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SCANDALI DELLE REGIONI: LA DEMOCRAZIA DELL’ALTERNANZA È IN REALTÀ IL TURNO AL TRUOGOLO. di Antonio de Martini

Lo scandalo non consiste – come i media cercano di farci abituare a pensare – in come i consiglieri regionali abbiano speso i loro denari, ma nel perché li abbiano avuti.

Se si andasse ad indagare sui motivi reali, anche i media – e anche la CEI che ora prende le distanze – dovrebbero essere chiamati a rispondere della loro fetta di bottino avidamente ingurgitata per decenni.

A chi rimproverava a Mussolini una eccessiva prodigalità nei confronti di Gabriele D’Annunzio, il Duce spiegò che il Vate ” è come un dente cariato: o lo si estirpa o lo si copre d’oro”.

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19 settembre 1939: UNA LETTERA DI NITTI A MUSSOLINI INDICA NELLA GERMANIA IL NEMICO DA TENERE LONTANO DAL MEDITERRANEO.

PIERO LA PORTA HA DATO VITA A UN SITO CUI HA DATO IL SUO NOME – E CHE È BEN PIÙ COMPLESSO DI UN BLOG – E COPRE NUMEROSI ASPETTI DELLA VITA SOCIALE, ECONOMICA E POLITICA.
NELLA SEZIONE POLITICA TROVO UNA LETTERA DI FRANCESCO SAVERIO NITTI A MUSSOLINI, SCRITTA ALL’INIZIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE . PUR TRA GLI ERRORI DI BATTITURA, È UN ESEMPIO DI LUCIDITÀ POLITICA .
LA CITO SPERANDO DI SPINGERVI A LEGGERLA su piero laporta.it

COSA DOPO BERLUSCONI E MONTI. ( seconda puntata sul futuro prossimo) di Antonio de Martini

Prima di darmi del pazzo , gli amici che mi seguono da tempo, ricordino che quando lo scorso anno scrissi della esigenza di un governo di unita nazionale, mi diedero dell’utopista.
Oggi, tutti gli italiani, a prescindere dall’eta e dalle convinzioni politiche, convengono su alcuni elementi basilari di convivenza politica:

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1) gli attuali partiti, tutti, devono lasciare il campo a nuove formazioni e nuovi dirigenti
2) il problema dei problemi e' la crescita economica e occupazionale, tutto il resto, debito compreso, e' secondario.
3) per uscire dalla crisi, e' indispensabile la partecipazione generale della popolazione a un progetto " italiano" , ossia audace, innovativo e strategicamente improvvisato.

Berlusconi e Monti non hanno capito queste tre esigenze o le hanno tradite. Devono lasciare e favorire il cambiamento.

Berlusconi ha si, creato nuove formazioni politiche, ma con i vecchi screditati dirigenti del pentapartito che ha creato la voragine del debito, servita " ai mercati" per ricattarci, oppure arruolando suoi impiegati – attratti dal miraggio di compiacere il capo azienda- molti dei quali privi delle motivazioni etiche necessarie a sacrificarsi per la politica, nella quale hanno visto una promozione sociale.
Berlusconi e Monti hanno promesso rispettivamente un milione di posti di lavoro e l'11% di crescita economica tra le risate degli esperti di tutto il mondo. Non hanno la più pallida idea di come provocare la crescita che serve all'Italia. Ora.
Nessuno di loro , entrambi privi di vocazione politica, ha stimolato forme di partecipazione popolare, di consultazione di base che non fossero fasulle, nessun recepimento di istanze che non fossero di amici, parenti, conoscenti.
Sempre in queste ristrette cerchie, entrambi hanno scelto ministri e " manager di stato", col solo criterio della fedeltà al capo e al clan.
Monti lo ha fatto con più forma, data la tradizionale ipocrisia della vita accademica.
Queste sono le ragioni profonde per cui i rispettivi tentativi fallirono nascendo.
Esistono elementi secondari a favore dell'uno o dell'altro, ma gli italiani riconoscono in loro le caricature di Mussolini e di Badoglio e si aspettano il peggio.
Attualmente e' in corso una battaglia di retroguardia mirante a rastrellare fondi con imposte e campagne intimidatorie che mirano a convincere i contribuenti alla delazione del vicino con la scusa che POI pagheranno di meno.
Ovviamente, nessun governo ha promesso di usare il maggior gettito per diminuire le tasse, per il semplice motivo che non può. I soldi servono a pagare gli interessi sul debito che sono più che raddoppiati a causa della crisi finanziaria.

