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IL BRACCIO ARMATO DI HEZBOLLAH INSERITO NELL’ELENCO DELLE ORGANIZZAZIONI TERRORISTE. LA CIA NON C’È BENCHÈ LO AMMETTA . di Antonio de Martini

Inghilterra, Francia e Olanda con un forcing finale hanno ottenuto di poter considerare ” organizzazione terroristica” non l’Hezbollah, ma il suo ” braccio armato”.
Un po’ come in Irlanda l’IRA e il Sinn Fein.

Con questa decisione farisaica l’Unione Europea dimostra ancora una volta di non essere in grado di prendere decisioni univoche che non siano frutto di compromessi. È di continuare ad ispirarsi a quel capolavoro di ambiguità che è la risoluzione 1701 delle Nazioni Unite a seguito della quale un corpo di spedizione italo-spagnolo bivacca nel sud Libano da sette anni.

L’Hezbollah, partito di Dio, nasce da una iniziativa assistenziale a favore dei ragazzi di strada , i cosiddetti ” chicklets boys” poveri bambini che vivevano vendendo gomme americane in formato mono.

Non si tratta nemmeno una iniziativa mussulmana: nacque per un’intesa sul terreno tra l’Imam Moussa Sadr ( poi ucciso da Gheddafi per un finanziamento andato a male) e Gregoire Haddad arcivescovo greco cattolico ( figlio di genitori protestanti) originario di souk el gharb , un villaggetto vicino a Aley, sulla via di Damasco.

Il crescere del numero di questi diseredati a causa della guerra e l’intensificarsi dell’attività di patronato – insolita, almeno su vasta scala, in un paese del Levante – ha fatto crescere il fenomeno e, una volta finito il finanziamento di Gheddafi ( che pare sia costato la pelle al Moussa Sadr), assunse caratteristiche piu marcatamente politiche con l’arrivo dei finanziamenti iraniani e con l’invasione israeliana del Libano( 1982) ed il successivo rifiuto ad abbandonare una ennesima fascia di sicurezza di circa 20km alla frontiera libanese, che Israele affidò a un ” maggiore Haddad” comandante di un ” battaglione”.

La creazione di questa ennesima fascia di sicurezza inibita all’esercito regolare libanese e ” presidiata” dal battaglione Haddad rifornito da Israele, ha creato un movimento di resistenza mano a mano sempre più attivo che al momento del ritiro israeliano si vestì delle penne del pavone, cantando vittoria.
L’inconsistenza militare non ha mai impedito lo sfruttamento politico degli eventi.

La vera affermazione di Hezbollah si ebbe per la costanza con cui seppe utilizzare gli interessi politici iraniani e di altri per spillare denari ed utilizzarli per dispensari, assistenza agli anziani e istruzione ai piccoli.

Nei fatti, pochi e mal diretti missili artigianali contro le fattorie della Galilea che hanno sempre fatto danni materiali minimi e di prestigio notevoli. Una ottima scusa per chiedere aiuti alla diaspora e agli americani, entrambi stanchi di decenni di aiuti inefficaci.

Oggi, dopo un confronto militare diretto con gli israeliani nel 2006 ( più demerito del generale incapace che guidò gli israeliani che merito loro) e la cooptazione di una ristretta e combattiva élite intellettuale di origine comunista che naufragò da quelle parti alla caduta dell’URSS, il movimento Hezbollah ha assunto caratteristiche di partito politico e raccoglie quasi il 50% dei voti alle lezioni politiche libanesi.
Hezbollah, si è ormai accreditato in Libano e nel Levante come un movimento politico che ” dice quel che fa e fa quel che dice” . Non è da tutti.

Lascio la parola al generale Saverio Cascone in una relazione fatta ai granatieri di Sardegna in data non sospetta ( dic 2006):

“Il Partito di Dio salì agli onori della cronaca a seguito delle seguenti attività:
– attacco all’Ambasciata USA di Beirut nell’apr. ’83 (63 morti), quello alla
caserma USA dei Marines (241 morti) e a quella dei paracadutisti francesi (58
morti) sempre a Beirut;
– attentati contro l’Ambasciata d’Israele in Argentina nel 1992 (29 morti) e al
Centro Culturale Ebraico di Buenos Aires nel 1994 (85 morti).

