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IN ARRIVO ALTRE TASSE . PER ORA HANNO DIMENTICATO SOLO IL PANE E IL LATTE E PER COLMO DI SVENTURA, RICOMPARE ANCHE SCALFARI. di Antonio de Martini

Quando gli storici del futuro esamineranno le responsabilità di Silvio Berlusconi, metteranno al primo posto il fatto di aver consentito a una cosca di ” professori” il saccheggio dei patrimoni delle famiglie italiane, relegando il peccato della frequentazione di fanciulle ormai non più in fiore tra le colpe veniali, come fa la Bibbia con la tresca di re Davide con Betsabea, riconosciuto come Santo anche dalla Chiesa cattolica.

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I professori universitari che fanno i tecnici: la casta della casta. Ecco il curriculum del cattedratico tipo.

Non vorrei sembrare prevenuto. Sono favorevole alla stretta fiscale , ma” il modo ancor m’offende”.

Da studente, assieme a un signore che attualmente fa il giudice costituzionale, facevamo un giornale che distribuivamo a Roma nella città universitaria.

Avevamo anche le strip con le vignette.

Una in particolare si chiamava ” Siro l’assistente”. Erano le disavventure di Siro, un assistente universitario, schiavo del professore, servile e viscido, pronto a prendersela con gli studenti, meglio se innocui ” fuori sede”. Sospetto che il modello fosse Giuliano Amato che all’epoca faceva l’assistente a Scienze politiche.

Questa strip mi viene a mente ogni volta che vedo in TV un giornalista prostrato nei confronti di uno dei professori che da ormai diciannove giorni imperversano sui nostri schermi.

Per cominciare, il nostro Siro – chiamiamolo così anche oggi – per fare l’assistente deve scegliere una materia che studia con zelo maggiore del solito: per aver diritto ad essere bistrattato dal professore, deve anzitutto prendere un bel voto all’esame.

Evita le ragazze ( si rifarà quando avranno da fare gli esami), sgobba, ottiene la tesi nella materia che dice di prediligere ed infine si laurea.

Qui inizia a sgomitare: i candidati a portare la cartella del professore – senza essere pagati – sono numerosi. Inizia così la carriera dell’aspirante scienziato, anche se la tesi di laurea è dedicata al “bollo”.

A volte invece della cartella, ti da da portare il cappotto o un pacco da mettere in auto. Alcuni considerano un privilegio poter portare il soprabito dalla cattedra all’attaccapanni. Altre volte si consolida tanto la familiarità, che sposa la figlia ( è accaduto, ad esempio, all’on D’Onofrio con la figlia del prof Sandulli. Questo spiega, a mio sommesso avviso, anche una carriera altrimenti inesplicabile.).

Anni di gavetta basata sul servilismo, danno oggi la possibilità di diventare “ricercatore”, cioè di ottenere finalmente uno stipendio e l’autorizzazione a poter sfruttare a sua volta qualche aspirante assistente. Questo spiega anche come mai in altri paesi si vedono ricercatori di venti anni mentre da noi i cinquantenni sono la norma.

Naturalmente, a memoria d’uomo, non risulta che un concorso universitario non sia stato “arrangiato”. Si treasmettono le cattedre di padre in figlio – anche nipote – come fosse un feudo. In casi di maggiore modernità, si ricorre alle “partecipazioni incrociate”: io faccio vincere la tua amante nella mia Università e tu prendi mio figlio.

Passato attraverso questo pesante calvario, quando il nostro Siro arriva alla cattedra, ha perso ogni gusto alla libertà ed ha imparato a conoscere ed apprezzare le opportunità offerte dal compromesso. L’ultima tappa del cirsus honorum consiste nel “far fuori” il professore per farsi trasferire nella propria città.

Un pò come i bambini violentati diventano da grandi violentatori, ecco che – una volta “arrivato” Siro si rifà a sua volta con i giovani che gli si avvicinano, in un “loop” di snobismo, spocchia e coazione.

Al consolidamento del fascismo, quando si trattò di giurare fedeltà al regime, IN TUTTA ITALIA CINQUE PROFESSORI SOLTANTO RINUNZIARONO ALLA CATTEDRA PUR DI NON PIEGARSI AL REGIME. Gli altri aderirono al PNF che, come noto, significò “per necessità familiari”.

Per i militari, ci fu un tale rifiuto che FU PROMULGATA UNA LEGGE – ancora oggi in vigore – CHE VIETA DI DARE DIMISSIONI MOTIVATE.

Ci si può dimettere, ma non si può spiegare le ragioni del gesto.

E’ intuitivo che questo regime, questa prima repubblica morente, dovendo dare un esempio di “sobrietà e rigore morale”, ricorresse alla categoria dei professori universitari.

