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Napolitano ha sbagliato analisi ancora una volta: è andato dal Papa con il convincimento di salutarlo, e, senza rendersene conto, è stato salutato .
il Papa può stare tranquillo: i Dante Alighieri sono finiti da un pezzo, nessuno gli contesterà il diritto al riposo per i suoi ultimi giorni terreni. Una serenità cui dubito avrà diritto il Presidente Napolitano visto il guazzabuglio in cui ci lascia.
Roma tira un sospiro di sollievo: un Conclave a distanza ravvicinata è quel che proprio ci vuole per risollevare le sorti economiche della città eterna. Lo dico, non tanto per cinismo innato ,che pure c’è, ma per evitare che il gruppetto di latruncoli che si contende il potere nazionale e locale cominci a vantare i meriti di una ripresa in cui non avranno parte alcuna. Continua a leggere →
Prove di democrazia o primi passi per un colpo di Stato? Islamabad in questi giorni è in fermento a causa delle oltre quarantamila persone che si sono riversate lungo le strade della capitale per protestare contro il governo. Quella che viene chiamata “Marcia dei milioni” è un movimento di protesta – per adesso pacifico – guidato da Qadri Tahir, leader del movimento islamico pacifista Minhaj-ul-Quran internazionale (MQI). Il teologo pakistano, forte del sostegno della piazza, chiede a gran voce che si sciolgano i parlamenti provinciali e federali e si indicano nuove elezioni generali del parlamento nazionale, sotto la tutela dell’esercito e della Corte suprema, protagonista solo pochi giorni fa dell’arresto del primo ministro Raja Pervez Ashraf, accusato di corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici. “Noi non abbiamo più un parlamento. Si tratta invece di una banda di ladri, saccheggiatori e ladri. I nostri legislatori stanno infrangendo la legge” sono le parole che va ripetendo Tahir Qadri e che scaldano gli animi della folla riunita a Islamabad.
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Sabato scorso, il New York times ha confermato in un articolo la notizia che il Presidente USA Barak Obama ha respinto il piano di ” addestramento, selezione e armamento” dei ribelli siriani predisposto la scorsa estate dal generale David Petraeus , all’epoca capo della CIA.
il progetto, spinto dalla segretaria di Stato Hillary Clinton, ” attualmente impossibilitata a seguire il progetto perché deve curarsi” si è arenato sui gradini della casa Bianca.
Le motivazioni addotte dalla Presidenza sono state: l’impossibilita a distinguere tra islamisti moderati e no, e che il coinvolgimento nella crisi sarebbe stato troppo diretto fino ad assumere le caratteristiche di una entrata in guerra.
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Di antoniochedice
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EtichettatoBarak Obama, Bashar el assad, Bechara al Rai, David Petraeus, Faisal Mekdad, Hillary Clinton, John Yazidis, Lindsay Graham, Mouaz al Khatib, Omran al Zoubi, politica del Vaticano nel Levante, politica USA nel Levante, Walid Joumblatt
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