In particolare, 18 anni di impegno militare di Hezbollah contro l’occupazione israeliana nel sud Libano hanno portato nel 2000 al ritiro delle forze israeliane dal Paese.

Per quanto si riferisce alla dirigenza del Partito di Dio, al primo Segretario Generale Sceicco Subhi al-Tufayli è succeduto Abbas al Mussawi, ucciso nel 1992 dagli israeliani; a questi è succeduto l’attuale Segretario Generale Hassan Nasrallah. Nel 2005 si registra la prima partecipazione di parlamentari Hezbollah al governo libanese.

In sintesi, Hezbollah, nato come corrente religiosa, si è trasformato dapprima in un movimento di resistenza alquanto disorganizzato e poi in un organico movimento combattente; si propone dagli anni ’90 come vero e proprio partito politico.”

Ora che è diventato un vero e proprio partito politico, dimenticando che la risoluzione 1680 dell’ONU chiedeva il disarmo di tutte le milizie ( anche cristiane e di Amal), adesso vogliono che venga disarmata solo la milizia che ha dimostrato efficacia.
Credo sia il modo più facile per far affluire anche cristiani nel Partito di Dio.

Dal 2011 in poi l’obbiettivo di comunicazione internazionale Israeliano non è più stato Hamas – abbondantemente infiltrato – ma Hezbollah, con accuse continue e nessuna prova concreta.
Non basta che un’azione antisraeliana riesca per addebitarla a Hezbollah, ci sono anche i siriani gli iraniani ed altri…

In realtà si tratta di una dichiarazione – quella europea – ambigua, strappata grazie al caldo e durante un fine settimana con la sola critica di MALTA, mandata avanti da chi non ha voluto apparire per non compromettere i buoni rapporti che non ha con Francia, Inghilterra e Olanda.

È una sorta di indennizzo per aver escluso dai programmi di aiuto della UE tutti i territori che Israele deve cedere dopo averli unilateralmente annessi e sfruttati per quasi mezzo secolo.

SIRIA:ECCO IL PIANO DI ACCORDO DEI RIBELLI. ( da Lookout) SEMBRA UN PIANO DI GUERRA FATTO MALE. di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com

Il famoso Mouaz Al Khatib, già impiegato di una società di software telecom in Texas specializzata nella clientela rurale, ha presentato la sua bozza di accordo di pace.

Dal testo, si deduce che

a) lo ha scritto da solo ( con ortografia anglosassone) data l’approssimazione e nessun riferimento alla realtà operativa dei ribelli sul territorio, al comportamento del corpo diplomatico nel mondo, alla creazione di una magistratura di garanzia e senza prevedere nemmeno un ordine “congiunto” di cessate il fuoco.

b) la frase “religiosa” di apertura non è un versetto del Corano, ma un “hadith” ( ovvero un detto tramandato da testimoni) e si riferisce non a un’anima ( rauch) come tradotto malamente, ma a una vita ( nafsan) e non credo che abbia altro senso che il ricordare che si tratta dell’hadith citato da Barak Obama nella famosa prima allocuzione al mondo arabo alla Università di El Ahzhar al Cairo prima di scatenare il carnaio.

In genere documenti importanti ( anche di non zelanti) iniziano con la “fatiha” ( il versetto di apertura del Corano).

c) il testo non parla nemmeno in via ipotetica di elezioni democratiche e nemmeno le promette in futuro segno di inettitudine politica dell’estensore e della volonta di soprassedere al dettaglio, oltre che della consapevolezza che in caso di confronto elettorale con Bashar el Assad,  Al Khatib e compari non raccoglierebbero che il voto dei parenti, e nemmeno tutti.

d) Non c’è alcun accenno all’Islam e alla Sharia come fonte di diritto, ritengo pertanto che – se il testo rimarrà intatto – non verrà accettato nemmeno dalle frange estremiste jihadiste e salafiste; dall’Arabia Saudita ed altri. Continua a leggere

PANORAMICA SUL LEVANTE E AFRICA DEL NORD NELL’ULTIMO GIORNO DELLA “PRIMAVERA ARABA” E IN PREPARAZIONE DEL RAMADAN PIU’ CALDO DEL DECENNIO. di Antonio de Martini.

Israele: Netanyahu mostra la sua leadership anche verso i coloni israeliani. 30 famiglie di coloni che si erano impadroniti di terre di proprietà palestinese sulla collina di BEIT AL in Cisgiordania, hanno ricevuto l’ordine di sfratto da parte della Corte Suprema di Israele.

