Il fenomeno è globale ed osservabile quasi ovunque. A forza di diffondere disinformazione all’estero, i servizi segreti la spacciano anche all’interno, dando il via ad un processo irreversibile di degenerazione della capacità decisionale dei vertici politici.
L’occasione per pensarci mi viene dall’ultimo rapporto al Copasir presentato dai nostri servizi segreti e dalla pubblicazione delle memorie dell’ex segretario di Stato USA Colin Powell, il quale ammette candidamente di essere stato menato per il naso dalla CIA quando andò all’ONU a denunziare Saddam Hussein perché ” voleva costruire armi nucleari” ( accusa ora mossa all’Iran) , e per il possesso di ” centinaia di tonnellate di armi chimiche” ( accusa ora rivolta alla Siria) e addirittura di laboratori mobili di armi biologiche”.
Trascorsi dieci anni, Powell ammette che non si è trovato nemmeno un grammo di qualsivoglia materiale di quel genere.
Per questo si è fatta una guerra che ha provocato quasi un milione di morti.
La fonte di queste panzane è sempre diversa, ma la motivazione per cui vengono prodotte è sempre la stessa: ottenere più fondi.
Quando la panzana può essere scoperta in tempi brevi la si fa riferire da un “servizio amico” in maniera da mettersi al riparo da reazioni.
Colin Powell racconta che la storiella di Saddam Hussein fu fornita dai servizi tedeschi e quella del l’uranio del Niger, da quello italiano.
I monopoli di Stato tendono ad aumentare i loro costi per ottenere aumenti dei prezzi amministrati. In pratica, maggiore è la loro inefficienza, maggiori gli incassi, maggiore la crescita, maggiori i bonus ecc.
I servizi segreti operano in maniera identica: più pericoli immaginano e riferiscono, più fondi ottengono e il fatto di non trovare prove a carico dei sospettati, moltiplica la fornitura di mezzi e poteri straordinari ai responsabili.
In entrambe le situazione si va verso l’ autodistruzione.
È lo stesso processo di nascita dei tumori che esiste in natura: non c’è una causa specifica, ci sono solo cellule che crescono a dismisura perché non hanno ( o non hanno più) un “limitatore di corsa”.
La cellula non vive più in funzione del tutto. Pensa che crescere sia un bene in se e lo fa fino a provocare la morte dell’organismo di cui è parte. Italia e Stati Uniti corrono entrambi questo pericolo.
La causa principale di questo fenomeno è da ritrovarsi nel ” complesso di Macbeth” dei detentori del potere dovuto al modo in cui il potere si forma.
Persone in genere di poca istruzione e cultura ( lauree e studi improbabili, poca o nulla formazione del carattere, adeguamento alle altrui convinzioni per emergere) , giunte fortunosamente e senza preparazione in posizioni apicali, non si rendono conto che devono essere loro ad assegnare una missione e degli obiettivi ai sottoposti ed assumono un atteggiamento reattivo agli input dal basso.
Si limitano a temere la cessazione dei privilegi e vedono in ogni stormir di foglie la foresta che li distruggerà.
Non potendo accettare l’idea di perdere potere a causa della propria insipienza , chiunque adombri pericoli e minacce è benvenuto e valorizzato, ha libero accesso al capo, finanziamenti ed i suoi pareri – anche in campi estranei – valorizzati.
Il tracimare in campi non direttamente connessi all’intelligence diventa prassi corrente.
I settori più gettonati sono la sociologia e il giornalismo settori che hanno a che fare con la ( se esiste) scienza previsionale. Nei paesi più primitivi ( Haiti, Etiopia. Uganda per limitarci a tre) vanno bene anche gli stregoni.
Perché questo fenomeno prenda piede, sono necessari alcuni ingredienti: un processo di formazione delle élites molto frammentato in cui siano necessari compromessi e flussi di denaro che diano vita a equilibri precari ed un contatto diretto tra il mondo dell’intelligence e il vertice del potere. Poi ognuno dei due poli alimenterà l’altro fino alla fine.