Questi signori sono della Università cattolica: oltre alle doti che sappiamo, hanno anche dovuto fare il giuramento antimodernista richiesto dal fondatore Agostino Gemelli. Il Don Verzé del fascismo.

CHI NON VUOLE MORIRE DEMOCRISTIANO HA TEMPO PER SUICIDARSI PRIMA DELLA FIDUCIA DELLA CAMERA

Fare il governo del presidente e’ stato sempre il sogno , nemmeno tanto segreto, di tutti i presidenti della Repubblica che si sono avvicendati al Quirinale.
Il primo fu Giovanni Gronchi. Il suo premier fu Fernando Tambroni, soprannominato ” il peggio Fernando”.
Doveva fare il centro sinistra – il pallino di tutti gli italiani e’ diventare miliardari; tutti i politici vogliono maggioranze ” bulgare”.
Benché’ provenisse dalla posizione di potere di Ministro dell’interno, Tambroni non riuscì’ che a diminuire il prezzo dello zucchero di 20 lire al chilo e poi fu affondato dalla decisione del MSI di tenere il suo congresso a Genova e dai disordini che ne seguirono.
Il PCI che paventava l’isolamento dal PSI, riuscì’ ad ottenere quattro morti a Reggio Emilia ( mentre a Roma una brillante carica di uno squadrone di Carabinieri a cavallo comandata dal capitano d’Inzeo, mise fine ai disordini di Porta S Paolo senza spargimenti di sangue.I manifestanti erano addestrati ad affrontare le camionette della Celere, ma non i cavalli).
Ci voleva il Presidente Napolitano, comunista non valorizzato dai comunisti, per riuscire nell’intento in cui era fallito Antonio Segni capo della corrente dorotea che scelto il candidato per il suo governo ( Merzagora) e predisposto un piano di ordine pubblico in caso di disordini ” alla Tambroni” , ebbe un ictus invalidante mentre litigava con Saragat che gli successe alla presidenza.
Questo governo e’ un governo del presidente ed e’ fatto di’ intesa col Vaticano ( che si e’ espresso elogiativamente da subito) , composto da un gruppo di democristiani – se preferite cattolici- di sinistra a leadership gesuita, quindi non in asse perfetto con la segreteria di stato a forte influenza salesiana.
Il piano di massima e’ prendere il controllo del governo approfittando della incapacità’ oggettiva e soggettiva del centro destra.
Il piano di minima e’ prendere il controllo del PD riportando la tradizione progressista nell’ alveo di una sinistra di origine non marxista. Bersani e’ cotto e Passera ha un candidato col quale ha una consuetudine settimanale da tempo: il sindaco di Firenze.

LA SOLUZIONE DI UN PROBLEMA EUROPEO STA NELL’ EUROPA

Mi sono accorto che affrontando temi di politica interna, mi lascio trascinare tanto dalla indignazione per la mancanza di rispetto verso l’intelligenza dei cittadini che eccedo.
Torniamo a vedere le cose dal punto di vista il più’ coscienzioso possibile.
27 paesi , quasi tutti europei, si sono uniti in un processo di aggregazione continentale.
Di questi, 17 si sono saldati anche con l’adozione di una moneta comune.
L’ arroganza culturale ci ha fatto credere che il mondo avrebbe marciato al passo dell’Europa.
La realtà’ ci ha dimostrato il contrario e adesso non vogliamo fare marcia indietro per non ammettere le carenze strategiche del progetto e non vogliamo fare marcia avanti perché’ abbiamo paura, avendo capito che non abbiamo capito il nostro tempo.
L’euro soffre non perché’ e’ debole, ma perché i suoi bond vengono messi sul mercato a prezzi differenti a seconda del paese emittente.
E’ inevitabile che gli speculatori vogliano lucrare provocando scompensi.
Succedeva con le monete diverse ( il solito Soros) e una classe politica europea da Cottolengo, non ha pensato che sarebbe successo anche coi certificati di credito se questi avessero avuto delle differenze tra i tassi.Se ci pensate un momento, la cosa ha dell’incredibile.
I tedeschi avevano la leadership della operazione, l’esperienza dei due processi di unificazione tedesca con Otto von Bismarck e con poi con Helmut Kohl, ma , accecati dalla smania di guadagno e dal desiderio di non far scappare nessuno degli accalappiati, non previdero un piano “B” e acconsentirono alla proposta Prodi di immediato allargamento a tutti i paesi dell’est Europa.
In altre parole alla costruzione dell’Europa manca la scala antincendio e il regolamento di condominio. Grandi ingegneri….
Per unificare un continente che ha duemila anni di storia ( noi ne abbiamo tremila ), una mentalità da caserma non basto’ come non basterà’ la attuale mentalità’ da bottegai calvinisti.
L’ Europa e’ un salto di qualità’ o non e’.
I tedeschi stanno dimostrando che non hanno saputo gestire il processo di unificazione perché’ non hanno altra idea fondante che non sia la prevaricazione dei più’ deboli.
Al solito vinceranno un anno di battaglie e poi , al solito, rovineranno sotto il peso della loro arroganza, col solito politico nostrano che cercherà’ di riparare in Valtellina.
La politica – quella col senso della storia- suggerisce quattro strade per superare la crisi e a me quella dei tedeschi non piace. Abbiamo altre opzioni e dobbiamo farlo sapere a tutti.

