DOMANI INIZIA IN MESSICO IL G 20. PARLERÀ DI PACE , SVILUPPO E PROSPERITÀ ‘ O DI GUERRA E DISTRUZIONI NEL MEDITERRANEO?

Domani e dopo domani si riunisce in Messico il G20 . Una sorta di direttivo auto convocato del condominio-mondo che serve a cercare di dare al pianeta la sensazione di essere rappresentato e governato con saggezza. I partecipanti sono:

Per le Americhe: Argentina, Brasile, Canada, Messico e Stati Uniti
Per l’Asia: Cina , Corea del Sud, India, Indonesia.
Per l’Europa: Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia , più Unione Europea.
Per l’ Africa : il Sud Africa
Per l’area compresa tra l’Atlantico e l’l’Oceano indiano: l’Arabia Saudita.
Per l’area del Pacifico: Giappone e Australia
Per l’area a cavallo tra Asia e Europa : Russia e Turchia.
Tra gli esclusi presenti in precedenti edizioni brilla l’Egitto ( sostituito dai Sauditi) , la Nigeria. Paesi assenti perché non invitati: Iran , Pakistan , Israele, Venezuela, Algeria, Corea del Nord, Vietnam. Spagna, Polonia, Svezia.
Già da questa segmentazione geografica dei presenti si capisce che non si tratta di un campione rappresentativo e dall’elenco degli assenti si arguisce che non ci sono i principali interessati alle decisioni Utili.
L’Unione Europea è la sola organizzazione non nazionale presente, mentre sarebbe stata utile la presenza , ad esempio, dell’ OPEC, o della Lega Araba o della Organizzazione degli Stati Africani.
La durata di due giorni non consente dibattiti e approfondimenti, ma rapidi scambi bilaterali e una sbatacchiatina alle segretarie.
Nondimeno proviamo a fornire un paio di schede mediterranee.

LA SITUAZIONE GRECA

La situazione greca può compendiarsi in due cifre: il tasso dei suicidi in un anno è aumentato del 40% e il capitolo di spesa per la sanità è diminuito della stessa percentuale. La chiesa ortodossa distribuisce 250.000 pasti al giorno. È come se la Chiesa cattolica distribuisse in Italia un milione e mezzo di pasti gratuiti quotidianamente.
Forse lo fa.
Il compito del G20 è auspicare che la Grecia resti nell’Euro e – come ha puntualizzato Monti – faccia in un anno quel che sarebbe difficile fare in una generazione. Prendere o lasciare.
Sarebbe opportuno dare alla Grecia più tempo e offrirle una moratoria, prima che sia noto l’esito delle elezioni. Dopo sarà comunque tardi per tutti.
L’altro paese mediterraneo in cui si vota oggi è l’Egitto.
Le mie considerazioni dell’altro giorno sulla crisi democratica del paese delle Piramidi e sul silenzio etico e politico USA in materia, devono essere state fatte da molti se Victoria Nuland , la portaparola del Dipartimento di Stato ha finalmente rilasciato una dichiarazione di tipo lapalissiano : ” il Dipartimento sta attentamente monitorando la situazione in Egitto e il suo evolversi” ( cito a memoria, ma il succo è questo).
Leon Panetta, ex capo della CIA e attuale ministro della Difesa USA, un po’ per dovere d’ufficio e un po’ perché è famoso per il ” franc-parler”, ha assunto un atteggiamento più pragmatico e con la sua dichiarazione invitante a ” fare le nuove elezioni al più presto” ha ufficializzato , senza pregiudizi di tipo etico, l’appoggio USA al colpo di Stato della Corte Suprema egiziana che ha invalidato le elezioni politiche che avevano dato la maggioranza assoluta in Parlamento (60%) ai fratelli mussulmani.
Questo è il clima in cui si stanno svolgendo le elezioni presidenziali e la minaccia non potrebbe essere più chiara: ” se il risultato non ci piace, invalideremo le elezioni ” . Non lo ha detto nessuno, ma tutti hanno capito.

LA CRISI SIRIANA
Russia e Usa hanno annunziato che ne parleranno ” a margine del G 20″ il che vuol dire che gli europei resteranno fuori dalla porta e le decisioni finali saranno prese a fine mese in Svizzera nel nuovo gruppo di contatto che finalmente include l’Iran.
Per la crisi siriana non c’è stata nessuna autorità politica o morale che proponesse la ripetizione delle elezioni politiche ( magari con monitoraggio internazionale) tenute un paio di mesi fa.
Nessuno che chieda l’allontanamento dei ” volontari” stranieri dalla Siria per lasciare che i siriani se la vedano da soli e in tregua d’armi.
Le accuse della Clinton circa la fornitura di nuovi elicotteri d’attacco alla Siria si sono rivelate false e il sito di intelligence israeliano Debka ha annunziato, non smentito, che i ribelli hanno ricevuto dagli USA missili anticarro, mentre il DAILY TELEGRAF inglese annunzia che stanno arrivando i missili portatili antiaerei STINGER qualcuno dei quali potrebbe finire in mani antiisraeliane
segno che siamo allo stesso punto della crisi libica ( impossibile vincere una battaglia contro un nemico che dispone di appoggio aereo e tu non l’hai) sola differenza è che essendo i siriani equipaggiati con attrezzature elettroniche antiaeree russe di ultima generazione, gli alleati piuttosto che correre il rischio di un intervento aereo diretto come in Libia ( cui la Russia aveva venduto antiquata paccottiglia antiaerea) faranno correre il rischio a Israele o dichiareranno una ” no fly zone” sulla Siria dando il via al loro intervento diretto, come chiesto dal Senatore USA Graham della commissione Forze Armate ( per chiarire che la politica estera non c’entra, quanto lo smaltimento dell’arsenale?)
Anche qui il messaggio è chiaro : se i russi vogliono restare in Siria, resteranno su un cumulo di costose macerie e staranno lontani da Leviathan e Tamar i due mega giacimenti del Levante.

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