L’UCRAINA È PER PUTIN L’EQUIVALENTE DEL SIGARO DI BISMARK E ARRIVANO LE ELEZIONI EUROPEE . CHE FARE ? di Antonio de Martini

Dopo 70 anni di imperium, gli Stati Uniti nelle sonnacchiose riunioni ONU hanno trovato l’equivalente del giovane Ottone di Bismark – inviato come rappresentante della Prussia – che accendendosi il sigaro in piena riunione, privilegio fino ad allora riservato al rappresentante dell’imperial regio governo, significò al rappresentante del governo austroungarico, che il suo predominio sugli stati tedeschi era finito.

In effetti, la Russia, scelta come antagonista degli USA dagli USA stessi, si è posizionata come la sola potenza in grado di resistere vittoriosamente alle pressioni americane grazie alla designazione USA.
Il parallelo giovane Prussia- vecchia Austria, regge anche in campo economico.

La cultura Malthusiana anglosassone, che avvelena la serenità del mondo, ha creato la sindrome da penuria delle principali materie prime ( ricordate le scemenze di Aurelio Peccei e del suo club di Roma secondo cui a quest’ora avremmo dovuto finire il petrolio, il rame, e le patatine fritte?) di cui la Russia invece è ricchissima.
Per il prossimo quinquennio la stragrande maggioranza degli analisti economici indica la Russia come l’attore numero uno dell’economia mondiale e questa visione si sposa con la proposta storica di Vladimir Yakunin dell’11 marzo – fatta nella prestigiosa sede dell’Accademia delle Scienze – in cui ha offerto al mondo intero il ” corridoio euro asiatico di sviluppo” quale nuova via della seta attorno alla quale far sviluppare l’economia mondiale.

George Meashamer sul New York Times del 13 marzo:

“President Obama has decided to get tough with Russia by imposing sanctions and increasing support for Ukraine’s new government. This is a big mistake. This response is based on the same faulty logic that helped precipitate the crisis. Instead of resolving the dispute, it will lead to more trouble.

The White House view, widely shared by Beltway insiders, is that the United States bears no responsibility for causing the current crisis. In their eyes, it’s all President Vladimir V. Putin’s fault — and his motives are illegitimate. This is wrong ( neretto è mio ndr). Washington played a key role in precipitating this dangerous situation, and Mr. Putin’s behavior is motivated by the same geopolitical considerations that influence all great powers, including the United States.”

Siamo talmente bersagliati da punti di vista faziosi di falsi analisti e autentici coglioni che quando troviamo un punto di vista equilibrato e realistico su una delle tante crisi che serpeggiano per il mondo, vorremmo traversare l’oceano ed abbracciarlo. Ci voleva tanto a capirlo?

Tre sono i punti cardine di questo ottimo articolo ( ben più lungo) sulla situazione Ucraina che rispecchiano i punti di vista già espressi ne ” il Corriere della collera” .

A) la crisi è stata affrontata con una logica sbagliata e obsoleta ( che io ho definito ” anni trenta” ). Porta inevitabilmente al conflitto.
B) Putin ha usato la stessa logica geopolitica in uso nella comunità internazionale, quindi inutile criminalizzarlo.
C) nessuno dei contendenti ha fatto un sia pure piccolo passo verso un qualsiasi tipo di soluzione del problema, che resta intatto.

La Russia, per oltre venti anni, non ha reagito di fronte alla politica del ” NATO enlargement” che tra il 1991 ed oggi ha portato l’Alleanza Atlantica a inglobare ben dodici paesi già appartenenti al Patto di Varsavia” ( senza contare la Germania est che è stata inglobata addirittura dentro un singolo paese che di questa alleanza non fu nemmeno paese fondatore, quale la Repubblica Federale Tedesca).
Questo atteggiamento russo tende a dimostrare una volontà di collaborazione cui ha fatto riscontro un atteggiamento aggressivo da parte della NATO che altro non è se non la estrinsecazione pratica della volontà americana di dichiararsi a parole favorevole alla unificazione europea, ma nei fatti ostile a vedere la nascita di un vero processo di creazione  europea seria e in particolare di un esercito europeo che vedrebbe d’un colpo annientata ogni preminenza USA nel nostro continente.

