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MELONI: LA LUNA DI MIELE INTERROTTA ?

HA PRONUNZIATO LA PAROLA PROIBITA: PRESIDENZIALISMO, MA OFFRE UN COMPROMESSO CON UNA BICAMERALE.

La prima volta che udii Giorgia Meloni fu nella sala delle riunioni di UNIONCAMERE in piazza Sallustio a Roma.

Chiesi al capo della segreteria del ministro Alemanno, Biava, che mi sedeva vicino, come mai una ragazza con tanta facilità di espressione e chiarezza espositiva non l’avessero candidata alla direzione del movimento giovanile. Mi rispose con aria rassegnata “ sta con Gasparri” facendo un tutt’uno tra il Talmud e la logica delle correnti.

Non mi piacque invece il fatto che fosse poi candidata da Ignazio Larussa alla guida del suo partito, per antipatia verso quest’ultimo: in odio all’allora presidente della Camera, Gianfranco Fini non inviò nessuno alla commemorazione di Randolfo Pacciardi che feci alla Camera dei Deputati, mentre l’ex Ministro della Difesa Parisi venne di persona, come Emilio Colombo.

Non mi aspettavo dunque che diventata primo ministro mettesse anzitempo i piedi nel piatto affrontando il tema della elezione diretta del capo dello Stato ( o comunque dell’esecutivo), interrompendo la tradizionale luna di miele dei cento giorni con l’opposizione e – presumo- con la presidenza della Repubblica che é stato il leit motiv di Pacciardi dell’ultimo quarto di secolo.

Mai dare per scontate le posizioni politiche immaginando collegamenti su basi tribali. La giovanotta con lo scilinguagnolo ha mostrato di avere contezza e rispetto di sé.

Cinquantotto anni dopo l’appello agli italiani di Maranini e Pacciardi, Cadorna, Tommaso Smith ( senatore della sinistra indipendente) Giuseppe Caronia, Ivan Matteo Lombardo, Mario Vinciguerra,Giano Accame, Rossi Longhi ( segretario Generale della Farnesina) e Mancinelli ( Capo di SM della Difesa), la parola magica riforma della Costituzione in senso presidenziale é stata pronunziata dal Presidente del Consiglio dei ministri in carica a nome della sua maggioranza.

Per molto meno, una parolina bofonchiata a mezza voce durante una intervista a un giornale, il Presidente della Corte Costituzionale Mauro Ferri, ex segretario del PSI, fu costretto a dimettersi due giorni dopo il misfatto.

Chi era favorevole alla riforma dovette interrarsi nelle catacombe per sfuggire al linciaggio: Paolo Ungari e numerosi studiosi crearono “l’Alleanza Costituzionale” che riunì una quarantina di intellettuali impossibilitati a fare outing alla luce del sole. Il preside della prestigiosa facoltà “Cesare Alfieri” di Firenze, lo storico Rosario Romeo , i costituzionalisti Crisafulli, Mazziotti, Caboara, e numerosi ex presidenti della Corte Cotituzionale, ( senza contare la conversione, dopo il settennato, di Giovanni Gronchi ) ammisero, che Pacciardi aveva ragione.

Giulio Caradonna, consapevole che sarebbe stato una presenza imbarazzante, presentò a Pacciardi un gruppo di Giovani tra cui Vittorio Sbardella e Enzo Dantini con un seguito di ragazzi entusiasti e desiderosi di uscire dall’isolamento politico. Furono ripagati con una coalizione di tutti i gruppi universitari ( incluso il MSI) che organizzarono – d’animo re e d’accordo- un broglio elettorale rimasto famoso anche se la magistratura, costretta a giudicare, li condannò a 15 giorni di galera e… 500 lire di multa.

IL CAMBIO DI PASSO

Fino a ieri sono stato scettico sulle possibilità di una riforma che assicurasse stabilità politica ai governi e l’elezione diretta di un personaggio capace di “ tagliare le unghie ai partiti e correnti”. Oggi sono costretto a tornare a sperare nella fine delle persecuzioni, anche cruente, cui fummo fatti segno.

Gli obbiettivi da raggiungere erano di far eleggere personaggi non selezionati da Tv o mass media e creare maggioranze stabili in cui il presidente non possa più sciogliere le Camere e queste licenziare il governo.

Oggi é perseguibile solo la stabilità governativa a tempo che é un valore in sé, mentre per selezionare un personaggio di valore etico-politico, bisognerà ricorrere a un processo di filtraggio preventivo, quale ad esempio un tempo minimo incomprimibile di preavviso di candidatura ( sei/otto mesi prima dell’elezione), l’indicazione di grandi elettori (cinque consigli regionali, tre provincie e cento comuni di cui almeno quattro con più di mezzo milione di elettori?).

Scegliere un ultracinquantenne senza limitazioni non basta più. Questo é certo e elezioni primarie si sono rivelate grottesche parodie democratiche.

