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L’ ARMA ASSOLUTA E’ L’ELETTRONICA. DA AUSILIARIA AD ARMA PRINCIPALE. HA DECLASSATO ANCHE LE BOMBE NUCLEARI. PUÒ ESSERE USATA ANCHE CONTRO PAESI AMICI . COME FANNO CON NOI. di Antonio de Martini

Militarmente parlando, le armi nucleari hanno un limite politico di impiego e un inconveniente “tecnico”.
Si possono usare solo in tempo di guerra dichiarata e le aree colpite restano inagibili per un periodo di tempo medio-lungo.
Le armi elettroniche invece, possono essere usate

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IL DODICI DICEMBRE DATA IMPORTANTE PER I RAPPORTI USA IRAK

Il 12 dicembre prossimo, Nouri Al Maliki, il premier irakeno che e’ riuscito a incastrare Iyad Allawi in una posizione secondaria, andrà’ negli Stati Uniti a farsi consacrare , come un tempo Erode da Cesare Augusto.
L’ agenda dei lavori ha due voci molto importanti per la sopravvivenza del governo irakeno e la sua credibilità’ futura.
Entrambi i dossier riguardano il rapporto con gli Stati Uniti e la misura dell’ indipendenza effettiva che l’Irak avrà’ nel futuro.
La sopravvivenza, anche fisica , di Al Maliki, dipende dalle risposte che riceverà.
Al primo punto la questione della permanenza o meno di significative forze americane sul territorio irakeno.
Dei 500 campi militari che ospitavano 177mila uomini e mezzi, ne sono rimasti 15 e entro capodanno dovranno essere restituiti al nuovo esercito.
Gli USA hanno cercato invano di far rimanere 20.000 dei 39.000 militari che sono ancora sul posto, con il compito di difendere ” l’ambasciata ed i consolati americani in Irak” ma in realtà tutti gli interessi USA e sopratutto per non dare un esempio negativo ai sauditi che si chiederebbero come mai le truppe USA giunte in Arabia Saudita nel 1991 ( prima guerra con l’Irak) stiano ancora sul posto, mentre quelle giunte in occasione del secondo conflitto irakeno ( 2001) se ne siano andate.
Il paragone non sarebbe lusinghiero per i governanti sauditi, e gli americani non vogliono lo sfratto.
L’ ambasciatore USA a Bagdad, Jeffrey , sta cercando da un anno di spaventare i dirigenti irakeni – sciiti- con lo spauracchio della crescente influenza iraniana ( sciita) .
Probabilmente viene dal Kansas e conosce solo la differenza tra mucche e tori.
Alle necessita’ addestrative del nuovo esercito, gli irakeni si sono detti sensibili, indicando pero’ come luogo ideale per il training , il vicino territorio kuwaitiano .
La vera ragione del contendere e’ che le infinite sofferenze subite dagli irakeni per via del pressappochismo omicida delle truppe americane, sconsiglia chiunque desideri vivere, dal firmare l’accordo in forza del quale le truppe USA non sono sottoponibili alla giurisdizione dei magistrati locali. Una inchiesta dell’amministrazione USA recentemente pubblicata rivela come il 20% dei militari proviene dalle gang giovanili che infestano le metropoli d’America. Altri 90mila ( in tutte le FFAA) sono fisicamente o psichicamente inidonei al servizio militare.
Questo accordo di pre amnistia e’ stato firmato senza fiatare dai governanti italiani ed e’ per questo che i piloti della tragedia della funivia del monte Cermis non sono stati processati in Italia, ma in un campo militare americano in USA.
Il secondo dossier sul tavolo, e’ quello degli archivi dello stato ( specie dei servizi di intelligence) che le truppe USA hanno portato via per intero e si rifiutano di restituirli al governo legittimo succeduto a Saddam Hussein.
Dopo innumerevoli richieste, il governo irakeno ha minacciato di adire la magistratura americana.
Ora Obama il 12 dicembre dovra’ rispondere o cercare presto un nuovo premier fantoccio.
Due esempi di dignità’ nazionale non negoziabile che il mondo arabo ci da. Noi italiani abbiamo gli stessi problemi, ma nessuno Che condos a questa strana parola tronca.
Qui in Italia , i militari americani non sono giudicabili dalla magistratura italiana ( ma il primo ministro, si) e gli USA hanno buona parte dell’oro della Banca d’Italia alla Federal Reserve e non ce lo restituiscono da anni.
Nessuno coglie l’ esempio di dignita’ di Al Maliki. E’ come se parlasse arabo.

