Archivi delle etichette: Charles De Gaulle

CONTINUAZIONE DEL POST CHE PRECEDE

La politica militare del mondo intero sta subendo una improvvisa accelerazione: il capo del PKK, ( partito kurdo dei lavoratori, gia appoggiato dall’URSS) languente in una prigione turca da oltre un decennio, grazie ai buoni uffici dell’on D’Alema,  ha scritto una lettera di cui è stata data lettura di fronte a duecentomila militanti, in cui chiede ai suoi di sospendere le ostilità contro l’esercito turco. Continua a leggere

IL PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA NON ESISTE E L’ECONOMIA NON È UNA SCIENZA. STORIA DI UNA BRILLANTE DOPPIA IMPOSTURA. di Antonio de Martini

Il prossimo 10 dicembre, anniversario della morte di Alfred Nobel, i media di tutto il mondo consacreranno un’altra coppia di americani ( o similcultura) annunziando l’assegnazione del “premio Nobel” per qualche studio economico del tipo di quelli dei due premiati del 1997 Robert Merton e Myron Scholes che ottenuto il premio e creato un Hedge fund ( il Long Term Capital Management) basato sulle loro teorie, fallirono un anno dopo. Fu la prova generale di quel che poi è accaduto a livello mondiale – grazie anche allo sviluppo informatico –  con la crisi che stiamo tutt’ora subendo.

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NOBEL PER LA PACE: HANNO EVITATO PAPA FRANCESCO . MENO MALE. di Antonio de Martini

Oggi abbiamo conosciuto il nome del premio Nobel per la pace.
Interessante sapere come e perché nacque questa consuetudine.
Durante un soggiorno in Costa Azzurra, morì il fratello di Alfred Nobel .
I giornalisti, già allora campioni del pressapoco, lo scambiarono per il più famoso germano e titolarono vivacemente la notizia sul tipo di ” muore il mercante di morte”.

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LE MOTIVAZIONI DEL RIBASSO DEL TASSO DI SCONTO DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA. di Antonio de Martini

Mentre la stagione del QE ( Quantitative Easing) americano si sta stemperando e abbiamo visto che i capitali USA liberati hanno prevalentemente snobbato l’Europa, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi si rassegna ad allinearsi ai tassi della Federal Reserve bank americana visto che l’offerta di maggior remunerazione dei capitali non ha funzionato. Continua a leggere

STORIA DEI COLPI DI STATO DA MUSSOLINI A NAPOLITANO PASSANDO PER SEGNI. di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com

Questo post l’ho ribloggato a marzo 2014 da un post precedente. Poiché non mi è possibile ribloggare più volte, l’ho trascritto col copia e incolla. Rudimentale, ma efficace. Penso sia utile farlo leggere al maggior numero.

Cominciamo col distinguere le differenti azioni che nella nostra povera Patria del diritto vanno tutte assieme rubricate in maniera raffazzonata, come “Colpo di Stato”. L’ignoranza regna . Continua a leggere

TECNICA DEL COLPO DI STATO IERI E OGGI IN EUROPA E IN ITALIA DA MUSSOLINI A NAPOLITANO. di Antonio de Martini

Cominciamo col  distinguere le differenti azioni che nella nostra povera Patria del diritto vanno tutte assieme rubricate in maniera raffazzonata, come “Colpo di Stato”. L’ignoranza regna .

Esistono il Colpo di Stato, il Golpe, il Putsch e il Quartelazo, ciascuno con la sua peculiarità.

Colpo di Stato: si ha quando uno dei poteri dello Stato ( di solito il governo) trovandosi in conflitto – e in stallo –  con un altro potere ( di solito il Parlamento) lo prevarica utilizzando le Forze Armate o la Polizia.

Golpe: si ha quando, in una situazione di Stallo tra i poteri dello Stato, le Forze Armate intervengono come arbitri senza essere stati chiamati da nessuno.