I soli paesi che sfuggono a questo destino sono quelli in cui il vertice politico viene espresso dal vertice dell’intelligence: Russia e Israele. Conoscono le tecniche di disinformazione e non ci cascano.
Un esempio di disinformazione che alimenta se stessa, è dato da una piccola scoperta in Africa orientale.
Sabahionline.com sembra un sito africano pieno di informazioni e servizi di prima mano.
In realtà si tratta di un sito pensato, fatto e scritto – in quattro tra lingue e dialetti – dall’ esercito degli Stati Uniti.
Questo tipo di sito va ad aggiungersi a siti gestiti direttamente dal Dipartimento di Stato e dalla Central Intelligence Agency e ad altri finanziati direttamente o indirettamente da agenzie governative americane.
Più avari gli inglesi o i francesi che spesso aprono i cordoni della borsa in nome della diffusione della francofonia, ma che ovviamente tendono a controllare anche i contenuti.
Tutte queste iniziative, più facili da identificare in Africa che in Europa, spiegano il gran numero di siti di notizie che si dichiarano indipendenti, ma che sono identificabili dalla mancanza di vocazione giornalistica e da una perfezione tecnica che chi opera in maniera artigianale non è in grado di ottenere.
Il loro scopo è annegare i siti genuini in un mare di siti fasulli che al momento opportuno dirigeranno l’opinione di internet dove vogliono loro.
Sono la versione moderna dell’avvelenamento dei pozzi. Mettono in circolazione notizie che , riprese dal Colin Powell di turno serviranno a giustificare qualunque cosa, mentre chi cerca di dire la verità verrà surclassato dal numero e dalla tecnologia.
Commenti
Beh, non ti dimenticare che l’aviaria e la suina furono due grandi paure generate dall’Oms. E che il cambiamento climatico è la paura alimentata dall’Ipcc.
Direi che la tendenza di TUTTE le burocrazie è alimentare paure per alimentare sè stesse… 🙂
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Verismo! Però se annunziò l’arrivo della aviaria non la provocò, a forza di gridare guerra, guerra, la posso provocare e mentre posso provocare una crisi tra gli allevatori ( e o consumatori) di maiali, la guerra coinvolgerebbe tutti. Ma proprio tutti.
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Buongiorno Signor de Martini, sono un appassionato di studi strategici, per vocazione non per professione e le faccio i miei complimenti per suo ottimo blog. Per quanto riguarda le ‘mitiche’ armi di distruzione di massa di Saddam, anch’io me ne accorsi che si trattava di un caso plateale di disinformazione. La domanda: come mai un proletario semidiplomato come me si accorse di una farsa del genere e non chi è pagato profumatamente per analizzare e scrivere su importanti quotidiani e per analizzare e decidere per il proprio paese? E’ una domanda retorica, ovviamente.
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A domanda retorica, risposta retorica: chi scrive sui giornali cui lei accenna, scrive in genere sotto dettatura, oppure fa parte dell’establishment e ci tiene ad essere invitato in ambasciate dove il menù è più vario , immagino, che all’ambasciata irachena.
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Bismarck col famoso telegramma, la Contessa di Castiglione, il Duca di Enghien e, qualche anno prima, Demarato che avvisa Sparta verso I Persiani, lo spionaggio campa con le guerre, a volte prevenendole a volte provocandole. Capita anche nei condomini. GiC
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I “frutti ” migliori li hanno già espressi i commentatori prima di me, per cui evito di ripetermi, salvo per un punto.
Oltre a quanto sopra, occorre ricordare OBBLIGATORIAMENTE, caso mai vi dimentichiate, che la guerra all’Iraq, aveva un riscontro prettamente economico/monetario.
Oltre a trovare la causa per aggredire tale nazione, vi era una motivazione molto ben precisa ma inconfessabile, ovvero, l’Iraq di Saddam aveva minacciato di non commercializzare più il petrolio in dollari.
Idem con la Libia, Idem con l’Iran, ma qui si sono parati d’innanzi la Russia e la Cina, che hanno fermato l’avanzata.
Poi ripeto, anche quello che ha scritto ci sta tutto.
Avavano ragione i latini quando dicevano “cui prodest” A CHI CONVIENE!
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