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COSA E’ CAMBIATO E COSA PUO’ CAMBIARE. TORNA LA POLITICA E I CONSERVATORI SONO ORMAI FUORI GIOCO IN TUTTA EUROPA. . di Antonio de Martini

Nel Post che ho scritto il 25 Marzo Scorso ” Perché liberarsi di Sarkozy è essenziale per il futuro dell’Europa mediterranea” ipotizzavo fosse necessario liberarsi dell’alleato acritico della Merkel per ridare speranza all’Europa, specie quella mediterranea.
Il nuovo Presidente francese , un politico a tempo pieno , ha capito che la via dell’Europa e quella del mercato coincidono solo in tempi di vacche grasse. Nei momenti di difficoltà lo spirito europeo è fatto più di solidarietà cattolica che di meritocrazia e rigorismo protestante.

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COME SALVARE LA GRECIA E LA FACCIA DELLA MERKEL. di Antonio de Martini

I lettori affezionati ricorderanno che una ventina di giorni fa annunziammo che anche La Repubblica di Cipro, che si era esposta in favore dalla madrepatria greca, avrebbe chiesto l’intervento della BCE ( banca centrale europea) per oltre 1,8 miliardi di euro di Bond Greci e che avrebbe chiesto aiuto alla Unione Europea. Continua a leggere

IL VERO PRODOTTO CHE LE BANCHE VENDONO OGGI, E’ LA SFIDUCIA. SERVE A DISTRARRE LA GENTE. I GRECI COMBATTONO PER NOI COME FECERO ALLE TERMOPILI. di Antonio de Martini

Un aspetto che sembra sfuggire ai più é la fonte di tutto il bailamme che sta affliggendo il globo.
Si sa che c’è una componente monetaria della crisi , ( iniziata negli USA dai governi che si sono succeduti dal 1945 i poi) una componente finanziaria( idem ma dalla presidenza Reagan) , una componente creditizia ( nata in Europa a cura di Francia e Germania) e una componente fiduciaria ( nata nelle banche specie quelle italiane intimidite dagli accordi di Basilea 1;2;3;. Continua a leggere

CON LA GUERRA LAMPO CONTRO LA FRANCIA, LA GERMANIA PERDE LA RIEDIZIONE FINANZIARIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Da domani, l’acquisto di BOND italiani avra’ un ostacolo in più.
Secondo i protocolli di numerose tra le più prudenti istituzioni finanziarie, i traders sono liberi di comprare solo i titoli AAA o comunque con valutazione almeno A.
Per acquisti di titoli classificati con la B – semplice o tripla che sia – serve una delibera di un organo collegiale o comunque di più di una persona.

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LA MANOVRA MONTI VISTA DALL’ESTERO E DA NOI. di Francesco Venanzi a proposito di un articolo del prof HUDSON sul Frankfurter Allgemeine Zeitung in cui nota il passaggio dei paesi europei dalla democrazia, verso l’oligrarchia.

 

In sintesi, il prof. Hudson sostiene che le misure di austerità che ora vengono invocate e varate dai governi europei  dell’area euro – che riducono il welfare, colpiscono i lavoratori e i loro sindacati, mettono nelle mani di privati beni, imprese e servizi pubblici –  vanno sostanzialmente a beneficio delle banche, che sono responsabili del credito facile seguito dalle sofferenze, e di coloro che acquistano  i beni e le imprese che gli Stati dovranno vendere per  coprire i propri deficit. Hudson sostiene anche che i  privati non sempre garantiscono  maggiore efficienza, ma  acquisiscono  i profitti e diventano una classe di oligarchi. E se sono stranieri  portano i profitti all’estero.  Inoltre, le banche traggono benefici   dalla regola che impedisce alla BCE di finanziare i deficit degli Stati emettendo nuova moneta; infatti  gli Stati sono così costretti a  ricorrere al mercato, cioè  alle banche, pagando interessi  elevati.  Secondo Hudson, sarebbe preferibile che la BCE finanziasse i deficit, come fanno le banche centrali di Usa e Regno Unito, senza per questo, entro certi limiti, provocare inflazione.  L’analisi di Hudson contiene molte verità ed è piuttosto suggestiva, e preoccupante.

Il prof. Hudson manca però di inserire i problemi  dell’Europa, e di tutti i paesi di antica industrializzazione,  nel quadro della globalizzazione.  Quelle economie hanno perduto  competitività  a fronte degli sviluppi industriali di paesi come la Cina dotati di grandi disponibilità di manodopera a basso costo.   I deficit di bilancio di paesi  come l’Italia sono originati dal fatto che molte delle attività industriali che hanno prodotto  nel passato  i redditi  su cui è stato costruito il sistema di welfare non sono più competitive sui mercati internazionali e hanno quindi smesso di esportare, prima, e di produrre, poi;  mentre i loro prodotti sono stati sostituiti da quelli di importazione dai paesi di nuova industrializzazione.  L’intero “sistema paese” contribuisce alla perdita di competitività con l’elefantiasi della pubblica amministrazione, l’antica e superata regolamentazione del fattore lavoro, l’inefficienza della giustizia civile, il peso del welfare.  E, nel caso dell’Italia, il mancato adeguamento delle infrastrutture,  a causa di  decenni di  paralisi dovuta all’eccessivo indebitamento dello Stato causato , appunto, dalle dette inefficienze.