La famosa dottrina Wolfowitz resa pubblica il 18 febbraio 1992 con uno scoop dal New York Times ( critici veementi Edward Kennedy e Joe Biden attuale vice presidente) e che fissava il principio dell’unilateralismo e dello stroncare in culla qualsiasi possibile futuro antagonista era chiaro :

Our first objective is to prevent the re-emergence of a new rival, either on the territory of the former Soviet Union or elsewhere, that poses a threat on the order of that posed formerly by the Soviet Union. This is a dominant consideration underlying the new regional defense strategy and requires that we endeavor to prevent any hostile power from dominating a region whose resources would, under consolidated control, be sufficient to generate global power.” ( Wolfowitz document)

Sempre nello stesso documento, alla voce Europa continuava dicendo che mentre gli USA erano favorevoli alla UE, essi dovevano mostrarsi contrari – ed agire di conseguenza (ndr) – nei confronti di un esercito europeo, rafforzando invece la NATO.

Ecco il nostro problema : tutti vogliono a parole gli Stati Uniti d’Europa, ma gli USA li vogliono senza esercito autonomo e la Germania li vuole senza una politica economica ( autonoma) unitaria.

CHE FARE PER LE ELEZIONI EUROPEE ? NON FARE PREVALERE GLI ANTIEUROPEISTI CHE SERVONO AGLI USA PER FERMARE IL CAMMINO D’EUROPA.  CHIEDERE L?ESERCITO EUROPEO, CHIEDERE UN MINISTERO DELL’ ECONOMIA UNICO. 

Una federazione Europea o meno che sia, è uno stato che ha in comune la politica estera, quella economica e quella di Difesa. Tutto il resto è a livello locale. In questa Europa accade l’esatto contrario: si unificano i caricabatterie dei telefonini e nelle crisi ognuno per se.

La polemica sulla Banca Centrale Europea, dovrebbe incentrarsi sulla possibilità o meno di battere moneta ( attualmente non può per statuto), vi renderete conto quindi, quanto sia sterile la posizione di critica al fatto se sia privata o meno, anche se sono per la Banca Centrale pubblica e sotto il controllo del Tesoro.

Casomai, non siamo noi a dover uscire dall’Euro, bensì,  Germania, Danimarca e Finlandia.

La Francia ha trovato un nuovo slancio imperiale in Africa col governo socialista che per ridurre le spese ha dissolto il “Corpo d’Armata franco tedesco” che doveva essere il primo embrione dell’esercito europeo senza nemmeno informare il governo partner e si sta dissanguando nel Mali, dove, facile profeta, dissi che sarebbe durata quanto il Vietnam.

Nicolas Sarkozy, con tutta la buona volontà, non poteva liquidare quella esperienza gaullista senza perdere il diritto alla eredità politica del fondatore della quinta Repubblica. Il successore socialista, grato, non ha esitato.

Con questa crisi politica,  tutte le carenze della costruzione europea vengono alla luce: non ci sono fondi per contrastare l’offerta russa di quindici miliardi fatta all’Ucraina; le “minacce europee” in realtà della Merkel ( estorte dal Dipartimento di Stato) sono state ridicolizzate da Putin.

I soli provvedimenti che verranno presi in sede europea, verosimilmente, saranno probabilmente il non consegnare le due fregate classe Mistral ormai pronte per la consegna alla marina russa per la flotta del Pacifico.

Obama continua a demolire la dottrina Wolfowitz mentre una nomenclatura yankee nominata nelle precedenti amministrazioni continua ad obbedire ossequiosa a richieste di funzionari periferici americani attardati.

Se continua così, l’unico successo che Barak Obama porterà a casa sarà la creazione di un grande partito antieuropeo che fermi il processo di integrazione Europeo, accampando scuse per fermare  il processo di unificazione dell’Europa. Non è l’idea di Europa che dobbiamo fermare, è l’architetto di questo edificio sbilenco che va cacciato e va bocciata la candidatura alla Presidenza di Jean Claude Junkers che rappresenta la linea di continuità ambigua che ha prevalso fino ad oggi.

E’ nostro dovere andare tutti compatti alle urne, discutere ogni scelta con forza e bocciare  le candidature dei vecchi catarrosi che ci verranno offerti  da entrambi gli schieramenti ( Prodi, D’Alema, Veltroni, Frattini, De Mita, Casini e l’inconsapevole Scajola) che cercano di andare a Strasburgo per rendere un ultimo servigio allo Zio Sam e arraffare un’ultimo obolo.

Cambiando i derelitti che mandiamo a Strasburgo e Bruxelles, cambierà subito  anche la nostra immagine presso i popoli d’Europa.

