Archivi delle etichette: Shimon Peres

ISRAELE (E STATI UNITI ?) PREPARANO L’APARTHEID IN PALESTINA. di Antonio de martini

In questo ultimo periodo di tempo, mi sono dedicato a studiare la comunicazione politica su Facebook, limitata alle questioni di politica estera che sono il campo di intervento che ho scelto.

Ho immediatamente notato un gran numero di “nuovi esperti” di politica internazionale che infestavano il web ( sia in inglese che in italiano) con considerazioni che andavano dal razzismo spicciolo ( maledetti immigrati) alle più sofisticate considerazioni ( ineluttabilità dello scontro di civiltà) che delle previsioni proclamate in tono apodittico ( a M:  segna ) circa l’impossibilità di compenetrazione tra l’Islam e la nostra civiltà ( non dicono mai cristiana).

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PUTIN E OBAMA. AD ONTA DELL’ APPARENZA VANNO VERSO UN COMPROMESSO. AL PRIMO ERRORE RISCHIANO IL POSTO di Antonio de Martini

A Gaza siamo a circa trecento morti. In Ucraina circa trecento morti. In entrambi i casi numerosi bambini. Da una parte nessuna reazione morale. Dall’altra richieste di commissioni internazionali di inchiesta, grancassa dei media, dettagli commoventi.
Abbiamo constatato che l’abbattimento per errore di un aereo civile ( come gli USA fecero con un jumbo della Iran air nel golfo (  volo Iran Air 655 3 luglio 88, 300 passeggeri verso la Mecca. 66 bambini. Il comandante del Cacciatorpediniere fu dimissionato e basta.) , precedente non ricordato da nessun media, citatissima invece Ustica come fosse un fatto  provato) viene moralmente pretermesso a un assalto con carri armati a una città indifesa. ( gli israeliani hanno avuto un solo morto per “fuoco amico”).

Se fossi stato io a dirlo nel mio modo spiccio, mi avrebbero  già linciato via web.
Col suo intervento Barak Obama ha invece presentato Continua a leggere

HAMAS E ISRAELE. LA LOGICA DELLA RIPICCA E NESSUN INTERESSE NEMMENO PER LE PROPRIE PERDITE UMANE. di Antonio de Martini

Il 13 luglio scorso ho pubblicato il testo di uno dei tanti accordi di cessate il fuoco tra Hamas e Israele.
Attribuisco il fatto che nessuno abbia commentato, all’ inglese del testo, ma la traduzione è semplice: Israele si impegnava a non bombardare Gaza e Hamas a non sparare i suoi rudimentali missili sul territorio di Israele. La pace è semplice è la guerra che è complicata.

Personalmente considero disonorevole prima che disumano questo tipo di conflitto in cui ciascuno dei contendenti uccide i civili dell’altro, senza che i ” militari” corrano rischi particolari. Continua a leggere

GLI AIUTI USA IN ARMI LETALI AI “RIBELLI SIRIANI” NON ERANO DESTINATI ALLA SIRIA, MA AL GRUPPO ISLAMISTA NON RICONOSCIUTO DA AL KAIDA. DESTINAZIONE IRAK. PER SMEMBRARLO. di Antonio de Martini

https://corrieredellacollera.com

Sembra paradossale, ma la situazione si fa finalmente più chiara ed era nell’aria da qualche tempo, al punto che mi sono azzardato a prevedere azioni durante il Ramadan ( vedi post precedente).

A quanti sembrava incomprensibile che gli USA stessero trattando con Iran e Russia ( su tavoli separati) per trovare un nuovo equilibrio nel Levante e dall’altro rifornissero la ribellione con nuove moderne armi negate in precedenza,  adesso comincia a capire. Un gruppo armato equivalente a una divisione si è materializzato lanciandosi verso la città di Mossul ( la biblica Ninive) ed occupandola quasi senza incontrare resistenza.

Alcuni enigmi si rivelano non più tali: Continua a leggere

IL CALORE ATTORNO AL TRIANGOLO DEI GIACIMENTI DI GAS E PETROLIO DELL’EST MEDITERRANEO VA AUMENTANDO. di Antonio de Martini

bacino petrolifero

bacino petrolifero

Benché il principale risultato ottenuto con le primavere mediterranee dei paesi arabi sia consistito nell’aver collocato su fronti opposti Turchia e Israele – in precedenza tradizionali alleati – il governo USA continua a radicalizzare le situazioni con iniziative tipo la visita del segretario di Stato USA  John Kerry in Libano, su cui torneremo. ( la sua prima ed ha aspettato a farla che il presidente Michel Suleiman, unico capo di stato cristiano del mondo arabo, decadesse, lasciando i cristiani senza rappresentanza).

