Archivi delle etichette: Giuliano amato

ITALIA: GRANDE IL DISORDINE SOTTO IL CIELO. LA SITUAZIONE È OTTIMA. COMINCIA LO SGRETOLAMENTO DEI POTERI FORTI ? di Antonio de Martini

Un personaggio che in questi giorni sta attirando l’attenzione degli italiani è Matteo Renzi che ha mostrato di avere audacia e grinta specie all’interno del suo partito.
Non sta quasi governando, ma almeno vediamo , dopo tanti premier tutti litanie e contorcimenti, un allegro guascone. Continua a leggere

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REFERENDUM SULL’ORO: LA SVIZZERA OGGI VOTA PER RIMPATRIARE L’ORO DELLA BANCA CENTRALE E MANTENERE UNA RISERVA INTANGIBILE DEL 20% DELLE RISERVE IN AUREO METALLO. di Antonio de Martini

L’UDC  partito populista svizzero di maggioranza relativa ( Unione Democratica di Centro)  ha promosso un referendum i cui risultati saranno noti domani. Le richieste sono tre:

1) rimpatrio dell’ORO di proprietà svizzera presente all’estero ( 10% a Londra e 20% in Canada). L’UDC ha espresso soddisfazione per aver appreso che l’oro non è depositato negli USA o nell’area Euro, zone considerate a rischio.

2) Mantenimento di una riserva permanente  del 20% dell’ativo della Banca centrale svizzera ( BNS) . Attualmente ha l’8% pari a 1040  tonnellate e dovrebbe comprarne altre 1500 nei prossimi 5 anni.

3) Proibizione futura di vendita di oro all’estero . Tra il 2000 e il 2005 la Svizzera ha venduto oltre 1300 tonnellate di oro sotto la pressione dei cantoni che ricevono il loro dividendo da queste vendite. Continua a leggere

MONTEPASCHI È SOLO UNA DELLE FONDAZIONI BANCARIE DA INDAGARE. BREVE STORIA DI UNA APPROPRIAZIONE INDEBITA. di Antonio de Martini

La storia delle avventure del Monte dei Paschi è degna di un Pirandello dei momenti migliori.

Molti si chiedono cosa siano mai queste “FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA” che ad ogni scandalo appaiono e scompaiono come fuochi fatui sul cimitero dell’economia italiana.

Giuliano Amato, dovendo privatizzare le banche ( durante la crisi del 1992/3), ebbe l’idea di creare una serie di fondazioni bancarie, conferendo loro la proprietà delle azioni delle banche.

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LA SORPRESA PASQUALE DI NAPOLITANO È UN COLPO DI STATO PREPARATO A COLPI DI RINVII ? di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com
L’agonia di questa repubblica mi ricorda quella del maresciallo Tito.
Ogni qualche giorno i chirurghi affettavano tre centimetri delle gambe in cancrena in un rito solo in apparenza crudele e insensato.
In realtà cercavano di guadagnare tempo e rinviare l’Annunzio del decesso, sapendo che scomparso lui sarebbe apparso l’orrido fantasma della guerra civile. Non sapevano cos’altro fare.

Ricordo ancora la prosopopea della Slovenia che subito iniziò la procedura di secessione nella convinzione che sarebbe andata verso un’era di prospera crescita, una volta liberatasi dei fratelli-fardelli.

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GIULIANO È CANDIDATO. SI CREDE AMATO. di Antonio de Martini

Ernesto Rossi , il creatore della locuzione ” i padroni del vapore” , nel 1948 disse una frase passata alla storia costituzionale italiana: ” mille volte meglio un mediocre Presidente della Repubblica che un geniale dittatore”.
Se vogliamo la democrazia, dobbiamo essere d’accordo con questa dichiarazione che col tempo si è rivelata saggia.
Giovanni Gronchi, Giuseppe Saragat e Sandro Pertini, Francesco Cossiga, uomini brillanti, sono stati più un problema che una risorsa per la fragile Democrazia italiana.
Luigi Einaudi, Giovanni Leone, Oscar Luigi Scalfaro, persone “tranquille”, hanno assolto al loro compito con ” dignità ed onore”.

