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QUALE DESTINO RISERVANO USA E SATELLITI ALLA REPUBBLICA ALGERINA ( e a noi) ?

ASSIEME ALLA RUSSIA E ALL’IRAN, L’ALGERIA HA LA PALMA DELLA INIMICIZIA AMERICANA. ALLA PRIMA OCCASIONE GLI RISERVERANNO IL DESTINO DELLA LIBIA? E NOI CI PIEGHEREMO ANCORA?

Per i prossimi tre/cinque anni, la Repubblica Algerina sarà la Nazione più ricca d’Africa oltre che la più vasta e militarmente equipaggiata. Forte della indipendenza conquistata nel 1962 con gli Accordi di Evian che il generale De Gaulle definì «la pace dei valorosi» piegando le resistenze politiche e militari caratterizzate da miopia e ribellismo fine a se stessi.

Richiamato dall’esilio di Colombey les deux Églises dove i partiti lo avevano ghettizzato, nella speranza che risolvesse la crisi creatasi con la ribellione algerina del 1954 e la conseguente rabbia dei militari incapaci di aver ragione dei fellagha appoggiati dai vicini arabi ( Tunisia ed Egitto) e dall’ENI di Enrico Mattei, il generale realizzò uno spettacolare rétablissement e negoziando direttamente con la la Nuova Algeria, subendo un tentativo di Putsch di «  un quartetto di generali » disarmati con un discorso in Tv, superando un attentato da parte di Bastien Thierry e i sospetti americani che lo considerarono sempre « un fascista che si era trovato dalla parte sbagliata del fronte. »

Un destino e una definizione che affibbiano a chiunque nutra ambizioni nazionali come le loro…

La Nuova Repubblica algerina, da allora é sempre stata diretta con mano ferma, alcuni che non conoscono il paese dicono troppo ferma, da componenti del FLN ( Fronte di liberazione Nazionale) che diresse la guerra di indipendenza e gli accordi – paritari e leali- con l’ENI fornirono i mezzi per il sostentamento del bilancio nazionale. Il presidente Addelaziz Bouteflika (ultimo ex FLN,era il segretario di Houari Boumedienne) recentemente sostituito da Abdelmajid Tabboune dopo un periodo di movimenti popolari a seguito dell’annuncio che il Bouteflika aveva deciso di brigare un quinto mandato.

La tradizione ribellistica che ha piegato la Francia ha ancora radici democratiche possenti.

Superando d’un balzo mezzo secolo di storia il cui fatto saliente é un decennio di guerriglia Jihadista finanziata dall’Arabia Saudita negli anni novanta – sospetto incoraggiata dagli americani anche per vecchi rancori legati alla distanza presa dagli USA e la scelta della Russia come fornitore di armi e formatore del corpo degli ufficiali ( mentre mandarono gli ingegneri a studiare negli USA) – arriviamo ai giorni nostri ed al secondo «sgarbo» fatto agli USA di sostenere la Libia di Gheddafi ( e ospitarne la famiglia) nel suo scontro con la NATO.

Il primo sgarbo fu l’aver dato asilo politico ai pochi esponenti delle pantere nere americane sfuggite alle uccisioni della polizia USA e l’asilo dato all’Assange degli anni settanta, il professore universitario Timothy Leary, uno psicologo ribellatosi alle follie della CIA e servizi annessi e ai loro esperimenti con l’LSD.

Craxi e Andreotti rinnovarono e rafforzarono gli accordi con Algeri e la rottura con le forniture russe volute dal PCI-PDS-PD ha spinto Mattarella, Draghi e Meloni a rinnovare e ampliare gli accordi tradizionali e l’incauta premier é giunta a confessare in pubblico l’ambizione di vedere l’Italia diventare «  l’hub europeo del gas algerino ». La dichiarazione ha avuto l’attenzione dei principali media occidentali e probabilmente a palazzo Chigi sarà stato considerato un successo.

L’Algeria, invece, ha reagito stipulando una convenzione militare con la Russia e aumentando di più del 127% il proprio bilancio della Difesa che passa da 10 a 22 miliardi di euro; facendo richiesta ufficiale di aderire al gruppo BRICS ( Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) blocco in consolidamento che punta tra l’altro a sostituire il dollaro USA nel commercio internazionale e creare una alternativa al FMI ( fondo Monetario Internazionale), candidandosi quindi al ruolo di liberatore dell’Africa dal servaggio economico occidentale in aperta contrapposizione con la politica USA e anglo-francese).