LA PRIMA ( il sogno dei padri):spingere verso la creazione della federazione Europea, trasferendo al Parlamento Europeo il potere di approvazione di bilanci preventivi dei singoli paesi aderenti alla moneta unica, escludendo da questo momento decisionale i paesi come l’Inghilterra che non ne fanno parte e che avranno il fair play di astenersi. Sarebbe un grosso freno per i nostri reggitori nazionali, regionali e comunali.
A fronte di questa scelta, i certificati di debito potrebbero avere gli stessi tassi e la corsi sarebbe superata.
LA SECONDA( compromesso):fissare la quantita’ accettabile di indebitamento di ciascun paese e quella sarebbe garantita da tutti i partners. Le eccedenze sarebbero invece responsabilita’ del singolo stato nazionale che vedrebbe ridotta la possibilita’ di attingere a fondi europei in percentuale uguale a quella che si discosta dalle indicazioni comuni. ( se hai un 30% di fondi extra sconsigliati dal PE, avrai il 30% in meno di fondi europei rispetto a quanto concordato in precedenza e questi denari vanno a un fondo di stabilita’ europeo). Vantaggio per i virtuosi: il fondo di stabilita’ verrebbe alimentato dai paesi disobbedienti.

LA TERZA( la schiavitù’):seguire la via tedesca che sembra si stia per seguire di lacrime, sangue e di repressione sociale . Benché’ non esista prova nella storia del mondo che il rigore abbia generato sviluppo. Questa scelta ha sapore punitivo e di vendetta per i differenti stili di vita tra mediterraneo e paesi a cultura protestante. Alla fine di questa strada ci sara’ solo una nuova Norimberga per chi l’avrà voluta, perche’ una cosa che i popoli non perdonano, sono i sacrifici umani in nome di una idea fissa. ieri il Reich, oggi il rigore.

LA QUARTA( la voce grossa): sfruttare il fatto che nell’accordo di Maastricht non esiste un sistema di espulsione dei membri recalcitranti e cancellare o sospendere le leggi nazionali che proibiscono alla Banca d’Italia di finanziare il governo e la rendono indipendente.
Riprendiamo il finanziamento dei piani di sviluppo governativo ( serio pero’) e apriamo una trattativa con i tedeschi per rivedere gli accordi.
Ci seguirebbero almeno dieci dei diciassette paesi dell’euro e a quel punto la leadership della Germania e le sue manie rigoriste andrebbero a remengo assieme ai suoi Quisling locali che risalirebbero “in disordine e senza speranza ” le tre valli varesine che ieri hanno disceso con orgogliosa sicurezza.

TRA IL GROTTESCO E L’ ALTO TRADIMENTO. I CANDIDATI A PALAZZO CHIGI SONO TUTTI “CRAVATTARI” di Antonio de Martini

Lungi da me l’idea di rimpiangere Berlusconi e la sua corte dei miracoli.
In un paese serio la maggior parte di costoro farebbe al più’ il rappresentante di profilattici.
Impressionante , pero’ , anche il catalogo dei candidati alla successione che sembrano essere stati scelti per far sembrare il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi una caramella alla camomilla.

A GIULIANO AMATO ho già’ dedicato un post intero che può essere condensato in tre parole: ambiguo, incompetente, arrivista. A queste qualità’ che lo rendono certamente un candidato degno di questo sistema, va aggiunto il neo del conflitto di interesse: e’ SENIOR PARTNER della DEUTCHE BANK.
In altre parole, fa il lobbista presso enti locali e governativi facendo vendere derivati ( la finanza creativa che tanti buchi ha creato) e facendo indebitare lo stato, le regioni , le provincie, i comuni .
Nulla che comporti particolari competenze, basta avere una agendina coi numeri telefonici giusti e riuscire a presentare i ” cravattari” all’ assessore da infinocchiare. E’ ben pagato e gli consente di arrotondare le tre pensioni che ha, oltre alla presidenza della Treccani e del comitato per il centocinquantenario dell’ unita’ italiana.
Adesso mi dicono che e’ nuovamente candidato alla Presidenza del consiglio, ossia a trattare coi suoi padroni i termini di restituzione dei ” prestiti” che ha aiutato a contrarre.
Un po’ come se si incaricasse lo stupratore di fare alla violentata la visita ginecologica di accertamento.
Per chi non lo ricordasse, l’ istituto tedesco e’ anche quello che ha dato fuoco alle polveri della crisi italiana a maggio vendendo in una mattinata tutti i BOT italiani ( otto miliardi) che aveva in portafoglio….