La Democrazia è in realtà, cultura dei controlli. Controlli di legalità, di merito, di procedure.
Sotto questa luce, l’Italia è certamente una democrazia zoppa. C’è la libertà, ma non basta per farne una Democrazia, così come in Cina c’è il Capitalismo, ma non è un paese democratico.
Napolitano, dopo un periodo di ” tranquillità ” – in questo simile a Cossiga – ha preso in mano una situazione altrimenti ingestibile e sta facendo del suo meglio, considerando che ha 87 anni, non è in salute, ha problemi di vista ed è mal circondato.

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MONTI CEDERÀ LA DELEGA PER I SERVIZI SEGRETI CHE ERA LA SUA POLIZZA VITA ? di Antonio de Martini

Il primo ministro Mario Monti comincia a subire il primo tentativo di ridimensionamento.
Nulla di grave, se questo non fosse ” bipartisan” come e’ ormai di moda, con aggiunta di Quirinale.
D’altronde, quando si ha la più vasta maggioranza della storia repubblicana ,bisogna attendersi una opposizione altrettanto numerosa. Matematica politica.
Sul fronte interno, l’attacco al ministro Riccardi, per aver detto quel che tutta l’Italia dice ( politica = schifo) , fa tenerezza , così come l’alzata di capo di Angelino Alfano che dice di non voler parlare di giustizia ( e Rai) con Bersani e Casini.
Lo stringimento strategico, sta giungendo dal Quirinale e rischia di vulnerare il professore nella finora concessa autonomia amministrativa decisionale che é il tratto distintivo della sua esperienza di governo.
E’ indubbio che il professor Monti, ancora preso dalle esigenze di politica finanziaria europea, abbia trascurato il resto del mondo che, per dirla con Kipling, e’ “vasto e terribile”.
” L’affare dei due marò” prima e quello del vuoto di comunicazione con il governo britannico ( in Nigeria) poi, ha dimostrato che pescare dei ” tecnici” di ministero non e’ stata idea vincente.
I ” parvenus” degli esteri e della Difesa si accaniscono piuttosto contro i “nemici intimi” , che contro problemi che comunque non sono mai stati alla loro portata.
Altra idea solo apparentemente sensata del Premier, e’ stata quella di tenere per se la delega per i servizi segreti.
Il super indaffarato Monti aveva, giustamente pensato, per evitare congiure a suo danno, specie in vista delle elezioni presidenziali, di tenersi la delega all’intelligence, ma non ha potuto trovare il tempo per dedicarsi alla ” pars costruens” delle attività segrete di governo, senza le quali si rischia di apparire un Berlusconi qualsiasi.
Oberato di lavoro – Alemanno e Letta fecero anticamera per oltre due ore prima di essere ricevuti per sentirsi negare le Olimpiadi- il prof Monti ha creduto di poter fare come all’università : lasciare gli studenti fuori dall’uscio.
Con gli italiani ha funzionato, con gli stranieri, ( indiani e inglesi) no.
Al Quirinale e’ parso necessario quindi far scaldare i muscoli a qualcuno in grado di ottenere la delega per i servizi segreti e gestirla adeguatamente.
Una persona capace di coordinare queste necessità meglio di come abbia fatto il prefetto De Gennaro, specializzato più in affari interni e affaccendato più a non far conoscere il suo stipendio
( avete notato che non é apparso sulla stampa ?) che a beghe afroasiatiche.
Detto, fatto.
Stamattina é comparso in TV a “mattina in famiglia ” il generale Cucchi , grande amico di Prodi e Amato, per un breve periodo capo del Sismi, a rispondere , sensatamente, alla crescente curiosità della pubblica opinione sulle questioni trascurate dal premier.
Ha fatto una buona performance ed ora é papabile per l’incarico.
Sarebbe anche la prima volta che la delega per i servizi segreti finisca affidata a una persona esperta della materia e questo e’ un bene. Ma ci sono due problemi:
1)Peccato che si tratti di un grande amico e conterraneo del più papabile dei concorrenti alla Presidenza della Repubblica. Non faciliterà la fiducia col premier.
2) In Nigeria ormai c’é scappato il morto e in India, la soluzione dell’enigma é legata alla sorte dell’ex manager di Finmeccanica Lorenzo Borgogni ed ai suoi interrogatori coi magistrati qui in Italia.
Se Borgogni si limiterà a spiattellare le assunzioni dei figli e fratelli dei leghisti in quel di Varese, passi. Se cominciasse invece a parlare di affari esteri di Finmeccanica, ci sarà maretta per i marò.
Se però anche Borgogni se la dovesse cavare con un patteggiamento ridicolo come è successo a Bisignani – che ha ripreso il suo ” business as usual” – e non si parlasse più delle forniture Finmeccanica all’India per le fregate classe Brahmaputra , sarebbe il segnale che nulla é cambiato e nulla cambierà e crollerebbero le ambizioni di Mario Monti per la Presidenza della Repubblica.
Nel frattempo, a Roma, dal 1 gennaio a ieri, cinquecento artigiani hanno restituito la licenza e solo trenta hanno aperto bottega nel periodo. Pessimo segno.

