Mazzini. L’anniversario è stato il 10 marzo. Nel silenzio anche nel 150 anniversario dell’Unità italiana. Complimenti al comitato competente. Lo commemoriamo noi, oggi con una antologia minima, tutta da leggere per sentirsi nuovamente fieri di essere italiani.

 di seguito: dichiarazioni rese dai più importanti politici del secolo (da Sun Yat Sen a Clemenceau) , intellettuali (da Tolsty a Sorel) , cattolici (come il Buonaiuti o Ardigò), degli storici (da Carlyle a De Ruggero), dei rivoluzionari ( da Bakunin a Garibaldi). Se accanto a questi uomini illustri non potrete leggere quelli di  Giorgio Napolitano o di Giuliano  Amato, non è colpa nostra.

La raccolta è opera  di un aderente al partito repubblicano del tempo che fu. Randolfo Pacciardi.

Giuseppe Mazzini? Tutta l’anima per l’ideale santo della indipendenza e della libertà della sua grande Patria, e l’opera febbrilmente attiva della vita intera per esso, e malgrado gli ostacoli più minacciosi e le disillusioni più amare e i sacrifici più sanguinosi, e senza mai nè temere nè disperare, e vederlo infine quasi raggiunto, è questa la sua gloria.                                                                                                                                                                                                                                                              

 Roberto Ardigò

Individualmente Mazzini resta sempre l’uomo più puro, l’uomo senza macchia, incapace di fare la minima cosa, non solo ingiusta o vile, ma neppure generalmente permessa per soddisfazione sia de’ propri interessi, sia della propria personale ambizione.     

Michele Bakunin                                                                                                       

Al grande cospiratore e agitatore per la libertà e l’unità d’Italia, Giuseppe Mazzini, l’Italia moderna deve la più grande gratitudine.     

Augusto Bebel                                

 

Sulla medesima piazza di Genova sorgono il monumento a Vittorio Emanuele e quello del Mazzini. Non so se a bello studio, ma la statua di Vittorio Emanuele è messa a posto in maniera che si rivolge a capo scoperto verso quella del Mazzini.  Il re d’Italia saluta il figlio del popolo italiano. Ciò è l’omaggio alla ragione della nazione. Non soltanto la nazione italiana e il suo re si cavano il cappello al Mazzini, ma tutte le nazioni dell’universo che sanno entusiasmarsi per la libertà. Anche io, modesto campione dell’indipendenza della sua nazione, mi levo il cappello al Mazzini non solamente in mio nome, ma in nome altresì dei miei compatriotti che anelano alla libertà. Quando avremo anche noi Ungheresi un Mazzini? Quando sarà anche la nostra patria libera e indipendente da ogni altra nazione, d’ogni altra influenza straniera? E quando otterremo anche noi l’omaggio del nostro re alla ragione  della nostra nazione? O Mazzini degli italiani, ci prostriamo ai tuoi piedi.                                                                                                                                                                                                                    

 Barabas Bela (Aral, Ungheria, il 18 Maggio 1905)

Faccio mie le vostre belle parole: “Fra breve l’Italia ricorderà il centenario d’uno dei suoi figli più illustri, Giuseppe Mazzini, che agitò con quarant’anni d’apostolato Barabas Bela, mezz’Europa e seppe creare vita, là dove gli scettici vedevano morte”. Non potrei dirlo meglio.                                                                     

 Bjornson (Roma, 9 Aprile 1905)

Non fu un filosofo, non un letterato, non un critico, e nemmeno un agitatore e un apostolo: uomo maggiore di ciascuno di questi titoli egli è fondatore di civiltà e sta’ terzo con Socrate e Cristo.                                                                                                                                                                                                                                         

 Giovanni Bovio

L’uomo che meglio d’ogni altro conobbe tutti i segreti dell’arte di avvincere tutti i cuori e le volontà dei propri simili, fu Giuseppe Mazzini. Mazzini ebbe il temperamento del profeta; una fede incrollabile nelle sue dottrine, una devozione disinteressata ai suoi ideali, una costanza di propositi che nulla poté fiaccare. E’ impossibile dubitare della sua sincerità e della nobiltà delle sue aspirazioni; e la fiamma della sua passione ardeva con tale intensità che nessun uomo della sua  generazione ebbe tanti e così entusiasti discepoli e seguaci.                                                                                                                                                                                 

