Credo che dai tempi della battaglia di Salamina in poi scontri e incontri tra Oriente e Occidente si siano verificati sull altopiano irano anatolico e i suoi dintorni immediati a seconda della alterna capricciosità della sorte.
Più a nord, il confine fu tracciato dalla perfetta descrizione di Caio Giulio Cesare : Germani e Sarmati ” Mutuo metu separantur”; ci furono, e ci sono, più scontri che scambi.
La storia di questi scontri e incontri è troppo vasta per riassumerla in poche righe, ma ai fini del nostro post mi limiterò a dire che esisterono tre imperi secolari: quello cinese, quello persiano e quello romano. E su queste direttrici si svilupparono le guerre E i traffici commerciali.
Romani ( d’oriente) e Persiani si svenarono combattendosi per secoli fino a che esausti finirono quasi contemporaneamente in braccio all’Islam trionfante nell’ unico decennio di ebrezza guerriera che i popoli arabi ebbero nella loro esistenza, dal 622 al 632.
Oggi, l’impero Cinese sta risorgendo dalle ceneri della storia, L’Iran si sta posizionando come potenza medio-grande, mentre noi italiani continuiamo a crogiolarci nel nostro brago dopo una caricatura di impero nazionalista durata quanto una foruncolosi adolescenziale, non vogliamo l’Europa e facciamo i capricci per ogni scemenza.
Le ragioni sono chiare: abbiamo fatto finta che l’impero romano sia finito nel 476 d c con il sacco di Roma, una capitale sovraccarica di schiavi, abbandonata dall’imperatore oltre 140 anni prima. Abbiamo anche fatto finta che Costantinopoli, la nuova capitale, non sia riuscita a resistere, con mezzo impero e mezza chiesa, per altri mille anni. Ma il resto del mondo, specie asiatico, queste storie le sa e le valuta al giusto modo. Noi ci sottovalutiamo, gli altri ci sopravvalutano. Potremmo approfittarne.
Forse questi “secoli bui” verranno un giorno rischiarati da qualche studioso, ma nel frattempo potremmo toglierci il prosciutto dagli occhi e cominciare a vedere cosa accade oggi realmente in Iran (e nell’altipiano anatolico) e come l’Iran si stia ricostruendo un posto nel consesso delle nazioni e stia superando anche la rivoluzione religiosa di Ruhollah Khomeiny e Ali Kamenei che ha posto le basi di questa rinascita. La Turchia non ha ancora trovato la sua strada, ma la sta cercando.
L’Iran ( 75 milioni di abitanti in maggioranza nomadi) è il solo paese sciita in tutto l’Islam, eppure fa paura ai correligionari sunniti che sono un miliardo e quattrocento milioni a causa della sua finezza intellettuale e culturale, dei suoi poeti e della capacità avuta di restare indipendente per due secoli sottraendosi alle mire egemoniche contrastanti e convergenti di inglesi e russi.
L’Iran è il solo paese islamizzato a forza – come tutti – che però non ha rinnegato le sue origini preislamiche, anzi ne è fiero e le valorizza. I paesi limitrofi subiscono il fascino dell’austerità religiosa dei suoi capi in contrapposizione alle crapule saudite ed ai principi puttanieri che dall’Atlantico all’Oceano indiano praticano un islam ad uso esterno, forti di protezioni straniere e disistimati da tutti.
L‘Iran è stato anche il primo paese islamico a darsi una Costituzione moderna di tipo occidentale ( 1906).
L’Iran è stato il primo paese petrolifero a percorrere la via della nazionalizzazione delle risorse minerarie nel 1953 ( con Mossadeq).
L’Iran è il solo paese che sia riuscito a portare gli Stati Uniti al tavolo dei negoziati senza dover passare per uno scontro armato e sgambettando le ambizioni geopolitiche di Netanyahu e di Bandar Bush. Due megalomani pazzi assecondati dai soci in affari.
Tra i negoziati in corso attualmente tra Oriente e Occidente ( Israele, Palestina, Ucraina, Siria, Iran) , il solo che sembra realizzare progressi è quello con L’Iran, la cui classe dirigente è adeguata anche grazie ad una attenta selezione meritocratica ottenuta durante la lunga guerra Iran-Irak e negli anni di scontri geopolitici in tutto il Medio Oriente: dall’ Afganistan, al Libano, Siria, Yemen, Bahrein. Ovunque i persiani si sono scontrati con gli interessi occidentali, questi non hanno prevalso.
