QUALCUNO CONTINUA A VENDERE ORO IN LINGOTTI. PER SPECULARE AL RIBASSO O PER TENERE FERMO IL PREZZO DEL PETROLIO ?

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L’afflusso mondiale di oro sul mercato è stabile da 12 anni attorno alle centottanta tonnellate mensili.
Nel solo mese di gennaio 2013, la Cina risulta aver comprato novantacinque tonnellate di aureo metallo. Nello stesso mese l’India ne ha acquistato cento tonnellate.
Acquisti sono stati fatti anche dal resto del mondo e in particolare da alcune Banche Centrali definite”non occidentali”.
L’unico indizio, non conclusivo, è che il massimo volume degli scambi avviene quando i mercati sono aperti in Asia e chiusi negli USA.
Altri acquisti sono stati fatti da

privati, dalla zecca degli Stati Uniti e da utilizzatori industriali.
In base alla legge della domanda e dell’offerta il prezzo dovrebbe salire e invece non accade da ormai troppo tempo, per non destare sospetti.

Le ipotesi sono differenti a seconda che si propenda per speculatori privati alla Michele Sindona, (gli trovarono contratti a termine per il 50% dell’argento mondiale) – oppure si accentrino i sospetti sui soliti grandi governi .
I miliardari del mondo sono ormai 14.000 ( Forbes) e muovono somme superiori a quelle delle banche centrali. Tutti ricordiamo i fratelli Hunt che tentarono di comprare tutto l’argento del mondo negli anni settanta. Oggi il quasi monopolista dell’argento mondiale, ha un nome conosciuto: J. P. Morgan..

Ho già raccontato in un post precedente ( prometto che imparerò a fare i link…) come l’Unione Sovietica fu portata alla bancarotta dal combinato disposto del conflitto Afgano e dal calo del prezzo dell’oro, mantenuto artificialmente basso dall’occidente, vendendo praticamente tutto l’oro della Banca Centrale Canadese.

La Russia è ancor oggi il più importante produttore-esportatore e i proventi della vendita di oro – senza l’aggiotaggio organizzato dall’occidente, l’Unione Sovietica avrebbe potuto continuare a mantenere se stessa e i paesi satelliti con le loro economie inefficienti.

Sullo stallo dei prezzi dell’oro, mentre , ad esempio, platino, palladio e carta hanno registrato notevoli incrementi, esistono alcune ipotesi interessanti.

a) il prezzo viene calmierato perché i paesi OPEC hanno, di fatto, indicizzato il prezzo del petrolio a quello dell’oro. Al variare della quotazione, il prezzo del petrolio – pagato in dollari per i noti motivi – sale in proporzione. Se continuasse a salire. L’economia mondiale potrebbe non riuscire a sopportare il peso.

b) il prezzo dell’oro viene calmierato perché la sua crescita sarebbe una sconfessione della validità della politica monetaria espansiva attuata specialmente da Stati Uniti e Inghilterra e ciò provocherebbe il crollo delle loro economie.

Esiste anche una terza chiave di lettura: la crescita del prezzo del petrolio – pagato con dollari in perpetua perdita di potere di acquisto – è stata pilotata a lento rialzo per rendere economica l’estrazione del petrolio dalle scisti bituminose presenti in enormi quantità in USA, Canada, Australia, che affrancherebbero l’occidente dalle forche caudine dei paesi arabi.
Il finanziamento della operazione provocherà una bolla monetaria che travolgerà il dollaro.
Gli USA starebbero ingaggiando una corsa contro il tempo per rendere economica l’estrazione del greggio dalle scisti bituminose per poi liberarsi della ipoteca araba sul rifornimento energetico del mondo, ma hanno fermato l’ascesa e permettere alle economie occidentali di riprendere fiato.

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