Si deve quindi ammettere che le misure di austerità chieste ai Paesi europei  servono per tentare di  recuperare competitività. Se fosse possibile finanziare il deficit dello Stato stampando nuova moneta, mancherebbero gli stimoli per ridare efficienza al sistema.

Guardando alle misure finora varate dal governo Monti, si deve  osservare che solo la riforma delle pensioni agisce chiaramente nella direzione di ridare efficienza al sistema (ma penalizzando i consumi), mentre tutte le altre misure di aggravio delle tasse servono solo per  far cassa senza incidere sulla efficienza del sistema.  La riduzione dei costi della politica, compresa l’abolizione delle provincie e la riduzione del numero dei parlamentari, sarebbe stata positiva, ma è di la da venire. La riforma della regolamentazione del lavoro è per ora una pia intenzione e solo l’atmosfera di grave crisi (e la tenacia di Marchionne) ha portato i sindacati a trattare la riforma del contratto di lavoro della Fiat, realizzando così un passo avanti  per ridare competitività ad un importante settore industriale (ma uno dei  sindacati  è ancora schierato a difendere  schemi non più sostenibili). Non si vede la radicale riforma della giustizia civile necessaria per ridare certezza ai diritti e recuperare la fiducia degli investitori esteri. Gli investimenti nelle strutture sono ridotti al minimo a causa delle difficoltà di finanziamento e  delle miopi contestazioni dei “Non nel mio giardino”. E l’aggravarsi delle tassazioni induce molte imprese a studiare nuove delocalizzazioni.

Quanto alle privatizzazioni annunciate come altra misura di risanamento, dubito che siano la soluzione miracolosa che  ridarà efficienza al sistema.  Trovo azzeccate le tesi in proposito di Hudson. I miglioramenti della gestione dei servizi potrebbero essere ottenuti anche mantenendo la proprietà pubblica  se si sapesse sottrarre le gestioni  dalle ingerenze politico-clientelari. Resta allora anche qui la sola funzione di far cassa.

Siamo quindi lontano dall’obbiettivo del recupero della competitività e  credo che la crisi generata dalla globalizzazione si protrarrà a lungo, con alti e bassi ed episodi ricorrenti di nuove strette.  Credo che gli Stati in questa contingenza dovrebbero assumere un ruolo più attivo nella gestione della economia.  In particolare l’Italia dovrebbe far leva sulla posizione geografica e su una posizione politica da ricostruire facendo leva su antichi meriti nelle relazioni con i paesi emergenti, per sviluppare relazioni  speciali con molti di quei paesi, capaci di generare scambi, sviluppo  e reddito.

 

 


[1] “Europe’s deadly transition from social democracy to oligarchy” apparso il 3 Dicembre 2011 su Frankfurter Allgemeine Zeitung  con il titolo “Der Krieg der Banken gegen das
Volk”

IL FALSO PROBLEMA DEL DEBITO PUBBLICO. di Antonio de Martini

Mano a mano che il tempo passa, vediamo che Tremonti il montanaro ha partorito il topolino mentre le contraddizioni cominciano ad affiorare a tutti i livelli.