MARIO MONTI: la nomina a senatore a vita e’ spiegabile solo con l’ipotesi che qualcuno abbia strumentalizzato la venerabile eta’ del Presidente Napolitano che non può essere sempre presente a se stesso.
Si tratta di uno scialbo Carneade proveniente da Milano e da una università’ che si autocertifica alla pari dell’ ” autorevole financial times” e che si e’ illustrato in un decennio da commissario europeo per aver affibbiato a Bill Gates una multa da cinquecento milioni di dollari, accusandolo di abuso di posizione dominante.
Per farlo rimpiangere dalla UE, hanno dovuto mandare Antonio Tajani.
Meno male che Guglielmo Marconi non e’ più, altrimenti avrebbe multato anche lui perché’ era quasi solo lui ad avere la radio. Non riesco a vedere un solo motivo serio per nominarlo senatore a vita, a meno che non lo si voglia mettere al riparo da qualche procura della Repubblica in vena di partecipare alla selezione dei candidati.
In più’, ho anche il serio sospetto che non sia un genio e cito a riprova il fatto che oggi e’ andato in Germania a partecipare a una tavola rotonda della London School of Economics ( quella finanziata da Gheddafi jr, ricordate?) a commemorare Ralph Dahrendorf, un personaggio il cui pensiero non si e’ notato granche’ e che fu preso sul serio solo da Giorgio La Malfa.
Una ipotesi malevola che circola, invece, e’ quella che si e’ fatto il suo nome come candidato premier per far sembrare la candidatura di Amato il male minore.
L’egregio professore MARIO MONTI DA OLTRE SEI ANNI E’ CONSULENTE DELLA GOLDMAN SACHS cioe’ della organizzazione meno corretta e piu’ chiacchierata della storia.

UN ALTRO CANDIDATO A PREMIER E’ GIANNI LETTA , anch’egli consulente della GOLDMAN SACHS che negli ambienti finanziari mondiali chiamano GOLDMAN SACKS ( traduzione:”Goldman saccheggia”).

MARIO DRAGHI e’ stato VICE PRESIDENTE EUROPEO DELLA GOLDMAN SACHS dal 2002 al 2005 , ossia quando la banca era la consulente del governo greco e lo ha aiutato nella scelta dei prodotti derivati con cui sono stati truccati i bilanci greci per entrare nell’Euro.
Adesso viene chiamato alla BCE per rimediare al danno che ha procurato direttamente o indirettamente.

ROMANO PRODI Dal 1990 al 1993 ha fatto il consigliere di GOLDMAN SACHS.
Conosceva i dossiers delle privatizzazioni su cui evidentemente consigliava la GOLDMAN che consigliava a sua volta i propri clienti che erano gli stessi che concorrevano alle privatizzazioni. Ricordo l’importo della consulenza pubblicato sui giornali : dieci miliardi di lire.

GIANNI LETTA e’ entrato come advisor della GOLDMAN SACHS giusto a tempo per dare consigli in due importanti affari di pari importo : l’ acquisto della partecipazione TELECOM da parte della spagnola TELEFONICA ( società’ che aveva il doppio dei debiti di Telecom, controllata dal finanziere Cesar Alierta ) e l’ acquisto – da parte del gruppo Berlusconi – della Endemol venduta – quando si dice il caso- proprio da Cesar Alierta e- caso nel caso- allo stesso prezzo . Endemol e’ un fornitore di programmi televisivi e sarebbe bastato che Mediaset disdicesse un po’ di contratti TV per abbassarne il prezzo prima dell’acquisto, ma lui da gentiluomo qual’e , queste cose non le ha fatte. L’ advisor di entrambe queste operazioni e’ stata la GOLDMAN SACHS .
Quattro coincidenze non sono coincidenze: lo dice il metodo scientifico inventato da Galileo Galilei, uno che – fosse vivo- con Berlusconi avrebbe in comune l’hobby di sfangarsela ai processi.