  James Bryce

Mai come oggi l’umanità dolorante e piagata ha bisogno di medici. Ma di medici veri e propri. Ci intendiamo. E’ un secolo che Giuseppe Mazzini scriveva queste chiaroveggenti e stimolanti parole: “Io vedo un immenso vuoto in Europa, vuoto di credenze comuni, di fede e quindi di inziative, di culto del dovere, di solenni principi morali, di vaste idee, di potenti azioni, a prò delle classi che più producono e, non di meno sono più misere. E pensai che l’Italia, risuscitando a salvar l’Europa, avrebbe fin dai primi palpiti della nuova vita detto a se stessa e agli altri: – Io riempirò quel vuoto. Poco m’importa che l’Italia, in un territorio di tante miglia quadrate, mangi il suo frumento o i suoi cavoli a miglior mercato; poco m’importa di Roma, se da essa non deve  venire una grande iniziativa europea. Quel che m’importa è che l’Italia sia grande e buona, morale e virtuosa, e che abbia a compiere una missione nel mondo”. Così Mazzini. Il non averlo ascoltato è il nostro peccato di oltracotanza. Lo stiamo espiando.                                                                                                                                                                                          

Ernesto Buonaiuti (1944)

Mazzini è un uomo di genio e di virtù, un uomo di veracità genuina, di umanità di mente, uno di quegli uomini sventuratamente rari, anzi unici in terra, che siano degni di essere chiamati anime martiri; uno degli uomini che in silenzio e nella vita di ogni giorno sanno e praticano quello che si intende per martirio.

 Thomas Carlyle

Les hommes qui ont refait l’Italie – et parmi eux il n’y en a pas de plus grand que Giuseppe Mazzini – seront toujours tenus pour d’illustres aieux par le républicains qui travaillent à faire une France de justice et de libertè.                                                                                                                                                                                            

 Georges Clemenceau

Il mondo civile, sbollisce le ire e le preoccupazioni dei suoi contemporanei, comincia a rendere giustizia a Giuseppe Mazzini, con un crescendo di ammirazione che costituisce il miglior titolo di legittimo orgoglio per quanti se ne professarono discepoli e ammiratori nei tempi del disprezzo o della preoccupazione per l’Italia tutta, che gli dette i natali.   In Mazzini dappertutto si studia il politico e il letterato, l’uomo e l’economista; e in lui si scopre tale armonia di vedute tra ciò che pensava, scriveva ed operava, che suscita l’ammirazione e l’entusiasmo e giustifica il giudizio di Giovanni Bovio che in lui riconobbe un fondatore di civiltà.                                                                                                                                                                                                                                                                           

 Napoleone Colajanni

Per le sue dottrine, per la sua azione Giuseppe Mazzini non appartiene all’Italia soltanto: appartiene all’Umanità, poichè, come fu ben detto, egli visse e soffrì per tutti.  L’influenza del suo pensiero si è spiegata per tutto il mondo; il suo nome è un simbolo  per tutte le genti.                                                 

 Ubaldo Comandini    

Al repubblicanesimo moderno, non solo d’Italia, ma d’Europa, Mazzini diede una fede più alta e una massima fondamentale, la quale è grande come le massime fondamentali del mondo. Diritti eguali significano eguali doveri. I Diritti dell’Uomo implicano i Doveri dell’Uomo.                                                    

 John Adam Cramb

Giuseppe Mazzini è a buon diritto considerato come il fondatore della Democrazia italiana.                                                                                                 

   Guido De Ruggiero

Quando io ero giovane e non aveva che delle aspirazioni, cercai un uomo che mi potesse consigliare e guidare nei miei giovani anni, io lo cercava come l’assetato cerca l’acqua.  Quest’uomo lo trovai, lui solo vegliava quando tutti dormivano.  Egli è sempre rimasto mio amico pieno d’amore per il suo paese, pieno di devozione per la causa della libertà. Quest’uomo è il mio amico: Giuseppe Mazzini.   Al mio maestro! Al maestro di tutti!                                                                   