Il già florido bilancio statale algerino sta diventando ricchissimo grazie alla surroga della Russia come fornitore privilegiato dell’Europa. Il governo Biden ha dovuto naturalmente evitare di obbiettare a questo nuovo partner della UE che spera di soppiantare in un prossimo futuro coi giacimenti del mediterraneo orientale ( Leviathan e Tamar) e i nuovi giacimenti trovati dall’ENI «  nelle acque profonde del mediterraneo di fronte al delta del Nilo » e che dovremo spartire per evitare nuovi casi Regeni volti a porre cunei nella nostra collaborazione con l’Egitto e il mondo arabo in generale.

A settembre, i soliti membri del Congresso USA asserviti alle lobby delle armi e il senatore Cruz – noto per essere il ricattatore della Turchia per alcune forniture militari – ha già rispolverato contro l’Algeria, il CAATSA ( Countering America’s Adversaires Through Sanctions Act), una legge demenziale che autorizza il Senato a irrorare sanzioni a qualsiasi paese non compri armamenti made in USA), ma si tratta di un’arma quasi spuntata dato che non sono riusciti a applicare questa legge alla Turchia che ha acquistato l’eccellente sistema contraereo russo S400 che é un autentico « game changer » nel Mediterraneo Orientale.

Gli algerini, oltre al sistema S400 ormai molto desiderato, hanno ordinato sottomarini capaci di lanciare missili e equipaggiato 4 reggimenti di mezzi terrestri mobili con gli stessi scopi. Hanno inoltre iniziato a comprare dalla Cina per evitare strozzature russe dovute al conflitto ucraino.

La rendita idrocarburi, gli algerini la stanno utilizzando per rompere l’isolamento costruito dagli occidentali appartenenti alla NATO. A questo gli italiani stanno contribuendo anche se con qualche ambiguità e sospetti dovuti alla mancata osservanza del protocollo Berlusconi con la Libia e alle ingenuità politiche del nostro segretario Generale della Difesa Luciano Portolano che vaneggia definendo l’Algeria « un importante partner UE e NATO ». Il paese ha combattuto duramente, subito un attacco dal Marocco e uno dai sauditi e alla indipendenza da tutti ci tiene.

Hanno anche iniziato con la ricerca della solidarietà araba – assumendo la difesa-rappresentanza dei palestinesi e ospitando la prima riunione della LEGA ARABA ad Algeri, a lungo deserta ( 3 anni) per via dei contrasti interni e dell’epidemia mondiale di Covid. Con la sola eccezione di Mohammed Ben Salman che si é dichiarato ammalato, ma non ha avuto la forza di rifiutare, hanno partecipato tutti ( Marocco incluso, benché il contenzioso sul Sahara ex spagnolo li divida a tratti anche aspramente) ed é stato un gran successo politico e diplomatico.

Ci sono tutti gli ingredienti di inimicizia e rivalità per organizzare un trappolone contro gli algerini al momento adatto ( e se vincono in Ucraina…), ma fino a che durerà il conflitto ucraino, l’Algeria si sentirà al sicuro da attacchi ,incerta però quanto ai rifornimenti di armamenti strategici.

Per uscirne,conta sul rafforzamento delle forze armate e il ricordo i vecchi aiuti forniti con correttezza e generosità a molti ( compresi noi: fu il servizio segreto algerino ad avvertirci che Abu Nidal ci avrebbe attaccato indicando obbiettivi, giorno e ora. Fummo noi a non saper sfruttare l’aiuto. L’attacco a Fiumicino costò due vite e alla sinagoga quella del piccolo Tasché).

Cosa faremo se si dovesse ripetere uno scenario di tipo libico? Siamo disposti a subire ancora una volta? Cominciamo a chiedercelo e smettiamo di fare confusione tra gli interessi del governo americano ( e francese) e i nostri legittimi interessi. L’Algeria ha appena rotto i rapporti con la Spagna ( e li ha pessimi con Macron) proibendo l’importazione di merci da quel paese mostratosi troppo favorevole al Marocco nel contenzioso sahariano. Noi possiamo sostituire anche la Spagna a patto che impariamo a fare gli affari nostri e non quelli di Biden e Cruz e ricordiamoci che l’Algeria ha creato una NATO in miniatura coi paesi del centro Africa e può anche influire sui flussi migratori.

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L’ITALIA E IL TERRORISMO MEDIORIENTALE. QUALI RISCHI CORRIAMO E PERCHE’. di Antonio de Martini

Tempestivo l’intervento della polizia belga che ha debellato una banda che stava per colpire. Un autentico peccato che ci siano sempre morti o fuggiaschi che impediscono di portare a fondo interrogatori suscettibili di individuare i mandanti.

Come è noto, i mandanti possono essere diversi da quelli cui intuitivamente va il pensiero della pubblica opinione e/o degli analisti-

A riprova, possiamo citare un fatto recente: l’ex senatore democratico USA, Bob Graham, ha organizzato una conferenza stampa assieme a due deputati in carica,  il repubblicano Walter Jones e il democratico Stephen Lynch e la co-presidente dell’associazione delle vittime dell’attacco alle due torri ( vittime e sopravvissuti) Terry Strada.

