Se qualcuno si illude che la morte di Gheddafi porra’ fine all’ “unrest” libico oppure sia di monito a eventuali aspiranti dittatori, si ripassi la storia. Aiutiamolo.
Non e’ mai successo che la morte o la cattura di un capopopolo abbia provocato la fine di un conflitto e a maggior ragione di un conflitto civile.
La morte di Cesare non rese vincitori i ” democratici” che lo uccisero, la morte di Mussolini non ha scoraggiato i suoi seguaci che si riunirono -dopo eventi con qualche somiglianza barbarica con quelli odierni – in un partito che ha finito col sopravvivere e prevalere sui partiti del CLN che sono scomparsi ormai quasi totalmente ( PCI, PSI, PRI, GL, DC,PLI, Monarchici) mentre gli epigoni di Mussolini siedono oggi al governo.
Non e’ successo alla decapitazione di Luigi XVI in Francia e i seguaci di Saddam Hussein sono stati dichiarati ufficialmente sconfitti nel 2002 dal presidente USA George Bush jr e -dopo nove anni di duri scontri – dal Presidente USA Barak Obama ieri.
I dettagli bestiali della fine di Muammar Gheddafi consentono di considerare l’uccisione di Mussolini e la sua esposizione a piedi in su, come quasi una festa campagnola se non fosse che persino i libici – considerati feroci barbari dal mondo arabo autentico, ossia quello della sola penisola arabica – hanno evitato di uccidere l’amante colpevole di amare ed estranea alla politica.
Il cadavere di Mussolini fu restituito dopo dodici o tredici anni, mentre per il colonnello pare si trattera’ di ” pochi giorni”. Parola di CNT.
Si proclamano religiosi ma violano le regola coranica di seppellire i morti entro 24 ore dal decesso.
La pace in Libia non tornerà nel 2012 e nemmeno nei cinque anni successivi.
Avremo una balcanizzazione della Libia e un probabile contagio a qualche altro paese dell’area.
Il Mediterraneo si troverà quindi con due aeree che avranno cessato di essere attori della geopolitica ed una terza, la nostra, sulla via di diventarlo in maniera permanente.
Fino agli ani trenta esistevano due aree – intrise di petrolio – cui gli inglesi diedero lo status di ” Neutral Zone “. Si trattava di due vaste zone desertiche al confine tra L’ Arabia ( divenuta Saudita nel 1928) e l’Irak ( all’epoca monarchia a protettorato inglese). L’indicazione e’ scomparsa dalla carta geografica, ma non vi e’ traccia di riconoscimento di una qualche sovranita’ di uno dei due silenziosi confinanti. Regnano i petrolieri e non devono royalties a nessuno.
Una nuova versione della ” Neutral Zone” e’ stato il Kosovo, tolto, nel 1996, per ragioni ” etniche” alla Serbia con una guerra – appaltata alla NATO – tuttora presidiato e non sovrano, dove l’ esercito di liberazione e’ stato messo su in maniera abborracciata per il tempo di insediare un picchiatore alla presidenza e installare una poderosa base militare USA, dicono più grande della base di Ramstein in Germania. anche in quella. zona periodici scontri, assicurano la necessita’ di truppe straniere per operazioni di “peacekeeping”.
quando Bush padre, alla vigilia della prima guerra irachena nel 1991, parlo’ di ” un nuovo ordine mondiale” abbiamo tutti pensato a una indovinata formula propagandistica.
Ci siamo sbagliati. The new World order sta realizzandosi a prescindere dal colore – anche politico- del presidente USA e noi siamo dalla parte dei paria grazie a una classe politica che non ci invidia nemmeno il Botswana.
Di antoniochedice
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Quale può essere il fil rouge che collega tutti i paesi attaccati – e presi di mira in varie forme – dagli USA e Gran Bretagna con l’aiuto di una serie di ausiliari tradizionali più o meno consapevoli? Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Aremmo dovuto capirlo quando rischiò lo stallo con Hillary Clinton ( 1)ai tempi delle primarie, ma attribuimmo la ragione al fatto di essere il primo candidato di colore. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Abbiamo tutti seguito con interesse la campagna per le primarie per la designazione del candidato democratico alla casa Bianca ed in particolare il duello tra Obama e la Clinton.
A favore di Obama ha giocato certamente il fattore raziale, ma anche l’apparenza maggiormente “posata” rispetto alla Clinton. Aveva l’aria di uno che non ifa cogliere alla sprovvista dagli eventi, che poi è quel che si chiede ad un capo. Continua a leggere →
Con un attacco nucleare si può mettere in ginocchio anche un grande paese in trenta giorni. Con la Bomba A ( alimentare) una nazione crolla in una settimana. Se privata di acqua, bastano due giorni. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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La signora Busseina Chaabane, portavoce del governo siriano ha parlato alla stampa di un piano per seminare la discordia tra i siriani. “L’obbiettivo è colpire l’unità del paese perché questo resiste e si oppone a Israele”. La signora ha poi rincarato la dose Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Mercoledì 23 marzo la Borsa valori del Cairo è stata riaperta. Nel corso della prima ora ha perso il 10% e l’hanno chiusa. Giovedì 24 marzo, hanno riaperto la Borsa, ma ha perso nuovamente il 10 % e l’hanno richiusa. Venerdi e sabato è festa. Siamo tutti curiosi di vedere cosa succederà domenica.
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Di antoniochedice
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Qualche giorno fa è iniziata in sordina la guerra contro il regime alaouita siriano con brevi dispacci di agenzia che annunziavano disordini nella città di Deraa, posto di confine tra Siria e Giordania . I disordini e i morti non sono attribuibili agli occidentali. La Siria ha risposto con la bomba di Gerusalemme. La bomba non è attribuibile alla Siria. E’ iniziata insomma la fase apertamente conflittuale anche nel Mashrek( oriente) , mentre non è ancora chiusa la vicenda nel Maghreb( occidente). Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Come abbiamo potuto tutti constatare, l’Italia non ha una strategia per uscire , non dico vittoriosa, ma almeno con pochi danni del momento di confronto militare nel mediterraneo. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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Il riferimento più calzante è sempre più quello della guerra di Spagna, con in più quel minimo di sofisticazione che la realtà e la modernità ha imposto. Naturalmente lungi da me fare paragoni etici , mi limito agli aspetti tecnici. Continua a leggere →
Di antoniochedice
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