le terre rare servono alla produzione dell’acciaio. Servono anche alla produzione dei computers ed altri aparecchi elettronici usati principalmente per far funzionare la macchina da guerra dei paesi occidentali. Il Mali ha terre rare in abbondanza e un numero di guerriglieri non sufficiente ad impensierire.
L’anno scorso gli USA sbarcarono un reparto di cento marines in funzione antiterrorista ( ne diedi cenno) . E’ della scorsa settimana l’annunzio che il governo Obama riconfermato ha deciso di dislocare distaccamenti di truppe in trentacinque paesi dell’Africa. Se a questi si aggiungono quelli in cui erano già acquartierati ( Gibuti, Etiopia, Uganda) abbiamo fatto l’en plein, perché all’appello mancano solo Egitto e Sudan.
E’ sostanzialmmente per queste due ragioni che la Francia ha deciso di intervenire ad onnta del parere negativo del governo americano ( la portavoce di Clinton , Susan Rice, ebbe a definire ” merda” il piano francese di intervento conntribuendo così a giocarsi il posto di ssegretario di stato.
Anche gli americani si resero conto che la signora avrebbe potuto fare tutto, ma non la diplomatica.
Negli ambienti delle Nazioni Unite, si dava per scontato che la Francia sarebbe intervenuta non prima di settembre. Il fatto nuovo è che non solo sono intervenuti subito i francesi, ma hanno anche ottenuto ufficialmente l’aiuto britannico sotto forma di intervento aereo di tipo logistico per inviare sul posto i rinforzi francesi necessari a riprendere l’iniziativa. Una intesa franco-britannica in antitesi con il governo USA, non si registrava dal 1956, durante la crisi di Suez.
Segno evidente che David Cameron non ha gradito la pubblica reprimenda USA circa la sua minaccia di rinegoziare il patto con L’UE particolarmente sgadita al governo americano che ha sempre contato sulla piena collaborazione dei cugini britannici per mantenere la sua influenza sulla comunità dei 27.
L’intervento in Mali ha anche un significato piu strategico: la Francia, da un paio di anni a questa parte, si sta muovendo nell’area MENA ( Middle east and North Africa) in maniera aggressiva ( vendita elicotteri all’Irak, intervento in Siria e Libano, visita nel Katar e imminente ad Abu Dahbi, ecc) in Africa ( Algeria , Mali, Repubblica centro africana) e anche in Europa sembra decisa ad avviarsi sulle orme del vecchio “Piano Fouchet” che De Gaulle presentò alla Comunità economica Europea, proponendo in buona sostanza di sostituire all’egemonia americana quella Francese, aiutata dalla Germania.
Il piano, all’epoca, non passò, ma tolse il sonno agli americani per un decennio abbondante e li indusse ad azioni e interventi, anche in Italia, di cui oggi si vergognerebbero.
In questo contesto va visto anche l’intervento in Somalia – a mo’ di blitz – risoltosi con perdite e senza essere riusciti a liberare l’ostaggio in mano ai guerriglieri ” shabab” ( ” i giovanotti”).
A riprova che non intende recedere da questa impostazione , la sola che consente una ripresa economica e il mantenimento della promessa di bloccare la crescente disoccupazione, il presidente Hollande ha deciso che non rinvierà la sua visita negli Emirati Arabi Uniti, dove conta far leva sui fondi sovrani di quei paesi per reperire i capitali necessari a risollevare le sorti della Francia, contando sull’appoggio del principe ereditario e vice capo delle Forze Armate Mohammed ben Zayed al Nahyan, sulla Sceicca Khalifa Ben Zayed al Nahyan ( che ha i cordoni della borsa) , per ottenere il contratto Total di Bab Zour che vale oltre 10 miliardi di euro. vendere abbastanza aerei RAFALE da riprendere il programma di produzione e lanciare una collaborazione culturale col Louvre e la Sorbonna, vista la la Sceicca Khalifa ha ambizioni culturali.
L’occasione è scelta bene: il World Future Energy Summit dove domani il presidente francese parlerà alla seduta inaugurale.
Noi, per le armi siamo fuori gioco perché la SNIA VISCOSA – anno 1995/6 – vendette agli emirati dei missili anticarro molto precisi che scoppiavano uccidendo i serventi se la temperatura esterna superava i 40 gradi ( laggiù è sempre superiore…) e nel settore culturale il “Patriota” premier-aspirante premier ( quello che ha il rispetto dell’Europa..)Monti è impegnato a fare la lista in quel di Milano per far eleggere un gay in più.
Intanto l’atmosfera alla frontiera degli emirati va scaldandosi. E’ di oggi la notizia che il principe Saoud benNayef ben Abd el Aziz ( figlio del potentissimo ministro dell’interno Nayef Ben Abd el Aziz deceduto da poco e fratello del ministro attuale Mohammed ben Nayef ben Abd el Aziz) è stato nominato governatore della provincia orientale dell’Arabia Saudita , in sostituzione di Mohammed ben Fahd , l’odiato governatore attuale e figlio del defunto sovrano Fahd ben Abd el Aziz. Gia suo fratello Abdelaziz ( detto Azouza), ministro degli affari del governo col padre era stato messo da parte.
La provincia orientale è abitata da sciiti, come il confinante Bahrein già in subbuglio da due anni, è prospiciente la costa dell’Iran, è zuppa di Petrolio ed ha già avuto qualche morto nei primi moti. Segno che tra poco ci saranno cambiamenti importanti.
I figli di Nayef , dopo essersi impadroniti della chiave del regno ( il ministero dell’interno), si impadroniscono anche della chiave del petrolio ( la provincia orientale). Segno che il re Abdallah ( 89 anni) ha le ore contate e che i figli di Nayef ben Abd el Aziz hanno ormai un patto di ferro con gli USA.
Insomma, guai in vista a tutti azimut per gli arabi. Ottimi affari per Hollande e Obama. Stavolta in concorrenza.
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L
Commenti
GRAZIE!! SI AVVERTIVA LA NECESSITA’ E L’UTILITA’ DI UNA SINTESI COSì LIMPIDA!!
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Grazie per il complimento. Ci sono anche due errori di battitura….
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14 gennaio 2013
La tanto deprecata “Italietta” (disprezzata da Mussolini e poi da tutta l’intellighenzia di destra e di sinistra del secondo dopoguerra) aveva una sua politica estera, per quanto questa dové fare i conti con le debolezze di una nazione priva di risorse e di recente costituzione. La repubblica che ha “la costituzione più bella del mondo” non c’è l’ha, a meno che per politica estera non si intenda la vuota retorica europeista. Mai come nell’Italia di questo momento appaiono interconnesse la costituzione materiale di un paese e le sue possibilità di farsi valere in uno scenario internazionale e di usufruire a livello interno di sviluppo materiale e politico-culturale. Un tema, sarei felice di essere smentito, che, visto l’inizio ed i precedenti, verrà accuratamente evitato nel prosieguo della campagna elettorale.
Massimo Morigi
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