Archivi del mese: marzo 2015

LA CORRUZIONE E’ SINTOMO DELLA PUTREFAZIONE DEL SISTEMA, NON LA CAUSA di G.M.

pubblico, lasciandogliene l’intera responsabilità, la fosca ma minuta descrizione del degrado di una istituzione a cura di un collaboratore della prima ora che ci spiega come e perché la istituzione degrada fino a morire: vogliono morire abbracciati alle poltrone.

E mi autorizza a mettere la sua firma in esteso solo a fine post.

La libera, sicura circolazione dei capitali si restringe; le imprese si arrestano nel dubbio del dì dopo: il consumo e la produzione vanno scemando: crescono soltanto, indizio tristissimo, gli arretrati delle tasse. Continua a leggere

ASSASSINI: UN TERMINE ARABO RIPRESO NELLE LINGUE DI TUTTO IL MONDO E PRASSI RIPRESA DA OGNI POTERE POLITICO DELLA STORIA. di Antonio de Martini

Ahmed al Tayeb, il rettore dell’Università Al Ahzar del Cairo, in un recente convegno, ha offerto una frase che spiega la situazione politico-religiosa attuale: ” per far cessare il terrorismo gli islamici devono cessare di accusarsi reciprocamente di eresia“. Ha ragione, ma è difficile da spiegare.

In un libro avrei potuto procedere sistematicamente dagli inizi e ora non mi troverei in difficoltà nello spiegare la nascita ( dovrei dire rinascita) di questo mix tra terrorismo e teosofia che abbiamo sotto gli occhi.

Per capire il fenomeno dell’ISIS-ISIL- EI- Daesch, la sua fulminea apparizione, la sua inconsistenza, il pericolo politico che rappresenta, Continua a leggere

SERVE UN LIBRO, UN ANNO E UN AIUTO. di A de M

Da un po di tempo a questa parte mi sento come il possessore di un fucile ad avancarica di fronte ad un lanciarazzi multiplo.

Vorrei replicare ad ogni colpo, ma tra l’acciarino inadeguato, le polveri umide, la mira a volte incerta, mi rendo conto di non essere all’altezza delle mie  stesse aspettative.

Specie nell’ultimo periodo ho battuto la fiacca, riposando sulle 250.000 visualizzazioni ottenute nel 2014 e ho lasciato che la superficialità prendesse il sopravvento. Mi scuso con gli amici lettori.

Fatto sta che, almeno per il caso del Vicino e medio Oriente,  per capire meglio le connessioni tra gli eventi, chiarire gli antefatti, documentare le posizioni, non omettere nulla, credo sia necessario un libro e almeno un anno di lavoro intenso.

Da solo non riuscirò nell’intento ( a parte che non ho nemmeno idea di come trovare un editore).

C’è qualcuno interessato a dare una mano? Se esiste, scrivere a  antoniodemartini@gmail.com

 

 

 

I REPERTI ARCHEOLOGICI IRAKENI SCOMPARVERO NEL 2003. ORA SERVE UN ALIBI “ISIS”PER I RICETTATORI:MOSSUL di Antonio de Martini

Quel che mi da più fastidio è che “i maghi della propaganda” credono di aver a che fare con gente senza memoria. Temo che abbiano ragione e questo non lo sopporto. Mi offro a far da protesi.

Fior di servizi fotografici per mostrare a inizio guerra ( 2003)  che i beni culturali erano protetti e i più importanti decentrati. Arrivati gli alleati, ci dissero che i ” Monument men” , come sono stati recentemente chiamati, se ne stavano occupando.

A Bagdad conquistata l’Universita di Roma ” La Sapienza” che da anni collaborava alla conservazione dei beni culturali, forni i dati: 15.000 reperti presenti prima della guerra.

Pochi mesi dopo si scoprì che ne restavano pochi e si fecero i nomi dei saccheggiatori e delle raccolte private che li avevano comprati.

Domani, dopo 12 anni di ricerche, si riapre il museo archeologico di Bagdad con circa 5.000 reperti, tutti recuperati. Ne mancano 10.000 all’appello.

A Mossul invece il museo sarebbe rimasto intatto fino alla settimana scorsa….

