PRECEDENTI SULLA VICENDA DEI MARÓ (pubblicati l’11 Aprile 2012 si IL CORRIERE DELLA COLLERA)

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NAVI E POLTRONE: LA STORIA DI DUE MARÒ IN BALIA DI UN GOVERNO SGANGHERATO. di Antonio de Martini
I neretti sono introdotti oggi (ndr)
Ogni anno circa seicento navi battenti bandiera italiana, attraversano lo stretto di BAB EL MANDAB e successivamente ( o preventivamente a seconda del verso) l’istmo di Suez.
In Inghilterra, dove l’attività economica è veramente libera, si è creata una organizzazione che fornisce i servizi di scorta armata ed ha anche tentacoli commerciali in Italia.

La manovalanza è costituita da ex mercenari ed ex legionari – prevalentemente sud africani e ucraini – che quando non sono impiegati in operazioni di scorta, bivaccano a Gibuti, una piccola repubblica dove ci sono più banche che prostitute, benché sia guarnigione di una mezza brigata della legione straniera francese e di un battaglione di Marines USA, oltre a “delegazioni” militari di più paesi.
Le banche sono sul posto per riciclare i proventi della ” pirateria somala” che per operare ha bisogno di un importante apparato marinaro di motori, manutenzione, pezzi di ricambio , servizi di avvistamento, fornitura di armi, GPS , viveri a lunga durata, ecc.
Il denaro circola in abbondanza dato che un servizio di scorta non costa meno di ottantamila dollari a volta ( trentamila al giorno) .
In questo paese di Bengodi, gli italiani brillano per la loro assenza, benché il nostro ministero dell’interno faccia riunioni su riunioni da almeno due anni per non venire a capo di nulla.
L’ostacolo giuridico è che sulle navi italiane è vietato portare armi.
Veramente è vietato portare armi anche nelle filiali delle banche italiane in Italia, ma nessuno ha mai pensato di arrestare i metronotte che con tanto di pistolone entrano, escono, bivaccano, sbadigliano, in attesa di arrendersi al primo rapinatore di passaggio.
Per le navi, non è così.
La NATO ha inviato una squadra navale, ha costituito un comando a Gibuti, deciso un corridoio protetto cui le navi occidentali sono in grado di navigare in relativa tranquillità.
Non si capisce quindi per quale ragione e chi abbia disposto di fornire una scorta armate con militari italiani su alcune navi battenti bandiera italiana.
Se l’iniziativa privata è libera e se le navi sono di proprietà privata, che c’entrano i militari ?
Non si conoscono ancora le regole di ingaggio dei militari assegnati alle scorte, ne chi le abbia comandate.
Il nuovo ministro della Difesa – un ammiraglio – non ha dato notizia – nemmeno a cose fatte – di cambiamenti alle regole di impiego dei militari e non ne ha annunziato la sospensione.
Per quel che sappiamo, a bordo della ” Lexia” vi era un nucleo armato di due uomini uno dei quali caporale. Venivano da Gibuti? Dall’Afganistan? Dall’Italia? Avevano mezzi di comunicazione che li collegassero al loro comando? Che ordini avevano nel rapportarsi col comandante della nave, un civile? Ora che l’India ha ” arrestato” due nostri militari, cosa abbiamo fatto di concreto a parte mandare un paio di ” rappresentanti delle istituzioni” a tener loro compagnia per Pasqua?
Giuridicamente:
Benché il governo italiano affermi a giorni alterni la competenza italiana in materia, non risulta che qualche tribunale – civile o militare – italiano abbia emesso avvisi di garanzia o aperto un fascicolo sull’ avvenimento luttuoso o emesso un mandato Interpol per farsi consegnare i due militari dalla magistratura indiana.

Poiché l’India ha adottato un sistema giuridico di tipo anglosassone, si è provveduto a fornire agli indagati un paio di principi del foro inglesi o americani , coi quali i media anglosassoni avrebbero certamente simpatizzato?

Politicamente:
Abbiamo forse iniziato a porre sanzioni economiche verso la Repubblica Indiana che non ascolta nemmeno i pareri legali ( verbali? Suffragati da qualche autorevole giurisperito?) . Mi risulta che importiamo dall’India frutta tropicale – melograni, mango, papaia ecc. – nulla di strategico. Possiamo privarcene . Lo abbiamo fatto? No.

Abbiamo stabilito nuove procedure di visti per far capire che non scherziamo? Abbiamo annunziato una fornitura di armi al Pakistan a buon prezzo per innervosire il governo centrale indiano? No.
Abbiamo ottenuto qualcosa da NATO e E.U. oltre a una frasetta della Ashton? No
I nostri mezzi:

Una visita del ministro. Invece di incontrare il suo omologo degli esteri o offrire centomila dollari a testa alle due famiglie infortunate e un milione al villaggio, si è fatto riprendere dalla TV italiana mentre visita i due carcerati. Edificante.

Il sottosegretario Staffan De Mistura è un borsista della SIOI ( società italiana per l’organizzazione internazionale, palazzetto Venezia, Roma) che ha fatto numerose missioni di buona volontà
( es.Sarajevo) quando i veri funzionari ONU non volevano andarci, ma non credo abbia mai superato lo stadio della missione di solidarietà.

Una cosa è portare qualche camion di viveri e un’altra negoziare con giuristi appartenenti a un popolo che ha inventato le speculazioni metafisiche.
Conseguenza: i marò sono in galera, la nave sequestrata e per soprammercato c’è è un altro italiano sequestrato in India. Credo non accadesse dai tempi di Marco Polo.
Il deputato La Russa , autore di questo capolavoro, nel frattempo esercita le sue capacità sulla nuova legge per il finanziamento dei partiti. Il Premier Monti e Il ministro Terzi sono in Israele, Egitto e in Giordania per mediare nella crisi del Medio Oriente.
Mi scappa da ridere.

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Commenti

  • Avatar di abrahammoriah abrahammoriah  Il marzo 27, 2013 alle 5:49 am

    27 marzo 2013

    Ora che il ministro Terzi si è dimesso perchè a suo dire i marò sono stati riconsegnati contro il suo parere (ma allora a chi si deve questa idiota e disonorevole decisione, al ministro della difesa, al grande ed unico tecnico che tutto il mondo ci invidia o a qualche grande e sconosciuto Innominato? ) aggiungendo nel merito e nel metodo un ulteriore e finale tocco di discredito internazionale al governo tecnico e, purtroppo, al nostro paese, ci potrebbe essere un sistema per far tornare i due fanti di marina, proponendo all’India di ridarci i due marò in cambio della consegna nelle loro mani di tutti i membri del governo tecnico, sottosegretari inclusi. L’unico problema è che è fortemente in dubbio che l’India accetterebbe mai uno scambio fra due militari che se possono avere commesso errori (il principale dei quali è l’essersi fidati del governo italiano), sono gli unici che nella vicenda si sono comportati con senso dell’onore (senso dell’onore che per essere chiari è mancato anche all’India) e i membri di un governo il cui valore politico internazionale (ed interno) è uguale a zero. Non per niente il misticismo indiano va a braccetto con la grande tradizione ed abilità di questo popolo nel campo della matematica e, nel caso dello scambio in questione, i conti proprio non tornerebbero.

    Massimo Morigi

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  • Avatar di antoniochedice antoniochedice  Il Maggio 12, 2014 alle 6:45 am

    L’ha ribloggato su IL CORRIERE DELLA COLLERAe ha commentato:

    OHI MARO’, OHI MARO’…

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