 Giuseppe Garibaldi

Egli era un martire dell’idea e della fede, come solo un altro ne era una volta esistito. Portava la corona di spine e la croce sulla quale sanguinava la sua vita personale. Era forse errata l’idea per la quale egli si sacrificava? A lui sembrava una verità. Poteva essa redimere il mondo? Ma lo ha dunque redento l’idea per la quale fu innalzata la croce sul Golgota?                                                                                                                                                                                                            

  Harriet Hamilton King

Più grande ancora è colui, non idealista soltanto, ma santo ed eroe, che attesta con tutta la sua vita la verità che insegna. Tale santo, tale eroe, tale idealista fu Giuseppe Mazzini; e sin che vivano uomini e donne fedeli a sè stessi ed alla propria missione capaci di apprezzare il sacrificio ed il dovere più della potenza e della fortuna, ci sarà sempre chi l’ami e chi lo prende a maestro.                                                                                                                                                                                      

  Bolton King

Viam qui nescit, qua deveniat ad mare. Eum opertet amnem quaerere comitem sibi … Così l’Italia, diventata libera ed una, benedicendo la memoria dei suoi Grandi … che fossero stati, martiri o re.                                                                                                                                                                         

Francesco Kossuth (18 Febbraio 1905)

Nel risorgimento italiano, Cavour fu il cervello, i documenti, la diplomazia. Garibaldi la spada, le canzoni di guerra, la camicia rossa. Mazzini fu la fronte alta, gli occhi fiammeggianti, l’idea.  Egli fu il filosofo del Risorgimento italiano, colui che trasformò la libertà in religione. Religione di tutti i popoli. La sua sorte? Oggi, in tutte le città italine, piazze e vie ricordano il suo nome. Ma, mentre visse, Cavour lo esiliò da quella Italia la cui carta si disegnò per la prima volta nell’anima di Mazzini, dal viso magro e rasato di sacerdote e dai capelli lunghi, non potè circolare entro i confini della sua Italia se non sotto un nome inglese. E il popolo? Ha capito questo grande intelletto? Si e No. Non ha capito i libri di Mazzini, ma ha capito il contenuto filosofico della libertà, ma ha capito la libertà stessa.  E non ha capito Mazzini, ma ha capito che bisognava capire Mazzini.                                                                                                                                                                       

 Ladislao Lakatos

Un pensiero è vivo quando ci aiuta a conseguire una migliore consapevolezza dei problemi nostri, del nostro presente: quando cioè ha un eterno motivo di verità e fa nostro contemporaneo l’uomo che l’ha maturato ed espresso. Così è vivo Mazzini.                                                                                                      

  Giuseppe Lombardo Radice

Mazzini appartiene al raro gruppo dei geni profetici dell’età ventura: una sola cosa non previde che a mezzo: la miseria e l’infelicità in cui sarebbe caduta l’Italia dopo acquistata quell’unità per cui egli tanto faticava.                                                                                                                                                                                  

Cesare Lombroso

Le prime organizzazioni operaie, sorte in Italia nel 1848, e raccolte poi nel Patto di fratellanza, erano di ispirazione mazziniana.                        

   Paul Louis

Primo organizzatore degli operai in Italia va considerato Giuseppe Mazzini                                                                                                                                     

  Roberto Michels   

Quelli che lo ridussero e limitarono e adattarono alle circostanze ebbero ragione contro di lui. E Mazzini non riconobbe la sua Italia nell’Italia che essi fecero; e la morte gli diede riposo mentre egli, umilmente e tenacemente, ricominciava. Oggi, dopo cinquanta anni dalla sua morte, egli incomincia ad avere agione contro quelli che lo limitarono e lo ridussero. Questa Italia così grande, intiera, ha un’anima troppo piccola. La transazione e il compromesso e il realizmo poetico, applicati contro di lui, hanno continuato a far scuola e la scuola ebbe assai più discepoli che non convenisse.  La “missione” italiana, l’iniziativa italiana, la democrazia popolare della quale l’Italia doveva essere, strumento e cenacolo in Europa hanno avuto pochi sognatori tenaci e solitari. Le masse sono entrate ora tumultuando nel terreno della lotta politica e mostrano che troppo poco si era pensato ad educarle, da che Mazzini morì e lasciò ai suoi questo precetto.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