Anche in Grecia, il candidato a Premier, imposto a forza, e’ Lucas Papademous- – banchiere centrale- che – vedi caso- e’ ” colui che ha portato la Grecia nell’Euro”.
In chiaro, e’ quello che ha truccato i conti , con l’ aiuto di Goldman Sachs, creando il problema greco come lo vediamo oggi.
Bastano questi profili invocati da politici e media come salvifici, a capire che , secondo loro, chi può ” rassicurare i mercati” non può’ essere che uno dei compari che ha partecipato al gioco delle tre carte.
Nei curricula degli illustri candidati che circolano sulla stampa, avete visto queste qualifiche? Io no.
Perché’, ad esempio, Napolitano non incarica il presidente della Camera Fini (che apporterebbero anche i voti necessari a qualsiasi formula) o quello del Senato, Schifani?
Scelte istituzionali classiche queste e non legate ne’ a chi contrasse i debiti ne’ a chi li erogo’.
Possibile che il Presidente Napolitano debba scegliere soltanto in questo cesto di serpenti?
Possibile che persino alla vigilia del Grande Passo, non senta la viltà intrinseca di scelte come queste ?
Un amico mi assicura che questo atteggiamento – con contorno di telefonata a zio Obama- si spiega solo con l’ abitudine contratta in gioventù – e oltre- a fare l’acritico “killer” di Palmiro Togliatti .
Giuseppe Di Vittorio il mitico sindacalista pugliese amato dai proletari di tutta Italia e rispettato da anche dai nemici, ce lo potrebbe raccontare.
In absentia dell’interessato, un giorno penso proprio che qualcuno dovrebbe farlo.

GHEDDAFI SALVATORE DELL’ ITALIA? COME LA GUERRA DI LIBIA PUO’ GIOVARE ALL’ ITALIA O ALMENO A BERLUSCONI. di Antonio de Martini

Il coraggio e’ contagioso quanto la paura. L’atteggiamento virile con cui Gheddafi ha scelto di combattere e la sua fine tragica , ha provocato in Berlusconi che lo aveva conosciuto da vicino, una vera e propria crisi escatologica.
Se Monicelli fosse vivo farebbe un film tipo ” la grande guerra” con due cialtroni che si redimono nel finale e Montanelli scriverebbe un altro ” Il generale della Rovere” con a protagonista, un cinico uomo d’affari che entra in politica per salvarsi il patrimonio e alla fine – dopo aver sacrificato una persona che lo considerava un amico- resta tanto colpito dalla dignità’ con cui l’uomo affronta la morte pur di lottare per ciò’ di cui e’ convinto, che smette di vivere di sotterfugi e affronta la situazione con una fermezza sconosciuta.
Gheddafi aveva come alternativa alla sua tragica fine un esilio dorato – come tanti tiranni in pensione – da Baby DOC Duvalier al colonnello Menghistu.
La scelta gheddafiana di ” morire da uomo” invece di godersi patrimonio e donnine, deve aver avuto sul Silvio che conosciamo, un impatto violento.
Avevano in comune una certa propensione per le donne, il numero dei figli, l’attitudine a manipolare le persone, qualche stramberia psicologica e una sostanziale solitudine.
Entrambi erano molciti per le ricchezze, ma considerati estranei dal mondo dei potenti globali.
Avevano simpatizzato d’istinto e ( con altra caratura educativa) Putin con loro.
Di fronte all’ennesimo attacco proveniente grosso modo dagli stessi ambienti che han fatto fuori Gheddafi, ha avuto un processo di immedesimazione ed ha adottato la scala dei valori dell’amico morto.
Denaro, donnine, servi. Tutto ha assunto la dimensione relativa e misera che hanno in realtà’ .
Si e’ arroccato sui figli e qualche vecchio affezionato amico ed ha deciso di vender cara la pelle.
Questo può’ fargli vincere le elezioni anche se gli italiani continueranno a considerarlo un cialtrone e moltissimi pensano che i “milanesi”non siano adatti a governare e dovrebbero limitarsi a lavorare e produrre.
un uomo solo che lotta contro gli gnomi attira simpatie e gli italiani hanno sempre mostrato un debole per il soccombente e antipatia per i burocrati di partito.
Gli strateghi della sinistra – abituati dalla loro cultura a considerare le persone numeri- forse non hanno tenuto conto della possibile reazione dell’elettorato in questo senso. Se lo hanno fatto, eviteranno la crisi .
Le elezioni, inoltre si farebbero a fronti rovesciati: col centro sinistra che vuole liberalizzazioni e il centro destra sulle barricate dello statalismo.
TRACCIATO IL PROFILO PSICOLOGICO DI LUI E DEGLI ELETTORI, PASSIAMO ALLA POLITICA INTERNA E ESTERA.

I politici.
La valanga di transfughi aspiranti al riciclo, rende impossibile all’opposizione di fare credibili offerte di recupero del seggio parlamentare a tutti. Le lotte interne per la non risolta leadership nella sinistra aggraveranno le incertezze degli aspiranti Badoglio.
Avremo entro poche ore una ondata di pentitismo parlamentare che darà la nausea anche ai più’ duri di stomaco. E’ verosimile quindi che Berlusconi ottenga la fiducia e riesca ad allargare la maggioranza restando a concludere la legislatura , appoggiato dalle stese forze estere che lo volevano scalzare dato che non possono permettersi di mettere a repentaglio i loro crediti tirando ulteriormente la corda. Un bel condono fiscale lo metterebbe in condizione di spendere nell’imminenza delle elezioni del 2013 e avrebbe in mano tutte le carte per mirare alla vittoria.
Se la rapidità’ del Quirinale dovesse portare alle elezioni ( che ormai nessuno vuole più’) sarà’ l’occasione – che mancheranno – di fare un repulisti a destra ed un compattamento a sinistra, ma nulla cambierà’ nella sostanza : non c’e tempo per epurazioni nelle liste, la sinistra e’ ancora alle prese con il problema della leadership, il terzo polo ne uscirà’ a pezzi.
Poi tutti saranno presi con la crisi internazionale e nessuno penserà’ più’ A chi governerà’ questa provincia.