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Commenti

  • Gianni Bordet  Il marzo 18, 2014 alle 3:22 PM

    Perchè unire realtà così diverse per storia e mentalità come i paesi europei?
    Semmai dovremmo dichiarare guerra alla Svizzera, regolarmente perderla e venire annessi! Si prenderebbero tutto il nord lasciando fuori quei pasticcioni e trafficoni delle cooperative emiliano romagnole e gli insopportabilmente verbosi toscani magari anche la Sardegna potrebbe aderire come pare che alcuni Sardi vogliano già fare, la Sardegna è bella ed ha una posizione strategica, i Sardi sono bella gente, bisognerebbe sollo eliminare (fisicamante) le dinastie di governo che provengono principalmente dalla Gallura ma d’altra parte questo vale anche le altre regioni da annettere, ovvero la necessità dell’eliminazione (fisica) delle dinastie dominanti.
    Gianni

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    • antoniochedice  Il marzo 18, 2014 alle 6:54 PM

      Sarebbe una uscita spiritosa se non l’avessero scritta su questo blog almeno tre altri “commentatori”

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  • b1e2t3t4a1  Il marzo 18, 2014 alle 5:42 PM

    L’ha ribloggato su CI DISPIACE….MA VINCEREMO NOI!.

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  • Sdan  Il marzo 18, 2014 alle 7:05 PM

    Il problema è che in Europa siamo ancora sotto occupazione politica, economica, militare e, soprattutto, culturale.
    Prima di poter far questo o quello dovremmo liberarci. E non pare ci siano i presupposti per poterlo fare.
    Possiamo giusto aspettare che si crei una “grande confusione sotto il cielo”, e sperare poter cogliere l’opportunità..

    Comunque, quanto avviene in Ucraina è la dimostrazione del fatto che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.. il che ci lascia un minimo di speranza.

    Complimenti per le analisi sempre puntuali

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    • antoniochedice  Il marzo 18, 2014 alle 7:30 PM

      Strano che la sola considerazione comune a tutti sia la ” constatazione ” che siamo ” schiavi, colonizzati ecc” ma mai che si trovi in qualcuno l’idea che si voglia combattere per migliorare la propria posizione o quella dei figli. Ci si libera quando si decide di ribellarsi, non quando ci si crogiola in una finta disperazione.

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      • Sdan  Il marzo 18, 2014 alle 8:04 PM

        Certo, potrei andare in cucina, armarmi di un paio di coltelli, e spiegare a mia moglie e ai miei figli che ho deciso di partire in montagna a combattere l’imperialismo..
        Purtroppo, data la mia personale situazione attuale, tra lavoro, figli e quant’altro, il massimo che posso fare è tenermi informato e cercare (spesso invano) di convincere i miei conoscenti che la libertà non consiste nell’avere uno smartphone di grido.
        Poi, se si aprirà una finestra di opportunità, valuterò se vale la pena rischiare il benessere della mia famiglia.

        Per adesso, visto che la disperazione è uno stato della mente – come il l’essere veramente liberi del resto – la pratica spirituale basta e avanza.

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      • antoniochedice  Il marzo 18, 2014 alle 9:21 PM

        Tra andare in montagna con un coltello da cucina e occuparsi della famiglia c’è una gamma di azioni, pensieri e omissioni suscettibile di portare risultati positivi a lei e famiglia. Dire siamo schiavi e quindi non possiamo riuscire è un errore concettuale, morale e educativo.

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  • SC  Il marzo 18, 2014 alle 11:05 PM

    La vedo troppo ottimista Antonio, questa europa e’ da abbattere dalle fondamenta e poi semmai ricostruire una federazione.
    Non sussistono le condizioni per avere una moneta comune nella frammentata italia, figuriamoci in un europa cosi’ diseguale.
    Tutti i paesi che vi aderiscono riconoscono i diritti fondamentali dell’uomo, ma non rispettano l’habeas corpus dei cittadini stranieri ed in parecchi casi comunitari.
    In europa, la germania in primis pensa ai propri affari che da “altruisticamente” 140 mld di euro dei contribuenti tedeschi mentre con l’altra le elite tedesche ne prendono ben di piu’ tenendo sotto scacco l’intera unione.
    Non ho dubbi votero’ per il partito che avra’ le posizioni piu’ estremiste nei confronti di questa europa di burocrati, probabilmente per Giuseppe Grillo nonostante il suo seguito.