Se ne deducono due fatti: Continua a leggere

MEDIO ORIENTE DOPO LA CRISI. COSA SUCCEDERÀ ? ORA È POSSIBILE UNA PACE CON ISRAELE SENZA REAZIONI DI PIAZZA E ATTENTATI A CHI FIRMA. di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com
Esaminando freddamente la situazione politica nell’area MENA ( Middle East & North Africa), constato due novità che proprio oggi la Stratfor – una agenzia ufficiosa americana – ha diffuso:

a) l’esistenza, finora tenuta segreta, di un secondo negoziato Israelo-Palestinese che procederebbe parallelamente a quello di Washington, in quel di Jerico ( nel territorio di Fatah) dove il controllo della stampa è piu agevole.
b) la “imminente riapertura” di un ufficio commerciale di rappresentanza israeliano a Doha, capitale del Katar.

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IL NUOVO PRINCIPE ” GRAMSCIANO” È L’ORDINE GIUDIZIARIO: GODE COME IL PRINCIPE MEDIOEVALE DI IMMUNITÀ E IMPUNITÀ SULLE PROPRIE AZIONI E DI POTERI ASSOLUTI SULLA LIBERTÀ DEGLI INDIVIDUI. di Antonio de Martini

Vedo un ennesimo segnale del nostro provincialismo nella miopia a riconoscere il carattere globale di alcuni fenomeni sociopolitici, come ad esempio il rafforzamento del ” partito dei giudici” in sempre piu numerosi paesi, mentre noi evitiamo ogni analisi e preferiamo ritenerlo una sorta di baruffa locale verso un singolo e i suoi amici.

Ritengo invece che il fenomeno stia assumendo la forma e i contenuti di un quasi ritorno al biblico ” governo del giudici” privilegiato da Jahvé, rispetto al sistema ” monarchico” di prevalenza del potere esecutivo, tollerato dal Dio biblico, obtorto collo, a causa della insistenza del popolo di Israele per essere governato da un re-guerriero ” come gli altri popoli” invece che dai giudici.

In questo stesso istante, in Egitto, Pakistan, India, Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia, sappiamo esistere – senza pretese esaustive di conteggio – conflitti tra l’ordine magistrale ed il potere esecutivo, per determinare una prevalenza della magistratura rispetto ai governanti eletti, presentata come lotta per l’autonomia ma che in realtà è una guerra di indipendenza che fa seguito all’ottenimento della completa immunità de facto , precede l’assunzione del controllo politico e si è già sostanziata nella ” correzione” di importanti equilibri istituzionali.

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REPRINT: Shimon Peres si dichiara contrario ad attaccare l’Iran senza la partecipazione USA ( questo post l’ho pubblicato il 19 agosto e lo ripubblico a riprova della nocività di Netanyahu anche per i suoi compatrioti). di Antonio de Martini

Scoppia una bomba atomica sulla testa del duo Netanyahu-Barak: il presidente della Repubblica di Israele e ultimo dei padri della Patria ancora vivente, ha reso alla TV israeliana alcune dichiarazioni che hanno distrutto il castello di bugie pazientemente messo assieme

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MORIRE PER TEL AVIV? LA STDELLA BOMBA IRANIANA E IL BUCO NELL’AQUA CON L’IRAK RENDE CAUTI TUTTI. di Antonio de Martini

l’Ombudsman del Washigton Post Patrick Pexton è intervenuto per rettificare una dichiarazione del “prestigioso” quotidiano, in data 9 dicembre 2011 con queste parole:

“Ma la AIEA ( Agenzia per l’energia atomica delle Nazioni Unite ndt) non dice che l’Iran ha una bomba, ne dice che ne sta costruendo una, bensi che il suo sforzo pluriennale di raggiungere la tecnologia nucleare è sofisticato e sufficientemente vasto da essere compatibile con la costruzione di una bomba”.

Il giornale ha tolto il paragrafo incriminato, senza però dare conto del cambiamento avvenuto, come si è soliti fare.

In pratica il termine TECNOLOGIA è stato sostituito dal termine ARMA, il che non è proprio la stessa cosa. Lo stesso è accaduto al New York Times.

Credo che l’evento vada segnalato perché questi due giornali sono gli stessi che hanno bombardato i nostri titoli di stato con lo stesso interessamento che hano verso la causa della pace mondiale.

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UNA SEQUELA DI BRUTTE FIGURE COME QUESTA GLI USA NON LA COLLEZIONAVANO DA TANTO. MA ADESSO IL PROBLEMA DELLE “RIVOLTE DELLA FAME” NON E’ PIU’ RINVIABILE, E INVESTE DIRETTAMENTE GLI USA.

Gli  usa stanno cercando di salvare la faccia lasciando credere alla pubblica opinione mondiale che è stata la Merkel a convincerli che  in Egitto ,”in fondo non si può risolvere ogni cosa con le elezioni” e quindi queste possono essere rimandate.

In realtà, sono stati convinti da due fatti:

  • l’attentato  terroristico ( ma non avevano detto che era una rivoluzione senza violenza?) ad un gasodotto che porta in Giordania, ma che rifornisce anche Israele. L’allarme è stato immediato.
  • L’intervento di Shimon Peres – il presidente israeliano, unica testa fredda della zona – che ha ricodato che Mubarak ” ha consentito di risparmiare molte vite.” e questa è suonata come una  benedizione  tesa a  ottenere i tempi supplementari per il vecchio presidente. Continua a leggere
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