I mercati.
Il mercato e’ composto da una persona che crede che un titolo sia sopravvalutato ed un’ altra che pensa il contrario, entrambe senza altri elementi di valutazione che i bilanci che tutti sappiamo essere taroccati.
Si scambiano i titoli in privato e uno dei due si accorge che ha sbagliato nella valutazione. Grottesco se ci si pensa un minuto. Giocano alla roulette e vogliono che gli si paghino le perdite.
Con i titoli di stato , accade la stessa cosa . Tutti i mercati corrono a investire – se i dati sono veri e non taroccati anch’essi dagli speculatori – sui titoli tedeschi , mentre la Germania e’ il solo paese europeo che abbia mai fatto fallimento. I banchieri dovevano pensarci quando hanno concesso il prestito, non mettersi a prevedere disgrazie e chiedere garanzie supplementari.
Il problema del debito viene affrontato dagli Stati Uniti e da coloro che vogliono risolvere la crisi mondiale col ” quantitative easing ” ossia stampando moneta e trascurando l’ effetto inflazionistico che questa scelta provocherebbe.
Sul versante opposto, ce’ chi vuole combattere la crisi col risparmio forzato realizzato per pagare i debiti e trascurando gli effetti sociali che questa scelta provocherebbe. Sponsor di questa tesi la Germania e la Cina che ha tanti , tanti crediti…
La UE non ha una Banca Centrale e non ha una direzione centralizzata efficiente. Diciassette responsabili equivale a nessun responsabile. E’ Un esercito messicano con ” todos caballeros”: inutile per una guerra di movimento.
Poiché’ il mercato e’ globale, cioè’ UNO, per risolvere la crisi e’ necessario che sia adottata UNA sola soluzione.
L’Italia e’ il campo di battaglia scelto per il confronto tra le due tesi e viene attaccata proprio perché’ con la Grecia la UE ha fatto , faticosamente, fronte imponendo – sia pure con vari alleggerimenti – la soluzione di pagare i debiti.
Con l’attacco all’Italia si vuole dimostrare , sulla nostra pelle, che e’ una via impraticabile.
Con l’assedio alla Cina si vuole minacciare – l’Asia capisce meglio la forza, pensano gli USA- di passare ai fatti visto che il debitore e’ robusto e armato.
In Europa, si attacca l’Italia perché il suo debito e’ troppo grande per riuscire a ridurlo drasticamente senza drammi.
Con questa manovra si vuole costringere l’ UE ad adottare il “quantitative easing” e l’iperinflazione. Non e’ una lotta tra privati speculatori o non e’ solo questo.
E’ una replica della seconda guerra mondiale. Siamo agli inizi e siamo schierati con la Germania.
Per ora.

IL FALSO PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO. di Antonio de Martini

Mano a mano che il tempo passa, vediamo che Tremonti il montanaro ha partorito il topolino mentre le contraddizioni cominciano ad affiorare a tutti i livelli.

