DUE NUOVI LEADER MEDITERRANEI: MATTEO RENZI E ABDEL FATTAH SISSI. PERFORMANCES A CONFRONTO. di Antonio de Martini

Nell’ambito mediterraneo L’Italia e l’Egitto hanno numerosi tratti in comune, compresa la recente leadership di due giovani catapultati alla guida dei rispettivi paesi dopo una gestione stanca e rassegnata di geronti ormai distratti dal pensiero della morte imminente.

Dopo essersi affidate alla creatività made in USA della primavera araba, le classi privilegiate egiziane ( imprenditori assistiti) si sono rese conto che la casta militare rappresentava la spina dorsale del paese da una quarantina di secoli e che la sostituzione con un partito confessionale non era l’ideale per gli affari, per la libertà e la proprietà..

Il signor Sawiris tra tutti  – noto in Italia per aver comprato laWind ed averla rivenduta a un gruppo russo –  dopo aver concesso interviste ai giornali italiani spacciandosi per pensoso riformatore, si è ritirato in buon ordine a godersi la commissione lucrata per l’affare condotto per conto terzi e così hanno fatto in molti.

UN PO DI STORIA

Dal 1952 ossia da quando l’esercito sostituì l’erotomane re Farouk con un comitato di colonnelli, le Forze Armate egiziane hanno fornito l’intelaiatura del potere, anche se per raggiungere la maturità di governance ci è poi voluto circa mezzo secolo.

Prima Nasser con ambizioni imperiali sul mondo arabo, poiSaadat con l’ambizione di diventare il pacificatore e governare il mondo arabo per conto degli USA ed infine Mubarak con l’ambizione di contentarsi a governare l’Egitto a vita e passare lo scettro al figlio, abbiamo assistito al succedersi di ufficiali che mortificarono gli Stati Maggiori che li avevano espressi e impiantarono domini personali.

Poi, dopo l’ubriacatura populista di Morsi ed un paio di caudatari degli USA tra cui il patetico El Baradei, fu la volta di Abd el fattah al Sissi che compie due anni di potere in questi giorni.

Come Francisco Franco de Bahamonde si trattava di un militare di statura non alta, privo di carisma e poco appariscente. Franco ha salvato la Spagna e l’ha mantenuta neutrale nella seconda guerra mondiale, educando due generazioni di Spagnoli alla disciplina e al lavoro, spezzando le reni alla demagogia sindacale che è un male mediterraneo come l’anemia omonima.

In un’epoca di predominio della TV e dell’immagine, Al Sissisembrava destinato a un periodo di ordinaria amministrazione e “remise en ordre”  per poi passare il testimone a un altro – come avvenne con l’avvicendamento Neguib-Nasser  in Egitto o  Pattakos- Papadopulos in Grecia.

Il suo segreto è stato capire che la sua forza era rappresentata dallo Stato Maggiore che lo aveva espresso e fatto crescere. Ha utilizzato tutti, anche gli ufficiali addestrati in Russia a suo tempo. Ha capito che gli USA non sono in grado di capire ( se è per questo, nemmeno i Russi)  la mentalità mediterranea ed egiziana in particolare.

EGITTO ANNO ZERO

Due anni fa, l’Egitto era al punto più basso della sua storia recente: sostituito da un arabetto  nella leadership della Lega Araba, messo ai margini dalla Organizzazione dei paesi africani, la cui appartenenza era considerata un handicap,  in difficoltà con Israele ( sospettoso per i dispetti di frontiera)  e con gli USA che gli rimproveravano il colpo di mano antidemocratico, Al Sissi  ha iniziato affrontando la situazione di petto: abolizione di ogni sovvenzione per l’acquisto dei carburanti e viveri alla popolazione e assegnazione dei fondi così risparmiati all’istruzione e alla sanità;

riconoscimento della propria collocazione africana e ripresa dei rapporti commerciali e diplomatici con tutti i paesi dell’area ( al punto che dieci paesi africani hanno partecipato al recente vertice economico di Sharm el Sheikh) , ripresa dei rapporti con il Sudan – tralasciati per compiacere gli USA – e mediazione con l’Etiopia per la spartizione delle acque del NIlo;