CHE GOVERNO SERVE

1) serve un governo politico " diretto" e non un " governo amico" coi partiti in maggioranza ma non al governo.
2) la classe dirigente italiana non e' in grado di esprimere due classi dirigenti capaci di alternarsi al potere. Tra tutti, possono mettere insieme un ministero appena sufficiente alla bisogna.
3) per fare questo governo e un programma, e' indispensabile che i due schieramenti si confrontino in privato , mettano a punto UN SOLO programma, scelgano i più capaci e seri e non i più influenti o fedeli al capo.
4) forte della intesa nazionale, il governo potrebbe fare a meno di alcuni condizionamenti esteri e interni, la Costituzione completata nelle parti non attuate e aggiornata in quelle desuete, le regioni ridotte a otto, i comuni a quattromila.
5) dovrebbero utilizzare a pieno i fondi della CDP ( cassa depositi e prestiti) , cancellare tutti gli stanziamenti effettuati ma non spesi ( i famosi residui passivi) per riutilizzarli. Ammodernare la contabilità di stato.
La pubblica amministrazione opportunamente depurata da tutti quelli che non vi entrarono per concorso e dai parenti, dovrebbe passare dall'agire per atti amministrativi all'azione per progetti e si dovrebbe creare un fondo che lanci una offerta pubblica su tutta la parte di debito venduta all'estero. Il fondo dovrebbe agire in assoluta franchigia fiscale.
Eco perché , cara signora, questi mezzi uomini devono uscire di scena. Sono inutili e non possono che aggravare la situazione.

COSA DOPO BERLUSCONI E DOPO MONTI? CERTO, NON LORO. RICORDANO MUSSOLINI E BADOGLIO. SERVE IL NUOVO. di Antonio de Martini. ( primo di due post sul futuro prossimo)

Al mio post del 31 gennaio , il sig Cavallaretto1 mi ha scritto in un commento una assennata considerazione che merita una risposta più ampia di quanto non abbia fatto nella risposta diretta, forzatamente succinta.
Egli si e’ detto contrario alle dimissioni del governo Monti perché ritiene che io parteggi per un ritorno di Berlusconi e perché i ministri dell’attuale governo lavorano seriamente.
Non mi e’ mai passata per la testa di vedere Berlusconi a palazzo Chigi e tutti i miei post lo testimoniano.
La ragione per cui Monti deve dare le dimissioni – ci ho aggiunto anche quelle del presidente Napolitano – e’ che ha impostato una strategia , condivisibile, ma ha fallito.

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SBAGLIERO’, MA STIAMO RINNEGANDO TUTTO CIO’ IN CUI ABBIAMO CREDUTO IN QUESTO DOPOGUERRA. QUAL’ E’ LA VERA AMERICA ?di Antonio de Martini

Qualcuno tra i lettori meno giovani avrà notato analogie tra il trattamento subito dalla Libia e quello subito dall’Italia ai suoi tempi.
In entrambe le situazioni, c’era una dittatura lastricata di buone intenzioni, perse per strada, appoggiata da una frazione di popolazione ( in genere la sociologia dice che sono 5% a favore, 5% contro e il resto della popolazione si estranea).
In entrambi i casi c’era un capo con uniformi da operetta

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