La Standard & Poors dopo aver tolto una serie di galloni ai singoli paesi della U E – Italia inclusa – ha dato la tripla A di debitore certamente solvibile al fondo salvastati , un fondo che , per ora , esiste solo sulla carta e che sara’ composto dai singoli stati declassati in precedenza.
Come dire che Gianni non e’ credibile e nemmeno Pinotto, ma faccio credito a Gianni e Pinotto.
Altra contraddizione , a mio modo di vedere, e’ data dai consigli e dai commenti di Barak Obama agli europei: il premio Nobel per la pace , indebitato fino al collo che da consigli di gestione economica e finanziaria agli altri.
Ancora. La banca X viene declassata perche’ lo stato che la ospita e’ troppo indebitato. Allora lo Stato interviene – indebitandosi ulteriormente – sostiene la banca con un finanziamento e tutto rientra nella normalita’. Delirante.
Tutti questi stati predicano trasparenza, dicono che la BCE e’ indipendente dai governi e poi pretendono che uno dei consiglieri eletto alla unanimità’ ( Bini Smaghi ) debba dimettersi per fare posto a un non meglio identificato rappresentante del governo francese. Ci vorranno dire almeno di chi si tratta? Come si chiama questo atteso Salvatore dell’ Europa? Non sarà’ Sarkosi jr visto l’impegno del papa’?
Un mezzo vantaggio gli italiani lo hanno avuto da tutta questa pagliacciata: il governo ha decretato che se si pagano interessi passivi a una banca, questi possono essere interamente dedotti ai fini della composizione del bilancio. Grazie. Ma non e ‘ un incentivo a fare debiti mentre ci si accusa di averne troppi ?
Credo che la intera vicenda debba essere riletta così: nel caso di un individuo, se questo muore senza patrimonio, il debito muore con lui. in tal caso e’ normale classificare le persone a seconda della solvibilità’ .
Ma se si tratta di uno stato o una comunità’ , questi non muoiono mai e quindi il pagamento di un debito E’ SOLO QUESTIONE DI TEMPO.
Se uno Stato ha contratto troppi debiti promettendo il rimborso , mettiamo, in un decennio, lo pagherà’ in quindici o venti anni e nei periodi di prolungamento delle rate, l’accesso al nuovo credito andrebbe razionato e il governo ipso facto dimissionato, indicendo nuove elezioni.
Che l’attuale sistema creditizio internazionale sia inadatto, e’ dimostrato dall’ Argentina che ha pagato i suoi debiti al 25% degli importi e l’Islanda che ha bellamente rifiutato di rimborsare le banche, dopo un referendum che chiede di punire chi ha contratto il debito, non tutti i cittadini.
Nessuno ha preso provvedimenti a loro carico.
Se la sono presa tutti con la Grecia – oggi- con un altro – domani- al solo fine di aumentare gli interessi che si percepiscono dal loro certificati di credito.
La Germania ha sbraitato contro l’Italia ed ha ottenuto di percepire più’ interessi dai nostri BOT e CCT.
Altra contraddizione: le banche centrali che regolano i flussi monetari, stanno alla chetichella diventando ASSOCIAZIONI PRIVATE i cui utili non si capisce bene dove finiscano.
La legge italiana e lo stesso statuto della Banca d’Italia dichiarano che la banca e’ pubblica, ma il dettato della legge non viene rispettato e NESSUNO INTERVIENE.
Altra contraddizione: e’ un assioma che i governanti sono quelli che preparano il futuro.
Orbene, tra sei mesi Sarkosi e la Merkel (li chiamano Sarkel) saranno al museo delle cere trombati dai rispettivi elettorati.
Al prossimo gennaio Obama ( col 75% di insoddisfatti tra i cittadini USA ) farà’ trionfare la previsione di Steve Jobs del ” presidente da un solo mandato” e sarà’ ricordato come il solo premio Nobel per la pace che fece tre ( forse quattro?) guerre e tutte ingiuste.
Berlusconi finirà’ nella annetoddica politica come l’ emulo della torre di Pisa.
Zapatero ha già’ dato forfait. Cameron e’ già’ ai ferri corti coi liberali, ha perso il ministro della Difesa. – in piena guerra – perché’ questi non sapeva difendere con decisione i suoi accessi posteriori ed i fondi dello stato dai focosi attacchi del suo amichetto.
Insomma l’ Europa e’ senza un leader capace di durare, senza una visione del futuro e senza idee.
Che futuro ci stanno preparando?
Continuano a riunirsi, baciarsi, posare davanti alle telecamere, fare comunicati contraddittori e incomprensibili e chiedersi quando e’ che Carla’ ci farà’ vedere quel che ha saputo fare suo marito in un settennato.
A controllare i conti di tutti, una serie di contabili di origine indiana o di Sri Lanka annidati nelle società’ di revisione e di consulenza, i cui campioni abbiamo incontrato nel post di ieri grazie all ‘ interessamento dell’ F.B.I.
Possibile che nessuno se ne interessi e che tutti siano ormai rassegnati o comprati?