TRA IL GROTTESCO E L’ ALTO TRADIMENTO. I CANDIDATI A PALAZZO CHIGI SONO TUTTI “CRAVATTARI” di Antonio de Martini

Lungi da me l’idea di rimpiangere Berlusconi e la sua corte dei miracoli.
In un paese serio la maggior parte di costoro farebbe al più’ il rappresentante di profilattici.
Impressionante , pero’ , anche il catalogo dei candidati alla successione che sembrano essere stati scelti per far sembrare il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi una caramella alla camomilla.

A GIULIANO AMATO ho già’ dedicato un post intero che può essere condensato in tre parole: ambiguo, incompetente, arrivista. A queste qualità’ che lo rendono certamente un candidato degno di questo sistema, va aggiunto il neo del conflitto di interesse: e’ SENIOR PARTNER della DEUTCHE BANK.
In altre parole, fa il lobbista presso enti locali e governativi facendo vendere derivati ( la finanza creativa che tanti buchi ha creato) e facendo indebitare lo stato, le regioni , le provincie, i comuni .
Nulla che comporti particolari competenze, basta avere una agendina coi numeri telefonici giusti e riuscire a presentare i ” cravattari” all’ assessore da infinocchiare. E’ ben pagato e gli consente di arrotondare le tre pensioni che ha, oltre alla presidenza della Treccani e del comitato per il centocinquantenario dell’ unita’ italiana.
Adesso mi dicono che e’ nuovamente candidato alla Presidenza del consiglio, ossia a trattare coi suoi padroni i termini di restituzione dei ” prestiti” che ha aiutato a contrarre.
Un po’ come se si incaricasse lo stupratore di fare alla violentata la visita ginecologica di accertamento.
Per chi non lo ricordasse, l’ istituto tedesco e’ anche quello che ha dato fuoco alle polveri della crisi italiana a maggio vendendo in una mattinata tutti i BOT italiani ( otto miliardi) che aveva in portafoglio….

MARIO MONTI: la nomina a senatore a vita e’ spiegabile solo con l’ipotesi che qualcuno abbia strumentalizzato la venerabile eta’ del Presidente Napolitano che non può essere sempre presente a se stesso.
Si tratta di uno scialbo Carneade proveniente da Milano e da una università’ che si autocertifica alla pari dell’ ” autorevole financial times” e che si e’ illustrato in un decennio da commissario europeo per aver affibbiato a Bill Gates una multa da cinquecento milioni di dollari, accusandolo di abuso di posizione dominante.
Per farlo rimpiangere dalla UE, hanno dovuto mandare Antonio Tajani.
Meno male che Guglielmo Marconi non e’ più, altrimenti avrebbe multato anche lui perché’ era quasi solo lui ad avere la radio. Non riesco a vedere un solo motivo serio per nominarlo senatore a vita, a meno che non lo si voglia mettere al riparo da qualche procura della Repubblica in vena di partecipare alla selezione dei candidati.
In più’, ho anche il serio sospetto che non sia un genio e cito a riprova il fatto che oggi e’ andato in Germania a partecipare a una tavola rotonda della London School of Economics ( quella finanziata da Gheddafi jr, ricordate?) a commemorare Ralph Dahrendorf, un personaggio il cui pensiero non si e’ notato granche’ e che fu preso sul serio solo da Giorgio La Malfa.
Una ipotesi malevola che circola, invece, e’ quella che si e’ fatto il suo nome come candidato premier per far sembrare la candidatura di Amato il male minore.
L’egregio professore MARIO MONTI DA OLTRE SEI ANNI E’ CONSULENTE DELLA GOLDMAN SACHS cioe’ della organizzazione meno corretta e piu’ chiacchierata della storia.

