La grave crisi che ha colpito il nostro paese ha prima di tutto delle cause morali e, senza un’opera di pulizia profonda, non se ne può uscire. Cercherò di spiegare perché.
Quando abbiamo aderito alla moneta unica (1998) ci eravamo impegnati a riportare i nostri conti in ordine diminuendo il nostro deficit di bilancio (la quota del bilancio dello stato che viene finanziata mediante prestiti obbligazionari) al di sotto del 60% del prodotto interno lordo (la ricchezza nazionale prodotta).
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Hamad ben khalifa al thani, è lo sceicco regnante del Quatar ( indipendente dal 1971, 300.000 abitanti ) che è salito al potere nel 1995 con un colpo di stato ordito contro il proprio padre, accusato di essere un dissipatore antidemocratico.
la moglie, molto piu bella e intrigante di Hilary Clinton in America la chiamerebbero ” presidential partner affascina per la presenza, la disinvoltura con cui non porta il velo ed il sorriso del suo libretto di assegni.
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E’ un fatto che pochissimi nei sondaggi precedenti il voto abbiano previsto lo scarsissimo successo della lista per Monti (un professore di economia a Milano) come pure il notevole successo di Berlusconi, dato per spacciato e ormai inesistente fino a pochissime settimane fa.
Un articolo di Luigi Zingales, un altro prof. di economia ma a Chicago (che oltre tutto ha abbandonato a pochi giorni dal voto la lista Giannino) articolo che si può reperire in rete (www.aeaweb.org/aea/2013conference/program/retrieve.php?pdfid…) e che è stato ripreso da M.V. Lo Prete mostra come ci sia un netto divario, almeno negli USA ma evidentemente anche da noi, tra ciò che pensa un gruppo di economisti e quella che invece è l’opinione della gente “normale”. Continua a leggere →
Posted by keynesblog on 25 febbraio 2013 in Economia, Europa, Italia
In un duro editoriale sul New York Times, Paul Krugman accusa la tecnocrazia europea e la Germania di aver imposto ai paesi periferici dosi crescenti di austerità, ignorando anche la revisione del Fondo Monetario Internazionale. E’ così che le “persone rispettabili” hanno dato fiato ai populismi, come quello di Berlusconi e Grillo.
di Paul Krugman dal New York Times del 24 febbraio
Due mesi fa, quando Mario Monti si è dimesso da primo ministro italiano, l’Economist ha rilevato che “La campagna elettorale a venire sarà, prima di tutto, una prova della maturità e del realismo degli elettori italiani”. L’azione matura e realistica, presumibilmente, sarebbe stata quella di far ritornare in carica Monti – sostanzialmente imposto all’Italia dai suoi creditori – questa volta con un mandato realmente democratico.
Beh, non è un bel vedere. E’ probabile che il partito di Mr. Monti arrivi quarto. Non solo ben dietro l’essenzialmente comico Silvio Berlusconi; Monti è dietro a un comico vero, Beppe Grillo, che, pur senza una piattaforma coerente, è diventato una forza politica importante. Continua a leggere →
Se il PD volesse trattare con Grillo un accordo di governo con qualche probabilità di riuscita , dovrebbe sollecitare le dimissioni di Bersani e sostituirlo con Renzi. L’ultima frase elettorale di Bersani fu ” il vero nemico è Grillo”.
Renzi sembra invece capace di parlare una lingua meno ” antica”.
Da parte sua, Grillo ha già lanciato un guanto di sfida a Napolitano: senza attendere un invito che il cerimoniale ostacolerebbe, ha annunziato che sarà lui a salire al Quirinale per le consultazioni.
Esiste il precedente di Giovanni Negri – segretario del partito radicale ma non parlamentare – respinto da Oscar Luigi Scalfaro sulla soglia del Quirinale, in quanto il Presidente della Repubblica ( lo ha confermato Napolitano da Monaco di Baviera ) “ascolta le forze parlamentari uscite dalle elezioni”, non cittadini privi di mandato.
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Di antoniochedice
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Pubblicato su costume politico, economia internazionale, elezioni, Federalismo, Politica, Politica Estera, Presidente della Repubblica, roma
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EtichettatoBeppe Grillo, Giovanni Negri, New york times, Oscar Luigi Scalfaro, politica europea di austerità, precedenti consultazioni al Quirinale
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