 Romolo Murri

Nella coscienza nazionale e, ancor più, forse internazionale, dall’Europa alle lontane Americhe, la vera figura di Giuseppe Mazzini appare e grandeggia nei suoi masimi attributi, al di sopra delle mediocrità che si urtano e contendono nell’arena politica-sociale quotidiana.                                                                      

 Ernesto Nathan

In complesso (l’autobiografia) è la storia di un’idea religiosa quella che il Mazzini ci narra, e la vicenda dell’intuizione della terza Italia nella cella dei Savona (pur così incastrata negli episodi della prigionia), l’ampliamento del mandato e del compito nella crisi del dubbio, le pagine dedicate alla difesa di Roma, sono episodi degni d’una grande Storia religiosa; chè tale indubbiamente fu nelle sue prime radici il Risorgimento. E per questo egli poteva rivendicare di fronte ai suoi denigratori il valore di quell’inizativa senza di cui l’idea dell’Italia e l’unità non si sarebbero mai affermate. E, come credo d’aver dimostrato, aveva pienamente ragione.                                                                                                                                                                                                                                                                                           

  Adolfo Omodeo

Troppo conosciuto al mondo Giuseppe Mazzini, perchè io ne parli, in tutti i rami la sua opinione prevaleva, mostrandosi chiara a tutti la intelligenza, proprietà assoluta dei grandi concepimenti. Nessuno negava la sua superiorità come la massa degli uomini non nega al gigante la superiorità della mole.          

  Carlo Pisacane

Io credo Mazzini altrettanto onorevole e virtuoso nella vita privata quanto Savanarola: nessuno più di me ammira la costanza del suo carattere. Mazzini è l’uomo di una idea e d’una politica. Ciò che lo distingue da tutti è questo ch’egli fa della sua idea una religione, e che per servirla non esista a seguirne la massima sino alle sue conseguenze. Pochi uomini hanno questo coraggio, ed è da questo appunto che si distinguono i novatori degni di questo nome e che li fa grandi nella storia.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                     

    P.G. Proudhon

Dagli angoli più diversi e più remoti del mondo ci erano venuti i segni più evidenti di un’azione nuova, e cioè cosmopolita, dell’insegnamento mazziniano. Mazzini è ora il simbolo supremo di una parte intiera dell’Umanità, anzi della parte maggiore dell’Umanità                                                                                      

Francesco Ruffini  1918

Ho letto col massimo compiacimento la vostra bella rivendicazione di Mazzini. Come i socialisti italiani possono essere tanto ingrati verso l’uomo che ha più onorato il proprio paese nel secolo XIX e che tanti buoni giudici considerano come uno dei più grandi della storia?        

Georges Sorel (lettera a Napoleone Colajanni – 1903)

Vive grazie per le pagine del Mazzini. Scopro che egli è più vicino a me dei più moderni riformatori sociali europei.                               

Sun Yat-Sen ( lettera a Carlo Sforza)

Il più grande onore, il privilegio e la felicità dell’intera mia vita fu di essere presentato all’Uomo che fu per me ciò che Cristo stesso deve essere stato per i suoi primi discepoli, e per il quale io avrei dato tutto il mio sangue e tutta la potenza del cuore, della mente, dell’anima e dello spirito mio.                      

   Swinburne

Joseph Mazzini n’a jamais été apprecié à se juste valeur à cause de son activitè politique italienne et patriotique, qui a caché son importance comme philosophe et vrai prophète de toutes le nations. J’ai toujours beaucoup admiré ses écrits et ressenti la plus grande estime pour sa noble vie.           

 Leon Tolstoy (1905, Mars 20)

Mazzini insegnerà ancora, insegnerà sempre, come si vive per l’Ideale tutta una vita che è anche più grande che morire per esso un istante ….