UN ALTRO CANDIDATO A PREMIER E’ GIANNI LETTA , anch’egli consulente della GOLDMAN SACHS che negli ambienti finanziari mondiali chiamano GOLDMAN SACKS ( traduzione:”Goldman saccheggia”).

MARIO DRAGHI e’ stato VICE PRESIDENTE EUROPEO DELLA GOLDMAN SACHS dal 2002 al 2005 , ossia quando la banca era la consulente del governo greco e lo ha aiutato nella scelta dei prodotti derivati con cui sono stati truccati i bilanci greci per entrare nell’Euro.
Adesso viene chiamato alla BCE per rimediare al danno che ha procurato direttamente o indirettamente.

ROMANO PRODI Dal 1990 al 1993 ha fatto il consigliere di GOLDMAN SACHS.
Conosceva i dossiers delle privatizzazioni su cui evidentemente consigliava la GOLDMAN che consigliava a sua volta i propri clienti che erano gli stessi che concorrevano alle privatizzazioni. Ricordo l’importo della consulenza pubblicato sui giornali : dieci miliardi di lire.

GIANNI LETTA e’ entrato come advisor della GOLDMAN SACHS giusto a tempo per dare consigli in due importanti affari di pari importo : l’ acquisto della partecipazione TELECOM da parte della spagnola TELEFONICA ( società’ che aveva il doppio dei debiti di Telecom, controllata dal finanziere Cesar Alierta ) e l’ acquisto – da parte del gruppo Berlusconi – della Endemol venduta – quando si dice il caso- proprio da Cesar Alierta e- caso nel caso- allo stesso prezzo . Endemol e’ un fornitore di programmi televisivi e sarebbe bastato che Mediaset disdicesse un po’ di contratti TV per abbassarne il prezzo prima dell’acquisto, ma lui da gentiluomo qual’e , queste cose non le ha fatte. L’ advisor di entrambe queste operazioni e’ stata la GOLDMAN SACHS .
Quattro coincidenze non sono coincidenze: lo dice il metodo scientifico inventato da Galileo Galilei, uno che – fosse vivo- con Berlusconi avrebbe in comune l’hobby di sfangarsela ai processi.

Anche in Grecia, il candidato a Premier, imposto a forza, e’ Lucas Papademous- – banchiere centrale- che – vedi caso- e’ ” colui che ha portato la Grecia nell’Euro”.
In chiaro, e’ quello che ha truccato i conti , con l’ aiuto di Goldman Sachs, creando il problema greco come lo vediamo oggi.
Bastano questi profili invocati da politici e media come salvifici, a capire che , secondo loro, chi può ” rassicurare i mercati” non può’ essere che uno dei compari che ha partecipato al gioco delle tre carte.
Nei curricula degli illustri candidati che circolano sulla stampa, avete visto queste qualifiche? Io no.
Perché’, ad esempio, Napolitano non incarica il presidente della Camera Fini (che apporterebbero anche i voti necessari a qualsiasi formula) o quello del Senato, Schifani?
Scelte istituzionali classiche queste e non legate ne’ a chi contrasse i debiti ne’ a chi li erogo’.
Possibile che il Presidente Napolitano debba scegliere soltanto in questo cesto di serpenti?
Possibile che persino alla vigilia del Grande Passo, non senta la viltà intrinseca di scelte come queste ?
Un amico mi assicura che questo atteggiamento – con contorno di telefonata a zio Obama- si spiega solo con l’ abitudine contratta in gioventù – e oltre- a fare l’acritico “killer” di Palmiro Togliatti .
Giuseppe Di Vittorio il mitico sindacalista pugliese amato dai proletari di tutta Italia e rispettato da anche dai nemici, ce lo potrebbe raccontare.
In absentia dell’interessato, un giorno penso proprio che qualcuno dovrebbe farlo.

Mazzini. L’anniversario è stato il 10 marzo. Nel silenzio anche nel 150 anniversario dell’Unità italiana. Complimenti al comitato competente. Lo commemoriamo noi, oggi con una antologia minima, tutta da leggere per sentirsi nuovamente fieri di essere italiani.

 di seguito: dichiarazioni rese dai più importanti politici del secolo (da Sun Yat Sen a Clemenceau) , intellettuali (da Tolsty a Sorel) , cattolici (come il Buonaiuti o Ardigò), degli storici (da Carlyle a De Ruggero), dei rivoluzionari ( da Bakunin a Garibaldi). Se accanto a questi uomini illustri non potrete leggere quelli di  Giorgio Napolitano o di Giuliano  Amato, non è colpa nostra. Continua a leggere

Draghi candidato alla Banca Centrale Europea . Ma chi andrà a Bankitalia?