Giovedì scorso,  ci hanno mostrato gli iconoclasti del museo di Mossul distruggere ” reperti pre-islamici” .

Il TG 2 delle 13.30 di venerdì ( o sabato) ha dovuto ammettere che ”  alcune (molte ndr)  erano copie” . 

Ora tutto è pronto: se verranno presi con le mani nel sacco potranno 

a) dire che si tratta di esemplari di originalità dubbia

b) che li hanno dovuti comprare per sottrarli alla distruzione.

E poi, visto che li hanno distrutti, l’Interpol ( e l’Europol) possono smettere di cercarli, giusto? 

Ecco come sacrificare un terzo del bottino per sdoganare i restanti 2/3.

Hanno fatto lo stesso con le dizioni ISIS, ISIL, EI. Se si dovessero provare aiuti militari a questi assassini, faranno il gioco delle tre carte coi nomi e, alla peggio, diranno che c’è stato un errore di recapito. Proprio come hanno fatto per recapitare i rifornimenti all’ISISL,ISIS,EI che assediavano Kobane: hanno sbagliato il lancio.

OGGI ELEZIONI IN ESTONIA TERMOMETRO DELLA TENSIONE IN EST EUROPA.  di Luca Tribertico

Oggi, 1° marzo 2015, si tengono le elezioni per il rinnovo del parlamento dell’Estonia. Quello stato baltico il cui schieramento con la NATO viene considerato tanto importante da coloro che si dicono convinti che Polonia, Ucraina e stati baltici costituiscano la diga per il contenimento dello sviluppo della Federazione russa. Secondo altri, più prosaicamente: la testa di ponte per il perseguimento dei loro interessi nella Federazione russa.

Nell’ultimo mese gli investimenti nella campagna elettorale in Estonia sono diventati considerevoli. E anomali. Compresa una parata militare organizzata la settimana scorsa non a Tallin ma a Narva, città che si trova a 300 metri dal confine con la Federazione russa. Con tanto di mezzi blindati che esibivano le bandiere delle forze armate americane a fianco di quelle estoni. Immagine tra l’altro curiosa, giacché la sconfitta delle forze della Waffen SS in Estonia è stata conseguenza del passaggio della Narva più che dello sbarco in Normandia. 

Il partito di centro, guidato dall’ex primo ministro estone, attuale sindaco della capitale, è favorevole a una distensione e a legami di cooperazione con i vicini russi. Il partito riformista, invece, che guida attualmente la maggioranza parlamentare e il governo, è più orientato a rafforzare l’associazione nella NATO, accettando i vincoli di politica estera relativi. 

Negli ultimi sondaggi i due partiti risultano molto vicini. Il partito di centro ha raccolto negli ultimi mesi consensi più o meno stabili. Ma il partito riformatore starebbe da ultimo perdendo molti voti, arrivando in questo modo a ricevere le stesse preferenze del partito di centro, se non meno. Questo a causa dell’avanzata del piccolo Partito per un’Estonia indipendente, che predica l’uscita dell’Estonia dalla UE e che sottrae voti al partito riformatore.

L’omicidio di Boris Nemtsov  sul ponte vicino al Cremlino fa certamente impressione anche ai russi, ma l’effetto che questo può determinare sui loro orientamenti politici non è politicamente significativo. Il consenso del quale attualmente gode il presidente della Federazione russa è superiore all’80% e le consultazioni elettorali sono lontane.

Discorso completamente diverso per gli effetti di questo omicidio (soprattutto: per la rappresentazione mediatica che ne è seguita, che non ha imputato ma che ha suggerito, in modo ben più sottile, un coinvolgimento di Putin) in Estonia. Con un elettorato di poco più di mezzo milioni di elettori e in una situazione dinamica come quella descritta, il risultato non è scontato per nessuno.

In questo caso l’impatto emotivo dell’assassinio di ieri sera di Nemtsov esercita presumibilmente un’influenza rilevante, forse determinante, sugli incerti, e le elezioni sono oggi.

http://www.termometropolitico.it/1161724_infografiche-elezioni-estonia-politiche-2015-finestra-sul-voto.html