Putsch:  nome di origine tedesca ( dal Putsch di Kapp Berlino nel 1921) si ha quando in una situazione analoga alla precedente, interviene unicamente un reparto di solito dell’esercito ( nel caso citato di Kapp, un reggimento)

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Quartelazo :   nome di origine latino americana.
Si ha quando un reparto ( una minore unità ) interviene contro una sola istituzione dello stato ( e non contro tutti i nodi di controllo e comunicazione) per innescare un Golpe o per iniziativa di un singolo comandante.

Nei paesi della primavera araba – e anche nell’est europeo ex URSS-  la funzione di “innesco” del “Quartelazo” è stata affidata a “spontanee manifestazioni che si trasformano – sempre spontaneamente – in sommosse popolari ” appoggiate da un cospicuo numero di organi di informazione internazionali e interventi coordinati di opinion leaders e se ne necessario, da una squadretta di franchi tiratori che versano di sangue ” quanto basta” per terrorizzare una opinione pubblica troppo docile per passare dalla manifestazione alla sommossa senza l’incentivo della paura .

In Cile contro Alliende

Ci fu un colpo di Stato ( il Parlamento votó contro il governo, anche se in Repubblica Presidenziale non esiste il voto di sfiducia), poi intervenne l’esercito.
In Spagna, l’attacco di Franco alle istituzioni che diede il via alla guerra civile ( 1936-1939), fu un Putsch : Franco era comandante militare delle Isole Canarie e usó le truppe ai suoi ordini per aggredire la Repubblica e provocare un ” effetto domino” sulle altre componenti del mondo militare e degli affari sul Continente.

Più recentemente, il tenente colonnello Tejero con la sua aggressione al Parlamento assieme a un plotoncino di guardia civil , fece un Quartelazo con funzione di innesco ad un Putsch che sarebbe stato condotto dal generale Armada utilizzando la seconda divisione corazzata che si era messa già in marcia per occupare Madrid e dare tutto il potere al Re Juan Carlos di cui Armada era stato il precettore.

Se fosse accertato che il re era informato e favorevole, sarebbe stato un colpo di Stato.
La magistratura decise che era un Putsch punendo Tejero e la sua squadra assieme al generale Armada confinato nel suo castello in Aragona. Oggi sono entrambi liberi da un pezzo.

In Francia, l’avvento del generale De Gaulle al potere ( 1958, il 13 maggio) fu il primo esempio di “intervento misto” ( popolo e forza armata) di cui oggigiorno gli USA fanno ormai largo uso: una serie di manifestazioni di piazza organizzate dai francesi di Algeria indussero il comandante della piazza , il generale di brigata Jacques Massu, a comparire sul balcone della prefettura e pronunziare il nome di Charles De Gaulle, mentre un reparto di paracadutisti in Corsica ( ah queste isole! ) si apprestó all’azione.

Tanto bastò al buon presidente René Coty per accettare le dimissioni del Premier più giovane della IV Repubblica ( 37 anni) , Felix Gaillard, officiando il pensionato di Colombey les deux eglises, che soggiogò il Parlamento con un discorso di sette minuti e ottenne una fiducia che salvò le apparenze.
Pochi mesi dopo nacque la V Repubblica, consacrata democraticamente da un referendum.

La formula popolo più esercito non sempre funziona. Quando, scontenti per la scelta razionale di De Gaulle che aveva deciso di liberarsi del fardello algerino, si tentò il Golpe bis, ( il 21 aprile 1961) al solito balcone di Algeri comparvero ben quattro generali ( Salan , Jouhaud, Zeller e Challe) , ma invece di trovarsi davanti a un democristiano, si trovarono di fronte a un De Gaulle che si presentò in uniforme in TV e dettò a tutti i dipendenti dello stato le istruzioni del caso con semplicità e chiarezza, definendo i generali ” un quartetto” .

Tanto bastò per domare il movimento che aveva trascurato di coinvolgere Massu e l’esercito di coscritti,limitandosi a tre reggimenti della Legione Straniera e dato per scontata la resa del governo di fronte a una replica della rappresentazione.