Erano attese le solite resistenze, ma dopo un lungo colloquio tra il rabbino della comunità e alcuni inviati dello staff del premier Israelino, la situazione si è sciolta con una dichiarazione di sottomissione delle 30 famiglie che desiderano evitare divisioni nocive e riserbare la creatività per fini nazionali.

Forse si avvicina il momento dell’apertura di un dialogo , visto che anche il ministro della Difesa Mofaz, ha ammesso che si potrebbe colloquiare senza pre-condizioni. Sarebbe la prima volta. L’8 luglio ( se il traduttore mantiene l’impegno) pubblicheremosu questo tema un intervento di Menachem Navot, già vice capo del Mossad che i lettori del CORRIERE DELLA COLLERA già conoscono .

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NEL LEVANTE MEDITERRANEO STA PER NASCERE UN NUOVO GOLFO PERSICO PIENO DI PETROLIO E DI GAS. Di proprietà USA. di Antonio de Martini

Il più grande giacimento di petrolio e di gas del mondo, si trova in Siberia ed ha 18.200 miliardi circa di metri cubi di gas sfruttabile.
È ormai chiaro che il secondo si trova nelle acque del Levante mediterraneo, è costituito da più sacche che coprono l’est mediterraneo dal delta del Nilo alla Grecia e tutti cercano di impadronirsi della più grossa fetta possibile.

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ALTRI LAMPI SUL LEVANTE MEDITERRANEO. di Antonio de Martini

Oggi 11 maggio scade il termine ultimo di presentazione delle offerte per assicurarsi uno dei 12 lotti messi in palio dalla Repubblica di Cipro, del più grande giacimento di gas mai scoperto nel mediterraneo.

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TO BOMB OR NOT TO BOMB. THIS IS THE PROBLEM. Israele si spacca : un altro capo del Mossad non è d’accordo a bombardare l’Iran e sostiene che la Bomba è al di la da venire.

E due! Con questa intervista rilasciata alla CBS, sta uscendo allo scoperto la prima grossa spaccatura pubblica all’interno del governo israeliano nel corso della sua storia.

Il tema è quello che tiene banco in questi giorni: l’atteggiamento da tenere con l’Iran.

Mi perdonerete se non vi traduco i punti salienti, limitandomi a tre considerazioni base:

a) anche questo capo del Mossad insiste sulla follia di attaccare l’Iran, mettendosi contro tutto il Medio oriente. ” Le guerre si sa come cominciano, ma non si sa come finiscono”.

b) i siti da bombardare non sono quattro, bensì “alcune dozzine” il che vuol dire la certezza di subire perdite e rappresaglie, non solo da parte di Hezbollah dal Libano e da parte di Hamas dalla striscia di Gaza, ma anche da paesi come la Siria ed anche l’Egitto, in cerca di un nemico contro cui compattare i loro popoli.

c) E’ falso che il momento in cui l’Iran avrà la bomba sia vicino ( ed è il secondo capo dell’intelligence a dirlo).

In questa situazione, Israele rischia di fare in realtà la guerra per conto dell’Arabia Saudita – che è il vero rivale dell’Iran – e di essere attaccato contemporaneamente da ogni azimuth – non sarebbe la prima volta nella sua storia – ma questa volta sarebbe visto da tutto il mondo come l’aggressore.

Clikkate il link sottostante.

http://www.cbsnews.com/8301-18560_162-57394904/the-spymaster-meir-dagan-on-irans-threat/?pageNum=3

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Antonio de Martini

RICORDATE IL CAPITANO COCCIOLONE IN IRAK ? BEH, LA FRANCIA NE HA TREDICI. GLI UFFICIALI FRANCESI CATTURATI A HOMS AL CENTRO DI TRATTATIVE SEGRETE PER EVITARE UNA( ALTRA) UMILIAZIONE A SARKOZY. di Antonio de Martini

La signora Lauren Williams scrive sul DAILY STAR un tabloid libanese che potrebbe essere anche considerato filo siriano, se Wikipedia non ci informasse che appartiene alla stessa editrice che ha fondato AL HAYAT, primo quotidiano saudita e che dal 2000, dopo aver fatto entrare capitali del Golfo nel suo azionariato, ha stipulato un contratto di collaborazione con l’INTERNATIONAL HERALD TRIBUNE in materia di raccolta pubblicitaria, diffusione e distribuzione.