Ora che è giunto il momento della pace e degli scambi commerciali, ecco gli USA, prammatici come sempre, che hanno battuto tutti sul tempo presentando – tramite la loro ambasciata – alcuni progetti e proposte : la Cisco ( offre l’infrastruttura internet ” per promuovere la democrazia”), La Boeing ( per vendere i pezzi di ricambio della flotta aerea stremata da lustri di sanzioni tecnologiche) e il gruppo Chrysler (per l’occasione non più italiano, ma yankee) che offre 75 miliardi di investimenti nel paese in vista di rinnovare il parco automobili del paese, vetusto poco meno di quello di Cuba.
Anche la Francia ha approfittato del fatto di far parte del mondo dei privilegiati e – senza attendere la dichiarazione di fine delle sanzioni – ha già portato in Persia una delegazione di ben 350 aziende francesi per impostare e concludere affari possibilmente prima che si inizi la partita della libera concorrenza. Un po come lanciare un gancio al rivale che sta salendo sul ring, prima che l’arbitro dia il segnale del combattimento.
Noi in Italia, abbiamo avuto un convegno a Bergamo in cui sono i persiani che sono venuti a trovarci, ma non ci sono tracce di attività del nostro ministero degli esteri, solo iniziative individuali e private. Il paese è ben dotato di capitali, adora gli italiani ( recte: detesta gli anglosassoni e la spocchia germano-gallica), vuole fare affari con noi anche in virtù di antichi rapporti. L’Iran Air avrebbe grandi vantaggi a comprare Alitalia e le sua flotta seminuova invece di comprare i pezzi di ricambio dalla Boeing che glieli farà pagare ben cari. Gli italiani avrebbero qualche vantaggio occupazionale in più a Iranair otterrebbe un gran numero di rotte, specie sugli USA: un paese di 75 milioni di persone ne ha bisogno, mentre il Katar ha trecentomila abitanti….
Ormai la levata delle sanzioni è certa, se arriviamo entro il mese di maggio troviamo ancora spazi commerciali e industriali e finanziari importanti da sviluppare. Alcuni rapporti tradizionali iraniani con l’India con il risultato elettorale di oggi rischiano di ridursi per le istanze nazionalistiche del nuovo governo. Il biglietto aereo per Teheran non supera i trecentocinquanta euro. Credo proprio che sia il momento di andarci.
E’ per queste ragioni che sto promuovendo un viaggio di affari in Iran dedicato a industriali e imprenditori che vogliano conquistare – o riconquistare – un mercato particolarmente florido nei materiali e macchine da costruzione, mobili e arredamenti, telecomunicazioni.
Il mercato a disposizione non si limita ai 75 milioni di iraniani: il governo ha trasformato in porto franco tutti i posti di frontiera. I paesi limitrofi hanno tutti petrolio e questo potrà bastare a tranquillizzarvi circa i pagamenti. I il più grande riassicuratore di crediti del mondo, con sede a Parigi, la Euler Hermes ( gruppo Allianz), assicura qualsiasi partita con l’Iran.
Se interessa, sapete dove trovarmi.
Commenti
..alcuni progetti e proposte (USA) : la Cisco ( offre l’infrastruttura internet ” per promuovere la democrazia”)..
Che sottile ironia contiene la frase.
Credo che per la salute dellIran sia preferibile rivolgersi a Siemens che non ha installazioni nello Utah. 🙂
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Suo precedente commento bagnato per errore. Mi scuso. La frase “ironica” non è mia, ma di Barak Obama che l’ha usata per spiegare perché anticipava la levata del bando. Credo che in realtà gli USA vogliano acquisire un vantaggio competitivo rispetto ad altri tra cui noi. La riconciliazione consiste per loro nel fare affari. E dovrebbe avere per noi identico significato. Per evitare di essere bandato esistono due semplici regolette: evitare di insultare persone e politiche ed evitare di assortirle con elogi al post sperando in una franchigia. Se la Siemens saprà fare reti internet sicure lo vedremo da quel che farà per rendere impermeabili le comunicazioni del governo tedesco.
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Buongiorno, sono interessato al viaggio, ma non trovo suo indirizzo email, me lo manda per favore? Grazie
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Bel post, mi piace! 🙂
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L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:
tornare verso il Levante.
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I persiani sono stati i primi a sconfiggere le legioni romane all’apice della loro potenza in campo aperto (Teutoburgo fu serie imboscate).
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L’accordo sul nucleare iraniano IMHO è stato l’unico vero successo della presidenza obamiana in politica estera, se gli americani ogni volta che cambia l’amministrazione stracciano i trattati come potranno gli altri (Kim in primis) prenderli sul serio?
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Infatti, non li prendono sul serio.
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Potrei avere un suo giudizio sul ritorno di Al -Sadr in primo piano alle elezioni irakene?
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Lei mi ha preso per il suo consulente personale
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