Antonio de Martini

Gli USA vinceranno in Pakistan e i Talebani in Afganistan. di Antonio de Martini

La morte  di Ben Laden dovrebbe in teoria mettere mettere la parola fine alla campagna afgana.  Ovviamente non sarà cosi perché l’Afganistan è il crocevia più strategico dell’Asia  Continua a leggere

Aspettando la flotta di Antonio de Martini

Robert Gates è repubblicano ed è stato a capo della CIA.  Con l’amministrazione Obama  è ministro della Difesa. Perchè una amministrazione democratica  accetti un repubblicano  e per di più alla Difesa, Continua a leggere

Rapporti tra Italia e Africa alla prova della crisi libica, la TV chiede lumi a Cesare ( Romiti)

Ieri ho visto – e purtroppo  sentito – una intervista di una giornalista  che,   per illustrare i rapporti  politici ed economici tra Italia e Libia, non ha trovato di meglio che rivolgersi a Cesare Romiti.

Romiti fa parte di quella razza padrona che ha rotto la schiena all’Italia industriale del miracolo economico della ricostruzione.

 Solo un paio di “reminders” per farlo conoscere alle nuove generazioni: Continua a leggere

Mediterraneo: tutti protagonisti, tranne l’Italia

Qualche  amico mi ha telefonato, esprimendo meraviglia  per  ” i ripetuti attacchi ” alla CIA, se non addirittura alla politica estera USA nel Mediteraneo. Rispondo a uno per chiarirmi con tutti.

La fregata ALVAND iraniana, naviga verso il mediterraneo orientale , dove abbiamo una squadra navale anti traffico di armi. La Alvand lancia missili e noi no.

Sono italiano – anche se a volte non sembrerebbe –  e suggerisco una linea di politica estera vantaggiosa per l’Italia.  Se gli Stati Uniti perseguono una politica buona per loro e cattiva per noi, sento il dovere di dirlo.

Il fatto che  io abbia “azzeccato” una serie di previsioni che sono sotto gli occhi di tutti coloro che hanno letto il blog  dimostra che non parlo a vanvera.

Ho scritto su questo blog  di “Mediterraneo in fiamme” il primo giorno della prima manifestazione,  nel generale scetticismo; ho scritto che tutto il Nord Africa se ne frega della democrazia e cerca pane e lavoro perché messo in ginocchio dalle speculazioni alimentari dei grandi complessi agroindustriali americani. Lo ha confermato il ministro Tremonti alle telecamere del G20 ieri sera, sia pure senza dire  che sono americani. Continua a leggere

Washington: la CIA corre ai ripari e la spara grossa:Non sapevano niente e sono stati presi di sorpresa dai discolacci di Facebook. Hanno paura di una vendetta araba che racconti di extraordinary renditions

Il giornalista David Ignatius, in un articolo del 10 febbraio  che cita  fonti della CIA, al punto da sembrarne il portavoce, illustra quanto sia dura la vita per i responsabili della stazione CIA in località come Tunisi o il Cairo o Amman: Continua a leggere

Sciagurati in arrivo: Duane Clarridge

Sul “Corriere della sera” di questa mattina leggiamo quello che in gergo giornalistico si chiama “un soffietto” dedicato a un ex della CIA di anni 78 : Duane Clarridge

l'agente CIA che ha trafugato i quadri di Brera. Ora ha fondato la Blackwater agenzia privata incriminata per assassini di civili in Irak. Il Corriere della Sera di oggi gli dedica un soffietto promozionale.

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