In Italia, l’assenza di partecipazione reale alla politica e alla conduzione della guerra produsse un colpo di stato che sarebbe meglio definire ” di palazzo,” il 25 luglio 1943, fu necessario un minimo di attività : un voto del Gran Consiglio del Fascismo ( inabilitato a cambiare il capo del governo) cinquanta carabinieri comandati da un capitano, un ufficiale del SIM che batté a macchina un mandato di cattura ( il ten col De Francesco, venti anni dopo comandante dell’Arma), e la complicità del capo dello Stato.
Meno di cento persone in tutto.
La vera condanna del regime fascista venne dal fatto che nessuno lo difese: non la polizia, non la Milizia fascista, non una sezione di partito, non un membro del gabinetto, non una delle 73 divisioni dell’esercito, non un parente del duce.
Quando un regime é marcio, cade da solo.
E questo regime è più che maturo.

Esiste anche un nuovo tipo di denominazione da me creata recentemente e che ha avuto un certo successo, ossia ” il colpo di Stato a rate” per ottenere il quale, bastano ancor meno persone.

Serve anzitutto la disponibilità del Premier a farsi spogliare delle sue prerogative storiche e un Parlamento trasformato in Pirlamento di ignoranti docili e incapaci grazie alle sapienti selezioni di lista fatte da  di Berlusconi, Scajola, Verdini, D’Alema, Veltroni, Bersani.

Poi, basta scegliere bene il capo della polizia e quello dei carabinieri ed eternizzarli (a stipendio pieno)  al loro posto in barba alle leggi, regolamenti e criteri di alternanza democratica e il gioco è fatto a patto che la magistratura taccia. E tace.

Numero di partecipanti: dieci/quindici.

Il capo della polizia è nuovo perché il predecessore è morto abbracciato alla poltrona mentre il comandante dei carabinieri Leonardo Gallitelli è scaduto – ma si è fatto rinnovare per due anni – lo scorso anno.

Nel frattempo e per arrivare agli ottanta anni con la certezza dello stipendio pieno ed altre prebende, sta facendo pressione sul Quirinale per essere nominato “consigliere presidenziale per la sicurezza” carica mai esistita e che rappresenta una usurpazione delle prerogative del ministro dell’interno, ma che può farlo restare al caldo per altri quindici anni assieme agli altri geronti annidati alla presidenza della Repubblica ( Rolando Mosca Moschini colpito dai limiti di età dieci anni fa; Gifuni ( già segretario generale  della  Presidenza della Repubblica, ma rimasto in sede  perché li si sta meglio che a casa  e si può regalare un capanno al figlio nella tenuta presidenziale). Qualcuno muore – il meccanismo è perfettibile – ma finché dura…

Credo sia giunto il momento di ammettere che il re è nudo e il Presidente non se la passa meglio e sarebbe ora di smettere di approfittarsi di un uomo anziano – ormai lucido poche ore al giorno-  contro il volere della sua famiglia.

Per dismettere Antonio Segni dalla presidenza della Repubblica bastarono un certificato medico e l’accordo di cinque/sei persone. Presto per Napolitano basteranno due infermieri.

Signora Clio, li preceda.

 

IL 13 MAGGIO DI CINQUANTACINQUE ANNI FA DE GAULLE TORNAVA AL GOVERNO. IL 5 OTTOBRE NASCEVA LA NUOVA REPUBBLICA. NOI LA STIAMO ANCORA ASPETTANDO. di Antonio de Martini

E c’è chi dice che gli italiani sono incostanti. Per oltre mezzo secolo la Democrazia Cristiana è riuscita ad impedire l’ammodernamento dello stato che già nel 1960 si era capito essere necessario. Tutto è cominciato da lì, ma sta per finire.

La vicenda ha inizio Oltralpe. Finita la guerra mondiale, i partiti della vecchia Repubblica che avevano portato la Francia alla sconfitta, ” liquidano” De Gaulle che aveva interpretato la volontà di resistenza della Nazione dopo aver previsto la sconfitta del 1940 – anche nei dettagli – con il suo bel libro ” Il filo della Spada” ( tradotto in Italia con trenta anni di ritardo ed ” Il Borghese”. 1964) e previsto nel suo appello alla Resistenza, termine del quale è l ‘inventore, anche la rivincita.