La Standard & Poors dopo aver tolto una serie di galloni ai singoli paesi della U E – Italia inclusa – ha dato la tripla A di debitore certamente solvibile al fondo salvastati , un fondo che , per ora , esiste solo sulla carta e che sara’ composto dai singoli stati declassati in precedenza.
Come dire che Gianni non e’ credibile e nemmeno Pinotto, ma faccio credito a Gianni e Pinotto.
Altra contraddizione , a mio modo di vedere, e’ data dai consigli e dai commenti di Barak Obama agli europei: il premio Nobel per la pace , indebitato fino al collo che da consigli di gestione economica e finanziaria agli altri.
Ancora. La banca X viene declassata perche’ lo stato che la ospita e’ troppo indebitato. Allora lo Stato interviene – indebitandosi ulteriormente – sostiene la banca con un finanziamento e tutto rientra nella normalita’. Delirante.
Tutti questi stati predicano trasparenza, dicono che la BCE e’ indipendente dai governi e poi pretendono che uno dei consiglieri eletto alla unanimità’ ( Bini Smaghi ) debba dimettersi per fare posto a un non meglio identificato rappresentante del governo francese. Ci vorranno dire almeno di chi si tratta? Come si chiama questo atteso Salvatore dell’ Europa? Non sarà’ Sarkosi jr visto l’impegno del papa’?
Un mezzo vantaggio gli italiani lo hanno avuto da tutta questa pagliacciata: il governo ha decretato che se si pagano interessi passivi a una banca, questi possono essere interamente dedotti ai fini della composizione del bilancio. Grazie. Ma non e ‘ un incentivo a fare debiti mentre ci si accusa di averne troppi ?
Credo che la intera vicenda debba essere riletta così: nel caso di un individuo, se questo muore senza patrimonio, il debito muore con lui. in tal caso e’ normale classificare le persone a seconda della solvibilità’ .
Ma se si tratta di uno stato o una comunità’ , questi non muoiono mai e quindi il pagamento di un debito E’ SOLO QUESTIONE DI TEMPO.
Se uno Stato ha contratto troppi debiti promettendo il rimborso , mettiamo, in un decennio, lo pagherà’ in quindici o venti anni e nei periodi di prolungamento delle rate, l’accesso al nuovo credito andrebbe razionato e il governo ipso facto dimissionato, indicendo nuove elezioni.
Che l’attuale sistema creditizio internazionale sia inadatto, e’ dimostrato dall’ Argentina che ha pagato i suoi debiti al 25% degli importi e l’Islanda che ha bellamente rifiutato di rimborsare le banche, dopo un referendum che chiede di punire chi ha contratto il debito, non tutti i cittadini.
Nessuno ha preso provvedimenti a loro carico.
Se la sono presa tutti con la Grecia – oggi- con un altro – domani- al solo fine di aumentare gli interessi che si percepiscono dal loro certificati di credito.
La Germania ha sbraitato contro l’Italia ed ha ottenuto di percepire più’ interessi dai nostri BOT e CCT.
Altra contraddizione: le banche centrali che regolano i flussi monetari, stanno alla chetichella diventando ASSOCIAZIONI PRIVATE i cui utili non si capisce bene dove finiscano.
La legge italiana e lo stesso statuto della Banca d’Italia dichiarano che la banca e’ pubblica, ma il dettato della legge non viene rispettato e NESSUNO INTERVIENE.
Altra contraddizione: e’ un assioma che i governanti sono quelli che preparano il futuro.
Orbene, tra sei mesi Sarkosi e la Merkel (li chiamano Sarkel) saranno al museo delle cere trombati dai rispettivi elettorati.
Al prossimo gennaio Obama ( col 75% di insoddisfatti tra i cittadini USA ) farà’ trionfare la previsione di Steve Jobs del ” presidente da un solo mandato” e sarà’ ricordato come il solo premio Nobel per la pace che fece tre ( forse quattro?) guerre e tutte ingiuste.
Berlusconi finirà’ nella annetoddica politica come l’ emulo della torre di Pisa.
Zapatero ha già’ dato forfait. Cameron e’ già’ ai ferri corti coi liberali, ha perso il ministro della Difesa. – in piena guerra – perché’ questi non sapeva difendere con decisione i suoi accessi posteriori ed i fondi dello stato dai focosi attacchi del suo amichetto.
Insomma l’ Europa e’ senza un leader capace di durare, senza una visione del futuro e senza idee.
Che futuro ci stanno preparando?
Continuano a riunirsi, baciarsi, posare davanti alle telecamere, fare comunicati contraddittori e incomprensibili e chiedersi quando e’ che Carla’ ci farà’ vedere quel che ha saputo fare suo marito in un settennato.
A controllare i conti di tutti, una serie di contabili di origine indiana o di Sri Lanka annidati nelle società’ di revisione e di consulenza, i cui campioni abbiamo incontrato nel post di ieri grazie all ‘ interessamento dell’ F.B.I.
Possibile che nessuno se ne interessi e che tutti siano ormai rassegnati o comprati?

Mario Draghi nominato presidente BCE: io perso la scommessa, l’Italia una occasione importante. di Antonio de Martini

Rompo il riposo che mi ero imposto fino al 1 settembre, per riconoscere che  non ho azzeccato la previsione su Mario Draghi. Continua a leggere

Draghi al Fondo Monetario Internazionale ( FMI) e Geronzi a Bankitalia. Scommettiamo?

La disavventura erotico giudiziaria di DSK ha riaperto i giochi  sulla nomina del governatore della Banca Centrale Europea.

Già pochi giorni fa la Merkel , parlando di Draghi ebbe a dire che si sarebbe trovato più a suo agio al FMI da dove proviene. Continua a leggere

Finanza, Moneta, Economia : i tre elementi della tempesta perfetta. Il quarto cavaliere è la crisi geopolitico- militare. di Giorgio Vitangeli

Se fossimo in volo, dovrebbe già lampeggiare la scritta:”allacciare le cinture di salvataggio” ed il pilota dovrebbe almeno precisare: “stiamo avvicinandoci ad una zona di forti turbolenze”.Ma  i piloti dell’economia mondiale credono che “pensare positivo” equivalga a dire sempre al popolo sovrano: “tutto va ben, madama la marchesa”, ed anche quando si imbocca un tornado, come quello del 2007-2008, e l’aereo rischia di schiantarsi, tutto quello che arrivano a dire è che l’economia sta attraversando un periodo di “turbolenze”.

Qualche sobbalzo improvviso, insomma, magari un po’ di paura, ma  ben presto tutto passa, e si torna a volare tranquilli. Continua a leggere