L’EUROPE, C’EST FINI? di Antonio de Martini

I veri problemi che l’Italia affronta sono legati al fatto che lItalia ha commesso una serie di errori dovuti al provincialismo della classe dirigente che fa finta di indignarsi perche’ veniamo trattati come la Grecia.
In realta’ veniamo trattati come abbiamo trattato l’Albania nel 1990.
Dicemmo senza perifrasi a Fatos Nano “socialista” – in realta’ comunista- e Sali Berisha ” liberale” che se volevano essere aiutati, avrebbero dovuto costituire un governo di coalizione e subito.
L’ “invito” fu accettato obtorto collo e parti’ l’operazione ALBA diretta dal generale Mario Buscemi.
La disponibilità i tutti i politici ad andare al governo e’ nota.
La sinistra pero’ non poteva decentemente accettare Berlusconi come premier a causa della campagna di attacchi personali lunga e feroce.
Berlusconi non ha trovato tra i suoi milioni di seguaci nessuno cui affidare con fiducia il testimone.
Il ricordo di come Craxi fu buttato a mare da Amato, il suo fido, e’ ben presente, ravvivato dalla sorpresa del 1994, quando Dini – da lui indicato per palazzo Chigi – si mise in proprio e il suo patriottismo e’ peloso come quello di Bersani.
Prova ne sia, il fatto che fa circolare nomi per la successione di soggetti più screditati di lui per scongiurare l’evento temutissimo delle dimissioni.
Dopo mesi di “surplace” durante i quali Casini si dice abbia alzato il prezzo fino a immaginarsi Presidente del Consiglio, i partner europei – che hanno avuto modo di pesare il loro interlocutore nella vicenda libica – hanno fissato dei termini precisi, mentre le esitazioni , dovute anche a motivazioni elettorali, stanno per essere superate frettolosamente e verra’ fuori, il solito aborto.
In questo blog abbiamo spesso ripetuto fino alla noia una serie di suggerimenti quali la nazionalizzazione temporanea delle fondazioni bancarie in maniera da disporne la vendita del patrimonio valutato a oltre 95 miliardi di euro.
Contrariamente alle nazionalizzazioni classiche , questa azione avrebbe anche il vantaggio di non avere passivi dato che le fondazioni non hanno padroni. Niente indennizzi.
Resterebbero colpiti alcuni ex baroni del pentapartito che fece una falsa privatizzazione delle banche mettendo a capo delle fondazioni loro ex dirigenti – Guzzetti gia’ presidente DC della Lombardia negli anni ottanta, Emanuele Emanuele in rappresentanza dei PSDI ecc- che oramai non godono piu’ di protezioni istituzionali perché i loro partiti sono morti.
Sono come le stelle fisse: sono tanto lontane da noi che arriva la loro luce anche se sono morte da un pezzo.
Altri dicono che sarebbe opportuno imporre una patrimoniale sugli immobili. Benissimo. Anche questi denari potrebbero contribuire a coprire le necessita’. Non sono i debiti da pagare che mancano.
Con un decreto si potrebbero unificare gli enti previdenziali , compresi quelli dei giornalisti e si potrebbe così incamerare enti invisi agli iscritti come l’ENPAM ente cui i medici devono versare – grazie a una legge fascista- un obolo annuo per aver diritto a iscriversi all’ordine dei medici.
Questo ente ha un patrimonio di sei miliardi di immobili e altrettanti di liquidita’.
Gli stessi medici sarebbero lieti di liberarsi di questo ente che eroga pensioni di CENTO EURO MENSILI ed ha un consiglio di amministrazione di CENTOTRE persone….
Qualcuno dice di privatizzare le ferrovie. Perché no? Anche questi fondi potrebbero diminuire il debito. Personalmente ho proposto anche la liberalizzazione della della Marjuana che potrebbe dar vita a un giro di affari almeno pari a quello della manifattura del tabacco.
Nelle buste paga di tutti gli italiani c’e una trattenuta per la formazione continua che frutta un tesoretto di circa un miliardo l’anno e che rappresenta un business per confindustria e sindacati che fanno molto, ma non molta formazione. In Francia ogni singolo lavoratore usa i suoi fondi di formazione come crede. noi siamo obbligati a passare per una burocrazia.
Ecco: questa e’ una serie di riforme a costo zero, realizzabili con un decreto, che permetterebbero di rastrellare e /o produrre oltre cento cinquanta miliardi di euro che potrebbero servire a colmare il debito pubblico in misura tale da metterci in zona di sicurezza.
Quanto a un governo di coalizione nazionale, questo sarebbe benvenuto a condizione che i ministri non siano scelti tra gli ex ministri di destra o sinistra. L’hanno ottenuto i tunisini , possiamo chiederlo anche noi.
Se non faremo così, si verificherai’ la previsione di Jose’ Fralon fatta un quarto di secolo fa nel suo libro ” l’Europe, c’est fini ” . Mi dispiacerebbe dargli ragione dopo tanto tempo.

Rapporti tra Italia e Africa alla prova della crisi libica, la TV chiede lumi a Cesare ( Romiti)

Ieri ho visto – e purtroppo  sentito – una intervista di una giornalista  che,   per illustrare i rapporti  politici ed economici tra Italia e Libia, non ha trovato di meglio che rivolgersi a Cesare Romiti.

Romiti fa parte di quella razza padrona che ha rotto la schiena all’Italia industriale del miracolo economico della ricostruzione.

 Solo un paio di “reminders” per farlo conoscere alle nuove generazioni: Continua a leggere

Sciagurati in arrivo: Duane Clarridge

Sul “Corriere della sera” di questa mattina leggiamo quello che in gergo giornalistico si chiama “un soffietto” dedicato a un ex della CIA di anni 78 : Duane Clarridge

l'agente CIA che ha trafugato i quadri di Brera. Ora ha fondato la Blackwater agenzia privata incriminata per assassini di civili in Irak. Il Corriere della Sera di oggi gli dedica un soffietto promozionale.

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