Tornati alle vecchie abitudini e alle liti tra cattolici ( MRP) e socialisti ( SFIO) i partiti sono paralizzati dal timore di una reazione dei francesi di fronte ai problemi della decolonizzazione nella penisola Indocinese e nel Maghreb.
Governanti individualmente anche capaci come Guy Mollet e Georges Bidault, si alternano, contrastano e paralizzano, mentre il paese decade e l’estrema destra cresce nutrita dalla frustrazione della sconfitta militare di Dien Bien Phu e dalla logorante guerra d’Algeria.

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AFRICA , MALI : LA FRANCIA INIZIA LA GUERRA PER IL CONTROLLO DELLE TERRE RARE. STA PER INIZIARE LO SCONTRO ANCHE PER LA SUCCESSIONE IN ARABIA SAUDITA ? di Antonio de Martini

le terre rare servono alla produzione dell’acciaio. Servono anche alla produzione dei computers ed altri aparecchi elettronici  usati principalmente per far funzionare la macchina da guerra dei paesi occidentali. Il Mali ha terre rare in abbondanza e un numero di guerriglieri non sufficiente ad impensierire.

L’anno scorso gli USA sbarcarono un reparto di  cento marines in funzione antiterrorista ( ne diedi cenno) . E’ della scorsa settimana l’annunzio che il governo Obama riconfermato ha deciso di dislocare distaccamenti di truppe in trentacinque paesi dell’Africa. Se a questi si aggiungono quelli in cui erano già acquartierati ( Gibuti, Etiopia, Uganda) abbiamo fatto l’en plein, perché  all’appello mancano solo Egitto e Sudan.

E’ sostanzialmmente per queste due  ragioni che la Francia ha deciso di intervenire ad onnta del parere negativo del governo americano ( la portavoce di Clinton , Susan Rice, ebbe a definire ” merda” il piano francese di intervento conntribuendo  così a giocarsi il posto di ssegretario di stato. Continua a leggere

IL MITO DI EUROPA. UNA PROFEZIA ? CACCIATE LA MERKEL E L’EUROPA TORNERA’ EUROPEA. PAROLA DI HELMUT SCHMIDT di Antonio de Martini

Chi mi conosce sa quanto mi costi riuscire a mettere una immagine nel blog.  Ci sono riuscito grazie ad un amico che si presta  gentilmente a fare da cireneo.

La foto è mia. E’ un mosaico del III secolo D C ( Quando i Germani si pulivano ancora  il sedere con le dita)  trovato a Biblos, la città fenicia “dei libri” ed è di epoca romana.

L”ho scattata nel museo archeologico di Beirut, in Libano e rappresenta Giove in forma di toro che rapisce la bella Europa, figlia del re di Tiro, per usarle violenza, credendo fosse amore, strappandola al sua stile di vita.

Da allora le rapine da parte del nord  verso i mediterranei, hanno cessato di essere dei miti per diventare fosche realtà e l’Italia, terra di passaggio,  ne sa qualcosa. Continua a leggere

COME STALIN RIUSCÌ A PORTARE CINA E AMERICA SULL’ORLO DELLA GUERRA, COME NIXON RISOLSE LA SITUAZIONE A SUO FAVORE E COME OBAMA È TORNATO INDIETRO AL1950.. ( prima parte) di Antonio de Martini

La storia – specie la seconda guerra mondiale – ci ha insegnato che per vincere un confronto politico militare è necessario avere una strategia realistica , indispensabile avere delle alleanze che garantiscano a priori la vittoria e imperativo scendere in campo al momento giusto.
L’Inghilterra ha sbagliato strategia ( pensava di soffocare in sei mesi la Germania chiudendo la via del ferro della Norvegia e i tedeschi la precedettero), la Germania non ha coordinato la sua alleanza col Giappone ( che fece la guerra per proprio conto senza attaccare la Russia) e ha perso tempo e mezzi con gli italiani.
L’Italia di Mussolini, ignara di ogni rudimento in materia strategica e guidata – come oggi – da geronti libidinosi benché avesse studiosi del calibro di Douhet, tirò sostanzialmente a indovinare da che parte tirasse il vento e quando sarebbe cessato. Continua a leggere