Archivi del mese: gennaio 2011

Militari in controtendenza: vogliono alzare l’età del pensionamento.

Al Pentagono cominciano a sentire il peso ( economico) della guerra.  A seguito della nuova disposizione emanata  dall’amministrazione del  Presidente Obama che obbliga

mantenerli in servizio convertendoli dopo una certa età?

i consulenti della Difesa a dichiarare  tutte le altre fonti di guadagno estranee all’amministrazione, ben 158 tra generali e ammiragli a riposo  Continua a leggere

Berlusconi, i suoi oppositori, i giornali,la magistratura: che pena.

 Se si vuole vedere la parte positiva della vicenda di Mr B. con le fanciulle del suo giro, basterà ricordarsi il film “Facciamo l’amore” con Yves Montand e Marilyn Monroe che racconta l’innamoramento di un miliardario per una attrice di un teatrino off Broadway. Il monologo di Yves Montand è un’autodifesa ante litteram che val la pena di risentire.

Contestato da un dipendente ( Tony Randall) che trova il coraggio di contestarlo grazie all’alcool, Montand risponde :” le barzellette? lo so che i dipendenti  ridono esageratamente perché le racconto io, ma che vuole, mi piace raccontarle” e” i braccialetti  di diamanti alle signorine che cenano con me? Ma che vuole, se li aspettano”.  Il film di Geoge Cukor, finisce  con il classico bacio di consacrazione dell’amore  eterno.

 In realtà, MR B. non è  Yves Montand ( e non ha 50 anni e in più dovrebbe consacrare le sue energie alla Nazione) e la carrettata di baldracchette coinvolte ( non credo siano prostitute,  temo che lo diventeranno: con quelle frequentazioni e quei regali, difficile tornare a fare la commessa o la figurante) non ha nulla da spartire con la Monroe che pure non era una santarellina. 

 Il   dubbio di essere amato solo  per il sorriso del proprio libretto degli assegni, mi  pare già una bella punizione.

Volendo vedere il bene che c’è  dalla parte degli investigatori, ci si può ricordare di un vecchio film  con Massimo Girotti: “In nome della legge”  tratto dal libro autobiografico di un magistrato ( Piccola Pretura)   Guido Lo Schiavo, ambientato in sicilia  in cui il magistrato riesce a far rispettare la legge  anche dal prepotente di turno con la sola forza della propria coscienza. Lo Schiavo finì la carriera come presidente del tribunale superiore delle acque ( a Palazzo Chigi) in pace con se e con gli uomini. Continua a leggere

Tunisia: bloccare il rischio di contagio. Troppo tardi?

Gli ottimisti pensano che dopo la rivolta tunisina ci sia un rischio di contagio a tutto il Maghreb ( Algeria e Marocco). I pessimisti ritengono che anche la Libia e l’Egitto siano sotto tiro.

 In realtà i paesi arabi sono tutti coinvolti e a questi si aggiungono  Afganistan,Pakistan, Iran,Turchia che, pur non essendo arabi, hanno in comune religione e  cultura  sia pure con sfumature.

Il nuovo ATATURK: ERDOGAN. Ha un ruolo nuovo in Medio Oriente

La sensazione che si trae da una analisi anche superficiale della situazione è che  siamo alla vigilia di una grande rivoluzione di cui è ancora  difficile intravvedere forme e calendario. Sappiamo solo che l’innesco è stato dato da Ben Alì e consorte, mentre  l’esplosivo è stato portato a pressione,  dall’avidità congiunta delle lobby  dell’agroindustria americana e delle classi dirigenti corrotte , scelte e  protette dall’occidente.

Questi momenti ribellistici non sarebbero diversi dalle periodiche rivolte contro l’impero britannico nell ‘800 se non ci fossero due fatti nuovi: uno politico a nome Ben Laden ( nell’800 c’era il Mahdi che però durò e costò poco) e uno geostrategico a nome Turchia di Erdogan.  

   Turchia, Tunisia e Pakistan erano considerati tra i più fedeli  e laicizzati alleati dell’occidente.  Il Pakistan dispone già  dell’armamento nucleare e la Turchia ( snobbata da qualche intelligentone della U.E.) ha un esercito di due milioni di uomini alle porte dell’Europa.

La Turchia, che da quindici anni ha tassi di sviluppo del 6-7%  ha elaborato una strategia semplice come tutte le strategie. Continua a leggere

TUNISIA: che fare per smorzare l’ondata migratoria “democratica” in arrivo.

 Appena il Mediterraneo si metterà al bello, riprenderà il flusso migratorio dall’Africa per via di mare  – specie dal Maghreb – verso le nostre coste. Oltre alle solite motivazioni umanitarie,  adesso si potrà invocare anche l’asilo politico.

D’altronde, se non c’è lavoro in Tunisia, dove cercarlo se non da noi?  La risposta è impiantare un grande cantiere in loco e  guadagnarci.

Se non c'è lavoro in Tunisia, lo si cerca altrove.

 L’immigrazione, diminuita di oltre il 60% nel corso del 2009 riprenderà a salire. I punti di partenza più probabili sono le coste tunisine, visti i recenti eventi. La polizia, inevitabilmente ridimensionata dal nuovo regime, mancherà dell’autorevolezza necessaria a tenere in pugno la situazione.