  Claudio Treves

Parmi ceux qui ont lutté, au siécle dernier, pour la démocratie et la république, il en est bien peu qui égalent Mazzini, par l’abnégation désintéressée et l’attachement indomptable à la cause populaire. Socialiste, élévé à l’école de  Marx, je n’oublie pas que l’idéal Mazzinien différe du notre et je ne tomberai pas dans le ridicule de revendiquer cette haute figure, pour la mettre à l’actif du socialisme international. Mais le socialisme ne sera pas sans la démocratie, et c’est pourquoi nous devons honorer, comme un des plus grands ouvriers de la cité future, celui dont toute la vie ne fut qu’un long combat pour l’égalité politique et la souveraineté populaire.                                                                                                                                                                                                                                              

 Emile Vander Velde

          

 

                                                                                                                                                                                                                     

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Commenti

  • Davide  Il marzo 16, 2011 alle 6:57 PM

    Parlare bene del Mazzini, personaggio che ha contribuito a rovinare il Sud Italia, è come trucidare per la seconda volta tutti quei meridionali che fedeli alla loro antica patria, il Regno delle Due Sicilie, combatterono e morirono contro l’invasore piemontese. E’ come internare per la seconda volta i soldati borbonici nei campi di concentramento che Vittorio Emanuele e Cavour fecero costruire a San Maurizio Canavese e Fenestrelle.
    E’ come bruciare nuovamente Bronte, Pontelandolfo e Casalduni o come fucilare donne ed innocenti solo perchè meridionali dunque inferiori, come dichiarò Cesare Lombroso (le cui teorie razziste sono state da più di un secolo smentite, ma a quanto vedo, continuano ad avere credito su questo sito) ovvero lo pseudo-scienziato che fornì ai Savoja l’alibi scientifica per massacrare i contadini meridionali bollati come briganti.

    Mazzini un cospiratore che non sapeva nemmeno cosa fosse un campo di battaglia, ispiratore di odio e di violenze, una delle rovine di questa Italia

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    • antoniochedice  Il marzo 16, 2011 alle 8:05 PM

      Alibi e’ maschile, nell’elenco delle battaglie perse hai dimenticato l’assedio di Siracusa, la battaglia dell Egadi e la cattura di Toto’ Riina.
      La realta’ e’ che la Sicilia e’ quella che ha dato a Garibaldi il maggior numero di combattenti e all’Italia il maggior numero di medaglie d’oro al valor militare. I tuoi ragionamenti sono, temo, il prodotto della scuola degli ultimi trenta anni. Lascio volentieri il tuo intervento ai lettori che potranno minacciare i bambini ” se non studi e non impari a essere equilibrato, diventerai come questo borioso fessacchiotto ignorante .” Ma non hai visto che mezzo mondo ( l’altro mezzo te l’ho risparmiato) non la pensa come te?
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  • Roberto  Il marzo 16, 2011 alle 7:24 PM

    Vedi Tonino, non è vero che Mazzini non è stato ricordato. Il 10 marzo i massoni celebrano i loro rituali funebri e ricordano Mazzini e tutti i fratelli che hanno proseguito il loro cammino di conoscenza.Noi repubblicani lo festeggiamo, ed insieme a Lui l’Unità d’Italia, tutti i giorni di tutti gli anni. Dalla nascita al passaggio. Ma lo facciamo con riservatezza, almeno non siamo costretti a leggere le puttanate delle grandissime teste di cazzo che scurreggiano per il web. Viva Mazzini, viva Pacciardi e viva la Patria!

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    • antoniochedice  Il marzo 16, 2011 alle 7:50 PM

      Ovviamente mi riferivo a iniziative istituzionali e non private.

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    • Davide  Il marzo 16, 2011 alle 8:13 PM

      Probabilmente dovrebbe documentarsi prima di dire che i siciliani diedero il maggior numero di combattenti a Garibaldi, è risaputo infatti che erano bergamaschi la componente maggiore dei mille (180) non per niente Bergamo viene definita la città dei mille.