All’epoca dell’attacco alle due torri, Graham era presidente della commissione intelligence del Senato.e co-presidente della commissione di indagne conoscitiva della commissione stessa sul luttuoso evento. George Bush jr segretò 28 pagine della commissione d’inchiesta sull’11 settembre. All’epoca, Joe Biden, Hillary Clinton e John Kerry chiesero invano  di togliere il segreto per mettere in imbarazzo l’amministrazione repubblicana e adesso Graham, con un comitato bipartisan, chiede che le pagine vengano desegretate, forse perché la campagna elettorale si avvicina a grandi passi e si vuole imbarazzare Jeb Bush ( anche Graham è ex governatore della Florida).la cui famiglia è da anni in affari coi Ben Laden.

Il segreto posto dall’allora presidente verterebbe sul fatto ,  già raccontato da ” il corriere della collera”,( non sapevo fosse segreto)   che la moglie dell’ ambasciatore saudita ( principe Bandar bin Sultan ” Bush”)  avrebbe finanziato uno degli attentatori delle due torri, nel quadro delle attività di beneficenza che ogni musulmano è tenuto a fare annualmente. Apparentemente nulla di illegale, ma probabilmente si ritenne che non si dovesse coinvolgere la famiglia reale saudita. Bandar Bush fu spedito in Egitto in esilio per un periodo per poi approdare alla direzione dei servizi segreti.

Come si puo vedere da questo episodio, i mandanti di un attentato possono cambiare col variare delle situazioni politiche.

Veniamo a noi.. Può l’Italia essere obiettivo di un attacco di estremisti musulmani arabi?  Ritengo di no.

1) Fin dal tempo delle crociate, gli italiani ebbero fama di gente con cui potersi “arrangiare” I primi riscatti vennero alla luce ai tempi di Saladino ( in un momento di calma pubblicherò un testo sull’argomento), l’ultimo riscatto è di ieri. Non si colpisce la gallina dalle uova d’oro, nemmeno se ogni tanto un uovo giunge a destinazione già succhiato.

2) E’ un fatto incontrovertibile che il piano di pace della U..E. ancora formalmente non smentito, fu approvato al vertice U.E. di Venezia in cui Aldo Moro diede scacco a Margaret Tatcher che si trovò isolata. Il piano prevede il riconoscimento dello Stato Palestinese e la restituzione dei territori conquistati da Israele nella guerra del 1967. I palestinesi stipularono in cambio una tregua che escludeva ogni azione militare sul territorio italiano e hanno mantenuto la parola. ( leggasi ” viaggio segreto di Nemer Hammad  ambasciatore di Arafat in Italia”. autore Alberto La Volpe, edito da Editori Riuniti  2002).

3) Ci furono due eccezioni: un attacco alla Sinagoga di Roma  nel giorno del Sukkot che causò la morte del piccolo Stefano Tasché ( due anni) e il ferimento di 37 persone a cura della banda di Abu Nidal, una gang che in odio a Arafat delinqueva al servizio miglior offerente.                                    Il secondo attacco, sempre con lo stesso protagonista, fu fatto all’aeroporto di Fiumicino. I nostri furono avvisati dai servizi segreti algerini, sempre leali e ben informati. Per non allertare i terroristi, si decise di non sostituire le sentinelle con tiratori scelti. La conseguenza furono due morti di troppo. L’Italia tenne i nervi saldi e non ruppe gli accordi come auspicato da alcuni. La pace dura da oltre un trentennio, fu causa dello scontro tra Craxi e gli USA. Gli ufficiali del ” servizio” che se ne occuparono vennero insidiati più volte.

Se Moro fu vittima di una ritorsione, la pista da seguire è questa, non altre. Ci fu anche un tentativo di scacciare dal servizio  il colonnello  Stefano Giovannone  ( capocentro a  Beirut)  a cura del comandante dell’ufficio UCSI (poi trovato nell’elenco P2) che rilasciava i Nulla Osta di segretezza NATO, ma l’iniziativa non andò in porto a causa della ferma opposizione dell’ufficiale officiato alla bisogna ( ex capo centro Medio Oriente) che rifiutò sdegnosamente un accordo personalmente  molto vantaggioso.

