CONTINUAZIONE DEL POST CHE PRECEDE

La politica militare del mondo intero sta subendo una improvvisa accelerazione: il capo del PKK, ( partito kurdo dei lavoratori, gia appoggiato dall’URSS) languente in una prigione turca da oltre un decennio, grazie ai buoni uffici dell’on D’Alema,  ha scritto una lettera di cui è stata data lettura di fronte a duecentomila militanti, in cui chiede ai suoi di sospendere le ostilità contro l’esercito turco.

Non dice di cedere le armi, ma concede una tregua e non si conosce chi sia stato il mediatore.

La Francia, pur mantenendo divergenze ha cercato contatti con il regime siriano di Assad. Il Presidente del Kyrghizystan Almazbek  Atambaev ha richiesta ” assistenza militare europea” per combattere l’ISIS.

A richiesta dell’alleato USA, l’esercito iracheno che mirava alla conquista di Tikrit ( patria di Saddam Hussein e di Saladino) evita l’assalto finale al centro della città per non inasprire i Sauditi.. Due governatori ucraini che appoggiavano Yevtushenko ( il presidente eletto rifugiatosi in Russia) sono stati uccisi negli scorsi giorni e il potente governatore di di un’altra regione tale komolyiskiy, è stato dimissionato per decreto dal Presidente Poroshenko eletto dal Parlamento dimezzato e sotto la pressione della piazza, secondo quanto annunziato da Radio Free Europe. Il Governo Giapponese ha deciso di proseguire la costruzione di una base navale ad onta del divieto del governatore di Okinawa.

LA RUSSIA

Indebolita da 135 miliardi di dollari di perdite e dal sostanziale allineamento della Banca centrale russa alla filosofia imperante nella maggior parte dei paesi, si sta tenendo a Mosca un convegno sulla politica monetaria. Putin ha annunziato nuove manovre militari al confine occidentale in risposta all’invio di mille uomini ” in est Europa” – il termine Europa centrale è scomparso dalle carte – in risposta alla domanda di sicurezza che viene dai nuovi partner NATO. Il governo USA ha deciso di considerare lettera morta gli accordi di Minsk tra Ucraina e Russia e sta inviando carri armati Abrahams verso l’Ucraina, ma potrebbero fermarsi in Lituania…

Nella mente di molti russi comincia a farsi strada lo slogan senza Russia non c’è Europa e senza Europa non c’è Russia. E il fantasma di De Gaulle che risorge a Oriente dopo che era stato esorcizzato da Sarkozy ad occidente. E’ la forza della geopolitica quando è pensata.

LA CINA

La Cina è diventata quest’anno il terzo esportatore mondiale di armamenti, ha annunziato la messa in linea di un nuovo aereo tipo Awacs e due divisioni aeree hanno ricevuto in dotazione un upgrading dell’aereo J-11s della Shennyang Aircraft Corporation. Il surriscaldamento della situazione mondiale ha prodotto per contrasto un momento di pausa nella politica di “riconquista” degli spazi marittimi del mar cinese. Anche gli Stati Uniti sono diventati più cauti nell’intera area.

Ma il fatto nuovo di grande portata è che la Cina ha sottoscritto 104 miliardi di bond americani in meno a questa tornata: Si tratta di capitali che verranno a mancare al tesoro americano  che si era abituato a nuove sottoscrizioni di routine e di somme che potrebbero essere investite nelle due banche concorrenti del Fondo Monetario Internazionale.

La strategia cinese di minacciare il dollaro e la sua egemonia internazionale continua e si espande trovando nuovi alleati ad ogni giro.

Una Banca mondiale l’ha costituita assieme ai paesi BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) e l’altra- sempre mondiale –  è creata da pochi giorni con capitali sottoscritti dai principali paesi Europei, Italia, Francia e Germania incluse.

In questo baillamme globale, l’Italia si è distinta per aver espresso preoccupazione per la situazione sicuritaria in Libia, e per l’annunziata partecipazione del nostro Premier a una marcia antiterroristica a Tunisi. Il nostro ministero della Difesa ha annunziato il ritiro del nostro paese dalle attività antipirateria con base a Gibuti, collegando questa scelta alla mancata certezza giuridica delle truppe impegnate ( leggi i due marò). Il comando NATO ha ringraziato l’Italia per l’apporto dato e ha commentato che comunque il grosso delle operazioni è terminato.