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    • antoniochedice  Il marzo 19, 2014 alle 7:08 am

      Cadaunpuede hacer de su cul un papalaso .traduzione del proverbio argentino: ognuno può fare del suo culo un aquilone.

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      • SC  Il marzo 19, 2014 alle 10:04 am

        Ognuno porta avanti le proprie battaglie. C’erano schiavi che amavano essere schiavi per le sicurezze che gli venivano elargite. Non sono mai stato tra questi.

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      • antoniochedice  Il marzo 19, 2014 alle 7:45 PM

        No, era tra i rompiscatole

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      • SC  Il marzo 19, 2014 alle 8:07 PM

        Vero sono anche in quell’insieme

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      • antoniochedice  Il marzo 19, 2014 alle 8:34 PM

        Mai dubitato, ma io che c’entro?

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  • Anafesto  Il marzo 19, 2014 alle 1:17 am

    Dobbiamo rimanere in Europa?
    Ricordiamoci però che nella classifica delle nazioni meno competitive (leggesi in recessione) ce ne sono nelle peggiori 20 ben 13 che hanno l’euro e se l’Italia è in terza posizione, in decima c’è la tanto osannata Germania.
    Altra domanda: dobbiamo per forza continuare la seconda guerra mondiale con altre armi?
    Nel 2008 i bulli tedeschi se ne uscirono a dire che se la Grecia dichiarava bancarotta, gli oltre 60 anni di “pace” non sarebbero poi stati così garantiti, o no?
    Gli stessi bulli però andavano in smanie quando qualcuno ricordava che per lo meno avrebbero fatto una bella figura a restituire l’oro di Atene trafugato 70 anni prima per finanziare la loro guerra contro il resto del mondo.
    Figuriamoci poi parlare di risarcire i danni di guerra, magari attualizzati!
    Che pensare poi della notizia data dalla BundesBank che dice che il debito pubblico tedesco è di cieca 2800 miliardi, quindi sotto il 100% del PIL, ma le banche tedesche hanno in corpo circa 55000 miliardi (il PIL mondiale) di titoli tossici, chi pretendono che li paghi?
    Forse i PIIGS, come vanno cianciando a più riprese, con patrimoniali da capogiro?
    Questa Europa è marcia e governata da quisling sottomessi a poteri d’oltre oceano, con l’Inghilterra come kapò interno.
    Pensiamo davvero di riuscire a costruire un esercito in Europa, anche di soldatini di piombo, fuori dalla NATO?
    C’è ancora qualche ingenuo che, come ai tempi in cui veniva strombazzata l’unione europea come polo economico più grande degli USA (e quindi in grado di diventare un polo come potenza non solo economica, che i fondamentalisti puritani avrebbero lasciato fare?
    Siamo al vecchissimo “divide et impera”: i tedeschi con la puzza sotto al naso impartiscono lezioni all’Italia, anche se il loro debito aggregato è superiore al nostro, per non parlare del Lussemburghesi (sì quelli del paradiso fiscale europeo), con 3 puzze sotto il naso, ma con debito aggregato in percentuale oltre 5 volte quello Italiano.
    Ma no, gli Eurobonds non s’han da fare; gabbare gli altri (con fiscal compact o altre diavolerie) è uno standard europeo, come fare a gara a chi lecca meglio i piedi allo zio Sam!
    Ma si può fare un’Europa cooperativa e non competitiva con questi parametri?
    Non sono euro-scettico, sono euro-schifato; se fanno un referendum qui, anch’io voto per l’annessione alla Russia … un po’ di dignità per Dio!

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    • antoniochedice  Il marzo 19, 2014 alle 7:17 am

      Il suo ragionamento è un elenco di lamentele ma nessuna proposta di azione se non l’ennesima fuga senza prospettive.Noi siamo l’Europa. I paesi del nord scandinavo, no. Si può abbandonare l’Europa a titolo individuale, non come popolo, non come storia. Coloro che ci hanno messi sotto, non lo hanno fatto in un giorno. Quando furono firmati i trattati di Roma, la Germania non ne faceva nemmeno parte. Invece di piagnucolare, si sono dati da fare. “Uomini siate e non pecore matte”…

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      • Anafesto  Il marzo 19, 2014 alle 10:44 PM