La scelta di offrire alle opposizioni una commissione bicamerale e la disponibilità a forme di semi presidenzialismo sono una saggia manovra per attrarre una maggioranza molto ampia attorno al progetto.

L’aver scelto di attaccare immediatamente il nodo politico centrale, aiuta a eliminare il fattore tempo come elemento di rallentamento a disposizione degli avversari. Resta l’elemento resilienza del Quirinale che potrebbe voler resistere per non perdere l’eccessivo potere cumulato negli anni di surroga dei partiti in crisi, ma l’esempio della capacità di rinunzia al potere esaltato dalla morte di Benedetto XVI giunge a proposito per invitare Mattarella ad accettare il cambio di passo.

Lei potrebbe essere ricordata come chi il cambio l’ha realizzato e lui come chi l’ha favorito accettando le regole della Democrazia autentica sull’esempio del Pontefice morto oggi e non quelle della “ banda di briganti” di Ratzingeriana memoria.

NOVITA’ NEL LEVANTE: E’ TORNATA LA QUESTIONE D’ORIENTE CHE DURA DA OLTRE DUE SECOLI. di Antonio de Martini ( seconda parte dal 1980 ai giorni nostri)

LA TURCHIA CAMBIA MARCIA E ARRIVA TURGUT OZAL    ( segue dal post di identico titolo pubblicato ieri)

 

Ho avuto una fortunata coincidenza tra i miei affari e la Turchia in un momento di particolare ricettività da ambo le parti.                                        Nel 1980 ebbi l’incarico di organizzare una catena charter di oltre mille persone a Istanbul per conto del GRUPPO EDITORIALE FABBRI.

Il Golpe militare appena compiuto rischiava di rendere vana l’operazione di incentivazione dato che era stato proclamato lo stato d’assedio e alle venti  di ogni giorno scattava il coprifuoco e i controlli antiterrorismo. Io ero impegnato con i fornitori, ma nessun cliente avrebbe pagato per passare quattro giorni chiuso in albergo.

Col mio indimenticato amico, Sarim Kibar, andammo dal comandante militare della piazza di Istanbul – un colonnello abbastanza giovane insediato da pochi giorni- con una proposta disperata e sfacciata: esonerare gli italiani dal coprifuoco, previa esibizione del passaporto.

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ROMA: VINCE IL PARTITO DEGLI ASTENUTI. PERDE LA STAMPA CARTACEA. GRILLO E BERLUSCONI HANNO PARTITI INESISTENTI ED ELETTORI INDIPENDENTI. GRANDE È IL DISORDINE SOTTO IL CIELO, LA SITUAZIONE È OTTIMA. di Antonio de Martini, (titolo di Mao).

Benché ci siano ancora degli attardati che pigolano di maturità democratica, è evidente a tutti che il risultato elettorale – cui va aggiunto il numero delle schede bianche e nulle e quello dei giovani emigrati – è una ribellione-sciopero contro una classe dirigente scadente, amorale e stupida fino al suicidio.

Patetiche le pretese trionfali della sinistra che è riuscita a imbambolare, portandoli alle urne ancora una volta, i rimasugli marxisti e qualche idealista generico per occupare poltrone amministrative che produrranno soltanto altri imputati, sputtanamenti, frustrazioni.

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L’ULTIMO TESTO DI GIANO ACCAME SUL PRESIDENZIALISMO DOVE SI SCOPRE CHE QUESTA TESI NON È DI DESTRA NÈ DI SINISTRA.

Ripubblico il post del 9 novembre 2010 in cui Giano Accame presenta per il Presidenzialismo con un excursus che mi pare stia per tornare utile a quanti vogliano seguire l’attualità che si preannunzia..
Gli chiesi un pezzo per ” Il Corriere della Collera” e lui mi diede questo suo articolo scritto in memoria degli sforzi fatti per una Repubblica che ha aspettato per tutta la vita.


L’attivarsi del dibattito sul presidenzialismo è di buon auspicio per il 2009, un anno che potrebbe finalmente portare positive riforme nella seconda parte meccanica della Costituzione. Vi sono infatti obiettivi tra i più avanzati e apprezzabili nella prima parte programmatica della Costituzione la cui applicazione è rimasta carente anche perché i meccanismi istituzionali approvati a suo tempo dai costituenti ci hanno dato dei poteri democratici troppo deboli.

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L’ultimo testo di Giano Accame sul Presidenzialismo

LA TESTIMONIANZA DI GIANO ACCAME

Il presidenzialismo non è di destra né di sinistra

 

L’attivarsi del dibattito sul presidenzialismo è di buon auspicio per il 2009, un anno che potrebbe finalmente portare positive riforme nella seconda parte meccanica della Costituzione. Vi sono infatti obiettivi tra i più avanzati e apprezzabili nella prima parte programmatica della Costituzione la cui applicazione è rimasta carente anche perché Continua a leggere