In questo contesto di incertezza, inadeguatezza e sotto la guida di queste beautiful minds, la sola via di uscita dignitosa è la scelta della neutralità vigile e l’agglomerazione di una entità statuale costituita da Svizzera, Austria, Slovenia, Italia e quanti altri vorranno capire che non abbiamo nulla da guadagnare e tutto da perdere.

La guerra per il re di Prussia questa volta dovrà farla qualcun altro.

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Commenti

  • abrahammoriah  Il marzo 26, 2015 alle 6:39 am

    26 marzo 2015

    IL mondo si sta avviando verso una situazione multipolare, dove l’unica regola che vale è che non vi sono più regole (e vecchie amicizie) per mettersi al riparo dai guai. In questo quadro, l’unico ragionamento strategico per l’Italia passa dalla comprensione che gli schemi ereditati dalla guerra fredda sono il viatico per la sua progressiva dissoluzione come entità statuale e culturale. E partendo da questa diagnosi, l’unica possibile terapia è quella indicata da antoniochedice: la neutralità dell’Italia e l’aggregazione del nostro paese a realtà geostrategiche che ugualmente abbiano compreso (nel caso della Svizzera da secoli) che in un mondo multipolare è pura idiozia voler continuare a svolgere il ruolo di servi schiocchi. Ed è pura idiozia perché questi servi non corrono il rischio di essere licenziati ma, più brutalmente, di essere degradati al ruolo di schiavi (che lo ricordiamo, nel mondo greco-romano, non solo erano condannati a prestare la loro opera ma erano pure – ad inappellabile decisione del padrone – sacrificabili alla stregua di semplici cose…). Massimo Morigi

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  • Alessandro Micale  Il marzo 26, 2015 alle 9:58 am

    Condivido l’analisi e la neutralità dell’Italia, stante il contesto, con la speranza che “il caos prossimo venturo” ed attuale non degeneri in un conflitto senza vinti nè vincitori e con la speranza che il Signore illumini le menti e allontani l’avidità dall’uomo.. Alessandro Micale

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  • davide  Il marzo 26, 2015 alle 3:13 PM

    caro De Martini,
    su “mondo elettrico” leggo che l’Italia ha avuto un consumo di gas nel mese di Febbraio 2015 del +16% circa rispetto a febbraio 2014; (http://mondoelettrico.blogspot.it/2015/03/il-consumo-di-gas-e-aumentato-del.html) si tratta di una quota stratosferica visto che i consumi di gas sono da anni in calo e l’inverno non particolarmente freddo. Allora? A quanto pare ENI sta stoccando gas contro le previsioni di crescita economica e di stagione. Dato che ENI è ben addentro la politica, cosa significa ciò? Previste difficoltà di approvvigionamento nei prossimi mesi? Ovvero una guerra nei prossimi mesi?
    un saluto ed un ringraziamento per quello che scrive.

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    • antoniochedice  Il marzo 26, 2015 alle 4:23 PM

      Informazione interessante. Poiché arriviamo alla stagione buona e se l’informazione è vera, non stiamo stoccando per uso prossima stagione.
      A) ipotizziamo un aumento dei prezzi per la prossima stagione
      B) stiamo facendo un favore a Gasprom a corto di liquidità causa diminuzione prezzi
      C) abbiamo acquistato uno stock a prezzo conveniente.
      D) qualcuno ha fatto un ultimo ordine di acquisto prima di andar via…

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  • Antonio  Il marzo 26, 2015 alle 10:08 PM

    Il deposto presidente ucraino è Viktor Janukovyč, non Yevtushenko. Per inciso il figlio è morto qualche giorno fa in uno strano incidente sul lago Baikal, ultimo di una lunga serie di personaggi ucraini usciti di scena per morti violente o suicidi negli ultimi mesi…

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    • antoniochedice  Il marzo 27, 2015 alle 6:08 am

      Grazie. Lei è la prova che qualcuno legge e che i commenti non sempre lo sono. La topica mi era stata già segnalata. Troverà la mia rettifica tra i commenti. Mi è parso scorretto correggere alla chetichella.

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