        Ritengo che prima di proporre qualsiasi azione si debbano analizzare le risorse disponibili e l’ambiente nel quale ci si muove.
        Non ho l’aspirazione di fare il Che Guevara in Bolivia, né muovermi caoticamente sperando che qualcosa succeda.
        Ritengo sensato giocare la carta della neutralità, da lei citata, come prima mossa, ma mi mancano assolutamente informazioni su quale iter potrebbe avere tale proposta.
        In Germania qualcuno ha già reso noto un documento chiamato “Die Deutsche Karte” e lì, fino al 2099 sembrano col cuore in pace (anche alla luce delle ultime esternazioni di frau Merkel sull’Ucraina e Putin, salvo poi ravvedersi quando capirà che certe esternazioni potranno avere valenza economica).
        Qui in Italia non si sa nulla, nessuno sembra sapere o voler sapere nulla, non abbiamo nemmeno il sentore se muoversi in questa direzione possa configurarsi come uno sgarro agli occupanti, passibile di rappresaglia sul tipo di quella subita da Mattei o, in misura minore, da Craxi.
        E a proposito di domande da porsi, l’eurogendarmeria per cosa è stata creata se non per soffocare sul nascere eventuali dissensi antieuropei che possano prendere piede?
        Personalmente trovo più coerente la linea della Le Pen più che continuare a dar credito a questa Europa sperando che qualcosa cambi.

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    • antoniochedice  Il marzo 20, 2014 alle 5:20 am

      Caro Anafesto, questa menata della Deutsche karte è una sciocchezza che enfatizza la normalità, ossia un protocollo cui il perdente di una guerra deve attenersi se non vuole un’altra lezione. In lei ed altri lettori trovo una vena masochistica che esemplifico in un paio di battute, ma che deve farvi riflettere.
      1)Si sostiene che costi meno fatica distruggere tutto e ricostruire da capo una nuova Europa piuttosto che intervenire su quello che non va. Se ci pensate un momento, vedrete che è una sciocchezza.
      2) continuate a scrivere le stesse menate sui commenti di questo blog che io banno regolarmente.
      Fino a che continuerete a fare opposizione in questa maniera, non caverete un ragno dal buco e la Merkel dalla Cancelleria. La via di uscita è lanciare una campagna per l’uscita della Germania dall’U.E. ( non è tra i membri fondatori, sta travisando le finalità per cui l’Europa si unì, l’aggiunta della Germania est ha creato uno sbilanciamento geopolitico a suo favore,appartiene più alla scandinavia che all’Europa se si eccettua la parte cattolica della Germania. Abbiamo fatto entrare il cattolico Adenauer e adesso ci troviamo la figlia comunista di un pastore protestante ecc.) La Germania, di fronte al nascere di un movimento di questo genere, poiché avrebbe un danno enorme a vedere rafforzata la sua moneta, cambierebbe subito registro.
      Se non capite come si evolve la politica internazionale e emettete belati di nostalgiua verso un egime che ci ha ridotti sul lastrico ( anche se ha creato l’Opera Maternità e infanzia) siete destinati ad essere dei coyote che ululano alla luna.

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      • Anafesto  Il marzo 20, 2014 alle 6:08 PM

        1) Mi elenchi che cosa funziona in questa Europa (quello che non funziona richiederebbe troppo tempo).
        2) su questo blog non ho mai sentito parlare di TTIP, EMS, DRF, Lisbona X, eccetera (tutte robine che ci vengono appioppate senza richiedere nessun consenso) che magari renderebbero più comprensibile come funziona questa Europa; poi se mai si può decidere se ristrutturarla, abbandonarla o raderla al suolo.
        La figlia comunista di un pastore protestante non è l’unico quisling europeo.
        Non mi sembra aver visto in questo blog commenti di nostalgici, se si riferisce al fascismo il mio pensiero è che a fronte di diverse cose valide fatte ne ha combinate troppe di nefande; personalmente sarei ostalgico, almeno quando c’era l’URSS i fondamentalisti puritani erano costretti a contenersi, poi se si vuole dire che anche lì si è sbagliato di brutto, ci può anche stare.
        Politica internazionale: ora mi sembra che tra le nazioni principali, l’unica ad avere una politica internazionale lucida, coerente ed incisiva sia la Russia, la Cina forse ha qualche gatta da pelare nel suo interno e si rivela abbastanza discontinua, l’Occidente, parafrasando Putin, è ridicolo.
        Ritornando all’Europa, perché non indica lei una tabella di marcia per ristrutturare questo palazzo fatiscente e senza fondamenta?
        Si ricordi comunque che qualcuno sia dall’interno che dall’esterno continua pian piano a demolirlo, quindi nella tabella di marcia va considerato anche questo fattore.
        Attendo suoi suggerimenti!