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L’INTERNAZIONALE DC SCENDE IN CAMPO NEL LEVANTE. DA CHE PARTE? di Antonio de Martini

L’intento iniziale con cui l’assise democristiana si e’ autoconvocata a Beirut, in Libano, era certamente pieno di ottime intenzioni, ma

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IL NUOVO ORDINE MONDIALE VISTO DA ISRAELE. TESTO DI UNA CONFERENZA ALLA HARWARD BUSINESS SCHOOL TENUTA DALL’EX VICE CAPO DEL MOSSAD.

Ecco lil testo della seconda conferenza resa alla Harward Business School da Nackik Navot E’ del settembre 2011.

L’esperienza diretta di uno dei testimoni della politica del Vicino Oriente

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Harvard Business school –autunno 2011-AMP -94 Riunione.

IL NUOVO ORDINE MONDIALE – LE PERSONE

di Nackik Navot

Dieci anni dopo —– Il tempo che ci aspetta

Cari Amici,

all’inizio di agosto ho avuto un incontro con 130 membri di un’organizzazione mondiale – M-UN (model UN) – e per loro era il terzo incontro in Israele. Volevo condividere con voi questa esperienza come base per la nostra discussione nel corso della riunione. L’obiettivo è accettare che abbiamo una missione da compiere. Accordarci su di essa e pianificarla.

Sono estremamente orgoglioso di essere qui pronto ad affrontare una sfida ancora maggiore – la nuova generazione, che è la nostra UNICA SPERANZA di costruire un nuovo ordine mondiale.

Ho accettato questa sfida perché ritengo che l’esperienza di vita che ho accumulato negli ultimi 66 anni, quando sono stato reclutato per il servizio pubblico mi permetta di condividere con voi alcuni punti cardine.

Avevo quattordici anni quando sono stato reclutato nel movimento clandestino dei giorni che hanno preceduto la nascita del nostro stato, nello sforzo comune di creare una nazione unificata. Due anni e mezzo dopo, quando lo stato di Israele era ormai nato, all’età di sedici anni e mezzo, entrai nell’esercito israeliano. Pochi mesi più tardi entrai a far parte di quella che in seguito divenne nota come Israeli Intelligence Community, dalla quale mi sono ritirato 37 anni dopo. Nel luglio del 1985 mi sono spostato dal servizio governativo a quello pubblico – collaborando con varie ONG in cui ritengo vada cercata la base del nucleo per un Nuovo ordine mondiale.

Ho deciso di condividere con voi il mio pensiero sul mondo a venire. Per 30 di quei 37 anni, dono stato implicato nelle relazioni estere speciali di Israele. Questo mi ha permesso di imparare molto, sulla base di incontri con persone comuni e leader politici di alto livello, nel medio oriente, in Africa, nel lontano oriente, in Europa e negli Stati Uniti. Con sforzi infiniti di comprendere “l’altro lato”.

Il mio sforzo continuo era cercare di capire da quali ideali fossero mossi – quali fossero i loro scopi politici e cosa capissero degli interessi e degli scopi dello stato di Israele – e cosa abbiamo in comune con loro, come partner di una stessa causa, che affrontiamo le stesse sfide.

Ho imparato che abbiamo così tanto in comune con persone di culture e religioni differenti. Tutto basato non solo su una mentalità aperta e sugli interessi di stato – ma soprattutto sul fattore umano – la capacità di comprensione delle persone.

Pur vivendo in medio oriente, siamo anche parte della cosiddetta “CULTURA OCCIDENTALE”. Ho avuto modo di conoscere dall’interno le due forze opposte che si sono contrapposte per il dominio della regione negli ultimi 32 anni – Washington e l’Iran – avendo lavorato in entrambi gli stati. Ho operato a Washington dal 1955 al 1957 e in Iran dal 1969 al 1972, ben prima della rivoluzione islamica, negli ultimi 10 anni del regime dello Shah.

Nel corso dei miei anni di servizio, sono stato testimone di due eventi storici della massima importanza:

A. La firma dell’accordo di distensione tra gli USA e l’Unione Sovietica nel maggio del 1972, quando ormai era chiaro che entrambe le potenze avevano raggiunto il livello di M.A.D. (Mutually Assured Destruction, Distruzione Reciproca Certa).

