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La crisi politica, sociale, economica e istituzionale in cui l’Egitto è piombato a causa degli eventi provocati dal modo in cui il dipartimento di stato, diretto da Hillary Clinton ha gestito la successione a Hosni Mubarak, offre l’opportunità di una riflessione a tutti azimut sul rapporto tra questi due paesi tra loro e con noi.
Una recente indagine svolta tra i giovani americani ha appurato che il 63% di questi non ha saputo localizzare l’Irak sulla carta geografica e il 54% hanno ammesso di non sapere che il Sudan fosse un paese africano.
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Di antoniochedice
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EtichettatoBarak Obama, controllo del canale di Suez, Hesham Ramez, Hillary Rodham Clinton, hosni mubarak, john kerry, politica mediterranea per l'Italia
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Italia, Polonia e Ungheria sono tre paesi ” di passaggio” : l’Italia in senso nord-sud e gli altri due in senso ovest-est.
deve essere anche per questo comune destino che ricordiamo anche al ginnasio con piacere la partecipazione di volontari ungheresi,agli ordini di Stefano Türr ( 1848) e , György Klapka( 1859) alle nostre lotte per l’indipendenza e citiamo nel nostro inno nazionale ” il sangue polacco” che l’aquila bicipite ” bevè col cosacco, ma il cor le bruciò”.
Sempre nel 1848 oltre 1100 volontari italiani combatterono per l’indipendenza ungherese agli ordini di Alessandro Monti.
Sui bastioni di Buda c’è una lapide in memoria di un barone salernitano – di cui non ricordo ahimé il nome- che superò per primo i bastioni turchi per la liberazione della città.
Una amica polacca dell’ambasciata, mi ha assicurato che anche nell’inno nazionale polacco c’è un accenno diretto all’Italia e alle lotte comuni.
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Di antoniochedice
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EtichettatoChristine Lagarde, FMI, Fondo Monetario Internazionale, Gyorgy klapka, Gyorgy Matolcsy, politica economica ungherese, Stefano Türr, Unione Europea, Viktor Orban, world bank
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Richard Nixon definì la CIA in modo lapidario ” forty thousand people reading newspapers”. I nostri segugi non fanno nemmeno quello.
Ecco nel link sottostante un documento datato dell’anno 2011 e cancellato dal web che prova Ablyazov essere un oppositore del regime Kazako ben noto ai giornali e alle polizie di tutto il mondo.
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Di antoniochedice
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EtichettatoAngelo Alfano, area Schengen, CIA, daily telegraf, Financial Times, Mukhtar Ablyazov, Nursultan Nazarbayev, Richard Nixon, servizi segreti italiani, su day Times, Sunday Express
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“Mala gente quelli di Lero. tutti tranne Procle. E anche Procle è di Lero.”
Il Presidente della Repubblica ha usato la parola “imbarbarimento della vita civile” per qualificare i comportamenti di un paio di deputati che in cerca di notorietà hanno pensato a turno di ” sfottere” la ormai taciturna ministra Cecile Kyenge e un anonimo cialtrone che ha minacciato , via web, la deputata Carfagna.
Segno evidente che anche i migliori appartenenti alla casta, finiscono per avere unicamente nella casta il loro orizzonte e limite.
Anch’io ho usato, prima, la stessa parola imbarbarimento , ma non per definire gli stucchevoli tentativi di due deputati dalla incerta virilità e sense of humour di farsi notare a spese di una donna di colore.
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Ricordate cosa avevano in comune l’eliminazione di Jesse James, Liberty Valance, Butch Cassidy o Bonnie e Clyde? La taglia sulle loro teste.
Gli uomini d’affari di Dodge city, El paso o Santa fé, raccoglievano dei dollari mettendoli a disposizione dello sceriffo, questi affiggeva un poster con la dizione ormai passata alla storia : WANTED DEAD OR ALIVE e aspettava che qualche pistolero a corto di quattrini gli portasse il cadavere del reo.
Centosettanta anni dopo sembra che negli Stati Uniti non si sia trovato nulla di meglio
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La notizia l’avrei lasciata affondare nel suo squallore, se non rappresentasse la metafora degli Stati Uniti di Barak Obama, altro meticcio spacciato per prodigio.
Il ” campione” sportivo , pizzicato, si è messo a piangere ed ha annunziato che non parteciperà ai mondiali che si terranno tra un mese. Vorrei vedere….
Il campione delle ” libertà civili “in una settimana ha dovuto ammettere di spiare il mondo intero ( cosa sempre addebitata al KGB); ha sponsorizzato un golpe in Egitto, ma insiste a non chiamarlo così sennò entra automaticamente in funzione il paragrafo 508 della legge USA che proibisce di dare aiuti a un regime golpista; continua a rifornire di armi e volontari pakistani la ribellione siriana; un suo figlio privilegiato lo ha ripudiato preferendo andare a vivere in Russia in una sala d’aspetto, dove si sente più libero.
Obama però continua a voler competere ai campionati del mondo della democrazia, come se non avesse orinato fuori dal vaso.
Il primo è un falso sportivo, il secondo un falso democratico.
Mentre Angelo Alfano cerca qualche straccio con cui pulirsi la faccia, l’ambasciatore del Kazakistan sta fuggendo.
Ha prenotato il volo per andare in vacanza per un mese e ad onta delle mille bellezze naturali italiane, ha optato per l’estero.
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Il post di ieri sulla odissea della piccola Alua ( spero abbiate firmato la petizione al capo dello Stato indetta dal sito Leo Rugens , cercatelo su internet) ha fatto chiedere a molti come mai un blog che si occupa prevalentemente di geopolitica si sia interessato di un fatto apparentemente tra gossip e Cronaca nera.
La geopolitica consiste nell’arte di competere con gli altri stati per il controllo e lo sfruttamento dei territori, partendo dalla conoscenza approfondita della geografia politica e economica, nel vivere esperienze internazionali concrete e non nel piantonare i barili di petrolio o accompagnare a casa signorine.
I pericoli si prevedono, perché – costi a parte – non sempre si può correre ai ripari.
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Di antoniochedice
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