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      • antoniochedice  Il marzo 16, 2011 alle 8:45 PM

        Arrivarono in mille a Marsala, ma a Messina per lo sbarco in Calabria erano, vado a memoria, circa 15 mila. Secondo te erano immigrati tunisini o siciliani di Rosolino Pilo, Crispi, Farini e volontari venuti da ogni villaggio? ecc

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  • Davide  Il marzo 16, 2011 alle 8:58 PM

    Ne hai contati solo 4, i “15 mila” di cui parli erano soldati piemontesi fatti congedare appositamente prima di partire per la Sicilia, in modo da far figurare che l’operazione non era orchestrata dal Piemonte. Quando poi non poterono più farne a meno, l’esercito savojardo invase il Regno delle Due Sicilie senza alcuna dichiarazione di guerra.

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    • antoniochedice  Il marzo 16, 2011 alle 9:28 PM

      Leggiti di J M Swarrtz ” il cervello bloccato” ed Longanesi.

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  • Davide  Il marzo 16, 2011 alle 9:36 PM

    Io ti consiglio invece di studiare seriamente la storia dell’Unità e di documentarti prima di esprimere opinioni in merito

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  • Roberto  Il marzo 17, 2011 alle 11:34 am

    Tonino stai studiando da psichiatra o da frate?

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    • antoniochedice  Il marzo 17, 2011 alle 12:00 PM

      Entrambi, perché?

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  • Antonio Caracciolo  Il marzo 17, 2011 alle 11:27 PM

    Si dica pure tutto quello che si vuole su Mazzini. Io ho iniziato a leggerne e a pubblicarne online l’opera completa, ma perbacco sono più di cento volumi e mi ci vuole una vita! Non è stato per amor di patria che mi sono accinto a questa impresa, ma la pretesa quirinalizia che sionismo e risorgimento siano la stessa cosa, che Mazzini e Herzl siano fratelli, cugini, forse compari. A me la cosa non convince affatto. A 150 anni dall’unità di Italia non sputo affatto sull’unificazione, mi dico e mi sento italiano, ma ciò non mi impedisce di ristudiare e ripensare in termini assai critici il modo in cui l’Italia fu fatta… Intendiamoci un grosso lavoro da fare. Conclusione: a 150 l’Italia non è stata per nulla fatta e toccherebbe farla alla nostra generazione. Un compito da far tremare i polsi.

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    • antoniochedice  Il marzo 18, 2011 alle 5:04 am

      Non devi fare tutto da solo, non e’ il caso di preoccuparti. Non ho letto L’intervento di cui accenni. Immagino che il parallelo tra Mazzini e Hertzl fosse che ciascuno ha immaginato uno stato per la propria nazione. Invito tutti i giovani a non restare col capo rivolto all’indietro come i dannati di Dante. Esamina e affronta i problemi dell’oggi nella tua terra. Quanto a Mazzini, prima o poi sara’ Google a metterlo on line. L’Italia – bene o male – e’ fatta , Lo Stato e’ sfasciato e per essere ricostruito serve il contributo di tutti. Impegnati in questo senso se te la senti. Senza tremiti.
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  • Angelo  Il aprile 15, 2011 alle 6:39 am

    Lo ricordano più i cinesi di noi. Sun Yatsen il fondatore del Kuomingtang era un ammiratore di Mazzini. Salvo il fatto che i comunisti cinesi poco càentrano sia con Mazzini che con il dr. Sun.

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    • antoniochedice  Il aprile 15, 2011 alle 8:07 am

      Se non c’entrano niente gli italiani con Mazzini, perche’ dovrebbero entrarci i cinesi?

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  • Angelo  Il luglio 4, 2011 alle 6:50 am

    Quando Mazzini morì, Sun Yatsen aveva 6 anni.

    Siete proprio sicuri che i due si conobbero? Secondo me avete tradotto male la lettera che scrisse a Sforza.

    Saluti

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    • antoniochedice  Il luglio 4, 2011 alle 7:19 am

      Forse hai letto tu in maniera frettolosa. Sun yat sen ringrazia Sforza che gli ha fatto scoprire Mazzini e alcune consonanze di pensiero tra i due, evidentemente regalangogli dei testi.. E’ successo anche a me. Cosa c’entra questo con l’eta’ dell’uno alla morte dell’altro?

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