Il governatore della Banca d’Italia Draghi, dopo un periodo di spareggio con Weber  – il candidato tedesco, abbandonato d’improvviso dalla Merkel  –  si è visto divenire IL candidato   ed ha assistito all’indispettito  e fulmineo  ritiro del competitore Germanico  anche dalla  prestigiosa poltrona di  Bundesbank. Il nostro narcisismo provinciale è gratificato.

Mario Monti con Romano Prodi . Un altro uomo di Goldman Sachs in Bankitalia?

Il ministro Tremonti sale sul treno del vincitore e ne annunzia la candidatura.  Ma c’è un prezzo?

Va subito detto che di Draghi ho personalmente  un’ottima opinione specie perché – anni fa , quando non sapevo chi fosse – capitai a cena accanto a lui in casa di amici. Parlammo della crisi libanese che in quel momento aveva uno dei suoi picchi.

Si mostrò interessato,  subì  educatamente la mia audacia previsonale e finì li.

Tre mesi dopo, quando la mia previsione si avverò in pieno, mi telefonò in ufficio per complimentarsi. In  Italia le persone che riconoscono i meriti altrui  ( specie i miei…)  non abbondano. Lo invitai a colazione.  Mi spiegò, declinando, che chiamava da Washington  perché lavorava al Fondo Monetario Internazionale.

Così scoprii la sua esistenza e mi rassegnai a non avere un estimatore da mostrare.

Oltre a un’educazione dai gesuiti ed una evidente capacità di ascolto, Draghi ha un impeccabile curriculum con le esperienze di lavoro “giuste”: Dalla direzione del ministero del tesoro,  al FMI , alla Goldman Sachs ,  alla Banca d’Italia e, di recente,  al comitato per la stabilità monetaria durante la recente e non conclusa crisi . 

Vero è che da azionista – tesoro della  telefonia pubblica,  proibì alla Telecom Italia mobile di acquistare la Vodafone ( che allora era scalabile) e non ho mai capito bene cosa successe con la chiusura dell’UIC ( ufficio italiano cambi), ma attribuisco volentieri questi  fatti a Ciampi, non fosse altro che per conservarmi un estimatore. 

I tedeschi che rinunziano al controllo della BCE ,  prima a favore del francese Trichet ed ora a favore dell’italiano Draghi, non ce li vedo proprio, se non nel quadro di una strategia loro o per conto degli USA.

L’elezione di un italiano potrebbe essere un modo per rendere  molto più difficili  eventuali velleità euroscettiche  di fuoruscita dall’euro  in previsione di un inevitabile sviluppo dell’inflazione mondiale   come rimedio alla crisi monetaria che si sovrappone a quella economica.

Una defezione mediterranea potrebbe avere nell’Italia un perno decisivo e va evitato che possa  concretizzarsi.

La seconda ipotesi – anche questa non entusiasmante per noi  – è che i tedeschi  fanno ponti d’oro a Draghi per liberare la poltrona di governatore di Bankitalia  per un uomo  gradito, come ad esempio Mario Monti, che ne ha i titoli o o il solito Amato che ne ha l’ambizione.

Questo potrebbe  spiegare la fretta con cui ci si vuole liberare di Berlusconi . Va cambiato prima  che la la nomina del governatore nuovo   sia  all’ordine del giorno.

Si vuole evitare che il cav. , con la consueta creatività,   sparigli il gioco presentando  candidature, quale  ad esempio quella , dignitosissima, di Marzano  che presiede il CNEL,  ma che era stato  officiato nella terna precedente quando si impose la scelta bipartisan di nominare Draghi.

 Anche se priva di alcuni poteri tradizionali, ormai ceduti alla BCE, si tratta di una carica di estremo prestigio e che dura 12 anni .

Di questi tempi potrebbe far gola anche a Tremonti che vuole evitare di restare al ministero se si dovesse  affrontare una fase di spesa che metta in tensione  il bilancio dello stato che lui ha garantito all’Europa.

Se resta il cav.  di scelte bipartisan , questa volta, non tira  proprio aria.

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