RE Y K J AV Í K , 15. Febbraio.
Migliora la situazione economica dell’Islanda, uno dei Paesi più colpiti dalla crisi.
Ieri l’agenzia Fitch ha aumentato il rating a BBB da BBB meno, e questo a fronte dei
«progressi impressionanti che l’Islanda continua a fare nella sua ripresa dalla crisi finanziaria
del 2008 e 2009».
La mossa fondamentale nella lotta alla crisi — dicono gli analisti — è stata la nazionalizzazione dei tre maggiori istituti di credito, Kaupthing, Glitnir e Landsbanki, e la sostituzione della maggior parte dei manager della finanza.
Sul Paese, tuttavia, pesa da qualche anno l’accusa di non aver onorato i debiti, cioè di
aver fatto default senza pagare.
In effetti, i creditori esteri delle banche finite sotto l’ala statale non hanno ancora rivisto un centesimo. «In futuro risarciremo tutto» ha garantito il ministro delle Finanze, Steingrímur Sigfússon.
Tuttavia, di recente il ministro ha incassato dalla corte dell’Efta (European free trade agreement) la decisione positiva secondo cui l’isola non dovrà risarcire i risparmiatori britannici e olandesi che avevano investito nei conti Icesave, una controllata di Landsbanki.
È una sentenza che vale per le casse islandesi circa 2,6 miliardi
A QUESTA NOTIZIA FORNITA DA GICECCA AGGIUNGO UN BRANO DI INTERVISTA FATTA DA DW ( DEUTCHE WELLE) PRESA DA MERCATO LIBERO DI MAURIZIO BARBERO.
DEUTSCHE WELLE – Un’intervista di Andreas Becker ad Olaf Grimsson, in occasione del Forum Economico Mondiale che si è tenuto a Davos, in Svizzera, il 31 Gennaio 2013. Tradotto per il Club Capretta da Paciscor
Il Presidente Olaf Grimsson dichiara alla DW che la crisi finanziaria globale del 2008 ha portato l’Islanda sull’orlo del burrone. Da allora il Paese si è ripreso piuttosto bene, facendo cose diverse dal resto del mondo.
DW: Qualche anno fa l’Islanda era in uno stato deplorevole dal punto di vista economico, per certi versi ancora peggiore di quello della Grecia: oggi il Suo Paese si trova in acque più tranquille. Come siete riusciti a fare questo cambiamento?
(continua…)
Olaf Grimsson: Naturalmente i motivi sono tanti ma due, in particolare, sono stati forse fondamentali, e spiegano perché siamo di nuovo sulla strada del risanamento, con una buona crescita economica ed una bassa disoccupazione.
Il primo motivo è che abbiamo capito subito che non si trattava solo una crisi finanziaria o economica, ma anche di una profonda crisi politica, sociale e perfino giudiziaria.
Per galvanizzare la nazione e convincerla ad affrontare i tempi difficili e duri che stavano arrivando, sono state fatte un certo numero di riforme sociali e politiche, perché la gente potesse toccare con mano che c’era in atto il tentativo di fare giustizia, e di riformare il sistema decisionale.
Penso che in molte altre parti d’Europa la crisi sia stata vista, per lungo tempo, come un problema essenzialmente economico e finanziario.
Il secondo motivo è che non abbiamo affatto seguito l’ortodossia tradizionale occidentale, su come gestire una crisi economica di questa magnitudine.
DW: Ad esempio, voi non avete salvato alcuna banca…
No, effettivamente no. Noi le abbiamo lasciato fallire, le banche. Erano banche private, e mi son spesso chiesto perché la gente le consideri come le “sante chiese” della moderna economia.
Perché dovrebbero essere diverse dalle società di telecomunicazione o ferroviarie, o da tante altre aziende? Perchè non si dovrebbe permettere che falliscano?
Non possiamo dare ai banchieri il segnale che possono correre qualsiasi rischio e, se va bene, saranno lautamente ricompensati ma, se va male, il conto verrà pagato, alla fine, dai contribuenti, dalla gente comune, dai pescatori, dai farmacisti, dai coltivatori, dai dottori, dagli insegnanti, dagli infermieri etc.
Abbiamo introdotto, in aggiunta, strumenti per il controllo della valuta, ma non misure di austerità, come invece stanno facendo molti leaders europei nei loro Paesi.
Commenti
Magari far leggere il presente articolo al sig. Monti, che con una leggera supponenza si autodefinisce “professore”, magari anche al sig. Draghi e alla sig.ra Lagarde, chissà …..
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Non si autodefinisce, lo è, professore. Comunque apprezzo lo sforzo…
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Il fattore scatenante della crisi è stato il salvataggio, a spese dello stato che ha stampato moneta, delle banche private americane. E vogliono salvare MPS…..
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Probabilmente è cominciata così anche laggiù.
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articolo eccellente… ma leggermente meno eccellente della reazione islandese alla crisi della moneta debito 😉
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L’articolo l’ho fatto io. La reazione è stata di un popolo intero.
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