B. La distensione tra le religioni interne all’Islam – gli estremisti Sciiti dell’Iran come nazione musulmana ma non-Araba insieme ai Sunniti guidati dall’Arabia Saudita, e il resto del mondo arabo. Entrambi i “Prodotti” vengono dagli elementi estremisti degli ultimi 30 anni, orientati contro l’Occidente e la sua cultura. Bin Laden e la sua Al-Qaida, esattamente come altre organizzazioni terroristiche – dall’Iran al Libano e a Gaza, e il ritorno della Turchia all’Islam dopo decenni di stato laico.

Il fenomeno che più colpisce, che definiamo “la terza guerra mondiale” – la guerra di culture – è che è stata proprio l’Arabia Saudita e il suo re Abdullah a iniziare la distensione tra le religioni e per una ragione semplicissima: non voleva altri Bin Laden, il saudita che aveva innalzato la bandiera della Jihad per combattere contro la cultura occidentale.

Gli eventi del 2011 verranno ricordati come l’anno della ristrutturazione sociale del mondo arabo – un processo all’interno del quale ci troviamo proprio in questo momento.

Viviamo tutti in un nuovo mondo a due dimensioni, dove gli eventi che si verificano in uno degli angoli influiscono su tutto, da un polo all’altro, da est a ovest. Non ci sono più superpotenze, che hanno tentato di “gestire” gli affari mondiali fin dalla prima guerra mondiale, e hanno fallito!

In questo si trova il triste destino del primo tentativo di creare un nuovo ordine mondiale – la Lega delle Nazioni – esattamente come quello delle Nazioni Unite del 1945.

La società umana ha sperimentato diversi sforzi per controllare e guidare i processi storici attraverso un’estrema varietà di ideologie politiche, e più di recente anche di religioni.

Abbiamo attraversato guerre e rivoluzioni – la rivoluzione industriale degli ultimi due secoli è diventata il fattore dominante nelle strutture sociali e nelle forze politiche e ideologiche, per gli ultimi 30 o giù di lì.

Ora dobbiamo affrontare una NUOVA rivoluzione, che è ancor più significativa – il Nuovo Mondo della Comunicazione, che ha dato inizio a un processo di creazione di “Nuove Persone” e nuove strutture sociali – il mondo è Piatto – con EFFETTI da occidente a oriente. È stato questo l’elemento che ha innescato gli attuali eventi nel medio oriente, praticamente distruggendo i vecchi regimi. E sempre questo potrebbe provocare un effetto e delle reazioni simili negli Stati Uniti e in Europa come è successo nell’ultimo mese in Israele. Quasi un’eruzione vulcanica, che continua a la sua attività finché non avverrà un ulteriore e maggiore cambiamento – UN NUOVO ORDINE MONDIALE.

Quale sarà il prossimo avvenimento?!?!

La Rivoluzione della Comunicazione, che sta dietro a quello che amo definire come una rivoluzione nell’educazione – la Rivoluzione della Conoscenza, ha reso le persone in grado di conoscere e capire di più, dotandole di conoscenza e dell’accesso agli stessi strumenti del miglioramento della vita, la forza motrice di quello che è il mondo delle nuove tecnologie.

Questo è un grande messaggio. La questione ora è come tradurlo in un Nuovo ordine Mondiale, in cui la gente possa raggiungere anche tutti i livelli della vita.

Noi, in occidente, siamo portati a credere che la DEMOCRAZIA sia il culmine dello sviluppo socio-politico, ma questo non è più così scontato adesso. I governi democratici se la cavano alla meno peggio per i quattro anni di durata, senza riuscire a soddisfare le aspettative dei cittadini – questo diventerà sempre più una sfida. Nella maggior parte dei paesi in cui c’è stata una rivoluzione, è difficile che il potere sia passato a regimi democratici. Deve essere chiaro che il MONDO PIATTO in cui stanno avvenendo le attuali rivoluzioni di movimenti di protesta richiede un NUOVO ORDINE MONDIALE che si occuperà delle persone ovunque si trovino. Non solo in Europa e in altri luoghi delle società occidentali. Dovrebbe coinvolgere anche il terzo mondo, ora che tutto è interconnesso.