senza rinnegare il rapporto con USA e Israele ( ha creato una zona di sicurezza attorno alla frontiera di rafah e Gaza distruggendo un migliaio di abitazioni)  ha allargato i rapporti internazionali privilegiati alla Russia e all’India; ha acquistato 24 aerei Rafale per far capire agli americani che poteva comprare altrove; i sauditi hanno, dopo un prestito ponte di 12 miliardi, accettato la leadership militare egiziana di un fronte sunnita anti fratelli mussulmani e aperto i cordoni della borsa assieme al Katar; ha lanciato in borsa un progetto di raddoppio del canale di Suez , forse troppo ambizioso. Ha fatto una visita ufficiale a Parigi e ricevuto Matteo Renzi al Cairo mostrando che oltre a voler recuparare il suo ruolo tradizionale nella Lega Araba ed aver recuperato il suo posto in seno all’organizzazione dei paesi africani, conosce bene anche le sua opportunità mediterranee sulle quali punta per prendere il controllo della Cirenaica.

Egli ha infine applicato la dottrina Putin alle manovre insurrezionali dei fratelli mussulmani e dell’ISIS: Terrorizzare i terroristi. 230 condanne a morte inflitte ai dirigenti della fratellanza hanno miracolosamente ridotto la vocazione al martirio dei jihadisti locali. Mancano i pagatori.

ITALIA ANNO ZERO

Matteo Renzi, con un guizzo pari a un colpo di Stato è riuscito a farsi largo nel partito Democratico e diventarne il segretario. poi, mostrando una grande audacia, ha defenestrato Enrico Letta da Palazzo Chigi e , inaudito, messo ministri di sua scelta in tutti i dicasteri tranne che all’economia in cui ha lasciato mettere uno sbiadito funzionario OCSE col quale non si fa ombra reciprocamente.

Lungi dal volersi impuntare su questioni di principio ha lanciato il sitema della maggioranza a geometria variabile e dopo aver scandalizzato tutti accordandosi con Berlusconi, è riuscito a trovare una maggioranza per ogni legge che gli premeva varare: ha in pratica domato il Parlamento blandendolo con continue dichiarazioni di continuità invece che con minacce di scioglimento come facevano i suoi predecessori.

Un altro successo di arte di governo è consistito nel driblare i ” grandi giornalisti” facendo ricorso a Twitter. Adesso i grandi che facevano i preziosi fanno la fila. I ministri non fanno più indiscrezioni a pena di tornare nell’ombra da cui furono tratti e la comunicazione è diventata più serena.

Renzi a insomma ottenuto dalla sua abilità manovriera e dalla sua eloquenza gli stessi risultati ottenuti da Al Sissi con la minaccia dell’uso della forza.

Peccato che nel concreto incidere sulla realtà il suo cinismo politico non gli abbia consentito che di sopravvivere all’interno del Parlamento e nella ormai screditata classe dirigente italiana.

Non è riuscito ad imporsi  come leader nazionale con una scelta impopolare  che ne mostrasse la tempra morale e il carattere  ( quanto quella di togliere alla popolazione egiziana gli incentivi sulla benzina e sul pane come ha fatto Al Sissi) come avrebbe potuto fare, ad esempio, chiudendo l’EXPO ampiamente basata sulla corruzione; peccato anche  che abbia consentito alla solita cosca romana di presentare la candidatura della città alle Olimpiadi altra nota pacchia per i soliti sportivi… Peccato insomma che tanta abilità tattica si stia rivelando fine a se stessa.

Peccato che si sia limitato a nominare un commissario del PD a Roma invece di fare piazza pulita drasticamente, peccato infine che non abbia il coraggio di togliersi dai cogliuoni i piccoli miserabili dell’ NCD – tutti eredi della peggiore DC e del peggior PSI – sostituendoli coi piccoli Saint Just dei 5 stelle, costringendoli ad affrontare la realtà di una Italia che deve allentare i vincoli di sudditanza con gli USA, Posizionarsi nel Mediterraneo, affrancarsi dalla Germaia che , come si è visto è guidata da una vecchietta tremebonda all’idea di dover polemizzare con la Greciae prenta a correre da un funerale all’altro per dimostrrare a se stessa di essere viva.

La sua tolleranza verso i fenomeni di corruttela in politica interna ( grottesca l’abolizione della prescrizione e l’aumento delle pene invece di stroncare con decisione i trenta corrotti noti a tutti) e la sua tacita subordinazione agli interessi angloamericani in politica estera gli impediranno di ottenere i risultati che tutti ci attendevamo. Per la politica economica, siamo nelle mani di Dio.

nota: per un disguido di cui mi scuso questo post è finito in “pagina” . viene replicato per chi non l’ha visto.

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