Oggi, 1° marzo 2015, si tengono le elezioni per il rinnovo del parlamento dell’Estonia. Quello stato baltico il cui schieramento con la NATO viene considerato tanto importante da coloro che si dicono convinti che Polonia, Ucraina e stati baltici costituiscano la diga per il contenimento dello sviluppo della Federazione russa. Secondo altri, più prosaicamente: la testa di ponte per il perseguimento dei loro interessi nella Federazione russa.
Nell’ultimo mese gli investimenti nella campagna elettorale in Estonia sono diventati considerevoli. E anomali. Compresa una parata militare organizzata la settimana scorsa non a Tallin ma a Narva, città che si trova a 300 metri dal confine con la Federazione russa. Con tanto di mezzi blindati che esibivano le bandiere delle forze armate americane a fianco di quelle estoni. Immagine tra l’altro curiosa, giacché la sconfitta delle forze della Waffen SS in Estonia è stata conseguenza del passaggio della Narva più che dello sbarco in Normandia.
Il partito di centro, guidato dall’ex primo ministro estone, attuale sindaco della capitale, è favorevole a una distensione e a legami di cooperazione con i vicini russi. Il partito riformista, invece, che guida attualmente la maggioranza parlamentare e il governo, è più orientato a rafforzare l’associazione nella NATO, accettando i vincoli di politica estera relativi.
Negli ultimi sondaggi i due partiti risultano molto vicini. Il partito di centro ha raccolto negli ultimi mesi consensi più o meno stabili. Ma il partito riformatore starebbe da ultimo perdendo molti voti, arrivando in questo modo a ricevere le stesse preferenze del partito di centro, se non meno. Questo a causa dell’avanzata del piccolo Partito per un’Estonia indipendente, che predica l’uscita dell’Estonia dalla UE e che sottrae voti al partito riformatore.
L’omicidio di Boris Nemtsov sul ponte vicino al Cremlino fa certamente impressione anche ai russi, ma l’effetto che questo può determinare sui loro orientamenti politici non è politicamente significativo. Il consenso del quale attualmente gode il presidente della Federazione russa è superiore all’80% e le consultazioni elettorali sono lontane.
Discorso completamente diverso per gli effetti di questo omicidio (soprattutto: per la rappresentazione mediatica che ne è seguita, che non ha imputato ma che ha suggerito, in modo ben più sottile, un coinvolgimento di Putin) in Estonia. Con un elettorato di poco più di mezzo milioni di elettori e in una situazione dinamica come quella descritta, il risultato non è scontato per nessuno.
In questo caso l’impatto emotivo dell’assassinio di ieri sera di Nemtsov esercita presumibilmente un’influenza rilevante, forse determinante, sugli incerti, e le elezioni sono oggi.
Commenti
Mi rattrista pensare agli estoni preda di un delirio di guerra e di propaganda, per di più del tutto inutile a qualsiasi scopo. Ho visitato la capitale Tallin qualche anno fa: negli anziani era ancora vivacissima la voglia di raccontare il trattamento cui fu sottoposta la nazione durante la Seconda Guerra. Mi meraviglia un po che certe lezioni siano state apparentemente dimenticate: spero di sbagliare, ma tira una brutta aria.
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la politica di USA ed EU nei paesi baltici è evidente quanto miope, speriamo che gli Estoni sappiano scegliere il miglior alleato tra USA-UE e Russia
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