Questo è stato un anno di svolta decisiva – nel medio oriente la nascita del potere delle persone ha abbattuto i vecchi regimi.

Voi siete la Nuova Generazione cui è stata affidata la missione di trovare il modo corretto per strutturare un Nuovo Ordine Mondiale.

“Non più guerre, non più spargimenti di sangue”, ha dichiarato il presidente egiziano Anwar Sadat, sorprendendo tutti con la sua visita al nostro parlamento, facendo appello affinché noi ascoltassimo il suo discorso – “Viviamo in pace”.

Ma la pace può esistere solo tra persone – Mai più Guerre! È chiaramente una questione di priorità, quello che vedete ora in Israele è un’importante manifestazione di un movimento di protesta immenso, ma pacifico.

Le giovani generazioni di Israele hanno attraversato guerre cercando di evitare un nuovo olocausto, noi vorremmo vivere in pace, e condividere questa pace con la gente di tutto il mondo, proprio come da sempre cerchiamo di seguire il nostro profeta Isaia – “forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciranno più nell’arte della guerra” una delle questioni mentre prendiamo decisione sulle nuove priorità dovranno essere i budget della difesa. E questo è vero per Israele – ma non solo.

Visto che le democrazie hanno fallito in occidente, quali potrebbero essere le alternative per includere i cambiamenti e le nuove strutture in aree come il medio oriente e altre simili in tutto il mondo? Una parte potrebbe essere costruita intorno a organizzazioni mondiali come la Banca Mondiale, l’organizzazione mondiale della salute, e altre organizzazioni locali. Un modo è costruire intorno all’importante fenomeno delle ONG, in cui sulla base della mia esperienza nutro grande fiducia. Anche la leadership economica oltre a quella politica ha fallito nel rispondere alla richiesta di una giustizia sociale. Queste sono le realtà di cui bisogna tenere conto nel tentativo di affrontare i cambiamenti richiesti – costruire un nuovo Ordine Mondiale.

Ora è compito vostro imparare dalla nostra esperienza e dagli attuali cambiamenti mondiali per proporre un modo per costruire un nuovo Ordine Mondiale.

Abbiamo quasi tutti una certa familiarità con la recente definizione dell’attuale crisi economica che abbraccia il mondo intero, data dal professor Joseph Stieglitz – premio Nobel in economia:

L’esperimento dell’attuale sistema economico (il capitalismo) è fallito e dobbiamo strutturare un nuovo sistema”.

Lo stesso concetto è stato ribadito da pochissimi esperti mondiali di recente.

Questo era il mio messaggio ai potenziali leader mondiali più giovani:

Ora possiamo e dovremmo – con la conoscenza e l’esperienza che abbiamo accumulato, sostenuta dal “patrimonio” della Harvard Business School – trovare il modo per governare e fare da guida,

INIZIA L’ATTACCO ALLA SIRIA. 600 “VOLONTARI” LIBICI TRASPORTATI VERSO LE FRONTIERE SIRIANE. MA SE LA SIRIA TRA I DUE FRONTI SCEGLIESSE IL TERZO?