Poiché sento già nelle orecchie i soliti amici dire ” Giusto, ma qual’è la terapia”?

 Eccola:

Si tratta di creare un grande progetto, della valenza  quasi del canale di Suez, da condursi con bassa intensità tecnologica per poter impiegare il massimo di mano d’opera. Continua a leggere

Il bello degli esperti. di G. Ciccarelli

 L’amico Ciccarelli, teologo ed esperto di arte, entra nel dibattito aperto da Venanzi e rilanciato da Fantoni e chiama in ballo anche me citando una mia proposta che “va bene solo per gli africani” si tratta evidentemente di una mia figura retorica: organizzare l’agricoltura africana sarebbe anche  per l’Europa il business del secolo. Certo non per gli esercenti la carità pelosa che si fa oggi. adm

 “Il bello degli esperti è di sapere tutto su quello che già si sa. Il bello del genio è di sapere magari una sola cosa che ancora non si sa. Faccio un esempio che non c’entra nulla (pare)

Papa Alessadro VII Chigi. Pronipote di Papa Paolo V. Ciccarelli lo coinvolge nel dibattito sui paesi emergenti

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LA CRISI E’ EPOCALE? articolo pessimistico di F. Venanzi

 Pubblico, con un ritardo di cui mi scuso, un articolo che l’amico Venanzi stesso giudica pessimistico.  adm

 In un precedente scritto,  attribuivo alla globalizzazione la causa profonda dell’attuale crisi. I bassi salari e l’inesistente, o quasi, sistema di welfare dei paesi emergenti, rendono fortemente competitiva la loro produzione industriale,  che, sul piano qualitativo e tecnologico, non ha niente da invidiare a quella dei paesi occidentali di antica industrializzazione. Questi hanno perso competitività e la loro produzione industriale langue, mentre una  parte cospicua e crescente  dei loro consumi di beni, principalmente semidurevoli e durevoli,  è soddisfatta dalle produzioni dei paesi emergenti.

Teoricamente, si vedono tre vie di riequilibrio: Continua a leggere

IL PROBLEMA DELL’ AFRICA. SOLUZIONE RAGIONEVOLE E NUOVA. COME NON SI E’ REALIZZATO IL PIANO DI AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE PER L’AFRICA. ADESSO LO FA LA CINA.

Qualcuno degli amici, ad ogni mia lamentela,  mi telefona o mi manda mail in cui sostanzialmente dice: ottime analisi, ma la diagnosi?  Oppure ottime idee, ma irrealizzabili. Questi commenti sono fioccati, specie dopo la mia analisi  apparsa ieri nel blog sul   malessere tunisino sfogato come sappiamo ( e non è finita).

un continente ricchissimo e un'Europa povera di idee

 

 Come principio etico personale, non mi lamento mai di un problema che non saprei come risolvere, ma credo di doverne dare la prova al crescente numero di amici che segue queste notizie che non troverebbe altrove.

A uso dei lettori amici, allego Continua a leggere

GRAND HOTEL BRASILE, GENTE CHE VA, GENTE CHE VIENE.

Nel quadro della  annunziata riforma della giustizia bisognerebbe sostituire l’immagine della dea bendata  con quella del coniglio di “Alice nel paese delle meraviglie” che andava affannato in giro con una sveglia gridando “sono in ritardo, sono in ritardo”

dal film Alice nel paese delle meraviglie, il bianco coniglio con l'orologio in mano

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GEOPOLITICA DELLA FAME da Mogadiscio a Tunisi: finché c’è guerra, c’è speranza.

Nessuno ha veramente chiare le idee  su quel che succederà nei paesi  in via di (semipermanente) sviluppo e nel loro rapporto con noi europei.

Grazie   ad un periodo  svolto da Segretario Generale del COMITATO FAO e ad un amico poi scomparso e che rimpiango, Giovanni Posani, ho potuto fare una esperienza straordinaria :quella di osservare lo scandalo della fame in un mondo di abbondanza nella indifferenza dei più e l’infamia di una serie di organizzazioni e singoli che vivono sulla carità internazionale come gli avvoltoi si nutrono di carogne.

Ho avuto modo di osservare  da vicino i meccanismi che regolano il funzionamento  degli enti dell’ONU  che lottano contro la fame  – operano tutti a Roma – quali la FAO ( è il più conosciuto) Il PAM ( programma alimentare mondiale) e l’IFAD ( il più ricco).  Hanno responsabilità marginali,  messi come sono all’angolo dall’OMC ( Organizzazione Mondiale del Commercio), ma non fanno nemmeno il poco che potrebbero. Burocrazia si, passione, no. Continua a leggere

Le donne di Berlusconi sono come la pensione : la somma degli anni dei due è costante. Ma ci sono tre soluzioni.

Pare che  , specie da parte della  ex moglie  N2 –  non si vogliano perdonare  a Mr B. le “frequentazioni con minorenni”.  

In Italia , per la verità si tratta di un peccato con indulgenza plenaria incorporata

diciassette anni ben portati

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