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      • antoniochedice  Il marzo 20, 2014 alle 11:28 PM

        Cose fatte bene: CECA ( comunità europea carbone e acciaio) , Consiglio d’Europa, EURATOM, CERN, Agenzia Spaziale Europea, Eurofighter, l’abbattimento delle dogane e se vuole gliene cito altri.
        Lei continua a giocare coi nomi, ma usa una terminologia fascistoide e semplificatrice tipica di quell’ambiente. Il fatto che abbia nostalgia dell’URSS non mi meraviglia. Se mi finanzia un libro, glielo scrivo.

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      • antoniochedice  Il marzo 21, 2014 alle 12:52 am

        L’Erasmus, il FSE ( fondo sociale europeo); la parificazione dei titoli di studio a livello europeo…..

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  • Luca  Il marzo 21, 2014 alle 12:03 am

    Una campagna per l’uscita dalla Germania dall’euro potrebbe essere un’idea coraggiosa. Di quelle che vale la pena tentare. Con l’obiettivo non di espellere del tutto la Germania, ma di traghettarla in uno SME con gli altri Paesi euro.
    Non sembra velleitaria. L’iniziativa avrebbe diversi sostenitori interni a quel Paese, affezionati al vecchio marco ed eccitati alla prospettiva che possa diventare una valuta di riserva. Molti sostenitori negli U.S., perché l’euro si svaluterebbe nel rapporto col dollaro tornando circa alla parità.
    Gli europei tornerebbero ad avere una moneta comune, non pompata dall’eccezionalismo tedesco. La politica monetaria verrebbe decisa da una BCE sulla quale la Bundesbank conserverebbe influenza ma perderebbe ricatto.
    L’euro consentirebbe a molti stati di essere di nuovo competitivi nelle esportazioni.
    Il peso del debito pubblico delle nazioni molto indebitate si farebbe più pesante per un certo periodo, per poi alleggerirsi.
    Vi saranno reazioni da parare e controindicazioni da tenere in debito conto, ma tutto sommato inferiori ai benefici.
    Sarebbe anche un modo per riappropriarsi di alcune leve di politica monetaria. Necessarie per ricominciare a fare, smettendo di subìre, politiche pubbliche.

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    • antoniochedice  Il marzo 21, 2014 alle 12:47 am

      Finalmente uno che non parla di distrugger, quisling e altro vecchiume.

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  • Luca  Il marzo 21, 2014 alle 12:26 am

    Non c’è bisogno di fare uscire la Germania dall’UE. Potrebbe fare la sua parte. Probabilmente basta toglierle il potere di veto che detiene sulla politica monetaria. Il che significherebbe invitarla a uscire dalla BCE e dall’euro.
    In fondo va semplicemente corretto un errore storico: non si poteva proporre alla volpe anche di organizzare la sorveglianza del pollaio.
    Sulle monete tedesche (come su quelle americane) è impresso il simbolo dell’aquila, rapace che se sta bene per conto suo.

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    • antoniochedice  Il marzo 21, 2014 alle 12:49 am

      La Germania non ha un potere di veto. Basta dirle di no.

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      • Luca  Il marzo 21, 2014 alle 7:04 am

        E’ vero che nessuna banca centrale nazionale ha potere di veto nella BCE. Però la Deutsche Bundesbank è la banca che ha sottoscritto il maggior numero di quote (seguono per l’area euro: Banque de France e Banca d’Italia). Stessa situazione per quanto riguarda le quote sottoscritte nel MES. MInacciando periodicamente di ritirare i capitali conferiti la Bundesbank ha di fatto esercitato finora un potere di direzione e veto sulla politica monetaria comune. Il punto è che poiché i suoi ultimi leader hanno dato prova di essere interessati più a un’area tedesca che a un’area europea, sarebbe opportuno riportare il sistema a coerenza.

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      • antoniochedice  Il marzo 21, 2014 alle 8:14 am

        Col 14% delle quote! non possono condizionare ne resistere a una coalizione. I loro alleati ( Olanda, Finlandia, ) hanno quote minime rispetto ad esempio la Spagna, o non ne hanno affatto. Se ritirano. Si suicidano.

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