Il primo a dare questo segnale e’ stato il blog di un ex diplomatico indiano che e’ stato in posto anche a Mosca.
Il ministro degli esteri turco Davitoglu, ha annunziato di essere pronto ad attaccare la Siria.
Il vice presidente Joe Biden sarebbe atteso a Ankara per il week end per dare le ultime assicurazioni ai Turchi circa l’appoggio americano e britannico. Seicento volontari libici sono stati portati verso le frontiere con Irak, Giordania, Turchia , per essere infiltrati.
Segno evidente che siriani ” resistenti” non ce ne sono o non ce ne sono più.
Il ministro degli esteri russo Lavrov, ha già’ annunziato che rifornirà’ la Siria di armi per la ua difesa ed ha qualificato l’iniziativa americana come “unfair”.
Una squadra navale russa e’ in rotta verso il porto siriano di Tartous. Appena entrerà’ il bombardamento di Tartous sarà’ fuori questione.
Ogni dottrina militare spiega che il fuoco dalla periferia verso il centro e’ letale e dal centro verso la periferia e’ dispersivo.
Re Abdallah di Giordania si e’ recato oggi in Israele, si spera per una estrema mediazione, ben consapevole che tra i vasi di ferro, lui e’ quello di coccio.
Il “build up” e’ talmente trasparente e l’arrivo del vice presidente USA invece che del nuovo capo degli SM riuniti, fa sperare che si tratti di un bluff di ” Brinkmanship ” ( arrivare all’orlo della guerra per ottenere il massimo”) oppure di un tentativo di far saltare i nervi allo SM siriano per indurlo ad un attacco preventivo per evitare di trovarsi a combattere su tre fronti e quindi giustificare gli Usa con una guerra “di difesa.”
I siriani sono – come dice un mio amico- come “quel portiere che para i rigori perché’ non capisce le finte.” non perderanno la calma e non attaccheranno DIRETTAMENTE per primi.
Le opzioni militari sono numerose e tutte letali, al punto che viene da pensare che il rischio di scontro possa diventare concreto e imminente anche per un errore minimo.
La Turchia sembra inconsapevole che la zona di frontiera con la Siria e’ abitata da turcomanni e da popolazione di lingua e cultura araba, così come gli abitanti del sangiaccato di Alessandretta ( Iskenderun) e che la Siria ha avuto tutto il tempo di predisporre opportune iniziative di sabotaggio e contrasto, contando sulla solidarietà’ delle popolazioni locali.
L’alleato iraniano può aver finanziato i curdi anti turchi , gli Hezbollah hanno già’ tirato nei giorni scorsi un missile, di tipo mai utilizzato prima, sulla Galilea.
Non hanno prodotto che danni materiali, evidentemente per limitarsi a segnalare la presenza della nuova arma, senza provocare rappresaglie.
Altro alleato e’ Hamas nella striscia di Gaza. L’ Egitto dei fratelli mussulmani non e’ scontato che non potenzi l’azione dei palestinesi della striscia almeno chiudendo gli occhi all’afflusso di armi ed esplosivi.
La Siria non fara’ l’errore di scegliere l’opzione militare diretta. Essa potra’ contare sull’appoggio politico attivo della Russia e della Cina e forse anche del Brasile, quindi non ci sara’ una risoluzione ONU a copertura.
Agli USA mancherà’, oltre al pretesto della difesa, l’alibi della lotta al terrorismo di Al Kaida, ( cosi come non c’era nemmeno in Libia e in Yemen).
Ci sara’ invece il terrorismo diffuso sul territorio nemico, ma mirato negli obiettivi, anche di persone, che potrebbe colpire perfino l’occidente americano.
In caso di attacco alla Siria ci saranno attentati all’interno dello Stato di Israele, re Abdallah potrebbe subire un attentato come quello che uccise il bisnonno Di cui porta il nome, mentre si recava a pregare in Moschea.
I servizi segreti siriani hanno gia’ ucciso a Parigi, anni fa, Salah Bitar – ex primo ministro siriano senza che il colpevole venisse individuato.
Il Libano potrebbe essere preso in ostaggio: se l’esercito siriano si rifugiasse in Libano, bombardarlo sarebbe impensabile e per l’esercito libanese, resistere, impossibile.
Le contraddizioni sarebbero numerose: i turchi litigherebbero con Hamas che fino a ieri erano stati i protetti contro Israele . Gli angloamericani ( e i francesi) che lanciarono Lawrence di’ Arabia ( un giorno ne parleremo) e dieci milioni di sterline oro per cacciare i turchi, adesso spenderanno cifre iperboliche per “restituire”i territori alla Turchia. I libici si sono trasformati in esportatori di democrazia. La Francia, ex potenza mandataria, verrebbe vissuta con odio e grazie ad altre spese senza copertura, metterebbe a rischio la sua tripla AAA per deficit del bilancio.
La Grecia, si schiererebbe contro i turchi, pur essendo membro della NATO.
Ma se la Siria, incurante della minaccia militare diretta , attaccasse Israele sguarnendo le frontiere, come si schiererebbe la lega araba? Come si sentirebbe la monarchia saudita?
Ormai gli americani si giocano la faccia: se la manovra politica fallisce ( sempre che manovra sia) gli USA perdono il residuo prestigio. Se la manovra evolve in un conflitto aperto, torneranno di moda gli assassini( leggere ne ” il milione”di Marco Polo la narrazione del ” vecchio della montagna”) che ubriachi di hascisc venivano lanciati contro obiettivi singoli . Di qui il nome di assassini , mangiatori di hascisc.