattolici+ortodossi+ copti+ riti orientali  sono un bel pacchetto di mischia per la prossima stagione elettorale.

 

 

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Commenti

  • raymond issa  Il settembre 16, 2014 alle 8:17 am

    Come sempre Bravissimo e ben informato sopratutto non sei di parte

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    • antoniochedice  Il settembre 16, 2014 alle 8:42 am

      Questo mio cercare di non essere di parte da fastidio a molti.

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  • raymond issa  Il settembre 16, 2014 alle 4:02 PM

    Invece e la tua piu grande qualita. Tutti ragionano come vorrebbero che sia e spesso sbagliano

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  • antoniochedice  Il settembre 16, 2017 alle 8:25 am

    L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:

    Se anche i cristiani rifiutano di chiedere il disarmo di Hezbollah e questi prendono il 50% alle elezioni, forse bisognerebbe cancellarli dalla lista delle organizzazioni terroristiche e cominciare a chiedersi cosa vogliono….

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