L’altro ufficiale responsabile dell’accordo, il colonnello Armando Sportelli, fu eliminato dal grande gioco grazie a un provvidenziale avviso di garanzia emesso dal giudice Carlo Mastelloni ( fratello di un teatrante, emise un mandato di cattura contro Arafat e espresse il desiderio di incontrare  la cantante Mina, ma non si spinse fino al mandato di comparizione…) di Venezia che aprì una inchiesta per la scomparsa dei “giornalisti” Toni e De Palo in Libano. L’ufficiale si dimise per non portar pregiudizio al servizio. L’inchiesta durò sette anni e si concluse con un nulla di fatto. Negli anni successivi, si provvide a mutare il DNA del servizio segreto, annacquandolo con la dipendenza dal Ministero dell’interno e con l’immissione di civili raccomandati  ( spesso figli di giornalisti e magistrati) e guardie di Finanza ( gestione Pollari). L’operazione smilitarizzazione dei servizi ebbe il beneplacito degli USA e fu coordinata con l’on Minniti, braccio destro dell’atuale candidato  silente alla Presidenza, Massimo D’Alema. 

4) L’Arabia Saudita ottenne ,dal premier  Giulio Andreotti, la sospirata autorizzazione a costruire una Moschea a Roma in cui ha investito oltre sessanta milioni di dollari in località viciniore alla sede della Brigata Corazzata dei carabinieri di Roma ( Monte Antenne). E’ la più grande d’Europa. Un gioiello d’architettura ( Portoghesi) e di artigianato ceramico marocchino. Non fu chiesta la reciprocità con la Mecca, dato che in quella città non ci sono cristiani e la Santa Sede acconsentì e non fece richiesta di ottenere una costruzione che sarebbe rimasta vuota.

5) Gli arabi sono stati sempre trattati discretamente bene dagli italiani che hanno avuto molte più ragioni di scontro con gli albanesi o i romeni o i latino americani ( specie ecuadoregni).

6) Se proprio dovessero progettare un attentato, questo verrebbe portato a termine nel Nord Italia ( tra Padova e Brescia)  e non a sud di Firenze, dove gli arabi sentono di essere di casa.  Altri mandanti potrebbero ricorrere a Pakistani o di altre etnie con minoranze islamiche ( es Filippini di Mindanao). Ho incontrato un arabo a Brescia che, pur non lamentando alcun cattivo trattamento  in loco ( casomai notava fredda correttezza di rapporti interpersonali) ricordava i suoi anni a Frosinone come il periodo migliore della sua vita e non ha mai menzionato l’Egitto natio.  si è trasferito a nord per ragioni economiche e si sente solo come un calabrese a Gallarate.

Ovviamente ci sono elementi di rilevanza penale in molti comportamenti individuali, ma la maggior partedei carcerati stranieri sono tunisini accusati di vendere Hashish e casomai litigano per il controllo dei giardinetti.

7) L’esperienza con le Brigate rosse  (e quella più recente con l’area antagonista) ha inoltre contribuito non poco a rendere anche il grosso delle nostre forze dell’ordine più ricettive e  avvertite circa la capacità di sorveglianza di persone dall’aria sospetta, la verifica degli affitti e il censimento delle località abbandonate e dei varchi di frontiera.  anche in tema di penetrazione nelle comunità gli italiani sono favoriti dalla somatica e dalla esperienza.

L’ultima esperienza francese in materia di terrorismo fu la guerra contro l’OAS e la fecero con i corpi paralleli del tenebroso Foccart tenendo indenne la polizia che , come abbiamo visto, attraversa oggi  una crisi profonda. L’esperienza inglese si limita all’Irlanda e quella americana  si concentra sulla tecnologia. Sanno, fotografano e intercettano tutto, ma non è detto che siano in grado di capire la mentalità, le iperboli tipiche della lingua e provvedere in tempo.  E’ il problema di chi si affida unicamente a Big Data, invece che all’intelligenza culturale.

8) i soli rischi che corriamo consistono nei rapimenti, su cui i nostri servizi ( e quelli francesi) fanno volentieri la cresta. Specie da quando questi riscatti  rappresentano le uniche fonti di approvvigionamento sicure per gruppi di banditi e di ribelli politici che vedono progressivamente ridotte dalle ricerche USA le donazioni di denaro a fini benefici attuate dalle pie donne a nome dei mariti.

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Sportelli: ecco come era l’accordo con l’OLP

 L’ing.  Armando  Sportelli  ( all’epoca colonnello) è il mitico artefice dell’accordo con l’OLP

Shimon Peres ( a sin) attuale presidente dellaRepubblica in Israele e Yasser Arafat capo dell'OLP con cui l'Italia stipulò un'intesa.

che ha assicurato oltre  un ventennio di pace  – per quanto riguarda l’OLP – sul territorio italiano.

 In quel periodo Sportelli guidava l’ufficio “R” del nostro servizio segreto, incaricato dei rapporti con l’estero.

 Per la prima volta Sportelli esce dall’ultraventennale riserbo  per fare una precisazione attinente al mio articolo sugli arabi apparso ieri sul blog dal titolo “L’Europa e gli arabi tra rinascita e il  rinnegare”. Continua a leggere

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