LA CORSA AGLI ARMAMENTI IN ASIA E IL PRETESTO COREANO. di Antonio de Martini

http://corrieredellacollera.com

Benché ci siano famiglie italiane che stanno ancora mangiando le scatole di sardine comprate durante la guerra di Corea ( 1950- 53), rieccoci all’isterismo atomico  che ha caratterizzato i miei primi puberi impulsi politici e che ricordo perfettamente.

Lo scenario è lo stesso: la penisola coreana. I protagonisti sono le due coree, USA, Russia( ex URSS) e la Repubblica Popolare Cinese. All’epoca, era ( in apparenza) Russia e Cina contro gli USA. Oggi ( anche se non appare ancora) USA e Russia contro la Cina.  La prima crisi di Corea servì a Stalin per evitare una alleanza geopolitica USA-Cina.

La seconda, serve a  Vladimir Putin per la stessa ragione.

La minaccia della seconda serve esattamente allo stesso scopo ( per i russi). Per gli USA serve per giustificare lo spostamento di uomini e mezzi necessari ad accerchiare strategicamente la Cina, ma con una buona scusa, un po come quando una signora per bene prende la scusa del topolino per saltare inn braccio a un corteggiatore senza perdere la  rispettabilità.

Seguitemi con attenzione.

Gli Stati Uniti d’America hanno oggi un bilancio della Difesa quadruplo rispetto a quello cinese che è il secondo investitoree mondiale  in termini di armamenti.

Il ritmo di accrescimento delle spese militari cinesi è tuttavia impressionante e , per ora, ha raggiunto incrementi dell’ordine del 15 % annuo. Questo atteggiamento ha indotto l’India a un riarmo importante di cui ha beneficato il fornitore Russia e innervosito gli Stati Uniti che cercano  sempre pretesti per aumentare la fetta del bilancio federale destinata alla Difesa.

E’ pertanto iniziata la fase di ricerca operativa mirante a capire quando – con il ritmo individuato oggi o con quello possibile domani –  il riarmo cinese avrà raggiunto il livello di parità di investimenti con gli USA.

Per capire meglio dove andremo a parare è necessario tenere presente un paio di post che ho messo on line rispettivamente:

sul primo conflitto coreano. (Per leggerli, clikkate sulle linee blu con la data).

Scoprirete la verità sulla attuale crisi coreana leggendo glli antefatti; scoprirete mandanti e beneficiari; vedrete che persino i nomi dei protagonisti sono gli stessi, in quanto in entrambe le Coree il potere si tramanda di padre in figlio, in barba al fatto che al sud ci dovrebbe essere un sistema democratico. 

Se un amico mi assiste come  ha promesso,  riveleremo anche le implicazioni economiche profonde che avvennero all’epoca del primo conflitto e che potrebbero ripetersi oggi.

L’edizione 2013 del The military balance pubblicato dall’Istituto Internazionale di Studi Strategici ( IISS), immagina la convergenza Cina-USA per il 2023.

Il calcolo è basato su una estrapolazione a partire dai dati di crescita cinese dal 2001 ( = 15,6%) e basandosi sulla pietrificazione del bilancio USA della Difesa, decurtato dei tagli dovuti alla sequestration dei fondi attuata a causa dello scontro sul bilancio tra reppubblicani e democratici che non può durare per sempre.

In realtà, il bilancio ultimo cinese della Difesa ha avuto un incremento del 10,7% e già questo vorrebbe dire che la soglia di pareggio verrebbe toccata nel 2032.

Se la Cina dovesse dedicare più fondi ai consumi interni ed al miglioramento del livello di vita dei suoi cittadini ( delibera del

Congresso del Partito Comunista Cinese del 2010), il tasso di incremento delle spese militari si ridurrebbe del 50% e la data del pareggio avanzerebbe di dieci anni, al 2042.

Inquadrando questo confronto Cina – USA nel contesto dello scacchiere asiatico,  questo va inserito tenendo conto delle garanzie di sicurezza che l’America offre ai suoi alleati nell’area: Giappone, Corea, Taiwan, Tailandia, Filippine.

In tal caso, dovendo mantenere la credibilità internazionale, gli USA sarebbero costretti ad accelerare la crescita degli investimenti militari, dopo aver dato prova di utilizzo giudizioso dei mezzi esistenti, dirottando  – come hanno fatto – le forze navali verso lo scacchiere asiatico.

Il Giappone ha iniziato le ostilità diplomatiche sulle isole Seinkoku , disabitate e cinesi da sempre, ma di proprietà privata di una famiglia giapponese ( che le recentemente ha vendute al partito nazionalista giapponese del sindaco di Tokio Shintaro Ishihara  che con una colletta ha raccolto un miliardo di dollari ). A questo contenzioso piu folk che concreto, si è aggiunta la sceneggiata del piccolo dittatore trentenne della Corea del Nord, figlio del dittatore papà e nipote del dittatore nonno ( legatissimo all’URSS da sempre).

Che poi l’influenza cinese sulla Corea del nord sia piu teorica che reale è dimostrato da questa dichiarazione: ” la Cina è praticamente l’unico alleato della Corea del Nord – spiega ad AgiChina24 il professor Zhang Tiejun, ricercatore specializzato in studi sulla pace presso l’università Jiaotong di Shanghai, a capo della società 3S Consulting – ma quella tra Pechino e Pyongyang è sempre stata una relazione bizzarra, perché la Cina non ha molto controllo sulla Corea del Nord. I nordcoreani detestano subire l’influenza straniera, inclusa quella cinese.”

Ma poiché la Cina non lo ammetterebbe mai ufficialmente, si trova tra l’incudine di non difendere un alleato e il martello di un negoziato a sei coi paesi rivieraschi che la metterebbero in minoranza, visto che negli ultimi anni si è dedicata al gruppo degli Schiangai five sul Continente.

Con questa  “ammoina” il Congresso aprirà i cordoni della borsa, anche in vista degli acquisti di armi degli alleati asiatici citati.

La Russia sarà felice di vendere agli indiani ( al momento il più grande compratore al mondo) .

Gli USA venderanno a Corea e Giappone e Taiwan ( i cui tre bilanci della Difesa sono pari a quello cinese). A Taiwan,  venderà moderatamente perché sennò i cinesi si innervosiscono.

La Cina impaurita, non dal timore della guerra, ma dall’alleanza russo americana che traspare in filigrana, comprerà altri bond USA, magari anche a media scadenza invece che a breve ( come adesso) e tutti vivremo felici e contenti, tranne i cinesi.

Anche noi potremo sopportare senza troppi rischi i ministri della Difesa e gli ammiragli che il cielo ci ha mandato.

Nel Mediterraneo, i soli allocchi che continuano a svenarsi per la Difesa sono Algeria ( che teme  import di primavera araba) e Marocco che si guardano in cagnesco da sempre, mentre tutti gli altri ( Israele, Egitto, Turchia, si armano a spese dello zio Sam.

La Siria, sarà rifornita a spese della Russia, ma credo che in un modo o nell’altro sia una voce di spesa destinata a calare.

Sul confronto USA-Cina in Occidente  potete anche clikkare qui:  https://corrieredellacollera.com/2011/04/23/il-duello-usa-cina-combatteranno-fino-allultimo-africano-e-fino-allultimo-euro-nostro-di-antonio-de-martini/

Per una visione analitica, comprare il libro CINA di Henry Kissinger ( Rizzoli).

.

I trackback sono chiusi, ma puoi postare un commento.

Lascia un commento